“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono i meriti. E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla" (Albert Einstein 1879-1955)
Questo Blog nasce con il preciso intento di far sentire la propria voce ed esprimere il proprio pensiero liberamente e democraticamente.

...la flessibilità è una caratteristica meritevole, la precarietà è uno stato di sofferenza...
"Esorto tutti ad una presa di coscienza, esorto tutti a non subire un trattamento ignomignoso. Invito tutti a non subire gli eventi ma partecipare agli stessi. Bisogna portare ogni vicenda, ogni torto, ogni intento dilatorio dinanzi alle sedi giudiziarie ed in tutti i gradi del giudizio. Bisogna essere uniti e partecipi."
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STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE

La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.

L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.

Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.

La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.

Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto

Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.

Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.

Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.

Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.

Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.

A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.

Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.

Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.

A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.

Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.

Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.


Assunzioni connesse con la professionalizzazione

La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:

· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;

· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;

tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).

Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):

· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,

· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,

· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,

Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· 4.021 unità nell'anno 2005;

· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;

· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.

Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.

Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:

· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,

· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,

In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:

· 200 unità nell'anno 2005;

· 235 unità negli anni 2006 e 2007;

· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.

Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).

Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.

Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.

Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:

a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;

b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;

c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.

Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.

Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.

Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.

Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.

Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).

La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".

Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.

Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!

Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.

Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.

Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.

Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.

Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.

Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.

Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).

Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.

D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.

Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.

Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.

Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.

Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.

Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.

Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.

Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.

Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.

Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.

Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.

Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.

In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.

venerdì 31 ottobre 2008

Comunicato Importante

Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra causa...


Vista l'insistenza con la quale voi fruitori del blog richiedete informazioni sulle eventuali azioni intraprese dal Comitato tutto, siamo qui per comunicarvi che nelle passate settimane abbiamo tentato inutilmente di sfruttare i canali politici del Ministero della Difesa, rappresentando loro i possibili scenari che si potessero prospettare.

Nonostante un'iniziale positiva disposizione manifestata da alcuni esponenti del sopraccitato Dicastero, allo stato attuale delle cose, la tardiva risposta ci impone di dar seguito alla manifestazione concreta e plateale del nostro diritto.


Il tempo è galantuomo, ma qualche volta è necessario andargli incontro.


Siamo quindi ad informarvi che abbiamo un colpo in canna dagli effetti devastanti per l'intera Amministrazione.

Per evitare di rendere pubblica la notizia, invitiamo tutti i ricorrenti al TAR a contattare il Comitato, via e-mail, con la massima urgenza, entra il giorno 7 novembre c.a., pregandovi di indicare i propri dati anagrafici comprensivi di recapiti telefonici, e specificando la propria arma di appartenenza, relativo corso frequentato e le date precise dell'incorporamento, rafferma e congedo.


Adesso siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico...siamo padroni del nostro destino, siete padroni del vostro destino.


Muoiono gli uomini non le idee...non basta essere bravi, bisogna essere i migliori: e noi lo siamo e lo dimostreremo anche alla Amministrazione.


Fino alla vittoria...Audacia, Audacia, Audacia!!!
N.B.: i destinatari di questo post sono solo (ripeto solo) ed esclusivamente coloro che hanno impugnato il congedo dinanzi al TAR, che hanno già ottenuto sentenza di rigetto e che non si sono ancora costituiti in giudizio al Consiglio di Stato.

...al posto della coscrizione, c'è la scelta di una carriera professionale...

LIBERO: I precari con le stellette

mercoledì 29 ottobre 2008

Parere Uppa n.48/08

Parere al Ministero dell'Ambiente in merito alle procedure di autorizzazione ad assumere ai sensi dell’art. 1, comma 519, legge 26 dicembre 2006, n. 296. Stabilizzazione di personale.
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lunedì 27 ottobre 2008

LA RUSSA: NIENTE FANNULLONI NEL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA, MA I TAGLI CI SARANNO LO STESSO

"Nel mondo militare militare la percentuale di assenza dal lavoro è dello 0,5% e, quindi, il ministro Brunetta non troverebbe fannulloni".
Queste le parole del Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che è tornato sulle polemiche dei mesi scorsi contro le inefficienze nella pubblica amministrazione.
"C'è comunque l'esigenza di razionalizzare le spese, anche se il corpo è sano e non ci sono sprechi - ha spiegato La Russa di ritorno da una visita ufficiale negli Stati Uniti".
I tagli operati dal governo al bilancio della Difesa "ci sono stati perchè il governo ha deciso di far costare meno lo Stato e di allineare il peso sostenuto dai cittadini a quello degli altri paesi europei - ha detto La Russa.
Il Parlamento, però, sta votando la specificità ed ha votato l'integrazione della spesa per le missioni all'estero. Alla fine anche i militari devono fare uno sforzo, perchè anche in un comparto virtuoso come quello della Difesa c'è un'enorme possibilità di razionalizzare le spese".
Per il ministro La Russa bisogna riconfigurare la struttura delle forze armate, perchè ancora oggi si registra "un surplus di sottufficiali".
Possibile per i prossimi anni l'idea di una "mini-naja" per i giovani volontari con sgravi fiscali per le aziende che contribuiscono come sponsor.

E-mail di un collega

Cari colleghi,

Vi scrivo per quanto accaduto la settimana scorsa a Guidonia, (Centro di Selezione Nazionale A.M.) ovvero, dell'annullamento del concorso per Sottotenenti dell'Aeronautica Militare, in servizio permanente effettivo.

Quanto accaduto, dire che è scandaloso è niente.

Sono sicuro che siete venuti a conoscenza di ciò, dai media, ma per me e tanti altri come me, ossia Ufficiali Congedati (50 circa) che eravamo li, è diverso.

Io vorrei sapere adesso, chi risarcirà il danno economico, visto che è tutta l'estate che studio per fare queste dannate prove scritte; ma soprattutto chi ci risarcirà dal danno morale subito, si perché così si può definire. Non solo siamo stati congedati dopo tre anni di ferma, abbiamo dovuto aspettare più di un anno per l'uscita di un nuovo concorso (ossia questo) e adesso, siamo stati costretti dal Presidente della Commissione e da tutti i suoi collaboratori (Colonnelli e T.
Colonnelli) ad abbandonare le prove concorsuali e tornare a casa, aspettando e sperando che la Direzione per il Personale Militare ci faccia sapere di che "morte dobbiamo morire".

Sapevo che questi erano concorsi "truccati" ma non fino a questo punto!

SecondoVoi vale la pena? Studiare tanto per cosa? Per sperare di fare un lavoro per cui si è portati e che si ama. Ma ne vale davvero la pena?

Io spero che questi grandi signori con le stellette si rendano conto del danno che mi hanno arrecato, anzi Ci hanno arrecato, a noi poveri illusi che speravamo di poter cambiare la nostra vita, potendo vincere un concorso del genere e che invece sarebbe stato riservato solo ed esclusivamente per "pochi intimi".

Spero vivamente che la giustizia faccia il proprio corso e che questa gente paghi per tutto ciò, non meritano affatto il posto che hanno.

Vi ringrazio vivamente per l'arduo lavoro che svolgete e l'impegno che ci mettete per far valere i nostri diritti.

Distinti saluti

Ten. (Cong) A.M

venerdì 24 ottobre 2008

Il Ministero della Difesa risponde ad un nostro collega via e-mail

MINISTERO DELLA DIFESA

Sig xxxxxxxxx
. in esito a quanto da Lei esposto, Le comunico che all'atto dell'arruolamento quale AUC (Allievo Ufficiale di Complemento), i concorrenti erano a conoscenza di firmare un contratto a tempo determinato con l'Amministrazione Difesa;
. i relativi bandi di concorso, pubblicati nel corso degli anni, offrivano agli Ufficiali in questione, al termine della relativa ferma, la possibilità di partecipare in relazione al titolo di studio posseduto e qualora in possesso dei requisiti richiesti ai concorsi per la nomina ad ufficiale in servizio permanente in cui erano, inoltre, previste riserve di posti fino all'80% di quelli messi a concorso.
Roma 17 ottobre 2008
Il Capo della Segreteria particolare del Ministro
Dr Roberto Petri

Tagli alla Difesa

Dopo i numerosi tagli sul Bilancio della Difesa degli ultimi anni che preoccupano non poco il personale militare sia in servizio permanente sia precario.
Infatti, nel primo caso oltre al contratto ormai scaduto, preoccupa il notevole ritardo sull’applicazione delle legge 626/94 per la sicurezza presso le installazioni militari, nonché la mancata adeguazione delle strutture alla nuovo modello Difesa, il quanto, parecchie infrastrutture non garantiscono i requisiti di agibilità dei locali in cui vi si pernotta ancora sui letti a castello in stanze prive di porte, senza prese di corrente, con bagni collettivi fatiscenti e per giunta, coloro che accettano queste condizioni di vita per poter risparmiare qualcosa, pagano un corrispettivo all’Amministrazione, invece, per coloro che non sono in servizio permanente sono obbligati a pernottarvi, inoltre, detti tagli, sempre per il personale precario, provocherebbero la diminuzione delle percentuali sul passaggio in sevizio permanente, in barba a tutta la pubblicità che viene fatta sui media.
Inoltre, attualmente il personale impegnato per il sevizio di ordine pubblico e costretto a vivere dei disagi di notevole entità, infatti quelli impegnati su Chiaiano attualmente alloggiano in tende campali, mentre il personale impegnato su Roma si trova ad alloggiare in strutture recuperate all’ultimo momento ad esempio alcune in disuso da 2 anni e riattrezzate dagli stessi per potervi almeno dormire, mentre dall’altro canto in sbeffando tutto il personale che opera sul territorio, attualmente su Roma sono presenti diverse strutture destinate alla ricezione di personale militare e rispettivi familiari che viene anche per vacanza sulla Capitale sia in servizio che in quiescenza, senza entrare nel merito di chi sono la maggior parte dei fruitori di detto servizio, strutture che potrebbero invece essere messe a disposizione di detto personale ed evitare che quest’ultimi si trovino ad affrontare disaggi assurdi ed inutili, per nulla ripagati dall’indennità che percepisco di circa 30 € giornaliere, mentre, ad alimentare ulteriormente il disaggio sofferto, tutto il resto del personale impegnato per lo stesso tipo di servizio tra cui Carabinieri, Finanzieri e Poliziotti alloggiano in alberghi che le rispettive amministrazioni hanno preventivamente convenzionato per l’esigenza.
La cosa rende abbastanza perplessi e spesso ci si pone la domanda “non è che i soldati per lo spirito di obbedienza e per lo spirito di sacrificio che li contraddistingue e non lamentandosi mai costano di meno?”
Se bisogna applicare dei tagli iniziamo a tagliare anche su queste infrastrutture per lo meno non necessarie, ogni FF.AA ha decine di strutture ricettive su tutto il territorio nazionale tra stabilimenti balneari e montani, foresterie nelle più importanti città, così recuperando fondi che potrebbero essere impegnati per altro, magari rinnovando il contratto e stabilizzare i precari, senza tralasciare quante unità sono impegnate per la gestione degli stessi.

