“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono i meriti. E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla" (Albert Einstein 1879-1955)
Questo Blog nasce con il preciso intento di far sentire la propria voce ed esprimere il proprio pensiero liberamente e democraticamente.

...la flessibilità è una caratteristica meritevole, la precarietà è uno stato di sofferenza...
"Esorto tutti ad una presa di coscienza, esorto tutti a non subire un trattamento ignomignoso. Invito tutti a non subire gli eventi ma partecipare agli stessi. Bisogna portare ogni vicenda, ogni torto, ogni intento dilatorio dinanzi alle sedi giudiziarie ed in tutti i gradi del giudizio. Bisogna essere uniti e partecipi."
Google
 

STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE

La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.

L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.

Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.

La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.

Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto

Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.

Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.

Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.

Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.

Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.

A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.

Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.

Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.

A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.

Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.

Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.


Assunzioni connesse con la professionalizzazione

La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:

· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;

· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;

tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).

Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):

· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,

· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,

· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,

Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· 4.021 unità nell'anno 2005;

· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;

· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.

Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.

Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:

· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,

· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,

In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:

· 200 unità nell'anno 2005;

· 235 unità negli anni 2006 e 2007;

· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.

Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).

Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.

Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.

Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:

a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;

b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;

c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.

Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.

Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.

Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.

Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.

Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).

La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".

Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.

Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!

Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.

Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.

Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.

Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.

Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.

Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.

Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).

Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.

D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.

Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.

Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.

Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.

Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.

Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.

Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.

Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.

Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.

Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.

Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.

Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.

In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.

mercoledì 27 agosto 2008

Lettera aperta di un sottoufficiale

Sono un Caporalmaggiore effettivo al II° RGT Genio Guastatori Alpini sito in Trento...
Partite dal presupposto che non voglio discriminare ma, l'extra comunitario medio che ottiene la cittadinanza (parlo della realtà trentina) ottiene un'appartamento degno, ovviamente pagato dallo stato riesce a trovare un posto di lavoro più o meno redditizio (1100/1400) inoltre gli viene fornito un'assegno pari a 500€ per ogni figlio. Senza dire che il suo contratto di lavoro si può definire come tale ovvero con tutto quello che prevede un normale contratto di lavoro, indipendentemente dalla sua forma; che sia determinato di formazione o indeterminato lui riesce a vivere dignitosamente in un'ottima casa con un buon tenore di vita, vengo subito al dunque. Noi, volontari delle forze armate, precari e senza diritti.
In questo particolare momento storico sociale che coincide con l’ultima concertazione prima della sospensione della Leva obbligatoria, si ha l’impressione per l’ennesima volta che noi, personale non contrattualizzato (V.F.B.), saremo tagliati fuori del predetto provvedimento e con la solita promessa, da parte di qualcuno, di essere inseriti in altri provvedimenti a breve, perché per noi non ci sono mai i fondi necessari (dello Stato Maggiore Difesa) per contrattualizzarci. Nessuno riesce a dar voce alla nostra categoria che da anni lotta contro un precariato che non ci riconosce nemmeno i diritti fondamentali dei lavoratori, e costretti a svolgere quei compiti che il nostro Status ci assegna, in una confusione normativa creatasi dall’entrata in vigore del D.lgs.196/95, che istituiva tra l’altro le nuove figure professionali nel ruolo truppa quali Volontari in Servizio Permanente (V.S.P.) e i Volontari in Ferma Breve (V.F.B.), dalla legge 331/00 che sanciva la definitiva professionalizzazione dello strumento militare e che ha come pilastro proprio la figura del Volontario, e da numerose norme che di volta in volta si sono susseguite generando solo discriminazioni.
A distanza di quasi dieci anni le Autorità Preposte non si sono mai interessate ad un'attenta rivisitazione legislativa volta a sanare le innumerevoli disparità di trattamento, a fronte di un simile impiego e delle stesse responsabilità, che quotidianamente si vivono nei reparti delle Forze Armate. Si rammenta che attualmente noi V.F.B. non percepiamo:
-la tredicesima mensilità;
-lo straordinario;
-le indennità di campagna e super campagna;
-il compenso forfetario d'impiego e il compenso forfetario di guardia (indennità accessorie);
-un dignitoso trattamento di missione.
Dobbiamo riscattarci, non solo ai fini della liquidazione, gli anni relativi alla Ferma Breve (il tutto a nostre spese); in altre parole stiamo lavorando in nero. Inoltre siamo soggetti passivi di una disposizione interna che ci obbliga a recuperare il lavoro straordinario in ragione di 1/3 di quello effettivamente svolto (si pensi che sono stati elargiti circa 100 euro lordi mensili per compensare quei 2/3 non recuperati; provvedimento che sancisce l’ennesima volontà da parte degli Organi Competenti di non riconoscerci nessun diritto in merito.
A questo vanno aggiunte le profonde umiliazioni che si subiscono quando, per motivi personali, chiediamo un finanziamento o un mutuo per chi ha famiglia, e ci sentiamo rispondere che non è possibile in quanto siamo sprovvisti pure di una busta paga. Tali deficienze si traducono in una mancanza di un rapporto d’impiego (anchea tempo determinato) con l’Amministrazione Difesa, generando forti contrasti con i diritti costituzionalmente garantiti (artt. 3; 35; 36.) e che inevitabilmente si ripercuotono sul morale del personale, alimentando un consistente stato di malessere dovuto anche alle esigue possibilità di passaggio in servizio permanente allo scadere della ferma (soprattutto per l’esercito e la marina) e al prolungamento della ferma stessa (dai quattro ai nove anni per il passaggio in S.P.). Questo produce riflessi negativi tanto sulle richieste di proscioglimento anticipato, (in costante aumento), tanto sulle domande d'arruolamento, (che subiscono l’effetto contrario) e che invano si cerca di arginare con delle campagne pubblicitarie strumentalizzate. La situazione sopraccitata, peraltro mai soggetta di meritevole attenzione nelle concertazioni passate tanto da parte della Rappresentanza Militare che degli Stati Maggiori e soprattutto delle Autorità Politiche, è assolutamente inconcepibile in uno Stato Democratico che si avvale delle proprie Forze Armate per garantire i suoi fini, ponendo la Repubblica come Istituzione inviolabile e la Costituzione come fondamento dello Stato Sociale.
Si assiste spesso a campagne Statali volte a sanare il lavoro nero, agevolando l’emersione dallo stesso con appositi sussidi e prevedendo pesantisanzioni per chi, senza un normale contratto di lavoro, presta la propriaopera.
Viene da domandarsi come sia possibile per lo Stato Italiano, da una parte tutelare i lavoratori avvalendosi di tutti i mezzi che ha a disposizione, e dall’altra SFRUTTARE chi dona la propria vita per difenderlo ?

