“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono i meriti. E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla" (Albert Einstein 1879-1955)
Questo Blog nasce con il preciso intento di far sentire la propria voce ed esprimere il proprio pensiero liberamente e democraticamente.

...la flessibilità è una caratteristica meritevole, la precarietà è uno stato di sofferenza...
"Esorto tutti ad una presa di coscienza, esorto tutti a non subire un trattamento ignomignoso. Invito tutti a non subire gli eventi ma partecipare agli stessi. Bisogna portare ogni vicenda, ogni torto, ogni intento dilatorio dinanzi alle sedi giudiziarie ed in tutti i gradi del giudizio. Bisogna essere uniti e partecipi."
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STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE

La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.

L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.

Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.

La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.

Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto

Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.

Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.

Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.

Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.

Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.

A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.

Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.

Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.

A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.

Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.

Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.


Assunzioni connesse con la professionalizzazione

La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:

· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;

· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;

tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).

Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):

· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,

· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,

· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,

Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· 4.021 unità nell'anno 2005;

· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;

· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.

Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.

Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:

· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,

· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,

In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:

· 200 unità nell'anno 2005;

· 235 unità negli anni 2006 e 2007;

· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.

Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).

Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.

Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.

Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:

a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;

b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;

c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.

Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.

Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.

Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.

Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.

Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).

La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".

Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.

Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!

Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.

Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.

Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.

Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.

Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.

Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.

Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).

Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.

D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.

Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.

Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.

Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.

Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.

Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.

Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.

Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.

Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.

Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.

Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.

Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.

In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.

mercoledì 30 luglio 2008

martedì 29 luglio 2008

Sindacati di polizia e Co.Ce.R. uniti contro l’azione del Governo

LE RAGIONI DELLA PROTESTA: DOCUMENTO CONGIUNTO DI TUTTI I RAPPRESENTANTI SINDACALI DELLE FORZE DI POLIZIA E DELLE FORZE ARMATE

Con la conversione in legge alla Camera dei Deputati del Decreto Legge nr. 112 (emanato dal Governo il 25 giugno scorso riguardante la manovra correttiva del bilancio dello Stato per il triennio 2009/2011), sono stati confermati i tagli alla sicurezza per 3,5 miliardi di euro nel prossimo triennio, ponendo a rischio la possibilità di continuare a mantenere livelli accettabili di sicurezza e di tutela per i cittadini.
Ancora una volta, tutti i sindacati delle Forze di Polizia e Co.Ce.R. dell’intero Comparto sicurezza e difesa, in rappresentanza dei 500.000 operatori della sicurezza e della difesa italiani, lanciano l’ultimo allarme prima della conversione definitiva in legge del provvedimento che avverrà al Senato della Repubblica nei prossimi giorni.Siamo costretti a protestare contro l’operato del Governo:

1. PERCHE’ sono stati previsti “tagli” nel triennio per oltre tre miliardi di euro sui capitoli di spesa della “sicurezza” e della "difesa" delle Amministrazioni dello Stato. Questi “tagli” impediranno l’acquisto di autovetture, di mezzi, di strumenti utili per svolgere il servizio nonché la possibilità di avere risorse sufficienti e necessarie per le attività addestrative, per i corsi di formazione, per rinnovare le armi in dotazione, per l’acquisto di munizioni, delle divise e per la ordinaria manutenzione degli uffici e delle infrastrutture, in particolare quelle di accesso al pubblico, che diventeranno sempre più fatiscenti.
2. PERCHE’ è stata prevista la riduzione complessiva nel triennio dell’organico delle Forze di Polizia e delle Forze Amate di circa 40.000 operatori dovuta sia al mancato turn over del personale che alla “nefasta” previsione di sospensione volontaria dal servizio e/o collocamento “coatto” in pensione per anzianità “contributiva. Di conseguenza saranno migliaia le pattuglie e gli operatori in meno sul territorio con conseguente riduzione dei servizi e dei controlli ed una oggettiva riduzione della capacità operativa e d’intervento sul territorio delle forze dell’ordine e delle forze armate;
3. PERCHE’ vengono emanati nuovi provvedimenti legislativi che attribuiscono nuove incombenze alle forze dell’ordine e alle forze armate e contemporaneamente si adottano solo “tagli”di spesa;
4. PERCHE’ è prevista la riduzione del 50% all’anno di stanziamenti per remunerare le indennità direttamente connesse all’operatività, che come è noto incidono direttamente sui servizi in strada e sul controllo del territorio, per la sicurezza interna ed internazionale del Paese, mentre si conferma la mancata previsione di interventi di detassazione del lavoro straordinario, già concesso al settore privato, e/o delle indennità accessorie;
5. PERCHE’ è prevista la riduzione del 40% della retribuzione accessoria in caso di malattia, anche per infortuni sul lavoro con una penalizzazione economica addirittura superiore agli altri pubblici dipendenti;
6. PERCHE’ non sono previsti il riconoscimento per legge né il finanziamento della “specificità” degli appartenenti alle forze dell’ordine e alle forze armate, né risorse per la formazione e per la riforma ordinamentale del personale;
7. PERCHE’ il provvedimento contiene decisioni che vanno in netta controtendenza con l’obbiettivo dichiarato di collocare sicurezza e difesa in cima alle priorità dell’azione di governo, quale indispensabile premessa della possibilità di sviluppo di questo Paese.
Per questa ragione, per ripristinare condizioni di piena funzionalità operativa degli apparati e continuare a garantire la sicurezza dei cittadini:
C H I E D I A M O

1. il riconoscimento per legge ed il finanziamento della “specificità” del Comparto sicurezza e difesa;
2. adeguate risorse economiche per il rinnovo del contratto di lavoro del Comparto sicurezza e difesa;
3. l’eliminazione per il 2009 dei “tagli” per la sicurezza e la difesa con la conseguente apertura di un tavolo di confronto per razionalizzare in prospettiva futura la spesa e per introdurre riforme organizzative che possano eliminare gli attuali sprechi gestionali;
4. la copertura totale del “turn over”nelle forze di polizia ed una diversa modalità applicativa del collocamento a riposo d’Ufficio in prossimità del raggiungimento dei limiti d’età rispetto a quello che si intende prevedere per il pubblico impiego;
5. un trattamento diverso per gli operatori della sicurezza e della difesa per le assenze per malattia che al momento si vedrebbero decurtare la retribuzione giornaliera fino alla metà, tra l’altro anche per assenze connesse a fatti accaduti in servizio;
6. l’eliminazione del taglio sulle risorse per la professionalizzazione;
7. il mantenimento della contrattazione e la detassazione della retribuzione accessoria;
8. il riordino delle funzioni e delle carriere necessario per conseguire un sistema più efficiente, in grado di garantire maggiori operatività e produttività;
9. l’attuazione della previdenza complementare per gli operatori dell’intero Comparto sicurezza e difesa, la sanatoria del pregresso ed il mantenimento dei trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendenti da causa di servizio;
10. la riforma della Dirigenza del Comparto.