Delegato COCER E.I. CMC BITTI dr Leonardo
Cell. 339/8089788
e-mail dottbitti@yahoo.it

Statuto dei Lavoratori Militari - Conferenza stampa

Il 5 novembre 2008, alle ore 12:00, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, ingresso via della Missione, sarà tenuta la conferenza stampa per la presentazione dello “Statuto dei Lavoratori Militari”.
Il documento, di concezione moderna, è l’attuazione delle norme costituzionali sulla libertà di pensiero e dignità dei lavoratori militari, nonchè sul loro rapporto di specialità con lo Stato.
La proposta di legge, elaborata dal SUPU con il contributo di varie Associazioni d’Arma e Combattentistiche e il Comitato dei Precari delle Forze Armate, sarà presentata dal Gruppo Parlamentare dell’MpA - Movimento per le Autonomie - con l’adesione di parlamentari sia dell’opposizione che della maggioranza.
Saranno presenti autorità politiche, istituzionali e sindacali.

giovedì 23 ottobre 2008

E-mail di un precario

Figlio di un umile ma grande 'Postino' e di una umile ma grande 'Operatrice Domestica', decisi di seguire la mia unica più grande passione della vita: fare il Soldato!
Iniziai presto a tentare di seguirla, all'età di 17 anni, frequentando il 4° superiore.
Alla stessa età tentai il primo concorso, Accademia Militare di Modena.
Esito finale: 'Idoneo non vincitore'.
La delusione allora fù minima, ero giovanissimo, avevo ancora tanto tempo per riscattarmi.
Nello stesso anno tentai anche Allievi Marescialli E.I. ed anche qui, esito: 'Idoneo non vincitore'.
Delusione minima, aiutato anche dagli affettuosi incitamenti dei miei grandi genitori: 'Coraggio! Non mollare!'.
L'anno seguente a causa degli Esami di Maturità, tentai solo quello per l'Accademia... non nascondo che fu un fallimento! Fui scartato alla seconda prova...era giusto!
Troppo preso dal Diploma Superiore.
Non mi diedi per vinto...
Anno 2001, Settembre. Mi arruolai su consiglio di un Sottufficiale E.I., in qualità di V.F.A... 'Comincia ad entrare nel giro', mi disse.
Inutile dire che, una volta indossata la tanto amata Uniforme ed una volta assaporato il primo Alzabandiera, tra me e me esclamai: 'Questo è il mio Mondo'!
I mesi successivi furono costellati da tanti piccoli successi personali, avevo guadagnato tutto il guadagnabile da un Volontario di Truppa.
Nel frattempo arrivarono i risultati dei concorsi che stavo svolgendo... facile! 'Idoneo non vincitore'!
Accusai il colpo...mi sentivo triste e demotivato.
Successe però che, con fare fraterno, venni chiamato a rapporto in Batteria dal mio Comandante e dal Vice: 'E' uscito un concorso per Ufficiali di Complemento', mi dissero, 'Perchè intanto non provi questo?'.
Come se mi avessero sparato in vena una dose massiccia di Adrenalina pura, accettai!
Il giorno seguente mi recai presso l'Ufficio Personale del Reparto e presentai domanda.
A questo punto, posso affermare. Non siamo ipocriti... anche i nostri concorsi 'NON ERANO CRISTALLINI'!
Venne così il momento di affrontare le prove selettive per il corso AUC. Mi sentivo un 'Col Moschin'!
-Primo giorno di selezioni: alla grande, nulla da aggiungere.
-Secondo giorno di selezioni, prove di efficienza fisica: avrei potuto partecipare alle Olimpiadi, ero gasatissimo!
-Terzo giorno, visite mediche...Qualcosa si incrinò. Per quanto riguarda la parte prettamente fisica c'era poco da discutere. Obiettivamente stavo benissimo, avevo già due anni di dura palestra, corsa e piscina alle spalle. Fin qui, tutto bene.
Ore 16:30 circa del pomeriggio, eravamo rimasti in 12 concorrenti.
Attendevamo la visita dallo Psicoloco.
Ore 16:45 circa, si presentò un Carabiniere con 12 buste gialle. 'Signori, esiti delle visite, avvicinatevi per favore!'. Esiti? Blaterammo tra noi: 'Forse lo Psicologo non serve'.
Aprimmo le buste...un pesante mormorio avvolse quello stanzone...lessi l'esito del concorso 'NON IDONEO, PS=3'.' Ps' sta per Profilo Psicologico...mi crollò il mondo addosso!
Stranezza n° 1: PS= 3? Com'è possibile se dallo Psicolocogo non ci sono andato, ne io ne gli altri?
Stranezza n° 2: Anche TUTTI gli altri avevano la stessa 'patologia'!
Stranezza n° 3: Le buste di ogni singolo concorrente erano firmate da persone diverse con la stessa firma! Solo un orbo non se ne sarebbe accorto! Successe il finimondo.
Qualcuno andò via indiferente, altri restarono con me per chiedere delucidazioni.
Il Carabiniere ci rispose: 'E che volete da me? I' nun sacc nient! Iatevenne!
'Venne quasi aggredito, intervenne un suo collega. Rimasi in disparte ed appena finito il marasma riuscii ad avvicinarlo. Molto cordialmente rispose a tutte le mie domande e con fare fraterno, guardando i miei occhi gonfi di lacrime (stavo per esplodere!) mi disse:
'Fanno sempre così, specialmente quando si STUFANO o sanno che DEVE ENTRARE QUALCUNO. Senti a me, vai via e presenta ricorso. Vattene, togliti da qui, guarda che casino non rischiare pure la denuncia!'
Uscii in fretta e in furia! D'istinto afferrai il cellulare e chiamai il mio Comandante di Batteria. Sconcertato dall'esito del concorso si offrì di aiutarmi. Quasi non ci credeva.
Il bello è che con quello che avevano scritto avrebbero dovuto congedarmi anche da VFA! La mia vita, anche privata, era ad un passo dalla rovina! In quelle caotiche ore successive successe di tutto. I miei genitori disperatamente contattarono un avvocato che mi chiamò al cellulare: 'Portami tutto che ci facciamo dare un sacco di soldi! 'F***lo i soldi! Non accettai!
Significava gettare ai porci la mia passione...
L'indomani, tramite Comandante di Batteria e Comandante di Reggimento, fui 'fiondato' presso l'Ospedale Militare.
Il Colonnello 'Medico Psicologo' addetto al mio controllo mi rigirò come un pedalino, si fece anche spedire la mia scheda personale via fax: 'Chi ha scritto questo o è pazzo lui stesso o l'ha fatto in mala fede!'.
Lo stesso mi prenotò all'indomani una visita di riscontro oggettivo presso una sede di Igene Mentale (se ripenso alle umiliazione...vabbè, non pensiamoci...).
Il giorno seguente mi recai dove indicato dal Colonnello. Affrontai tanti esami strani, tra cui anche la misurazione del Q.I.
Insomma, morale della favola... NON ERO PAZZO!
Con tutto il materiale sanitario e la piena riabilitazione, tornai dal mio Comandante di Reparto.
Soddisfatto anch'egli, mi diede una mano ad impiantare il ricorso. Lo spediì.
Dopo circa una settimana arrivò tramite raccomandata un avviso di riconvocazione presso la sede di selezione.
Tra le righe scorsi queste SCONCERTANTI PAROLE: 'Nello scusarci del grave errore di TRASCRIZIONE...etc...., il Caporale Scelto (Io) è convocato a sostenere il colloquio finale in data....etc....'. SCONCERTANTE!
Vinsi il concorso, ero sulle nuvole! Avevo centrato il mio sogno! Ma l'euforia del momento non mi portò a vedere la realtà...quel sogno era solo l'inizio di un altro grande incubo, lo stesso che state vivendo Voi!
Voglio svegliarmi...aiuto...
Tenente S.V.P.P.B.

martedì 21 ottobre 2008

E-mail di un anonimo

Povera Italietta...

L'Italietta fa ridere.
Noi siamo addirittura peggio dei nostri rappresentanti politici!
Sono anni che viviamo male, più si va avanti e più è peggio, ma nessuno fa niente eccetto che lamentarsi.
Poi ad un certo punto arriva qualche pseudo-intellettuale (Vittorio Sgarbi, Bruno Vespa, Filippo Facci...) e se la cantano come vogliono, si rigirano la frittata, credono di "accaparrarsi" il pubblico senza personalità e senza opinioni proprie!
L'Italia va a rotoli, io mi vergogno di essere classificato come italiano, perchè l'italiano moderno non è nemmeno parente con quello del Rinascimento!
L'Italia mi fa pena, c'e' una Mafia che in confronto Cosa Nostra è una banda di quartiere!
E tutti adesso a preoccuparsi del Vilipendio del Presidente, ma dico io, ma sono problemi che possono interessare una persona che nel terzo millennio vive con salari bassi, sfruttamento lavorativo, precariato, caro-vita, eliminazione di tutti i più antichi diritti dei lavoratori (maternità per esempio), lobby, ordini professionali come caste (uno su tutti: ordine Avvocati), mancanza di libertà di espressione (adesso vogliono chiudere anche tutti i blog su internet così quel poco di libera espressione del pensiero che ci restava andrà a farsi benedire), raccomandazioni, concorsi truccati, meritocrazia zero, delinquenza, tassazione alle stelle...e mi si viene a parlare di Vilipendio?
Ma chi c...o se ne frega dico io!
Un Anonimo