giovedì 7 agosto 2008

I Militari non dicono mai no!

Come è accaduto a Napoli, come accade all’estero, ora sta accadendo per dare supporto alle Forze dell’Ordine sul Territorio.
Bisogna dare ai cittadini la maggiore percezione dello Stato, e nella considerazione che le Forze di Polizia sono in carenza di organici, il Governo ha pensato bene di utilizzare le Forze Armate, le quali hanno offerto generosamente di impiegare tremila uomini sul territorio.
I Cittadini hanno scelto questo Governo soprattutto per la forte campagna elettorale improntata sulla sicurezza, ma non dimentichiamoci che i “cittadini in divisa” hanno scelto questo Governo soprattutto per le tante promesse fatte quando era all’opposizione.
Il precariato, il riordino dei ruoli, la specificità erano un punti cardini ed impegnativi!
All’estero i nostri soldati vengono impiegati fino all’estremo sacrificio, in Patria vengono chiamati da qualche giornalista pacifista unilaterale alla vecchia maniera sessantottina, “soldatini” addestrati alla Rambo.
I nostri militari sono giovani addestrati alle più disparate situazioni, sono militari professionisti e come tali pronti a sacrificare se stessi per il bene della Patria!
Non si può pensare di arrivare al punto della competizione, non avrebbe senso, non si può pensare che “qualcuno” sta invadendo l’orticello del vicino. Stiamo solo mostrando si essere pronti a qualsiasi tipo di impiego, forse solo questo potrebbe davvero dar fastidio!!!
Il Governo spende 40 Mln di Euro per l’emergenza sicurezza e non assume i giovani nelle Forze di Polizia.
Cari Signori, gli sperequati in questa situazione sono le Forze Armate!
Con il D.L. 112 si è avuto per le Forze di Polizia lo sblocco del Turn Over con l’assunzione di 6000 giovani, i quali ne hanno tutto il diritto in quanto sono i vincitori di concorso!.
Chi si sente con il nodo alla gola sono i Volontari in Ferma Breve e successivamente saranno i Volontari in Ferma Prefissata di Quattro Anni se questo decreto diverrà legge.
Il taglio del 40% dal 2010 sarà come una spada di Damocle sulle teste di tutti quei giovani che sperano di farsi una famiglia, che hanno missioni sulle spalle, che hanno trenta anni di età e nei loro occhi non si vede uno spiraglio di luce, ma solo preoccupazione ed incertezza.
Il Governo si deve impegnare a dare serie e concrete rassicurazioni non solo agli Stati Maggiori ma anche a tutto il personale, ed alle loro famiglie, che è in attesa di sapere di quale morte è costretto a morire
Francesco Gentile
Delegato Co.Ce.R. X Mandato