Premesso quanto sopra, è doveroso per noi tutti lanciare un grido d’allarme, nella speranza che il senso dello Stato induca il Governo a cambiare subito e radicalmente la propria politica sulla sicurezza e sulla difesa, modificando in sede di conversione in legge il contenuto del decreto.
Altrimenti i sindacati del comparto saranno costretti ad una imponente, motivata, giustificatissima manifestazione di protesta.

lunedì 28 luglio 2008

Legislatura 16º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 15 del 23/07/2008

Audizione Capo SMD - Gen. Vincenzo CAMPORINI

MANOVRA: PDCI, BERLUSCONI MASSACRA I PRECARI PER COLPIRE ART. 18

(ASCA) - Roma 28, lug - Il Pdci boccia la ''norma anti-precari'' e invita tutti i lavoratori alla mobilitazione. ''Il disegno e' chiaro e lo si capisce dalle dichiarazioni di alcuni esponenti dell'attuale maggioranza: il governo Berlusconi massacra i precari per cancellare il cuore dello Statuto dei lavoratori, quell'articolo 18 tanto odiato da Confindustria''. E' quanto afferma Pino Sgobio, della segreteria nazionale del Pdci ed ex capogruppo del partito alla Camera.''Arrivati a questo punto, nefandezza dopo nefandezza, c'e' da chiedere ai sindacati: cosa altro deve succedere per proclamare lo sciopero generale contro le politiche antisociali del governo? I lavoratori non ne possono piu' e tutto lascia prevedere un autunno bollente'', prosegue Sgobio. Il segretario del Pdci, Manuela Palermi, replica invece al presidente della commissione bilancio della camera Giorgetti: ''la sinistra non si e' opposta al testo contro i precari, perche' la sinistra non e' in Parlamento e non puo' chiamare di sinistra il Pd''.''Ricordo ancora a Giorgetti, a tutto il Pdl e al Pd che l'unica volta che il parlamento ha legiferato una cosa di sinistra per i lavoratori, e cioe' la stabilizzazione di tutti i precari delle pubbliche amministrazioni, questo e' avvenuto con il passato governo Prodi e grazie ad una battaglia portata avanti dal Pdci e da tutta la sinistra alternativa. Oggi - conclude il segretario del Pdci - assistiamo ad un duro attacco ai lavoratori precari portato avanti nella piu' totale indifferenza. E' necessario, invece, essere al fianco dei lavoratori e dei sindacati per ostacolare una norma iniqua e che tanto piace a Confindustria''.

Norma anti-precari. Verso la modifica al Senato

Sulla norma 'anti-precari' il governo è andato in difficoltà.
Negli ultimi due giorni sono state roventi le polemiche sull'emendamento alla manovra economica - proposto da deputati della maggioranza in Commissione Bilancio alla Camera - che prevede l'abolizione dell'obbligo di assunzione a tempo indeterminato per i lavoratori con contratto a termine che abbiano fatto ricorso e ottenuto da un giudice del lavoro sentenza favorevole. Ed è lo stesso esecutivo, almeno in parte , a prendere le distanze.
Dal ministero del Welfare fanno sapere che 'si tratta di un emendamento nato in ambito parlamentare.
Non è del governo, né tanto meno del ministro Sacconi'.
Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, fa sapere che quella norma 'va rivista': 'E' un emendamento parlamentare - ha spiegato - voluto per risolvere i problemi che riguardavano la stabilizzazione di contratti atipici, che avrebbe avuto un peso insostenibile per molte aziende'.
Il ministero del Welfare, dal canto suo, aveva anche precisato che l'emendamento riguarderebbe 'solo il contenzioso in corso e mai il futuro e solo le irregolarità'.
Il governo lascia intendere che al Senato la norma potrà essere rivista o cancellata, delegando la materia al "dibattito parlamentare" e alla dialettica tra maggioranza e opposizione.
Non è un mistero che l'emendamento sia motivato da una richiesta di Poste Italiane, ente che dal 2005 a oggi ha assunto più di 17 mila dipendenti a causa di sentenze della magistratura.
La misura approvata dalla Camera sostitusce l'assunzione con un indennizzo che va da un minimo di due mensilità e mezzo a un massimo di sei.
Ma, eccezione fatta per la Confindustria che approva, la levata di scudi è stata generale.
Soprattutto, com'è ovvio, da parte dei sindacati, che bocciano l'emendamento con unanimità di toni e di critiche.
Per Guglielmo Epifani la norma sui precari ''e' incostituzionale''. E' un provvedimento che ''abbassa le tutele dei lavoratori e ora, giustamente, tutto il paese si e' indignato''.
Il segretario generale della Cgil, in una intervista a La Stampa sottolinea che l'emendamento alla finanziaria per cancellare l'obbligo di assunzione a tempo indeterminato, in caso di sentenza favorevole ''e' la prova che quando c'e' da scegliere imprese e lavoratori questo governo sceglie le prime''.
Nel caso delle Poste, spiega il segretario, se c'e' una responsabilita' ''e' dell'impresa. E' stata lei che ha commesso un abuso, non il lavoratore. E' uno strano modo di interpretare la giustizia: si aiuta che ha commesso l'illegittimita' e invece si colpisce che e' dalla parte della ragione''.
L'emendamento sui precari 'e' un errore che il Governo Berlusconi vuole fare scavalcando le parti sociali e le buone norme costruite insieme al precedente governo'.
E' questo il giudizio del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, in una intervista a Repubblica, sulla 'bufera' precari. 'Non si puo' impedire a un magistrato di intervenire di fronte a un caso di ingiustizia lavorativa. Spero che l'esecutivo rimetta le parti intorno ad un tavolo e faccia produrre un progetto comune'.
'E' l'ennesimo inutile attacco al mondo del lavoro'.
E' la valutazione del segretario generale dell'Ugl, Renata polverini, in una intervista al Corriere della Sera. 'Il criterio - ha aggiunto - e' purtroppo sempre lo stesso.
Dove c'e'un problema da risolvere, il governo interviene comprimendo i diritti dei lavoratori, schiacciandoli. Lo ha gia' fatto con gli stipendi dei dipendenti pubblici. Qualcuno che lavora male?
Si toglie il salario di produttivita' a tutti. E siamo gia' sotto tiro nella sanita', nella scuola, nei contratti'. Per il segretario generale dell'Ugl 'l'impressione e' che ci sia un accanimento sul mondo del lavoro'.
(rassegna.it, 28 luglio 2008)

sabato 26 luglio 2008

UN DOVEROSO CHIARIMENTO

Alla luce di nuove inziative, non nostre, delle quali, peraltro, non riusciamo a comprendere quale sia il tanto entusiasmo da cui è contornato, ci sentiamo in dovere di specificare alcune situazioni che potrebbero creare confusione.

La nostra strada prevede, a settembre, un chiarimento con l'organo esecutivo, il Governo, in quanto la normativa di riferimento è già presente.

Dato che abbiamo vissuto sulla nostra pelle i vuoti legislativi delle varie forme di assunzione precarie dei militari, ed è stata riconosciuta obsoleta e non in linea con i principi dell'"essere militare" la normativa esistente, collaboreremo affinchè la stessa si perfezioni.

Sul tavolo delle trattative, inoltre, verranno discussi alcuni argomenti, tra i quali il principale, per quel che ci riguarda, è il rientro in servizio, e/o la stabilizzazione, da definire nel dettaglio, che coinvolgerà, tutto il personale reclutato ai sensi del D.lgs 215/2001, artt. 22-23-25.

Ogni altra inziativa "ex novo" che partisse dall'organo legislativo, oltre ad avere un inter lungo e dall'esito incerto, che servirebbe solo a far passare tempo e raccogliere consensi per le future elezioni, intaserebbe l'enorme numero di norme che già c'è nella gestione dell'arruolamento dei militari. Oltre al fatto che, l'esperimento di nuovi DDL o PDL, già presentati nella precedente legislatura, risulterebbero obsoleti e non in linea con il nuovo modello di difesa a cui tutti dovrebbero allinearsi.