Italia del trucco: Italia che siamo

L'Associazione Contro Tutte le Mafie denuncia quello che non funziona nel nostro paese.
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro che non c’è, e non sulla libertà, che tutti declamano, ma nessuno ha il coraggio di costituzionalizzare nei principi.
L’Italia è sfiduciata nelle Istituzioni, sfilacciata, mal governata; una mucillaggine sociale e una poltiglia di massa rassegnata all’inezia e che inclina verso il peggio, che si uccide e si ferisce nei festeggiamenti di capodanno. Insomma: un caos organizzato.
L’Italia dove non c’è libertà di stampa e di parola. I media appartengono ad una casta foraggiata dallo Stato e dai partiti politici; con emolumenti stratosferici, sottoposti a dipendenza e servilismo, nepotismo e clientelismo. I giornalisti sono precari, censurati ed intimiditi dal potere politico e giudiziario.
L’Italia dove i servizi pubblici sono indecenti: emergenza idrica; posta ferma nei depositi; rifiuti ammassati e bruciati per le strade; telefonia in monopolio mal funzionante ed intercettata; ferrovie nel caos, con passeggeri abbandonati o congelati, con treni affollati, sporchi, con legionella, pulci, cimici e zecche.
L’Italia dove non c’è giustizia: con abusi nelle carceri pieni di gente indigente e presunta innocente; con meno carceri per i reati più gravi; con 4 milioni di vittime di errori giudiziari.
L’Italia dove c’è illegalità e malagiustizia; con le 31.353 richieste in 3 anni di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo; dove si spara nei tribunali o dove gli avvocati sono stressati.
L’Italia dove il fallimento di aziende sane è una fabbrica del reddito per gli operatori della giustizia.
L’Italia dove è impedita la difesa e l’accesso al gratuito patrocinio.
L’Italia dove le denunce penali non sono iscritte nel registro generale.
L’Italia dove tutti sono responsabili per le loro azioni, meno che i magistrati: casta impunita, ai quali il peggio che li può capitare è il trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale.
L’Italia dove è norma insabbiare i procedimenti penali contro gli stessi colleghi magistrati e i poteri forti e, nonostante tutto ciò, vi sia una marea di magistrati inquisiti.
L’Italia dove la magistratura è una casta con privilegi e segreti; definita come una lobby mafiosa, sovversiva ed eversiva, che influisce sul potere esecutivo e legislativo.
L’Italia dove vige l’impunità per i parlamentari, i magistrati, i commissari d’esame dei concorsi truccati; i funzionari pubblici non sono licenziati, pur condannati per gravi delitti.
L’Italia dove gli avvocati e i notai non sono stinchi di santo, abusando del loro status.
L’Italia dove la stessa magistratura, per la pseudo lotta alla mafia: usa l’incompatibilità ambientale per i magistrati scomodi o le lotte di potere per le carriere; o lincia Giovanni Falcone e Agostino Cordoba; o processa Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Riina; o non confisca i beni sequestrati alla mafia.
L’Italia dove le indagini sulla massoneria e sulle stragi sono bloccate.
L’Italia dove risulta essere governata da politici drogati, ignoranti, pregiudicati, falsi, voltagabbana, puttanieri e mafiosi, assenteisti e costosi per la comunità.
L’Italia dove ci sono sprechi: aeroporti inutili, compagnie aeree e marittime inutili e dannose; opere pubbliche incompiute; voli di Stato; auto blu; pensioni faraoniche; privilegi faraonici ai parlamentari, ai magistrati, ai consiglieri regionali, ai funzionari pubblici, ai professori universitari, ai giornali.
L’Italia dove si “regalano” le case pubbliche ai politici.
L’Italia dove tutti e sempre sono in conflitto di interessi.
L’Italia dove le elezioni sono truccate.
L’Italia dove amministrare la cosa pubblica significa cadere in tentazione e delinquere.
L’Italia dove ci sono appalti pubblici truccati.
L’Italia dove gli impiegati pubblici sono malati, assenteisti e improduttivi.
L’Italia dove i militari sono condannati per tangenti, o segretano le morti per l’uranio impoverito o il vaccino.
L’Italia dove la polizia, l’arma dei carabinieri, la guardia di finanza sono accusati di violenza o altri reati, facendo fare i lavori sporchi ai vigilantes, considerati polizia di serie B.
L’Italia dove si elevano sanzioni amministrative truffa.
L’Italia dove ci sono collaudi falsi dei veicoli.
L’Italia dove ci sono abusi edilizi ed inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque, inquinamento ambientale, inquinamento acustico.
L’Italia dove ci sono gli incendi boschivi redditizi.
L’Italia dove gli allievi sono più bravi degli insegnanti.
L’Italia dove per trovare lavoro ti devi asservire e far raccomandare, dove è inconsistente il collocamento pubblico o privato, se non per creare precariato.
L’Italia dove i sindacati sono un’altra casta, con poteri e privilegi.
L’Italia dove c’è sfruttamento dei lavoratori, addirittura sfruttamento a danno dei giudici onorari, dei giudici di pace, degli assistenti parlamentari, dei medici specializzandi, dei praticanti avvocato, dei giornalisti.
L’Italia dove c’è il mobbing nelle istituzioni.
L’Italia dove non c’è tutela della salute dei lavoratori e prevenzione degli infortuni.
L’Italia dove sono truccati gli esami scolastici e delle patenti, oltre che i test di ammissione alle università.
L’Italia dove tutti occupano un posto di responsabilità che non merita, in quanto sono truccati tutti i concorsi pubblici, compresi quelli forensi, giudiziari, accademici, notarili, giornalistici, sanitari, televisivi, inps, postali, scolastici, sportivi, canterini; negli enti locali i concorsi sono truccati, o sono concorsi senza concorso, o sono concorsi a sorteggio, o sono concorsi parentali.
L’Italia dove ci sono compagnie assicurative riunite in cartello, rincari RCA ingiustificati e inadempienze risarcitorie, sinistri truffa e avvocati con magistrati collusi tra di loro, che assicurano il risarcimento.
L’Italia dove ci sono truffe bancarie, le mani della giustizia sui banchieri e la piovra delle banche sulla giustizia, le banche come la più grande rete di connivenza con la mafia, l’usura bancaria.
L’Italia dove tutti evadono le tasse.
L’Italia dove c’è il caro prezzi ingiustificato.
L’Italia dove c’è lo sciopero selvaggio, senza rispetto e tutela dei diritti altrui.
L’Italia dove ci sono i falsi invalidi e le barriere architettoniche.
L’Italia dove gli stranieri clandestini emulano gli italiani.
L’Italia dove i padri separati rivogliono i loro figli.
L’Italia dove di pedofilia si abusa parlando o accusando.
L’Italia dove la politica crea clientelismo nella sanità e, per gli effetti, crea malasanità.
L’Italia dove, addirittura, lo sport e insito di dubbi sulla sua correttezza e lealtà.
Questa è l’Italia che siamo.
Possiamo anche nascondercelo, ma non si può negare l’evidenza.
Grazie dell’attenzione.

Concorsi truccati: dimostrazione matematica

L'autore di questo articolo, Quirino Paris (professore di economia agraria alla University of California, Davis, dal 1969), affronta il tema dei concorsi beffa nelle facoltà italiane con un occhio "scientifico".
Ha infatti condotto uno studio basato sull'analisi di 27 selezioni di commissione giudicante per altrettanti concorsi pubblici in facoltà di economia agraria italiane. Dette commissioni, in Italia, vengono selezionate con un voto segreto da parte di tutti gli ordinari.
Sorprendentemente, la distribuzione dei voti di ciascuna selezione analizzata nello studio, voti che sono (o sarebbero) segreti, risultava molto uniforme fra i votanti. Questo sarebbe la prova che il voto è tutt'altro che segreto e autonomo, ma bensì predeterminato a tavolino mediante logiche "criminali".

Schema ideale: due vincitori per un posto

Questa storia dei concorsi universitari truccati è un'invenzione o la realtà?
"Truccati è una parola grossa", ribatte Luigi Donato, barone doc, ordinario di cardiologia alla scuola superiore Sant'Anna di Pisa, che è come dire la Normale, l'Olimpo delle scienze applicate, nonché presidente dell'area di ricerca del Cnr di Pisa, 1300 dipendenti, il più importante centro del Cnr in Italia.
"Il fatto è riprende Donato che il meccanismo che si è messo in piedi per questi concorsi facilita la realizzazione di soluzioni precostituite, che sono pienamente legittimate dal meccanismo perverso che è stato messo a punto".
Lei obietta sull'aggettivo truccati, ma concorsi del quale si conosce il vincitore in quale altro modo potrebbero essere chiamati?
"Parlerei di meccanismo perverso".
Ma una lotteria che ha sorteggio già determinato è una lotteria truccata. E non è la stessa cosa per un concorso?
"Attenzione, il fatto è che il collegio dei docenti della materia, che poi è la lobby, si trova d'accordo e dice: questa volta votiamo per te te e te. E perché votiamo per te per te e per te? Perché deve vincere il tale e il tal'altro".
Come funziona il sistema?
"La facoltà chiede un concorso per una materia, mettiamo cardiologia. La commissione ad esempio per i professori associati è formata da un membro interno e da quattro esterni, due ordinari e due associati".
Come fanno a controllare le nomine?
"Perché le nomine degli esterni vengono fatte dal collegio dei professori della materia, che è una lobby, la corporazione dei professori di quella materia, un'associazione, che non ha alcuna veste giuridica e sfugge a qualunque controllo anche del ministero".
Come può esserci un potere così assoluto sulle commissioni di concorso?
"Perché tutti quanti sono interessati. Perchè questa volta lo vinci tu e la prossima volta lo vinco io".
Formalmente chi costituisce la commissione?
"L'ho già detto. Viene eletta dal collegio, che in sostanza è un organo di governo spontaneo, interno alla categoria, che però fa da lobby e controlla completamente chi accede alle cattedre di quella determinata materia".
E la facoltà subisce le scelte della lobby?
"Normalmente questo gioco è fatto con l'accordo della facoltà che indice il concorso, ma poiché per regolamento dovranno uscire due vincitori, ci si mette d'accordo per far uscire la coppia che va bene a tutti".
Ma sono uno o due i posti da assegnare?
"No, deve essere coperto un posto".
Allora perché vengono scelti due vincitori?
"Perché il secondo sarà destinato ad altra sede".
E la facoltà?
"La facoltà può prendersi o l'uno o l'altro o nessuno dei due. Ed è un meccanismo perverso perché tutti quanti all'interno della corporazione sono in qualche modo, se mi si passa la parola, ricattabili. Perché se non stai a questo accordo, tu la prossima volta non avrai questo o quest'altro posto".
Meccanismo perfetto.
"Ma se per caso il desiderio della facoltà non collima con il desiderio della corporazione succede un pasticcio, per esempio succede che i candidati, che non sono graditi dalla lobby, vengono invitati a ritirarsi".
Se non sono graditi alla facoltà, chi vince, la facoltà o la lobby?
"Normalmente la lobby. Ad esempio c'è stato un concorso di recente, in cui c'era conflitto tra facoltà e corporazione. Così le persone non gradite sono state invitate a ritirarsi. Su nove se ne sono ritirati più della metà. E questa è una cosa che è abbastanza frequente".
Il dire che questo andazzo non è poi cosa così grave mi pare derivi più dalla diffusione del malcostume che dalla gravità del medesimo.
"Infatti è gravissimo. Però bisogna fare attenzione, non si può dire che sia un meccanismo universale, è assai meno grave anche in medicina e nel settore delle discipline di base, quelle non professionali o anche in altri facoltà come lettere e ingegneria".
Lì non succede?
"Voglio dire che c'è sempre l'accordo di massima ma non c'è la manfrina su quelli da far ritirare".
Che cosa fa la differenza?
"Secondo me tutto è legato alla connessione tra l'attività clinica ospedaliera professionale e la posizione accademica, perché è una posizione di potere non soltanto accademico ma anche economico".
Come uscirne?
"Come ha annunciato il ministro Moratti e come fanno le grandi università del mondo. Non si fanno concorsi, si fa la cooptazione. Mi va bene il tale e chiamo il tale".
Perché allora c'è il concorso?
"Perché consente il controllo da parte della lobby".
Ma il risultato sarebbe ottenuto nello stesso modo.
"No, io ho lavorato alla Columbia University, in Germania, in Olanda, in Inghilterra, in Svezia. E lì decide o il consiglio di facoltà o il preside, c'è una struttura che decide e che ha tutto l'interesse alla più alta qualificazione".
Mentre i concorsi farsa rispondono a quale interesse?
"Al fatto che una disciplina venga controllata. Oltrettutto in questo modo si è esasperato il localismo".
L'irresistibile ascesa del cretino locale, è il titolo di un saggio sul problema.
"Esatto, perché far venire un professore da fuori comporta un peso in più sul bilancio della facoltà, mentre far vincere uno interno quasi non incide perché è poca cosa la differenza tra lo stipendio di un professore associato e quello di ordinario. Sono inverosimili idiozie, che finiscono con il dequalificare il sistema. Parliamo tanto di autonomia e dunque applichiamola, chi la userà bene andrà su, chi la userà male andrà giù".