martedì 5 agosto 2008

PRECARIATO MILITARE, PERSONALE MILITARE DELL’AUSILIARIA E IN QUIESCENZA NELLE FORZE DI POLIZIA INSIEME IN MARCIA VERSO UN OBIETTIVO COMUNE:

AIUTARE IL PAESE ALL’ORDINE, ALLA LEGALITA’ ALLA SICUREZZA!
Ordine, legalità sicurezza ma non solo. Anche efficienza. Se è vero che da un lato le risorse formate di personale militare precario languiscono senza essere impiegate nei settori in cui il Paese ha bisogno urgente di intervento, dall’altro, personale dell’ausiliaria ancora in età da impiego è lasciato inutilizzato senza che per l’amministrazione difesa venga esercitata l’opzione di utilizzo.
Cosi anche per le forze di polizia che mandano in quiescenza personale ancora in grado di dare una serie di esperienze e di laboriosità importanti per la lotta diffusa alla illegalità e al crimine. Nessuno dice che un professore universitario, un primario medico , professionisti dei vari comparti continuano egregiamente ad operare anche fino a 75 anni e qualcuno li passa senza dare segni di cedimento. Se la salute c’è ben venga allora l’impiego utile di tutto il personale in quiescenza in compiti che aiutino a vivere meglio le nostre famiglie dentro le nostre città.
Ma dove va impiegato tutto questo personale?
Certamente dove ci sono carenze organiche e dove esistono situazioni di emergenza. Per esempio il personale delle FF.PP. a tutti i livelli, può essere impiegato per indagini, per sicurezza nelle scuole, per controlli territoriali, per verifiche amministrative, sanitarie ecc. aiutando a riprendere anche la strada dell’efficienza con un aumento dei servizi resi dallo Stato a costo=0 o pressappoco.
Stessa cosi dicasi per il personale militare precario che con un breve aggiornamento può rientrare in servizio non solo per le esigenze proprie delle FFAA e FFPP ma anche con impiego flessibile e diversificato nei comparti della pubblica amministrazione dove sono più evidenti le carenze.
Certamente sarà anche utile agevolare il personale che si dichiarerà disponibile al transito verso l’impiego civile dove sono richiesti compiti in cui lo status militare non è necessario , ma la formazione militare sicuramente è un qualcosa in più che potrà giovare all’espletamento dei propri compiti a favore della collettività.
Cosi, a esempio si potranno vedere ufficiali dell’esercito diventare ispettori del lavoro ed essere impiegati nella sicurezza dei luoghi di lavoro, oppure rinforzare i controlli di sicurezza stradale, o dei beni culturali, o dell’ambiente, ufficiali di marina che svolgono indagini sull’immigrazione clandestina e sulla sorveglianza delle coste, sull’inquinamento marino, sui traffici di droga che spesso vengono dal mare, ufficiali dell’aeronautica svolgere servizio di controllo all’interno degli aeroporti civili, ufficiali dei carabinieri andare a snellire i carichi investigativi e di controllo territoriale, nonché velocizzare i percorsi della sicurezza nelle città. I militari delle rispettive forze armate possono svolgere funzioni coadiuvanti relativamente ai compiti da eseguire in questi contesti. Utile sarà valutare uno studio che concepisca la conciliazione delle esigenze di impiego flessibile del personale con le necessità del paese, attraverso il disegno di un servizio di guardia nazionale che assorba precariato militare, personale militare dell’ausiliaria e in quiescenza delle FFPP e quando necessario si serva anche del personale in congedo a mò di riserva. Servizio che si attiva sulle esigenze dei vari comparti dello Stato e per lo più assorbe un costo pubblico estremamente basso a fronte di una resa che oltre ad evitare costi per mancato intervento pubblico, rende servizi e risultati politico- sociali ed economici che saranno apprezzati dalla cittadinanza e dall’apparato produttivo nazionale.
Da questi punti di partenza si può pensare poi di costruire un nuovo sistema di reimpiego del personale in quiescenza anche nei settori civili della pubblica amministrazione e privato a vantaggio dell’intera collettività, che mai come ora necessita di una spese pubblica efficiente e produttiva.
Quindi perché non utilizzare maestranze che sono ancora in grado di aiutare a crescere il nostro Paese?
Possiamo studiare un sistema tecnico organizzativo che concili tutto questo in breve tempo partendo dalle esigenze e arrivando a concepire progetti esecutivi rapidi da attuare. Possiamo aprire un nuovo capitolo nella storia di questo nazione che vanta tante glorie e ancora può stupire per come reagire alle sfide del nuovo millennio.
Lo possiamo fare con il personale precario militare che già ha delle ottime competenze e con il personale in ausiliaria e quiescenza delle FFAA e FFPP.
Prima però una priorità rapida e urgente. Eliminiamo presto il precariato militare a tutti i livelli, gradualmente e anche con forme diversificate, facendo vedere a questi uomini che lo Stato oltre ad essere grato per i loro servigi, li vuole ancora bene come propri figli e per questo darà una risposta concreta in breve tempo. Facciamo vedere a questi servitori silenziosi dello Stato che non valgono meno di una squadra di calcio per la quale la mobilitazione sarebbe stata immediata. Non è cosi?