Fermo restando la libertà di pensiero di ognuno, alla luce di quanto detto ci dissociamo da tale inziativa che appare più strumentale a secondi fini che non al progetto ed alla volontà della maggioranza di tanti colleghi di riuscire ad essere stabilizzati.

venerdì 25 luglio 2008

IMMIGRAZIONE, GOVERNO PROROGA STATO EMERGENZA

ROMA - Una polemica, quella scatenata oggi dall'opposizione sulla proroga allo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per fronteggiare quello che viene definito un'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari, "degna della peggiore politica italiana".
Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa al Viminale, a proposito del provvedimento che estende a tutto il territorio nazionale le norme limitate a tre regioni. Infatti, puntualizza ancora il ministro, Minniti dovrebbe sapere bene che si tratta "di una procedura che ha avuto inizio nel marzo 2002 ed è stata ripetuta ogni anno per ben tre volte fino al 2007 anche dal governo Prodi.
Proprio quest'ultimo - puntualizza ancora Maroni - decretò l'ultima proroga il 14 febbraio scorso". Il titolare del Viminale fa sapere che la prossima settimana riferirà in Parlamento, anche se "é tutto nato da una polemica inutile in quanto nessuno del governo Prodi ha mai dovuto riferire su tale ordinanza".
Maroni ha reso noto inoltre di aver avuto oggi un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Napolitano: "Gli invierò tutta la documentazione che dimostra come si tratta appunto di una proroga".
Il problema è, continua Maroni, che "ogni volta che si parla di immigrazione la sinistra insorge. Chi oggi si strappa i capelli, come Minniti, ha forse detto qualcosa in passato?".
La presidenza della Camera ha contattato il governo per chiedere che intervenga a Montecitorio, in aula o in commissione, sulla vicenda dell'emergenza immigrazione, all'inizio della prossima settimana, al massimo entro martedì."
Poiché non é una decisione ordinaria, è assolutamente necessario che il governo spieghi immediatamente al Paese e al Parlamento le ragioni, le modalità e la finalità di tale iniziativa", dice Minniti, ministro dell'Interno del governo ombra del Pd.
Stessa richiesta viene dall'Udc. "Non vorremmo che fosse l'ennesimo spot del governo", dice il segretario Lorenzo Cesa. "Se c'é un forte fenomeno che riguarda la clandestinità - aggiunge - se ne discuta in Parlamento".Un "clima da stato di polizia".
Rosy Bindi, vicepresidente della Camera, dice che "di emergenza in emergenza, il governo continua ad alimentare la paura anziché risolvere i problemi. Dopo la blindatura della giustizia con l'immunità per il capo del governo e dopo la militarizzazione dei cassonetti e della manovra Finanziaria, ecco lo stato di emergenza in tutto il paese per gli immigrati". "Ma - si domanda Bindi - dove sono le masse di clandestini che premono alle porte delle nostre città? E quali sono i rischi per l'ordine pubblico? La realtà per questo governo non conta. Conta invece l'effetto degli annunci che servono a giustificare un clima da Stato di polizia, più o meno palese. Si crea l'illusione che gli immigrati siano il problema numero uno, dimenticando il contributo di tanti lavoratori extracomunitari, e copre così l'incapacità di rispondere alle difficoltà economiche e sociali di milioni di famiglie"."Sono del tutto pretestuose le polemiche contro il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri", afferma Fabrizio Cicchitto, Presidente dei Deputati del Pdl che aggiunge: "La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti.
Il provvedimento non risponde soltanto agli interessi degli italiani ma va a favore anche degli stessi cittadini stranieri che svolgono una regolare attività in Italia. Non si deve dimenticare inoltre - conclude - che questa situazione emergenziale è già stata dichiarata, con varia estensione territoriale, sia da Governi di centro-destra che da quelli di centro-sinistra". Il Viminale parla di un provvedimento tecnico, già adottato in passato, che serve a poter adottare "procedure accelerate per la gestione dei nuovi centri d'accoglienza nonché interventi di manutenzione ordinaria in strutture soggette a quotidiano degrado". "C'é un allarme democratico e nella conferenza dei presidenti di regione io proporrò di impugnare questa decisione presso la Corte Costituzionale", fa sapere il governatore della Puglia e candidato alla guida di Rifondazione Nichi Vendola. Intanto il congresso di Rifondazione Comunista ha approvato all'unanimità un ordine del giorno contro la decisione del governo.
Reazioni arrivano subito anche dalle organizzazioni umanitarie internazionali. La situazione degli arrivi di immigrati in Italia, e in particolare a Lampedusa, è "stabile e strutturale dal 2002" e non si può parlare di emergenza, dice all'ANSA Loris De Filippi, responsabile delle operazioni di Medici senza Frontiere in Italia. "Siamo scossi e sconcertati", esordisce De Filippi. "Stiamo attenti - ammonisce - a non porre una cortina di ferro nel Mediterraneo. Speriamo che la società civile reagisca - conclude - a quella che sembrerebbe una cinica scorciatoia politica per far funzionare meglio il pacchetto sicurezza".

giovedì 24 luglio 2008

Incontro con il Capo Segreteria del Ministro della Difesa


Il 23 luglio 2008, dalle ore 16,00 alle 17,00, ha avuto luogo l’incontro programmato fra il SUPU e Comitato Precari con il dott. Petri.
Ha partecipato la seguente delegazione:
Antonio Pappalardo, Presidente del SUPU;
Arturo Malagutti, Vice Presidente del SUPU;
Umberto Tagliacozzi, Segretario Generale del SUPU/Forze Armate;
Nicola Luisi, Membro del Direttivo nazionale del SUPU;
Rocco Morea, Presidente del Comitato Precari delle Forze Armate - Segretario Nazionale del SUPU/Comparto Precari ;
Antonio Curcio, Presidente Associazione Genitori Precari delle Forze Armate;
Il Generale Pappalardo ha esposto le seguenti problematiche:
- revisione del concetto del lavoro determinato nelle Forze Armate dopo la professionalizzazione del personale militare;
- eliminazione di ogni forma di precariato nelle Forze Armate, con graduale stabilizzazione di tutti gli ufficiali interessati;
- attribuzione della specificità al personale militare;
- mantenimento dei diritti acquisiti ai militari, come la pensione privilegiata;
- reintroduzione del diritto alle cure termali, con prestazioni di vitto e di alloggio a carico dell’amministrazione;
- ricerca di soluzioni migliorative del problema degli alloggi;
- valorizzazione dell’ausiliaria;
- eliminazione di sperequazioni, come per le indennità di buonuscita;
- rivalutazione dei trattamenti pensionistici.
Il dott. Petri ha riferito che:
- occorre, dopo la professionalizzazione delle Forze Armate, rivedere tutti i concetti relativi al rapporto di lavoro con il personale;
- il "mestiere delle armi" non si può assimilare a quello degli altri pubblici impiegati, per cui occorre prevedere un rapporto di specificità con il personale militare;
- il precariato nelle Forze Armate, in questa visione, non può essere consentito, per cui il Governo ha già allo studio forme di intervento nel settore;
- tutti i problemi dei pensionati militari sono alla più attenta valutazione del Ministero della Difesa.
Il dott. Petri ha concluso riferendo che tutte le problematiche esposte saranno esaminate in un tavolo di lavoro tecnico, istituito, che comincerà ad operare dal prossimo mese di settembre.
I componenti della delegazione si sono dimostrati soddisfatti.

martedì 22 luglio 2008

DISEGNO DI LEGGE N. 152 d’iniziativa del senatore RAMPONI

Nuove norme in materia di personale in servizio permanentedelle Forze armate e di tutela del personale femminile delle Forze armate