E-mail di un anonimo

L’altro giorno ho guardato un po’ AnnoZero su RAI2 dove si parlava dei giovani laureati italiani che fuggono all’estero perché qui non trovano una prospettiva di lavoro, la ricerca in Italia è senza fondi, i concorsi sono truccati, e di altre belle cose.
Mi veniva in mente una storiella realmente accaduta ad una mia amica (non faccio nomi) qui a Palermo.
Praticamente dopo essersi laureata in architettura questa mia amica voleva entrare a lavorare all’Università e quindi ha partecipato ad un concorso. Passato lo scritto doveva affrontare l’esame orale. Iniziarono gli interrogatori e durante l’esame di una delle aspiranti, la ragazza che era in quel momento sotto esame riceve una telefonata al suo cellulare privato. Risponde e poi passa il cellulare ad uno dei membri della commissione!!!!!!!!!!!!
Inutile dire che quella ragazza ha passato l’esame, la mia amica invece no.
Che i concorsi in Italia sono truccati ormai si sa ma che le persone non trovano neanche più vergogna, che non cercano neanche più a nascondere questo fatto, è una cosa veramente abominevole!
Pensando poi che stiamo parlando di un reato vero e proprio!!!!!
Li sbatterei in galera uno per uno!!!!
Un Anonimo

STORIA DI UN CONCORSO TRUCCATO...

...OVVERO LÀ DOVE IMPERA IL POTERE DEI BARONI.
Ancora una volta ci si trova a confrontarsi con i segreti di Pulcinella dei Concorsi Universitari.
Ci si aspetterebbe che, allorquando si debbono affrontare problemi di salute, nel rivolgersi a Docenti Universitari si affidi la propria vita alle persone più quotate sul piano della preparazione e della competenza.
La storia dell'ennesimo concorso truccato denunciata dalla Professoressa Maria Adelfina Anna Barbuscia la dice lunga sulla gestione del potere. In questa circostanza si tratta di un concorso per docente di prima fascia ad essere entrato alla Procura della Repubblica di Messina con l'autorità che un sigillo di un notaio può conferire.
L'Ateneo è proprio quello di Messina e la vicenda riguarda proprio la Professoressa Barbuscia che, avendo visto modificato il profilo del concorso a cui doveva partecipare, il 10 ottobre 2005 ha depositato un testamento olografo presso il notaio Vincenzo Grosso nel quale venivano indicati non solo i vincitori ma anche i Docenti che avrebbero composto la Commissione Giudicatrice, il tutto prima che la stessa venisse composta. Tutto questo è dovuto alla perspicacia di chi è abituato a confrontarsi quotidianamente con un meccanismo perverso in cui la vincita ad un concorso universitario parte da lontano ed è frutto, non certo di merito, bensì di accordi e del perfetto e collaudato meccanismo del do ut des.
Come già riportato nel testamento olografo, sulla scorta di queste considerazioni, era logico pensare che anche nel Concorso in oggetto si continuasse con lo scambio di favori e pertanto, seguendo criteri di opportunità e di presunti accordi tra gruppi di Professori Ordinari, era semplice per la Prof.ssa Barbuscia prevedere che "la Commissione sarà così costituita dal Prof. Paolo Melita, membro designato dalla Facoltà, e dai Proff. Gastone Veroux, Claudio Cordiano, Massimo Saviano, Andrea Renda e che i vincitori del Concorso saranno i seguenti Candidati: Letterio Calbo e Giovanni De Manzoni".
Detta procedura concorsuale inizia con il bando del 5 maggio 2005, pubblicato sulla G.U. il 13 maggio. Essa fa seguito ad una richiesta inoltrata dal Prof. Paolo Melita, Direttore della Cattedra di Chirurgia Generale, al Dipartimento di Patologia Umana cui la Cattedra afferisce. Detta richiesta, scrive la Docente nel testamento, fu da me elaborata sulla scorta di appunti olografi dello stesso Prof. Melita, apportati su profili di precedenti concorsi (in particolare concorso di prima fascia bandito nel 1999 presso l’Università di Messina e concorso di seconda fascia bandito sempre nel 1999 presso l’Università di Pisa). La richiesta, dopo una piccola formale modifica, suggerita dal Prof. Melita e da me appuntata sul 1° foglio, venne ristampata, protocollata ed inviata al Dipartimento. In entrambe le stesure è chiaramente espresso l’impegno scientifico “consolidata esperienza in Chirurgia Generale ed in particolare Chirurgia dell’Apparato Digerente e delle Ghiandole Endocrine” e didattico “insegnamento e coordinamento didattico nell’ambito del S.S.D. tanto nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia che nelle Scuole di Specializzazione afferenti alla Facoltà, specie in Chirurgia Generale e dell’Apparato Digerente” previsti. Inserita, con ordine del giorno aggiuntivo, nell’adunanza del 14.06.01 del Consiglio di Dipartimento, unitamente ad una richiesta generica di n° 2 posti di Professore Universitario di seconda fascia e di n° 2 posti di Ricercatore, detta istanza diveniva oggetto di ampia ed approfondita discussione a conclusione della quale “il Consiglio perviene, con parere unanime, alla conclusione di inoltrare al Consiglio di Facoltà le proposte di attivazione di procedure di valutazione comparativa”. Veniva ribadita la tipologia di impegno scientifico e didattico già espressa nella richiesta del Prof. Melita.
Dopo aver esaurito tutta una serie di esigenze da parte di altri Settori Scientifico Disciplinari, con delibera del 04.05.05 si avviava, finalmente, la procedura concorsuale che portava al successivo bando; in tale sede tuttavia ne veniva totalmente sovvertita la tipologia dell’impegno scientifico e didattico, senza che in aula ne venissero spiegate le motivazioni: nell'allegato D, parte integrante del bando, si legge "Tipologia dell’impegno didattico e scientifico: Il candidato deve possedere documentata esperienza clinica e scientifica nel campo della Chirurgia Generale, in particolare nel settore Endocrinochirurgia, un comprovato impegno didattico nei Corsi di laurea, nelle Scuole di Specializzazione e nei corsi di perfezionamento.
Come la Docente scrive nel testamento: "E’ legittimo chiedersi il perché di detta variazione di indirizzo dal momento che essa non risponde ad alcuna dichiarata esigenza del Settore Scientifico Disciplinare. E’ forse finalizzata a favorire un qualche candidato?" Ed inoltre "Alla luce di quanto sopra è ipotizzabile che gli stessi accorgimenti verranno utilizzati nelle votazioni (previste per il periodo 10-19 ottobre p.v.) per la nomina delle Commissione Giudicatrice del concorso in oggetto. A tale scopo intendo precisare che in occasione di precedenti procedure concorsuali, nelle quali erano candidati allievi del Prof. Melita risultavano spesso Commissari alcuni Docenti.
In particolare la sottoscritta intende focalizzare l’attenzione su due procedure concorsuali: Concorso di I fascia presso l’Università di Parma, in cui sono risultati vincitori il Prof. Vincenzo Violi, Professore Associato dell’Università di Parma, tempestivamente chiamato nella stessa sede, e il Prof. Eugenio Cucinotta (parente del Prof. Claudio Cordiano e collaboratore del Prof. Paolo Melita).
Concorso di II fascia presso l’Università di Verona, con membro interno il Prof. Cordiano e commissari il Prof. Paolo Melita ed il Prof. Eugenio Cucinotta ed i cui lavori sono stati, in maniera del tutto inusuale, espletati non nella sede che aveva richiesto il concorso bensì presso i locali della Chirurgia Generale di Messina. In detta procedura sono risultati vincitori il Dott. Calogero Iacono, dell’Università di Verona e il Dott. Cesare Lorenzini (collaboratore del Prof. Paolo Melita), dell’Università di Messina".
La Prof.ssa Barbuscia conclude il suo testamento allegando una ricerca bibliografica PubMed sui singoli candidati. Dell'intera vicenda, nonché dell'esistenza del testamento olografo, è stato tempestivamente investito il Rettore.
Lo stesso, dopo una attesa di tre mesi, non ha inteso chiarire tutte le perplessità a suo tempo espresse dalla Docente; ha provveduto solo all'invio delle note del Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Prof. Emanuele Scribano, secondo cui "sarebbe irrilevante perché pleonastico riportare nel bando la Chirurgia dell'Apparato digerente" in quanto, a suo dire "si è andata sempre più consolidando negli anni l'identificazione della Chirurgia Generale con l'ambito addominale".
Tuttavia nella declaratoria descrizione dei contenuti scientifico-disciplinari, che a proposito del MED/18 così recita: Il settore si interessa dell'attività scientifica e didattico-formativa, nonché dell'attività assistenziale a essa congrua nel campo della fisiopatologia, della semeiotica funzionale e strumentale e della clinica chirurgica generale; il settore ha inoltre specifica competenza nella chirurgia d'urgenza e pronto soccorso, nella chirurgia dell'apparato digerente tradizionale, endoscopica e mini-invasiva, nella endocrinochirurgia, nella chirurgia oncologica e nella chirurgia sostitutiva, ricostruttiva e dei trapianti d’organo, non si avverte alcuna prevalenza né “identificazione” di una qualsivoglia disciplina con l’etichetta del S.S.D.
Naturalmente il Concorso viene esplicato dalla Commissione e con l'esito che la Prof.ssa Barbuscia aveva previsto.
Spetterà al Tribunale Amministrativo competente valutare i giudizi espressi dai singoli Docenti e quelli collegiali dalla Commissione Giudicatrice, soprattutto in merito al curriculum ed alla continuità e qualità della produzione scientifica dei Candidati.
Resta l'amarezza di sapere ancora una volta come la logica dei Concorsi Universitari obbedisca, ancora oggi, a regole non scritte ma che non sono certo quelle del merito, del sacrificio e della dedizione.
Non deve quindi meravigliare se i fatti di cronaca rivelano, spesso con risvolti tragici, le magagne di un sistema certo non cristallino in cui solo le rendite di posizione vengono premiate con la connivenza di chi si nutre di questo sistema.
Lettera Firmata