Comm. Ps Giuseppe Pino
T.V. Falco Rosso

venerdì 1 agosto 2008

Al sig. Ministro della Difesa e degli Interni

In questi giorni si è fatto un gran parlare dell’utilizzo della Forze Armate che come compito istituzionale hanno quello della difesa della Patria da attacchi esterni come forze di Polizia per la sicurezza pubblica di alcune città. Le critiche alla iniziativa del Governo sono venute sia dalla Lega che dai partiti dell’opposizione, con varie argomentazioni, talvolta anche valide, come quella di "non essere opportuno sottrarre alle FF.AA. unità necessarie ed utili" (e comunque nei limiti stabiliti del d.lgs. 156/95).
Eppure il problema sarebbe di facile soluzione; è noto che sino a tre anni fa, per le FF.AA., e specificatamente per i Volontari di Truppa, era previsto un iter di tre anni alla fine del quale gli stessi venivano valutati, e solo in un certo numero, per il passaggio in servizio permanente, per gli altri purtroppo "tutti a casa" salvo concorsi straordinari. Il riferimento è naturalmente alla categoria dei V.f.b. volontari in ferma breve di tre anni. Per costoro, in base al concorso iniziale vi era la possibilità della concessione di ben tre rinnovi biennali del contratto a tempo determinato, con alla fine la quasi certezza del passaggio in s.p.e.; invece, da due anni a questa parte, fine dei rinnovi, esclusi quelli in servizio presso le Capitaneria, e fine delle illusioni del "posto fisso" dopo anni di rischi e sacrifici (molti infatti hanno partecipato ad operazioni di pace all’estero!).
E’ bene tenere presente però che i concorsi ai quali i volontari hanno partecipato prevedevano, tra l’altro, anche il passaggio in Polizia o presso l’Arma dei Carabinieri, tanto a fine ferma; come già detto diversi volontari, nell’ambito del numero programmato, hanno vinto il concorso mentre molti altri sono stati dichiarati idonei ma non utilmente collocati in graduatoria; pertanto "fine di un’altra illusione".
Ma vi è di più! Con l’approvazione della finanziaria del 2006 legge n. 196 art. 1 comma 519 e ss., tradotto in termini più chiari "legge sulla eliminazione del precariato", molti militari in congedo speravano di tornare in servizio a tempo indeterminato; anche quest’altra aspirazione è "quasi fallita" in quanto pendono numerosi ricorsi dinanzi il Consiglio di Stato, ed è stata sollevata la questione di incostituzionalità in merito alla non applicazione di questa legge ai militari, in violazione degli artt. 3 e 97 della Carta Costituzionale; i tempi però non sono certamente brevi.
Ed allora, cari Ministri e caro Governo, perché non risolvere il problema nel modo più semplice migliore e proficuo per tutti?
I Volontari, che tra l’altro hanno sacrificato parte della loro giovinezza senza alcun vantaggio a favore della Patria, potrebbero tranquillamente risolvere il problema della emergenza che successivamente diventa ordinarietà – prestando le proprie persone a coprire i posti che servono di n. 2.500 militari, proprio per la sicurezza. In poche parole, possono assumersi gli ex v.f.b. che sono stati dichiarati idonei ma non "vincitori" di concorso per il passaggio in s.p.e., in servizio presso la Polizia o nell’Arma dei Carabinieri. Si tratta certamente di giovani che hanno già acquisito una esperienza e professionalità e che quindi possono essere immediatamente impegnati, ai fini della sicurezza, senza alcuno spreco di risorse economiche per la loro preparazione.
Lo stesso sistema potrebbe attuarsi anche per gli Ufficiali di Complemento ed in Ferma Prefissata, i quali con un corso professionale di sei mesi potrebbero far parte della Polizia o dei Carabinieri.
A mio avviso una tale soluzione andrebbe a risolvere più di un problema, non solo sotto l’aspetto politico, ma anche sotto quello economico, sociale e lavorativo.
Sarei desideroso di conoscere chi sarebbe contrario ad una simile soluzione.