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge è finalizzato ad evitare talune sperequazioni ancora esistenti tra il personale in servizio permanente delle Forze armate che partecipa ai concorsi interni per l’avanzamento verticale. Inoltre, introduce correttivi necessari per la tutela del personale femminile recentemente entrato a far parte delle Forze armate.
Il comma 1 dell’articolo 1 è finalizzato ad allineare talune previsioni, attualmente vigenti, fra il personale militare (ufficiali in ferma prefissata, marescialli, sergenti che vengono immessi nel ruolo degli ufficiali del ruolo speciale) anche ai volontari in servizio permanente che partecipano al concorso nei ruoli sergenti delle Forze armate. In particolare si prevede la nomina a Sergente per i vincitori dei concorsi all’inizio e non alla fine del corso applicativo, la durata dello stesso corso non superiore ai tre mesi invece degli attuali dieci mesi circa e il rinvio al corso successivo e la tutela giuridica per le donne che, vincitrici del concorso, non possono frequentarlo per impedimenti previsti dalla legge 30 dicembre 1971, n. 1204 (tutela della maternità). Il comma 2 è finalizzato ad ampliare, nei concorsi per i ruoli dei marescialli, l’entità dei posti che vengono riservati a scapito dei provenienti dai civili ai concorrenti già in servizio nelle Forze armate in qualità di sergenti o volontari in servizio permanente. In particolare, per gratificare personale in possesso di pregevole esperienza maturata nel corso degli anni, in operazioni di alta valenza tecnico-professionale, si eleva dal 30 per cento al 50 per cento l’entità dei posti riservati ai concorrenti provenienti dai militari in servizio, ripartendo tale incremento in parti uguali tra i concorrenti della categoria sergenti (+10 per cento) e della categoria volontari in servizio permanente (+10 per cento). Inoltre, si prevede che nei concorsi per l’immissione nel ruoli marescialli non vi siano più differenze culturali tra i concorrenti, che devono ora essere tutti in possesso del diploma di scuola media superiore. Contestualmente si prevede una sola graduatoria di fine corso per tutti i frequentatori, considerato che essi sono ora in possesso di uguali requisiti di accesso al concorso. L’insieme dei provvedimenti è privo di oneri finanziari aggiuntivi a carico dell’Amministrazione dello Stato poiché si prevedono minori spese rispetto alla situazione attuale.


DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.

1. Il comma 2 dell’articolo 10 del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 196, è sostituito dal seguente:
«2. I candidati utilmente collocati nella graduatoria di merito dei concorsi nominati sergenti sono ammessi a frequentare un corso applicativo di durata non superiore a tre mesi. L’anzianità relativa è rideterminata in base alla media del punteggio ottenuto nella graduatoria del concorso e di quello conseguito nella graduatoria di fine corso».
2. All’articolo 11 del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 196, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, lettera a), le parole: «70 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «50 per cento»;
b) al comma 1, lettera b), le parole: «30 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «50 per cento»;
c) al comma 3, lettera a), le parole: «10 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «20 per cento»;
d) al comma 3, lettera a), dopo il numero 3) è aggiunto il seguente: «3-bis) siano in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado»;
e) al comma 3, lettera b), le parole: «20 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «30 per cento».

Ministero Difesa - Rivendicazioni Sindacali

Signor Ministro della Difesa Ignazio La Russa,
Il SUPU (Sindacato Unitario Pensionati in Uniforme) nel porgerLe il proprio deferente saluto è particolarmente lieto della opportunità concessagli per segnalare alcune tematiche particolarmente avvertite dal personale del Comparto Sicurezza e Difesa.
Il SUPU, essendo per statuto apartitico, inquadra la sua azione a tutela dei cittadini rappresentati, esprimendo piattaforme programmatiche, con contenuti politici specifici, mirati a rappresentare il bisogno di tutela in particolar modo dei pensionati, che in occasione delle recenti elezioni politiche 2008 furono sintetizzati nel documento "Programma Politico Specifico" posto all’attenzione degli schieramenti politici, al fine di ottenere l’accoglimento dei principi generali espressi e l’inserimento delle specifiche richieste nei rispettivi programmi politici generali.
Nella consapevolezza di trovare in Lei un sicuro punto di riferimento per una categoria di pensionati, che in uniforme o divisa hanno servito lo Stato, in settori particolarmente delicati e mettendo a rischio la propria incolumità personale, dando in ogni circostanza prova di grande lealtà e costante fedeltà alle Istituzioni, oggi Le presentiamo alla Sua sensibilità alcuni dei punti salienti riguardanti il "Precariato nelle Forze Armate" e il "Miglioramento delle condizioni di vita dei pensionati".
A. Precariato nelle Forze Armate
Con l’eliminazione del servizio obbligatorio e con la professionalizzazione del personale militare, si riteneva che il lavoro a tempo determinato non fosse più permesso nelle strutture militari.
Invece, molti giovani vengono arruolati e trattenuti in servizio anche per oltre 4 anni, per essere poi collocati in congedo, senza una prospettiva futura. Per cui taluni si trovano in età avanzata (30/40 anni), anche con moglie/marito e figli, in una situazione di disoccupazione o sottoccupazione. Pensionati senza pensione.
Come il precedente governo ha fissato norme per l’eliminazione del precariato in ogni attività lavorativa, pubblica o privata, occorre stabilire il principio generale che, chiunque sia immesso nelle Forze Armate, dovrà, dopo aver superato il periodo minimo di prova o di apprendistato, essere trattenuto in servizio a tempo indeterminato con una possibilità di sviluppo di carriera. Tale diritto va riconosciuto e applicato retroattivamente.
B. Miglioramento delle condizioni di vita dei pensionati
Riconoscimento del rapporto di specialità degli appartenenti al Comparto Difesa con l’Amministrazione dello Stato, come stabilito nella sentenza n. 449 del 17/12/1999 della Corte Costituzionale, atteso il particolare status giuridico dei militari, che sono l’unica categoria, sia nel comparto pubblico che in quello privato, che non gode durante il servizio attivo di taluni diritti costituzionali, quali la sindacalizzazione e lo sciopero, anche in tempo di pace, atteso il loro sacro dovere di difendere la Patria.
Mantenimento dei diritti acquisiti nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche ai quali sia stata riconosciuta un’infermità dipendente da causa di servizio, con la:
Reintroduzione del diritto alle cure termali, eliminate a seguito della Legge 23/12/2005 n. 266 (Finanziaria 2006), con prestazioni sanitarie e di vitto e alloggio a carico dell’amministrazione pubblica, anche per infermità contratta in territorio nazionale;
Eliminazione dell’ Art. 70 del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112, che a decorrere dal 1 gennaio 2009 esclude l’attribuzione di qualsiasi trattamento economico aggiuntivo già previsto da norme di legge, che oltre a togliere alcuni sacrosanti e consolidati risarcimenti atti a compensare chi ha visto ridotta la salute per causa di servizio, potrebbe in fase esecutiva essere interpretato in senso restrittivo con l’eliminazione anche della Pensione Privilegiata Ordinaria.
Tali provvedimenti riduttivi, immotivati, improvvisi e senza alcuna concertazione con le parti, assumono aspetti antidemocratici e di devastante impatto socio economico, oltre a presentare anche aspetti di illegittimità costituzionale.
Si chiedono sacrifici a chi ha già sacrificato la salute per servizio, con una serie di patologie mediche di rilievo, sembra che i risarcimenti siano una concessione o un privilegio. Discriminando il personale nei confronti dei lavoratori del settore civile che godono di analogo emolumento vitalizio risarcitorio, si creano i presupposti per una serie infinita di possibili ricorsi.
Ricerca di soluzioni migliorative del drammatico problema degli alloggi in atto, palesemente carente, con particolare riferimento al personale in pensione, facilitando l’acquisto anche agevolato di abitazioni, avviando la dismissione di caserme, alloggi e strutture della Difesa non più necessari. L’obiettivo dichiarato di dare una casa a ogni militare, si chiede includa anche i pensionati.
Soluzione della problematica riguardante specificamente i Sottufficiali transitati nell’Ausiliaria dell’anno 2004, a cui a seguito di una norma entrata in vigore successivamente al loro pensionamento, sono stati tolti i benefici derivanti dall’Ausiliaria stessa (adeguamento al 70% del trattamento economico del pari grado in servizio) con duplice danno economico in quanto, nel periodo dell’Ausiliaria sono rimaste vigenti le trattenute previdenziali in conto Tesoro.
Esame approfondito per l’eliminazione di una serie di sperequazioni riguardanti il personale tutto riferite alla posizione temporanea di Ausiliaria, alla Indennità di buonuscita e al trattamento pensionistico, per usufruire di alcune indennità e trattamenti già previsti per legge ma attualmente esclusi a seguito di interpretazioni negative dell’Amministrazione.
Tutto ciò è finalizzato più che ad un miglioramento del tenore di vita, in particolare dei pensionati, ad evitare il reale, continuo e forte impoverimento delle pensioni, molto superiore all’inflazione, in contrasto con quanto affermato dalla Corte Costituzionale sull’esigenza che le stesse non debbano, nel tempo, perdere il loro potere d’acquisto. Altro che soluzione delle "pensioni d’annata".
Per tentare di risanare l’economia nazionale si è presa l’abitudine di agire con tagli, in particolare, su quei pensionati del Comparto Sicurezza e Difesa, indifesi e normalmente silenti per etica, i meno tutelati sotto il profilo dei diritti, in quanto unica categoria di lavoratori priva in servizio di sindacati e diritto di sciopero, senza reazioni concrete da parte di chi avrebbe il dovere istituzionale di tutelarli.
Il concetto sindacale italiano di opporsi sempre a tutto, non ci riguarda, non vogliamo fare la guerra continua al nostro datore di lavoro non riconoscendo le difficoltà del momento particolare, ma quale sindacato autonomo di categoria non possiamo che rappresentare le oneste richieste dei pensionati in uniforme, dimenticati dai vertici militari e dai politici. Non vorremmo essere costretti, pur non disponendo ora come allora della possibilità di scioperare, a manifestare nelle piazze e nella strade contro chi si è sempre presentato, anche alle recenti elezioni politiche, come il nostro referente.
Signor Ministro,
Le assicuriamo un atteggiamento propositivo, collaborativo e responsabile, ma nel contempo, Le chiediamo di avviare un percorso di approfondimento tecnico delle problematiche di interesse, quale segnale che possa restituire dignità al Comparto Sicurezza e Difesa che negli ultimi anni è stato abbandonato, da tutti.
Umberto Tagliacozzi
Segretario Nazionale SUPU