E-mail di un anonimo

Sarò visionario, idiota e rincoglionito, ma questa è la mia esperienza.
L’altro giorno la capitale d’italia e la sua gentile arietta hanno ospitato il sottoscritto, pronto per un concorso pubblico.
La sede dell’esame si mostra gentile e affabile, così come la simpatica vecchietta che chiamava l’appello.
Due minuti per spiegare le regole e si parte.
Tirando fuori da una scatola non sigillata (magagna 1) con scritto “riviste consolari” una risma di cartelle, anch’esse non sigillate (magagna 2) , comincio a pensare che la cosa puzza.
Con foglio e matita (magagna 3), inizio il test.
Ci si chiede di mettere il nome a MATITA sulla cartella (magagna 4), rido e obbedisco.
Alla fine della prima prova ci chiedono di uscire per poter preparare la successiva, alcuni escono, altri no (magagna 5).
Rientro, siedo per continuare e così si passa alla terza e ultima prova.
Nell’intervallo si ripete il siparietto delle uscite (magagna 5 bis).
Durante il terzo scritto, estremamente difficile, la simpatica vecchietta dice ad alta voce: “i signori J, K, Y, W e Z non hanno ancora scritto il nome sulle precedenti cartelle, alla fine di questa venite a scriverli” (magagna 6).
Una volta finito, ci invitano ad andare presso un altro ufficio, ben distante dalla sede d’esame, così da verificare l’eventuale convocazione per l’orale e non avere l’opportunità di controllare il proprio scritto (magagna 7).
Misteriosamente, nonostante sia molto ferrato sulla materia, non vengo convocato.
Io ne ho viste 7 di magagne, potevano cambiare l’esito semplicemente compilando una nuova scheda e facendo inserire alla fine i nomi dei prescelti, oppure dettare i nomi degli eletti all’altro ufficio.
Oltretutto l’esame è stato anticipato di SOLI 3 mesi, dandone due di preavviso, tagliando le gambe a gente come me che vive all’estero che ha avuto enormi problemi a compilare i fogli e a spedire le mille, inutili, certificazioni richieste.
Avrebbero potuto direttamente chiedermi se conoscevo un deputato, così da farmi risparmiare tempo e denaro, perché io il deputato non lo conosco, ma scommetto che qualcuno dei fortunati vincitori sì.
Bene, non mi resta che brindare a chi organizza questi fantastici concorsi e ai loro figli, che possano nascere deformi, io tornerò fuori dai confini italici e ci resterò per molto tempo, almeno finché non si smetterà di parlare di politica e calcio.
Forse sarà una lunga attesa.
Un Anonimo

Annullato concorso RS Aeronautica di Guidonia

Trovate in un cestino alcune prove d'esame svolte.


ROMA (21 ottobre)
La Direzione generale del personale dell'Aeronautica Militare ha annullato il concorso per il reclutamento di sottotenenti che si è svolto ieri a Guidonia (Roma). In un cestino infatti sono stati ritrovati alcuni fogli su cui era riportato lo svolgimento di un esercizio di algebra oggetto della prova di esame. L'episodio è avvenuto ieri all'aeroporto di Guidonia, dove era in corso la prova di matematica.
La commissione d'esame del concorso per sottotenenti nel ruolo speciale delle armi dell'Aeronautica militare per l'anno 2008 ha appreso del ritrovamento, all'interno di un cestino, di alcuni fogli contenenti, tra l'altro, lo sviluppo di un esercizio di algebra oggetto della prova di esame. A quel punto il presidente della commissione ha informato immediatamente di quanto accaduto la Direzione generale per il personale militare che, al fine di garantire la massima trasparenza delle procedure concorsuali, ha disposto l'annullamento delle prove d'esame in corso e il rinvio delle stesse a data da definire.
Avviata un'inchiesta. La Direzione generale ha anche informato la procura militare della Repubblica ed ha avviato un'inchiesta interna per l'accertamento dei fatti e per l'individuazione di eventuali responsabilità amministrative.
FONTE
GUIDONIA Il concorso per il reclutamento di sottotenenti dell'Aeronautica è stato annullato dalla Direzione generale per il personale militare. L'annuncio è arrivato ieri alle 10.30 mentre i duecento candidati in lizza stavano aspettando l'inizio della seconda prova in programma.
Una scelta obbligata dal momento che lunedì, durante il test di matematica, due aspiranti «top gun» avevano ritrovato alcune risposte esatte in un cestino del bagno nel centro di selezione per ufficiali di Guidonia.
Il fatto era stato denunciato ieri da Il Tempo.
Per la precisione, la soluzione (stampata al computer) di uno dei cinque esercizi previsti era stata gettata nel cestino assieme a un malloppo di foglietti che contenevano lo svolgimento di altri quesiti (probabilmente quelli contenuti nelle buste non estratte). I due candidati che hanno fatto la scoperta avevano subito denunciato l'accaduto ai carabinieri e alla commissione esaminatrice. Ieri mattina i duecento candidati si sono ripresentati al centro di Guidonia per la seconda prova di italiano. Dopo tre ore di attesa (dalle 7.30 alle 10.30) è arrivato l'annuncio del presidente della commissione esaminatrice: «Tutti a casa, al fine di garantire la massima trasparenza il concorso è annullato e rinviato a data da destinarsi».
Al termine della prova di lunedì si era pensato di annullare solo l'esercizio «incriminato». Poi, dopo la comunicazione di quanto accaduto da parte del presidente di commissione alla Direzione generale, si è deciso di azzerare tutto.
Il concorso taroccato non poteva più andare avanti. Ma la vicenda non si chiude qui.
La Direzione generale ha informato la Procura militare della Repubblica e ha avviato un'inchiesta interna per l'accertamento dei fatti e per l'individuazione di eventuali responsabilità amministrative.
Chi si era procurato in anticipo le risposte al test di matematica ora, di certo, non farà sogni tranquilli.

lunedì 20 ottobre 2008

Convocazione per il 22 ottobre 2008

Il 22 ottobre c.a, ore 11:30, Via di Tor Fiorenza n° 35 - Roma, presso la sede della ITAL UIL, convocazione straordinaria dei direttivi SUPU, ASL e PRECARI FFAA, per discutere l'importante ed esplosivo documento denominato "statuto dei lavoratori militari" e emendamento Lega Nord su sostegno finanziario a comitati sicurezza.
Siete pregati d'intervenire attesa rilevanza argomenti.
Sono invitati altresì per le ore 15:00 stessa sede, le autorità parlamentari, un delegato COCER di ogni arma e sindacati nazionali.
Il 5 novembre c.a lo "statuto dei lavoratori militari" sarà presentato alla sala stampa della Camera dei Deputati.
Presidente SUPU
Antonio Pappalardo