Avv. Enzo Gigante
Presidente Centro Giuridico di Studi Militari di Taranto
Presso M.a.c.

“La Responsabilità”

«Quando la precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso»
Cari Precari,
queste sono le frasi che echeggiano in tutte le testate giornalistiche e siti web. Il Papa dall’alto della sua “Santità” ha preso in debita considerazione il nuovo male della società cristiana. Un male ormai incancrenito che non vede nessuna svolta positiva, vissuto da tutti i giovani fino a quando il Governo o un Governo non si assume le dovute responsabilità, un clima di disagio e di incertezza. Militari con le stellette che sono stati beffati da una finanziaria che ha visto la stabilizzazione dei colleghi delle altre forze armate e forze di polizia e di tutto il pubblico impiego in genere. Battezzati ormai come Figli di un Dio Minore, che hanno perso la volontà e la forza di credere in un futuro dignitoso. E’ impossibile pensare che un Governo, organo esecutivo e propositivo della Nazione, non riesca a tutelare indistintamente tutti i cittadini italiani, un principio costituzionalmente garantito, dandogli la possibilità di crearsi un futuro, una famiglia e non valutando questo grave fenomeno ma lasciandolo a latere, come se non esistesse!!!
Come si può, Cari Politici, non affrontare seriamente questo problema? Come si fa a negare la possibilità di un futuro a chi ormai ha 30-40 anni e vive pensando che forse dovrà ricercare una nuova occupazione? Vi ricordo che come Sua Santità dice “Si sta compromettendo la società” io ribadisco che state compromettendo la società!Siamo tutti bravi a gridare “No! Al precariato”, ma non bisogna farlo solo sui palchi durante qualche manifestazione necessaria ad attirare solo consensi elettorali, ma nell’aula del Parlamento l’unica sede legittimata ad assumersi questa responsabilità. Sbattiamo i pugni sul tavolo, poiché qui non si tratta di far passare qualche emendamento ma qui si parla del futuro dei nostri Giovani, senza dimenticare che la loro stabilità economica e professionale è la certezza dell’Italia.
C.le VFP4 GENTILE Francesco

SINDACATI DI POLIZIA ACQUISTANO UNA PAGINA DEI QUOTIDIANI NAZIONALI


Lettera al Presidente del Consiglio


la Rappresenta Militare non serve? Sopprimiamola per decreto !