Atto Camera - Interpellanza urgente 2/00097 - Seduta 37 del 17/07/2008

ATTO CAMERA
INTERPELLANZA URGENTE 2/00097

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 37 del 17/07/2008
Firmatari

Primo firmatario: CARLUCCI GABRIELLA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'Data firma: 16/07/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
HOLZMANN GIORGIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MARINI GIULIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
DE ANGELIS MARCELLO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MAZZONI RICCARDO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MOLES GIUSEPPE
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
LAINATI GIORGIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
ROSSI LUCIANO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
ARACRI FRANCESCO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MONDELLO GABRIELLA
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
FOTI TOMMASO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
GHIGLIA AGOSTINO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
GRANATA BENEDETTO FABIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MURGIA BRUNO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MINARDO ANTONINO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
PALMIERI ANTONIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
COSENZA GIULIA
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
PAGANO ALESSANDRO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
BERTOLINI ISABELLA
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
BARBARESCHI LUCA GIORGIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
VELLA PAOLO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
GARAGNANI FABIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
BERGAMINI DEBORAH
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
MIGLIORI RICCARDO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
ZACCHERA MARCO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
FALLICA GIUSEPPE
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
BIANCOFIORE MICHAELA
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
PEPE ANTONIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
16/07/2008
REGUZZONI MARCO GIOVANNI
LEGA NORD PADANIA
16/07/2008
LUSSANA CAROLINA
LEGA NORD PADANIA
16/07/2008
BARBARO CLAUDIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
BARBIERI EMERENZIO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
PILI MAURO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
DE NICHILO RIZZOLI MELANIA
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
FOTI ANTONINO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
MOFFA SILVANO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
TADDEI VINCENZO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
MISTRELLO DESTRO GIUSTINA
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
VENTUCCI COSIMO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
SOGLIA GERARDO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
SPECIALE ROBERTO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
CENTEMERO ELENA
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
GUZZANTI PAOLO
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
LAZZARI LUIGI
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
NIRENSTEIN FIAMMA
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
LORENZIN BEATRICE
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
PETRENGA GIOVANNA
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
STASI MARIA ELENA
POPOLO DELLA LIBERTA'
17/07/2008
***
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLA DIFESA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 16/07/2008
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00097 presentata da GABRIELLA CARLUCCI giovedì 17 luglio 2008 nella seduta n.037
***
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
- l'articolo 1, comma 519, della legge finanziaria per il 2007 prevede che una quota pari al 20 per cento del fondo di cui al comma 513 è destinata alla stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno 3 anni anche non continuativi o che, consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006, o che sia stato in servizio per almeno tre anni non continuativi del quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge;
- le amministrazioni interessate, nelle more di conclusione della procedura di stabilizzazione, continuano ad avvalersi del personale di cui all'articolo 1, comma 519, della predetta legge e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, in servizio al 31 dicembre 2006;
- in ragione del predetto comma sono soltanto gli Ufficiali in ferma prefissata delle Forze armate e dell'Arma dei Carabinieri ad essere stati prioritariamente individuati; - a tutt'oggi soltanto l'Arma dei Carabinieri ha provveduto a trattenere in servizio, per avviare successivamente le procedure di stabilizzazione, i propri Ufficiali ausiliari;
- per quanto concerne la Marina militare ed il Corpo delle Capitanerie di porto, i relativi Ufficiali in ferma prefissata sono stati già inviati in congedo, con esclusione degli appartenenti al 7° corso perché in servizio sino al mese di marzo 2009, nonostante possedessero i requisiti richiesti per il passaggio nei ruoli al momento dell'entrata in vigore della predetta legge finanziaria;
- in particolar modo per quanto riguarda gli Ufficiali in ferma prefissata della Marina militare, si è registrata la mancata rafferma annuale degli ufficiali appartenenti 5° e 6° corso AUFP;
- la legge n. 296 del 2006 finanziaria 2007, autorizza l'impiego e il pagamento delle spese per un numero massimo di ufficiali ausiliari da mantenersi in servizio come forza media per l'anno 2007;
- il numero massimo degli ufficiali ausiliari è stabilito in 491 per la Marina militare e 250 per la Capitaneria di Porto;
- a causa dei continui congedi il numero degli ufficiali ausiliari in servizio è di gran lunga inferiore al numero massimo stabilito, per effetto della mancanza dei corsi ufficiali successivi al 7° AUFP ed alla mancata rafferma degli ufficiali del 5° e 6° corso AUFP;
- l'ufficio legislativo del Ministero della difesa, in data 4 gennaio 2007, aveva scritto in una nota esplicativa agli Stati maggiori affermando, a proposito dei contenuti della legge finanziaria 2007, che il comma 519 dell'articolo unico dispone la proroga della ferma prefissata degli Ufficiali ausiliari aventi i richiesti requisiti nelle more della procedura di stabilizzazione;
- il Governo precedente, solo a parole si è impegnato a risolvere il problema della precarietà nella pubblica amministrazione, ma di fatto tale dicastero rientra tra quelli con il maggior numero di lavoratori precari;
- il neo sottosegretario di Stato alla difesa onorevole Giuseppe Cossiga, era stato già investito dell'argomento, e dal medesimo in sede parlamentare è pervenuto ampio sostegno -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato circa la corretta applicazione della legge, con particolare riguardo alla prevista stabilizzazione del personale UFP della Marina militare a partire dal personale congedato nell'anno 2007.
(2-00097)
«Carlucci, Holzmann, Giulio Marini, De Angelis, Mazzoni, Moles, Lainati, Luciano Rossi, Aracri, Mondello, Tommaso Foti, Ghiglia, Granata, Murgia, Minardo, Palmieri, Cosenza, Pagano, Bertolini, Barbareschi, Vella, Garagnani, Bergamini, Migliori, Zacchera, Fallica, Biancofiore, Antonio Pepe, Reguzzoni, Lussana, Barbaro, Barbieri, Pili, De Nichilo Rizzoli, Antonino Foti, Moffa, Taddei, Mistrello Destro, Ventucci, Soglia, Speciale, Centemero, Guzzanti, Lazzari, Nirenstein, Lorenzin, Petrenga, Stasi».