Generali nelle scuole, concerti e carrarmati

La Grande Guerra diventa un maxi spot
La Difesa esalta i 90 anni del 4 Novembre nelle piazze d'Italia, ma tra i militari cresce il malumore. Spesa di 6 milioni, il Ministro ha chiesto alle aziende fornitrici un "obolo" per le celebrazioni.
COMANDO Supremo. Bollettino della Vittoria (...) i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Firmato: Diaz.
Nelle piazze dei paesi d'Italia, sui monumenti ai caduti, nei cimiteri, corrosa dal tempo e dalla ruggine, oppure costantemente rinnovata dall'olio di gomito di un volenteroso, c'è sempre una lapide con queste parole.
E' il "bollettino della Vittoria" con cui 90 anni fa, il 4 novembre del 1918, il generale Armando Diaz annunciava all'Italia la resa dell'Austria e la vittoria del Regio Esercito nella prima guerra mondiale.
Quelle lapidi, quella vittoria, quella guerra stanno per essere riscoperte e forse strumentalizzate nella più imponente manifestazione di propaganda militare che l'Italia repubblicana abbia mai messo in piedi.
Il ministro della Difesa Ignazio la Russa ha definito con un gruppo di studio una serie di iniziative per "celebrare la Vittoria nella Grande Guerra e risvegliare negli italiani i sentimenti di orgoglio e di unità nazionale".
Si inizia da oggi, con lezioni di storia in 200 licei: Mariastella Gelmini ha accettato che ufficiali delle tre forze armate e dei carabinieri vadano nelle scuole a spiegare il significato della Grande Guerra, ma non solo.
"Per volontà del ministro La Russa", dice il generale Giancarlo Rossi, portavoce del ministro, "verrà ricordato che il 4 novembre da 90 anni è anche il giorno dell'Unità nazionale e delle forze armate, oltre che quello della Vittoria nella Grande Guerra".
Per questo La Russa ha pensato di fare le cose in grande: la festa sarà di fatto trasferita dal 4 novembre (un martedì) al week-end dell'8-9.
In ventuno piazze italiane ci saranno innanzitutto la cerimonia dell'alzabandiera e poi dell'ammainabandiera.
Ancora: sfilate, parate, mostre statiche di carri armati ed elicotteri, concerti di bande e fanfare, simulazioni di assalti militari, lancio di paracadutisti.
Tra le 21 piazze ci sarà anche quella di Bolzano, dove ogni anno il 4 novembre provoca tensione con i tirolesi austriaci.
Ma il clou sarà a Roma: La Russa ha chiesto ai militari di dare il meglio di sé al Circo Massimo, con parate ed esibizioni varie, e poi a Piazza del Popolo, dove ci sarà un "concerto tricolore" di Andrea Bocelli.
Non tutti i militari sono convinti che quello scelto da La Russa sia il modo giusto per celebrare la Vittoria.
Innanzitutto per un problema di fondi: negli stati maggiori fanno notare che verranno spesi 6 milioni di euro, di cui più di 1 milione per l'evento-Bocelli.
Il tutto nel momento in cui si rinuncia alle missioni all'estero e all'addestramento del personale.
Sui fondi La Russa, oltre a utilizzare parte del bilancio della Difesa, ha fatto qualcosa che ha creato imbarazzo anche nel settore dell'industria: usando l'Associazione delle industrie della Difesa, il ministro ha chiesto ai fornitori del ministero di versare soldi per organizzare il week end tricolore.
Da Finmeccanica in giù a tutti sono stati chiesti 30mila euro, un "obolo per la Grande Guerra".
In una riunione all'Esercito è stato avvistato un altro problema: la "santificazione" dei 90 anni della Vittoria rischia di far apparire ancora una volta le forze armate strumento di parte, di metterle al servizio di un disegno di propaganda politica che non è nazionale, ma spesso di partito o magari del ministro in persona.
Le prime insofferenze - in estate - ci sono state per l'uso di soldati per compiti al di fuori della loro missione naturale, come le operazioni anti-criminalità o anti-immondizia. E ora c'è il maxi-spot sul 4 Novembre.
"Con l'aggravante che mandare ufficiali nelle scuole d'Italia a parlare di qualcosa su cui non sono professionalmente preparati e titolati rischia di delegittimarci, di renderci strumento di un'operazione che potrebbe ritorcersi contro la Forze armate", dice un altissimo ufficiale.
Il rapporto di La Russa con la Difesa ormai da settimane è diventato delicato: le continue gaffe pubbliche, la scarsa presenza al ministero per inseguire il compito di reggente di An, il metodo di lavoro che ha adottato (affidarsi a intuito e improvvisazione politica, non allo studio dei dossier), hanno scavato un solco tra lui e la dirigenza militare.
"So bene di questo disagio, e sono sicuro che il governo saprà affrontarlo", dice il generale Enrico Del Vecchio, ex capo del Comando operativo interforze, oggi senatore del Pd: "Ma una cosa è chiara: celebrare in maniera strumentale la giornata in cui le Forze armate si aprono alla popolazione sarebbe un grave errore. Ben venga il riconoscimento per l'Unità d'Italia, ma nessuno può appropriarsi politicamente delle forze armate".

venerdì 17 ottobre 2008

Volevo essere un soldato

Erano le ore 10,40 del 04 aprile 1989 e mi apprestavo a riconsegnare tutte le attrezzature militari ricevute in consegna per l'espletamento del servizio di ufficiale di complemento: zaino, anfibi, cinturone e...le stellette della mia uniforme, simbolo di appartenenza alla giurisdizione militare.
Uscendo dalla vestizione, ricordo gli sguardi tristi dei miei uomini, quei soldati che avevo addestrato e con i quali avevo trascorso momenti indimenticabili, increduli che quel giorno li avrei lasciati per sempre: "Sten, dove vai?", disse uno di loro.
Lo rassicurai con un sorriso e con tante belle parole, quelle frasi fatte che si dicono nelle grandi occasioni, quando ci si incontra dopo tanto tempo o ci si lascia per sempre...
Poi, lentamente, mi incamminai verso il mio alloggio per preparare i bagagli e, la sera, in coincidenza della libera uscita, "salutai" per sempre il mio reparto.
Nel corso degli anni cercai di dimenticare il passato immergendomi nel lavoro, regalando alla mia famiglia una vita tranquilla ed agiata ma...non c'era nulla da fare.
Quell'esperienza aveva segnato per sempre la mia vita.
Poi, un giorno, agli inizi degli anni 2000, sbirciando tra le pagine della rivista UNUCI, ecco apparire quella frase che avrebbe nuovamente ridato slancio a tutta la mia vita: "diventa riservista volontario.
Il tuo posto di lavoro è tutelato dalla legge ..." . E così feci.
La mattina mi alzai di buonora per recarmi presso il Distretto Militare e fornire la mia disponibilità al richiamo nelle "Forze di Completamento Volontarie" (la moderna riserva del nostro esercito).
Gli Ufficiali mi illustrarono il funzionamento di tutta l'attività di militarizzazione e dei miei diritti, senza trascurare la conservazione del posto di lavoro.
In poche parole, si trattava della possibilità di essere richiamati in servizio, per esigenze della Forza Armata, con un rapporto di lavoro a tempo determinato che avrebbe comunque garantito la tutela dell'impiego principale civile.
Quanto sopra era ribadito nella "Domanda di disponibilità al richiamo" (sezione 3 – diritti del personale richiamato), un documento fornito dall'Amministrazione Militare indispensabile per l'inserimento nella banca dati delle Forze di Completamento.
Nel mese di ottobre 2003, ricoprivo l'incarico di Capo Ufficio del Servizio Qualità di una prosperosa azienda italiana operante nel settore delle lavorazioni meccaniche, quando fui contattato per la prima volta dal Distretto Militare che mi propose un "richiamo alle armi" di 45 gg.
Non me lo feci ripetere due volte! Felice di tornare ad indossare l'uniforme, diedi immediatamente il mio consenso.
Contestualmente, informai l'azienda di quanto stava accadendo, permettendo alla stessa di organizzare la mia sostituzione.
Ovviamente, dinanzi a tale mia decisione, la direzione non fece i salti di gioia ma si limitò ad evidenziare l'inutilità di quel mio servizio nei confronti dello stato: "mandali tutti affanc... stì militari".
Quelle parole suscitarono in me l'effetto contrario, rinforzando la mia scelta.
Così, l'indomani, mi recai presso il Distretto Militare per il ritiro della cartolina precetto, copia della quale consegnai, nelle mani del Direttore di Stabilimento.
Il 10 novembre 2003, giunto al reparto, mi misi subito al lavoro, distinguendomi per le "elevate capacità professionali e per l'impegno incondizionato alle attività di istituto" (parole tratte da un elogio scritto ricevuto dal mio comandante).
Mancavano ormai una decina di giorni al termine del periodo di richiamo e tutto procedeva con una certa tranquillità.
La quiete fu improvvisamente interrotta da una comunicazione della mia azienda, con la quale, la stessa, mi comunicava un cambio di mansione.
Si trattava in poche parole di rinunciare, in maniera incondizionata, alla qualifica di impiegato tecnico responsabile di servizio, ed assumere l'incarico di operatore di produzione addetto alle lavorazioni meccaniche.
Un atto vile ed illegale contro il quale, purtroppo, c'era poco da fare.
Decisi allora di prendere la palla al balzo, come si suol dire, ed accettare una proposta di prolungamento del richiamo. In questa maniera, oltre a portare a compimento tutti i lavori assegnati dal comando, avrei potuto far valere i miei diritti nei confronti dell'azienda, senza subire giornalmente intimidazioni ed atti di mobbing in genere.
Il periodo di richiamo si concluse il 31 marzo 2004 ed il giorno successivo mi presentai sul posto di lavoro.
Trovai ad aspettarmi il proprietario dell'azienda, il quale mi ribadì la fine che avrei fatto a causa delle mie decisioni: "hai voluto servire lo stato...Da oggi in poi, per punizione, farai l'operaio".
E così fu.
Cosciente del fatto che nei mie confronti si stava consumando un grave reato (tentativo di attribuzione di una mansione di livello inferiore) ma impotente e solo dinanzi alle decisioni aziendali, non feci obiezioni: rimarcai al proprietario il mio disaccordo e mi incamminai verso il reparto.
Si trattava di una situazione veramente umiliante e spregevole perché, da responsabile, mi ritrovai a prendere ordini da tutti.
Ogni giorno subivo ogni sorta di ingiustizie.
Ricordo, ad esempio, il tentativo di ufficializzare il cambio di mansione inviandomi dal medico del lavoro per la visita di controllo periodica, visita che avevo regolarmente effettuato alcuni mesi !!!
Il macchinario assegnatomi era uno dei peggiori: privo di aspiratori, rumorosissimo e soprattutto talmente veloce da impazzire.
Per sfuggire da quell'inferno, accettai un nuovo richiamo alle armi, questa volta per un periodo di 8 mesi, durante il quale l'azienda, tentò costantemente di licenziarmi ricorrendo alla "giusta causa".
Ricordo in particolare quando mi accusarono ingiustamente di danni all'attività produttiva, per aver attivato delle password che rendevano inutilizzabili i computer aziendali.
Cosa veramente assurda visto che dal mio rientro in azienda non avevo più messo piede negli uffici !!!
Il tempo, come si sa, scorre inesorabile ed anche in questo caso arrivò il giorno del congedo.
Il rientro sul posto di lavoro, questa volta, non fu affatto indolore.
Difatti, oltre a non trovare più il cartellino per la vidimazione delle presenze, per tutti i dipendenti collocato all'ingresso dell'unità produttiva, venni invitato a lasciare lo stabilimento per usufruire di quindici giorni di ferie forzate inesistenti!!!
Avevo ben compreso come l'intenzione era quella di allontanarmi dall'azienda trovando un pretesto per licenziarmi.
Per questo motivo, mi rivolsi subito a carabinieri del posto; il comandante della stazione, non solo accertò immediatamente la veridicità delle mie affermazioni, ma stilò anche una dichiarazione in mio favore, che protocollò ed archiviò.
Il sospetto che volessero allontanarmi dall'azienda era fondatissimo.
Infatti, un mio collega di lavoro mi chiamò per avvisarmi che la proprietà non era affatto intenzionata a farmi rientrare e che di conseguenza stava tramando qualcosa.
Ma cosa stava accadendo a mia insaputa?
L'azienda stava cercando di screditarmi agli occhi dell'Amministrazione Militare, in modo tale da "tagliare" la principale fonte di sostentamento (cioè i richiami) e lasciarmi senza lavoro.
In parte ci riuscì, visto che un mio nuovo richiamo alle armi venne "cestinato" da parte dell'ufficiale preposto all'impiego delle forze di riserva (si tratta di testimonianze avute da miei colleghi che, hanno visto ed ascoltato quanto stava accadendo alla mia persona).
Grazie a Dio, il mio vecchio capo ufficio, divenuto comandante di reparto, riuscì ad "eludere la sorveglianza" riuscendo a richiamarmi alle sue dipendenze.
Fu questo un periodo di aspre battaglie con l'azienda, caratterizzate da una lunga serie di botta e risposta.
Da un lato l'azienda che non voleva più saperne di me, dall'altro la forza armata che, in presenza di un contenzioso voleva scaricarmi ad ogni costo.
Io, al centro di questo "teatrino" assistevo impotente.
Sapendo di essere nel giusto ed avendo seguito alla lettera tutte le normative vigenti, speravo che almeno l'Esercito venisse in mio soccorso garantendomi un periodo minimo di richiamo alle armi. Nulla di tutto questo.
Abbandonato anche dalla Forza Armata, senza un lavoro, dovendo mantenere la mia famiglia e contestualmente pagare il mutuo della casa, non sapevo più dove sbattere la testa.
Consigliato dal mio comandante, fui costretto a prendere la decisione più drastica: le dimissioni dall'azienda.
Solo in questo modo e dopo un periodo di assenza dalla scena di circa 6/7 mesi (il tempo necessario per far dimenticare ai vertici di forza armata l'accaduto) avrei potuto contare su un nuovo richiamo alle armi.
Sembrava proprio che Esercito ed Azienda si fossero messi d'accordo per liberarsi di me...
In questo modo quindi, persi il mio posto di lavoro a tempo indeterminato e, dal dicembre del 2006 lotto disperatamente per avere dalla Forza Armata un posto di lavoro in servizio permanente.
Ho scritto a "mezzo mondo": Ministro della Difesa, Onorevoli, Ordine di Malta (sono anche ufficiale del SMOM, corpo ausiliario nel cui servizio permanente si entra per designazione del presidente dell'associazione), Presidenza della Repubblica, Militari.
Tutti mi hanno scaricato lasciandomi in una situazione che non auguro a nessuno (ho una figlia bulimica ed una più piccola sofferente di epilessia.
Nonostante abbia evidenziato anche questo mio problema allo Stato, le risposte sono state sempre negative ed imbarazzanti).
Visto quanto accaduto, è chiaro che la legge che disciplina il richiamo alle armi offre limitate garanzie di tutela del posto di lavoro.
L'Esercito non può assolutamente propagandare il richiamo in servizio come fosse una cosetta da niente: "...si viene richiamati ed alla fine si ritorna alla propria attività", questo è quello che si è detto e che si continua a dire.
Bisogna intraprendere delle azioni serie per il futuro stabilizzando però coloro che hanno subito ingiustizie gravi come la mia.
Dal giorno del congedo, a 40 anni di età, non sono più riuscito a trovare un impiego di lavoro!!!
Sono stato sfruttato da gente senza scrupoli lavorando in nero 12/13 ore al giorno.
Ho ricevuto uno stipendio pagato in tessere telefoniche (da non crederci!!!).
Alla fine, per garantirmi un futuro pensionistico, ho chiesto un piccolo prestito in famiglia ed ho rilevato una rivendita di giornali che era prossima al fallimento.
In questi ultimi mesi sono riuscito a rilanciare l'attività ma, tolte le spese, per me e la mia famiglia rimane solo un pugno di mosche.
Quale sarà il mio futuro di uomo?
Ten. f. (cong.) Roberto MATTEI