Dopo la quasi certezza di conversione il Legge del decreto legge 112 del 25 giugno 2008 dove in particolar modo gli articoli dal 65 al 72 riguardano il personale delle Forze Armate e le forze di polizia, il Governo prima della sua presentazione non ha ritenuto necessario convocare le Rappresentanze Militari, e neppure successivamente se non per comunicare loro che il decreto non sarebbe stato emendatale. Io dico giustamente il Governo ha agito secondo la legge in quanto la rappresentanza Militare esprime pareri e proposte almeno cosi è sancito dall’articolo 9 del R.A.R.M. Competenze del Cocer “ Il Cocer, formula pareri, proposte e richieste su tutte le materie che formano oggetto di norme legislative o regolamentari circa la condizione, il trattamento, la tutela di natura giuridica, economica, previdenziale, sanitaria, culturale e morale dei militari”.
Sicuramente posso pensare che il Governo ha mancato di tatto in quanto alcuni degli articoli riguardano tutte quelle materie di competenza della Rappresentanza Militare e del Cocer in particolare. Ma se fosse vero che il costo annuo a carico del Ministero della Difesa per il Funzionamento della rappresentanza Militare e di 40 milioni di euro mi sembra irragionevole che il ministero della difesa spenda una somma cosi elevata per delle semplici “Consulenze “ Che il Ministro della Funzione Pubblica On.Brunetta e il Ministro del Tesoro On: Tremonti farebbero bene a sopprimerla per Decreto Legge assumendo magari un paio di consulenti con una spesa decisamente inferiore e magari dedicare queste cifre considerevoli per i rinnovi contrattuali . Infine sempre per decreto legge concedere il diritto “Sindacale “ ai lavoratori militari che tanto non costa niente in quanto e totale carico degli stessi lavoratori Militari.
Cagliari, 30.07.2008
Erasmo Paolo

Lettera a sua Santità - PAPA Benedetto XVI

Santità Reverendissima,
Le rivolgiamo questo appello, noi genitori dell’Associazione Genitori dei Precari delle Forze Armate, per dar voce a tanti giovani d’Italia ai quali sono stati negati i più elementari diritti di tutela e dignità, assicurati dalle leggi dello Stato italiano, ad altri lavoratori cosiddetti "civili"; essi, in numero di poche centinaia, pur vincitori di pubblico concorso con contratto a tempo determinato, non hanno ottenuto il trattenimento in servizio, propedeutico alla stabilizzazione del proprio lavoro come previsto dalla Legge Finanziaria 2007, al comma 519; trattenimento concesso a tanti alti precari della pubblica amministrazione, Carabinieri compresi.
La figura del precariato al quale sono sottoposti i nostri figli, è figlio della cattiva gestione del personale intrapresa dalle Forze Armate che bandiscono tutt’oggi concorsi "usa e getta", creando così solo nuovi precari; tale sistema in Italia è favorito dalla formale e cavillosa interpretazione giuridica di leggi, da parte degli alti ufficiali degli Stati Maggiori della Difesa -"Autentica loggia massonica"- che producono risultati di palese iniquità per il futuro di molti giovani.
I nostri figli, tra le migliori e preparate gioventù d’Italia, sono stati messi sulla strada dallo stato dopo 3÷5 anni di servizio, senza ricevere alcun trattamento di fine rapporto, senza ottenere il riconoscimento di indennità di disoccupazione; tali ammortizzatori sociali sono riconosciuti a tutti i lavoratori!
Esponenti autorevoli della nostra generazione, carichi di diritti e stipendi elevatissimi, negano alle generazioni future la possibilità di costruirsi un futuro dignitoso ed una Famiglia, in un percorso già reso difficile da tante avversità e mali sociali.
Come potranno i nostri figli, nel tempo che verrà, avere riconoscenza per i loro padri?
Come potranno i nostri figli avere rispetto per coloro che oggi hanno così disposto della loro vita futura, negandogli tanti diritti elementari?
Saranno i giovani dei Cristiani così forti, nonostante gli insegnamenti ricevuti, da perdonare questa "Via Crucis" loro inflitta con tanta inaudita leggerezza?
Come potranno insegnare ad altri esseri umani la speranza di fede, di una vita migliore, nel momento in cui si affacciano nel cammino della vita?
E perdoni noi, Santità Reverendissima, che ricerchiamo per i nostri Figli il conforto di una Sua Parola nelle sedi che riterrà più opportune.
IL PRESIDENTE
Antonio CURCIO