Resoconto della seduta N. 38 del 15/07/2008 - Senato

D'AMBROSIO LETTIERI - Al Ministro della difesa - Premesso che:
l'articolo 1, comma 519, della legge finanziaria per il 2007 prevede che una quota pari al 20 per cento del fondo di cui al comma 513 è destinata alla stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006, o che sia stato in servizio per almeno tre anni non continuativi del quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della legge;
le amministrazioni interessate, nelle more della conclusione della procedura di stabilizzazione, continuano ad avvalersi del personale di cui all'articolo 1, comma 519, della predetta legge e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, in servizio al 31 dicembre 2006;
in ragione del predetto comma sono soltanto gli ufficiali in ferma prefissata delle Forze armate e dell'Arma dei Carabinieri ad essere stati prioritariamente individuati;
a tutt'oggi soltanto l'Arma dei Carabinieri ha provveduto a trattenere in servizio, per avviare successivamente le procedure di stabilizzazione, i propri ufficiali ausiliari;
per quanto concerne la Marina militare ed il Corpo delle Capitanerie di porto, i relativi ufficiali in ferma prefissata sono stati già inviati in congedo, con esclusione degli appartenenti al 7° corso perché in servizio sino al mese di marzo 2009, nonostante possedessero i requisiti richiesti per il passaggio nei ruoli al momento dell'entrata in vigore della predetta legge finanziaria;
in particolar modo, per quanto riguarda gli Ufficiali in ferma prefissata della Marina Militare, si è registrata la mancata rafferma annuale degli ufficiali appartenenti al 5° e 6° corso Allievi ufficiali in ferma prefissata (AUFP);
la legge finanziaria per il 2007 autorizza l'impiego e il pagamento delle spese per un numero massimo di ufficiali ausiliari da mantenersi in servizio come forza media per l'anno 2007;
il numero massimo degli ufficiali ausiliari è stabilito in 491 per la Marina militare e 250 per il Corpo delle Capitanerie di porto;
a causa dei continui congedi, il numero degli ufficiali ausiliari in servizio è di gran lunga inferiore al numero massimo stabilito, a causa della mancanza dei corsi ufficiali successivi al 7° AUFP ed alla mancata rafferma degli ufficiali del 5° e 6° corso AUFP;
l'ufficio legislativo del Ministero della difesa, in data 4 gennaio 2007, aveva scritto in una nota esplicativa agli Stati Maggiori affermando, a proposito dei contenuti della legge finanziaria per il 2007, che il comma 519 dell'articolo unico dispone la proroga della ferma prefissata degli ufficiali ausiliari aventi i richiesti requisiti nelle more della procedura di stabilizzazione;
già il Governo precedente si era impegnato a risolvere il problema della precarietà nella pubblica amministrazione, ma di fatto il Ministero della difesa rimane tra quelli con il maggior numero di lavoratori precari,
si chiede di sapere quali siano gli intendimenti del Ministro in indirizzo circa la corretta applicazione della legge, con particolare riguardo alla prevista stabilizzazione del personale UFP (Ufficiali in ferma prefissata) della Marina militare a partire dal personale congedato nell'anno 2007.
(4-00344)

Resoconto della seduta N. 30 del 02/07/2008 - Senato

MALAN - Al Ministro della difesa - Premesso che:
il problema della stabilizzazione, ossia la conversione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, degli ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei carabinieri è stato trattato e analizzato già dal 2006 con una serie di provvedimenti normativi, attraverso i quali il legislatore è intervenuto con la finalità di sanare situazioni che si protraggono da lungo tempo e che hanno disatteso il sistema di provvista di personale nelle pubbliche amministrazioni;
in particolare, la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), all'articolo 1, comma 519, prevedeva, per l'anno 2007, la stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni e la legge 24 dicembre 2007, n. 244, (legge finanziaria per il 2008), all'articolo 3, comma 93, prevedeva il collocamento in soprannumero rispetto all' organico dei ruoli;
la direttiva n. 7 del 2007 del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione contemplava la possibilità per le pubbliche amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del personale utilizzato con contratti di natura temporanea, ma con riferimento a fabbisogni permanenti dell'amministrazione e il decreto del Presidente della Repubblica del 29 dicembre 2007 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 21 febbraio 2008, n. 44, autorizzava la stabilizzazione mediante l'assunzione a tempo indeterminato di 719 unità di personale;
a fronte di tale precisa volontà parlamentare di risolvere la situazione del personale in servizio continuativo, mediante l'assunzione a tempo indeterminato, supportata, oltretutto, da cospicui stanziamenti di fondi, ancora oggi non si è giunti ad alcun concreto risultato: tale incomprensibile ritardo provoca all'Arma dei Carabinieri, com'è logico, innumerevoli disservizi e paradossi, tanto maggiori soprattutto se si considera la particolare situazione attuale che il Paese sta attraversando, in cui la popolazione invoca una sempre maggiore sicurezza;
tale questione non riguarda solo la posizione amministrativa degli ufficiali, ma anche le loro possibilità di impiego; a fronte della loro posizione di incertezza, che dura da un anno e mezzo, detti ufficiali non possono essere impiegati per ricoprire le numerose vacanze organiche presenti nei quadri direttivi dei carabinieri,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali provvedimenti di competenza ritenga opportuno adottare affinché si ponga fine a questa situazione di incertezza dovuta ad un ritardo di natura amministrativa posto in essere dal precedente Governo.
(4-00248)

lunedì 21 luglio 2008

Lettera al Sig. Ministro della Difesa

Al Sig. MINISTRO DELLA DIFESA
On. IGNAZIO LA RUSSA
Palazzo Baracchini
Via XX Settembre 8
00187 Roma

OGGETTO: Stabilizzazione degli Ufficiali in Ferma Prefissata delle FF.AA.