giovedì 16 ottobre 2008

E-mail per Michele Santoro: "Il Precariato nelle FF.AA."

Siamo a comunicare una diretta iniziativa del sempre attivo Generale Antonio Pappalardo. Questi, infatti, nella sua diuturna attività di rappresentanza, convinto della necessità di portare la tematica del precariato nelle Forze Armate alla ribalta mediatico-nazionale, si è adoperato al fine di ottenere uno spazio all'interno del programma Anno “0” di Michele SANTORO.
Lo stesso Generale sottolinea l'importanza che qualunque militare, od ex-tale, di ogni ordine e grado, congedato o in servizio a tempo determinato, interessato a partecipare alla stessa trasmissione, porti la propria esperienza, inviando una mail all’indirizzo annozero@rai.it, m.santoro@rai.it, info@michelesantoro.it.
Convinti del vostro sostegno alla causa e dell'interesse che l'iniziativa possa ingenerare, auspichiamo la presa di coscienza del particolare momento, e delle logiche conseguenze che possiate trarre.

mercoledì 15 ottobre 2008

FORZE ARMATE: SI PREPARA LA SHOAH

Shoa (traslitterato anche Shoah o Sho'ah), che in lingua ebraica significa "distruzione" (o "desolazione", o "calamità", con il senso di una sciagura improvvisa, inaspettata, è un'altra parola utilizzata per riferirsi all'Olocausto.
Tuttavia, quello che sta capitando alle Forze Armate di questo Paese, non ha nulla di improvviso ed inaspettato, ma la catastrofe, quella, si sta materializzando in tutta la sua crudeltà.
Ci riferiamo, ovviamente, alle misure contenute in un documento tracciato alcuni giorni fa del Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, alla presenza del premier e dei ministri della Difesa, dell'Interno, dell'Economia e dello Sviluppo Economico, il capo di Stato maggiore della Difesa.
Mai nulla di simile si era visto nella storia repubblicana dal dopoguerra fino ai giorni nostri, ma cominciamo con l'elencare le principali misure:
-Concentrazione mezzi e sistemi e relative capacità manutentive in 2-3 grandi strutture interforze;
-Forte ridimensionamento di Stati maggiori, comandi e strutture di supporto amministrativo;
-Riduzione delle strutture permanenti all'estero;
-Chiusura di arsenali e stabilimenti della Difesa;
-Effettiva e rapida alienazione del parco immobili della difesa;
-Profonda riorganizzazione strutturale dell'Area tecnico-amministrativa della Difesa;
-Acquisizione diretta di entrate finanziarie diverse da quelle pubbliche da parte delle strutture organizzative: sponsorizzazioni, eventi addestrativi mediatizzati, pubblicazioni, vendita di materiale mediatico, partecipazione a convegni, studi e consulenze tecniche;
-Spinta all'informatizzazione con apertura diretta al pubblico via internet delle strutture amministrative, documentali, per il trattamento economico, la gestione e la selezione del personale;
-Estensione dell'orario di servizio, flessibilità di impiego per esercitazioni ed attività operative, eliminazione dell'indennità di lavoro straordinario e dei recuperi;
-Concorsi e prestazioni da parte della Difesa a favore di altre amministrazioni;
-Minimizzazione delle cerimonie militari e accorpamento con attività addestrative;
-Ridimensionamento ed eventuale cancellazione dell'outsourcing;
-Trasformazione dei soggiorni militari in strutture generatrici di entrate o non onerose per la Difesa;
-Piena utilizzazione dell'obbligo di prepensionamento previsto dalla recente normativa per il "deflusso" del personale anziano non più proficuamente impiegato.
La prima domanda che sorge dalla lettura dei provvedimenti allo studio è: perchè?
Perchè questo accanimento contro le Forze Armate, che pure stanno dando un contributo decisivo per la risoluzione di diverse problematiche del nostro disastrato Paese?
Perchè colpire proprio quegli uomini e quelle donne che rischiano la vita - e qualche volta la perdono - nei teatri internazionali?
Azzardiamo una ipotesi: tutti sono al corrente del recente disastro che ha coinvolto la nostra compagnia di bandiera, l'Alitalia, e molti sapranno che il premier Berlusconi e gli attuali esponenti della maggioranza ne hanno fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale, esattamente come per la questione sicurezza, quest'ultima risolta (sic!) dal governo attualmente in carica con una raffica di tagli senza precedenti che hanno fatto dichiarare al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Camporini, che di questo passo le FF.AA. si ridurranno ad un semplice ente erogatore di stipendi.Ma torniamo all'Alitalia.
Da uno studio fatto dall'Istituto Bruno Leoni riportato dall'Economist, il prezzo del patriottismo berlusconiano costerà ai contribuenti italiani qualcosa come 5 miliardi di euro.
Dove reperire questa colossale somma di danaro senza suscitare l'ira del cittadino-elettore già alle prese con una congiuntura finanziara che sta decimando i risparmi?
Ecco la brillante soluzione! Tagliamo i fondi alle Forze Armate!
Ma certo, come non averci pensato prima.
Nessun sindacato che tutela i cittadini in uniforme, nessun rischio di sciopero generale, dirigenti con le tasche gonfie che con pugno di ferro tengono salda la disciplina......e il gioco è fatto.
E pazienza se i militari si ritroveranno a lavorare 12-14-16-20 ore al giorno (come fanno anche adesso) senza straordinario o recuperi compensativi.
E pazienza se la cancellazione dell'outsourcing comporterà nuove incombenze agli uomini in uniforme (pulizie, vigilanza ecc.), ma tanto senza lo straordinario e senza i recuperi e, soprattutto, senza nessuno che tuteli i loro interessi, posso fare questo ed altro. In fondo il loro contratto parla chiaro, che diamine:
Doveri attinenti al giuramento
1. Con il giuramento il militare di ogni grado s'impegna solennemente ad operare per l'assolvimento dei compiti istituzionali delle Forze armate con assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane, con disciplina ed onore, con senso di responsabilità e consapevole partecipazione, senza risparmio di energie fisiche, morali ed intellettuali affrontando, se necessario, anche il rischio di sacrificare la vita.
A pensarci bene, quando si prevede il "Concorso e prestazioni da parte della Difesa a favore di altre amministrazioni", potremo destinare i militari a fare tutto quello che il governo ordinerà: magari anche per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
Il piano è geniale: mandiamo a casa senza uno straccio di benefit chi ha già maturato i 40 anni contributivi, reclutiamo nuove leve - tanto al sud la domanda è inesauribile - a cui elemosiniamo uno stipendio da fame, senza straordinario (magari diminuendo il periodo delle ferie, per aumentare ulteriormente la produttività), e tutti i cittadini-elettori saranno contenti.
Alitalia vola, il governo Berlusconi ci fa un figurone e... i militari pagano.
Siamo quindi in presenza di misure che vanno a ledere i diritti più elementari dei lavoratori, senza che peraltro venga riconosciuta all'intero comparto, già fortemente penalizzato nei confronti degli altri pubblici dipendenti, quella che in gergo viene chiamata specificità.
E' notizia risaputa infatti, che il ministro Tremonti ha pronunciato il suo nein sull'emendamento approvato in commissione Lavoro.
Quindi ricapitoliamo:
-nessuna specificità: forse al Cocer Carabinieri che ha esultato pubblicamente è bastato un invito a cena a palazzo Grazioli e qualche pacca sulla spalla del premier per autoconvincersi della bontà dell'azione governativa;
-estensione dell'orario di servizio: senza ovviamente prevedere alcun tipo di riconoscimento economico-normativo, ma quelle sono cose che si concedono a cittadini "normali", normalmente tutelati;
-cancellazione dello straordinario e persino dei recuperi compensativi: dopo tanta indignazione verso i cinesi che copiano i nostri prodotti, finalmente una rivalsa. I nostri militari copieranno lo stile lavorativo dei cinesi!
-concorsi e prestazioni da parte della Difesa a favore di altre amministrazioni: prepariamoci a vedere i militari impiegati come i condannati ai lavori forzati.
Come ha intenzione di impiegare il governo questa massa di lavoratori che si ridurranno all'ozio per mancanza di fondi?
Forse vedremo militari dediti alla costruzione di infrastrutture faraoniche per la gloria del cavaliere?
O magari sparpagliati a pioggia sulle altre amministrazioni dello Stato sotto la voce "personale di fatica"?
Gli scenari sono molteplici e la creatività degli esponenti del governo, lo sappiamo, non ha limiti.
I militari insomma, dopo decenni di mortificazioni perchè esclusi in ragione del loro "speciale status" da ogni forma di salvaguardia sociale prevista per i normali cittadini, si ritroveranno al limite della condizione umana, quasi al livello delle bestie da soma, che lavorano finchè il padrone non dice basta, e magari dovranno ringraziare per i magri compensi ricevuti in cambio, necessari per sopravvivere.
Qualcuno parlava di "dittatura dolce".
Io tutta questa dolcezza proprio non la vedo......

Tagli alla Difesa, Soldati a rischio sicurezza

Rosa Villecco Calipari, capogruppo del Pd nella Commissione Difesa della Camera, sostiene che i tagli nella finanziaria «compromettono la sicurezza dei soldati». Per la parlamentare, i tagli andranno a incidere «sulla sicurezza del personale delle forze armate e anche sulla capacità operativa dei militari impegnati nelle missioni internazionali», ma la maggioranza «oggi ha difeso questi tagli che compromettono irrimediabilmente la tenuta del sistema, soprattutto nel settore del personale nel quale non sono stati ripianati i fondi destinati al reclutamento dei volontari decurtati con la manovra estiva».
Rosa Villecco Calipari sottolinea che ora potrebbero non esserci risorse per nuovi arruolamenti e per tenere soldati in servizio da 5 o 6 anni, che «potrebbero essere congedati dopo aver prestato servizio in Italia e all'estero». Ma, conclude l'esponente del Pd, dal ministro Ignazio La Russa «non è stato previsto alcun rimedio per ripianare quelle risorse».

martedì 14 ottobre 2008

Sky, 14 ott 2008, ore 18:00, canale 936

Su HOUSE CHANNEL di SKY, canale 936, il Gen. Antonio Pappalardo, parlerà dei problemi inerenti il Precariato nelle FFAA, FFPP.

lunedì 13 ottobre 2008

Sole 24 Ore di venerdì 10 ottobre 2008, pagina 25

Cura shock per la Difesa:via 40mila militari
di Ludovico Marco
Riorganizzazione senza precedenti per le Forze Armate dopo i tagli della Finanziaria: previsti 4Omila militari in meno, programmata la chiusura di arsenali e caserme.
I tagli alla Difesa. Riorganizzazione senza precedenti per le Forze Armate: da 182mila a 141mila unità.
Per le Forze Armate è una rivoluzione senza precedenti. Un riassetto pesante, con la chiusura di arsenali e caserme; la riduzione in quattro anni da l82mila a i4lmila dei militari in totale tra Esercito, Marina e Aeronautica; il ridimensionamento di Stati maggiori e comandi; l'accentramento in una struttura unica della gestione amministrativa e logistica, ora ripartita per ogni forza armata.
Il piano di riordino è stato già tracciato alcuni giorni fa in un documento del Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Alla presenza del premier e dei ministri della Difesa, dell'Interno, dell'Economia e dello Sviluppo Economico, il capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, ha ribadito le tesi sostenute in Parlamento il 23 luglio: con le misure previste a luglio dall'Economia, le Forze Armate si ridurranno a un mero erogatore di stipendi (si veda IlSole-240re del 22 agosto) e la diminuzione di capacità operativa sarà così forte da renderle in tre anni «sostanzialmente inutili».
Poi, però, al Consiglio supremo il capo di Smd ha rilanciato: la situazione di crisi «va trasformata in un'opportunità da afferrare per una trasformazione radicale».
Un obiettivo che richiede «il tempo di una legislatura» tanto che, aggiunge l'alto ufficiale, «occorrerà una scelta oculata del mio successore» visto che il suo incarico ha durata biennale (ma è rinnovabile).
Nel comunicato successivo alla riunione, il Consiglio ha sancito la necessità di un «piano per la profonda revisione delle strutture territoriali, amministrative e di supporto dell'area Difesa e per una coerente riqualificazione della spesa nei settori del personale, dell'esercizio e degli investimenti».
Poi, il documento interno predisposto - verosimilmente con il contributo del consigliere militare del Colle, generale Rolando Moscà Moschini - in tre cartelle progetta una robusta ristrutturazione dell'attuale modello di Difesa. Un'autentica rifondazione delle Forze Armate.
Si prevede una concentrazione di mezzi e sistemi in due-tre grandi strutture interforze.
Una riduzione delle strutture permanenti all'estero.
Una «effettiva e rapida alienazione» degli immobili.
Per il personale, si parla di estensione dell'orario di servizio, di flessibilità d'impiego, addirittura di eliminazione dell'indennità di lavpro straordinario e dei recuperi.
Ma anche di un ricorso massiccio all'obbligo di prepensionamento, così come previsto dalla manovra estiva, per favorire i nuovi reclutamenti.
Si profilano anche soluzioni di stampo aziendale: come il ricorso alle sponsorizzazioni, la vendita di materiale mediatico e di reperti operativi; la trasformazione dei soggiorni militari in strutture in grado di produrre lucro o, come minimo, senza pesare sui bilanci.
Sul fronte degli investimenti, l'ipotesi in campo è di fare una parziale riconfigurazione del programma, in modo da limitarli ai progetti essenziali.
In uno scenario finanziario particolarmente drastico, però la soluzione potrebbe essere più severa: fnalizzare cioè il programma - immagina il documento - soltanto alle operazioni correnti e ai futuri impegni concretamente prevedibili. E commisurare gli investimenti di più lungo periodo all'effettiva disponibilità di fondi specifici.
Un terremoto, insomma.
Il documento precisa che quelli indicati vanno considerati come spunti per la qualificazione dello strumento militare in un quadro di ridotte disponibilità finanziarie.
Di sicuro, la metà di quelle indicazioni basta da sola a sconvolgere gli equilibri attuali nelle Forze Armate.
Il processo può essere virtuoso - il ministero dell'Economia chiede da tempo la riduzione degli sprechi nel settore - ma anche traumatico. Di certo, per ora, c'è l'annuncio del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, di un disegno di legge delega per il riordino del modello militare.
Il processo di riordino, insomma, è già avviato. La bozza delDdl già circola tra gli Stati maggiori, così come qualche malumore trattenuto a stento.
La vera rivoluzione, però , avverrà con i decreti attuativi: i contenuti saranno, con ogni probabilità, definiti anche in base al documento del Consiglio supremo.
L'allarme dei militari sugli effetti dei tagli, contenuto perfino nello stato di previsione della Difesa allegato al bilancio dello Stato, ora in discussione in Parlamento, sembra già svanito.

mercoledì 8 ottobre 2008

SICILIA, ACCORDO REGIONE-ESERCITO SU MILITARI IN CONGEDO

Palermo, 7 ott - Regione siciliana e Esercito collaboreranno per favorire la ricollocazione occupazionale dei militari siciliani volontari congedati. A presentare l'iniziativa a Palermo, l'assessore al lavoro Carmelo Incardona, il Vice Comandante del Comando Regione Militare Sud e il generale di Brigata Salvatore Altomare, che hanno firmato la convenzione operativa che stabilisce le modalita' di attuazione di un protocollo d'intesa firmato nel 2003. Il documento e' stato firmato anche dal dirigente generale del dipartimento regionale Agenzia per l'Impiego, Rino Lo Nigro. "La Regione - ha detto l'assessore Incardona - intende mettere a disposizione dei giovani siciliani che hanno concluso l'esperienza professionale nell'Esercito tutti i mezzi disponibili per favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro e poter sfruttare le competenze acquisite sotto le armi. È una forma di dialogo e di collaborazione positiva tra istituzione, il cui obiettivo e' consentire il reinserimento lavorativo di questi giovani che, spesso, sono disorientati di fronte alla prospettiva di dover cambiare vita e lavoro una volta smessa la divisa"."L'iniziativa - ha dichiarato il Generale Altomare - costituisce uno strumento importante che tende a favorire l'inserimento professionale di chi ha prestato servizio militare a tempo determinato. Essa e' rivolta ai giovani volontari che al termine della ferma contratta cerchino un'occupazione in cui poter mettere a frutto le esperienze maturate nel corso del servizio svolto nelle Forze Armate". In base alla convenzione, il dipartimento Agenzia per l'Impiego dell'assessorato al Lavoro applichera' anche per gli ex militari tutti gli strumenti previsti dalle leggi che prevedono incentivi per le assunzioni da parte delle imprese, compresi i tirocini formativi e l'apprendistato; curera' la predisposizione di progetti di riqualificazione, formazione e aggiornamento professionale rivolti ai volontari congedati e coinvolgera' i singoli assessorati provinciali e i centri per l'impiego. Il Comando Regione Militare Sud favorira' la costituzione di cooperative di servizi tra i volontari congedati per l'affidamento di attivita' di supporto logistico di interesse delle Forze Armate, svolgera' attivita' di informazione e orientamento per gli ex militari, favorira' l'avviamento a corsi di formazione, stages, apprendistato e tirocini formativi organizzati dall'Agenzia per l'Impiego.L'esercito consentira' all'Agenzia e alle imprese in cerca di lavoratori l'accesso riservato al sistema informativo lavoro difesa del sito web del ministero della Difesa per inserire le offerte di lavoro, gli stages e i tirocini e di visualizzare i curricula degli ex militari. I militari daranno anche, quando necessario, un supporto logistico, mettendo a disposizione le proprie aule multimediali dei centri di formazione dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica per lo svolgimento di attivita' di formazione riqualificazione professionale. Entro sei mesi dalla ratifica della convenzione, partiranno i primi interventi formativi - corsi di formazione, tirocini - rivolti ai militari che hanno aderito al progetto sbocchi occupazionali.