Sig. Ministro,
mi chiamo Antonio CURCIO e sono il Padre di un Ufficiale in Ferma Prefissata delle FF.AA.; io e tutti i genitori dei colleghi di mio figlio siamo stati vostri sostenitori quando il Governo ha emanato la Legge Finanziaria 2007 (il cui comma 519 sanciva, in via prioritaria, la stabilizzazione degli UFP).
Ad oggi, non solo tale Legge è stata disattesa dallo Stato Maggiore Difesa, favorendo il congedo di tutti i nostri ragazzi, ma si continuano a creare figure come gli AUFP, senza alcun futuro stabile!
Noi non conosciamo, come i medagliatissimi Ammiragli e Generali conoscono, la maniera giusta per spendere il denaro pubblico dell’Amministrazione Difesa ma ci chiediamo se è lecito spenderlo per la stabilizzazione di Ufficiali attualmente precari anziché per la formazione di nuovi Ufficiali precari!
Noi genitori protestiamo con tutte le nostre forze contro l’operato dello Stato Maggiore Difesa. Noi genitori vogliamo capire se Lei è intenzionato a mantenere la fiducia di migliaia di persone, convocando lo Staff del Capo di Stato Maggiore Difesa e chiedendo spiegazioni in merito
Distinti saluti

ANTONIO CURCIO

MAXIEMENDAMENTO: CONFERMATI TAGLI SICUREZZA E DIFESA, SINDACATI E COCER CONFERMANO STATO MOBILITAZIONE

ROMA, 19 LUG - ''Nonostante le ripetute rassicurazioni di alcuni esponenti di Governo, registriamo che il maxiemendamento governativo al decreto legge 112/2008 sulla manovra finanziaria conferma il volume dei tagli alla sicurezza ed alla difesa previsto dal testo originario''. Lo affermano, in una nota congiunta, tutti i sindacati di polizia ed i Cocer delle forze armate.
''Le modifiche apportate dalle Commissioni - osservano i sindacati - sono di fatto irrilevanti e lasciano intatto il problema e a cio' nulla e' stato aggiunto dal Governo: ci saranno dunque pesantissimi rischi di ricadute sul livello di sicurezza che potra' essere garantito sia a causa dell'impossibilita' di reintegrare il personale che andra' in pensione 'coatta' (40.000 donne e uomini), nonostante gia' oggi ci sia grave carenza d'organico, sia a causa degli oltre 3 miliardi tolti dai bilanci delle forze di polizia ed armate''.
''Il Governo - proseguono - su sicurezza e difesa conferma dunque la scelta di operare ingenti tagli invece di realizzare gli altrettanto ingenti investimenti promessi pochi mesi fa in campagna elettorale; bene hanno fatto quindi tutti i sindacati e tutti i Cocer a manifestare il 17 luglio davanti a Montecitorio e bene fanno oggi, all'indomani della presentazione del maxiemendamento, a non far rientrare lo stato di mobilitazione degli operatori del Comparto ma, anzi, ad avviare sin d'ora lo studio di tutte le iniziative che possano risultare idonee a tutelare la sicurezza dei cittadini italiani e di coloro i quali questa sicurezza tutti i giorni sono chiamati a garantire''. (ANSA)

LE LEZIONI CHE VENGONO DALLA PIAZZA

Pubblichiamo un commento del presidente dell'Associazione Solidarietà Diritto e Progresso, sulla manifestazione del 17 luglio del comparto Difesa e Sicurezza.
*****
Con una imponente, motivata e unitaria manifestazione di piazza, le sigle sindacali del Comparto Sicurezza, ieri 17 luglio 2008, in Roma, P.zza Montecitorio, hanno voluto segnalare alle Istituzioni (Governo in primis), alla politica e alla società, il loro disappunto rispetto alle previsioni relative al D.L. 112 dello scorso 25 giugno, ormai meglio conosciuto come DECRETO TAGLIA TUTTO. Le ragioni della protesta, condivise mediante documento congiunto, anche dai CO.CE.R. dei Comparti Difesa e Sicurezza, hanno indotto il Governo a repentini ripensamenti circa i provvedimenti in adozione; tantè che, a manifestazione ancora calda sono arrivate le prime aperture di credito governative (costituzione fondo sicurezza), la solita paternalistica comprensione circa lo sdegno manifestato, nonché le imbarazzate promesse che i minacciati tagli ….. saranno tagliati per resipiscènza del Governo. In esito alla conversione del D.L. 112 ( evocativo per sintonia del N° telefonico di pronto intervento dei C.C. che è sinonimo di emergenza) meglio si potranno apprezzare gli effetti derivanti dall’azione di protesta motivata dei sindacati di Polizia, così come più approfonditamente si potrà riflettere sull’importanza dell’unità di intenti della categoria manifestata nella circostanza.E’ fuori di dubbio che, ieri 17 luglio 2008, una democratica, composta e pacifica manifestazione sindacale, sia riuscita a dimostrare a tutti come e con quali strumenti si difendono e tutelano efficacemente gli interessi concreti dei lavoratori in uniforme.Rappresentanza forte? Senza il veicolo dissuasivo dei Sindacati di Polizia, la protesta legittima e condivisibile degli appartenenti alle FF.AA. sarebbe rimasta confinata nei soliti infruttuosi schemi deliberativi e nelle mummificate procedure interne alle RR.MM che ingabbiano i legittimi diritti ed interessi dei militari. Ignorare la lezione che ieri la natura sindacale dello strumento di tutela degli Operatori di Polizia ha offerto a tutti tramite piazza, è la responsabilità che assume chi in tema di riforma della RR.MM. continua ancora a straparlare di rappresentanza forte in luogo della sindacalizzazione.

AS.SO.DI.PRO.
Il Presidente
Emilio Ammiraglia

Confronto con il Ministero della Difesa

La gravosa situazione dei Precari delle FF.AA. e dell’Arma dei Carabinieri, nel pomeriggio del 23 c.m., sarà discussa presso la Segreteria Particolare del Ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Nell’occasione ci è stato assicurato che molto probabilmente sarà presente lo stesso Ministro.

venerdì 18 luglio 2008

Comunicato congiunto

SINDACATI E COCER SODDISFATTI PER LA MANIFESTAZIONE A MONTECITORIO, SI ASPETTANO ORA SEGNALI DECISIVI DAL GOVERNO
Tutte le rappresentanze sindacali e militari del Comparto Sicurezza e Difesa hanno manifestato stamattina a Roma in Piazza Montecitorio e in tutta Italia davanti alle Prefetture contro i tagli alla sicurezza contenuti in un recente decreto collegato alla finanziaria del Governo.
Massima è la soddisfazione per la riuscita del volantinaggio: numerosi i parlamentari e i senatori che hanno di fatti manifestato la propria vicinanza alle rivendicazioni degli uomini in divisa assicurando il proprio sostegno in sede legislativa per far si che in fase di conversione il decreto 112 venga opportunamente corretto.
Ma soprattutto per la solidarietà espressa da migliaia di cittadini che hanno voluto testimoniare la piena condivisione dei motivi della protesta.
Piccoli segnali positivi inducono ad una positiva valutazione degli intenti "correttivi" della maggioranza: la Commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato degli emendamenti con i quali vengono cancellate alcune delle penalizzazioni previste per le forze dell’ordine.
Rimane invece il grosso problema di un taglio da tre miliardi di euro sui bilanci delle amministrazioni interessate alla gestione della sicurezza interna ed internazionale.
Unica nota stonata la dichiarazione di qualche esponente della maggioranza che, ponendo a serio rischio la propria credibilità personale, insiste nell’affermare che "i presunti" tagli non ci sarebbero, e che anzi i tre miliardi in meno per le spese della sicurezza e della difesa sarebbero da intendere un "potenziamento di investimenti".
Permane lo stato di mobilitazione delle organizzazioni sindacali, e si preannunciano, in caso di mancate risposte, ulteriori iniziative di protesta contro una politica che mette a repentaglio le capacità operative dell’intero apparato sicurezza e difesa.

LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA
DELLA POLIZIA DI STATO
SIULP – SAP - SILP PER LA CGIL – SIAP/ANFP - CONSAP/ANIP/ ITALIA SICURA – FSP/UGL - COISP - UILPS
DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
SAPPE - CGIL FP – CISL FPS - UIL Penitenziari - SINAPPE – USPP
DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO
SAPAF - UGL - FESIFO - CISL FPS - UIL PA - CGIL FP
LE RAPPRESENTANZE MILITARI DEL COMPARTO SICUREZZA
COCER GUARDIA DI FINANZA
LE RAPPRESENTANZE MILITARI DEL COMPARTO DIFESA
COCER ESERCITO - COCER MARINA MILITARE - COCER AERONAUTICA MILITARE

"Stanziamenti per forze armate sotto gli standard Nato"


Roma, 18 lug. (Apcom) - "I tagli alla sicurezza ci sono, eccome, e superano i 3,5 miliardi di euro rispetto quanto assegnato dalla finanziaria del governo Prodi. Quelle cifre, giudicate a suo tempo con parole durissime perche' insufficienti, subiscono oggi tagli drammatici da chi a suo tempo le criticava. E io, come cittadino prima ancora che parlamentare, ne sono fortemente preoccupato". E' quanto ha dichiarato in Aula alla Camera l'ex sottosegretario all'Interno Ettore Rosato, intervenendo nella discussione sulla manovra economica su cui il governo ha posto la questione di fiducia.
Per Rosato "queste scelte non resteranno senza conseguenze, e le ripercussioni si avranno - per essere chiari - anche sul numero di volanti e di uomini nelle nostre città, sulla loro operatività". Secondo il parlamentare del Pd, "siamo in presenza di una politica veramente incoerente e piena di proclami sulla sicurezza nelle città, che poi si concretizza in tagli ai ministeri e in norme che penalizzano retribuzioni e status giuridico di poliziotti, militari e vigili del fuoco" "Dove sta - si è chiesto Rosato - tutta questa preoccupazione per la sicurezza dei cittadini sbandierata in campagna elettorale dalla destra quando si tagliano le volanti e gli organici?".
Altro capitolo dolente riguarda le forme armate. Rosato ha infatti ricordato che "lo stesso Capo di Stato maggiore, il generale Camporini, ha tracciato un quadro drammatico rispetto i tagli lineari subiti dal ministero della Difesa per 1.815 milioni di euro. Il generale - ha aggiunto Rosato - ha affermato che questi tagli provocheranno un rapido decadimento operativo delle forze armate, con rischi di insolvenza anche a livello internazionale, con capacità operative sotto gli standard Nato. Con questa manovra economica - ha continuato Rosato - avremo settemila reclutamenti in meno nel 2009 e dal 2010 al 2015 non ci saranno più reclutamenti. Potremmo chiudere dal 2010 tutte le scuole delle Forze armate perché non ci sarà più nessuno da addestrare e vi sarà un invecchiamento di tutte le nostre Forze armate".
"Io penso - ha concluso Rosato - che quando un governo, uno Stato, toglie senza criterio alcuno, gli strumenti necessari per consentire di fare bene il proprio lavoro alle forze di polizia, alla forze armate e ai vigili del fuoco, allora siamo veramente messi male. Mi auguro che, quanto prima, questo governo riveda queste scelte che non fanno che aumentare la sfiducia e la rabbia dei cittadini nei confronti della politica".

L'Ordinariato Militare in Italia risponde:


giovedì 17 luglio 2008

Comunicato stampa - COCER AM

“UN CARRARMATO SI PUO’ COSTRUIRE IN DUE MESI

PER UN BUON MILITARE NON BASTA UNA VITA”

In questo giorno di mobilitazione delle sigle sindacali delle forze di polizia e dei Cocer delle FF.AA e corpi militari ci piace aprire il nostro comunicato stampa con una storica frase pronunciata da un valente generale del tempo.
Il perché di questa scelta è presto detto.
Le difficoltà economiche e le ristrettezze finanziarie del paese impongono ai governanti di risanare il bilancio dello stato attraverso la contrazione delle spese.
Tenuto conto che già in altri paesi europei si sta operando non solo attraverso un risparmio delle spese di parte corrente dei bilanci militari ma anche degli investimenti industriali bellici, in attesa di una trasformazione del modello difensivo da nazionale ad europeo, sembra opportuno che i tagli di bilancio proposti dal governo anziché ricadere interamente sulla componente umana ricadano anche sulle commesse per l’industria del settore.
In caso contrario l’utilizzo dei mezzi bellici così acquisiti risulterebbe privo di reale capacità operativa (senza manutenzione, addestramento e carburante aerei, blindati, e navi non si muovono).
Il presente messaggio, informato al dialogo costruttivo posto in essere da questa sezione con il nuovo governo, individua così la possibilità di reperire le risorse finanziarie necessarie salvaguardando al contempo gli obiettivi di spesa pubblica e tutelando il personale (memori del motto sopra citato e non solo!!).
in questa occasione teniamo particolarmente a ringraziare le organizzazioni sindacali delle forze di polizia che potendo liberamente manifestare, grazie al ruolo di parte sociale a loro riconosciuto, lo fanno anche in nome e per conto degli appartenenti alle forze armate.
Nell’attesa di un pari riconoscimento il Cocer AM esprime preoccupazione e dissenso rispetto ai contenuti del dl 112/2008 soprattutto qualora non vengano colti i suggerimenti sostenibili prospettati da questo consiglio.

Roma, 17.07.2008

IL COCER AM

mercoledì 16 luglio 2008

Manifestazione congiunta del 17 luglio 2008

Tutte le sottoscritte organizzazioni sindacali delle forze di polizia hanno confermato l'effettuazione del volantinaggio congiunto per giovedì 17 luglio 2008 a partire dalle 08:00 sul territorio nazionale.
Per l’occasione è stato elaborato l’allegato documento congiunto che, dovrà essere fotocopiato, su un unico foglio, fronte e retro a cura delle strutture provinciali delle singole organizzazioni sindacali, in numero direttamente proporzionale alle rispettive esigenze territoriali e, comunque, sufficiente al raggiungimento dell’obiettivo, quello cioè di informare correttamente l’opinione pubblica.
Siti per il volantinaggio: davanti alle Prefetture.
A Roma, invece, sarà effettuato davanti al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati e a Palazzo Chigi.
I rappresentanti sindacali a livello territoriale sensibilizzeranno i rappresentanti istituzionali ed i singoli parlamentari sulle ragioni della protesta e si prodigheranno per diffondere e dare risalto il più possibile alle ragioni della protesta anche attraverso il coinvolgimento di tutti i mass media territoriali.
E’ auspicabile che ogni struttura prenda contatti con le strutture territoriali delle altre organizzazioni sindacali presenti sul proprio territorio, giacché è parte essenziale dell’accordo far si che pervenga un messaggio autorevole, concordante ed unitario.
Alla manifestazione, ovviamente, aderiscono anche le rappresentanze militari, nel rispetto dei limiti imposti dalle norme vigenti.
Si raccomanda a tutti di far pervenire una comunicazione scritta preventiva al Questore della provincia sulla manifestazione entro oggi.

ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEL COMPARTO SICUREZZA
DELLA POLIZIA DI STATO
SIULP – SAP - SILP PER LA CGIL - SIAP/ANFP – CONSAP/ANIP/ ITALIA SICURA – FSP/ UGL – COISP - UILPS
DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
SAPPE - OSAPP - CGIL FP – CISL FP – UIL PA - SINAPPE – SIAPPE – USPP (UGL-CLPP-LISIAP)
DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO
SAPAF - CGIL FP - CISL FP - UIL PA - UGL – FESIFO (SAPECOFS-CISAL-DIRFOR)
LE RAPPRESENTANZE MILITARI DEL COMPARTO SICUREZZA
COCER CARABINIERI - COCER GUARDIA DI FINANZA
LE RAPPRESENTANZE MILITARI DEL COMPARTO DIFESA
COCER ESERCITO - COCER MARINA MILITARE - COCER AERONAUTICA MILITARE

Soldi alla Difesa invece di sprecarli altrove


Sindacati di polizia e Co.Ce.R.

LE RAGIONI DELLA PROTESTA

DOCUMENTO CONGIUNTO DI TUTTI I RAPPRESENTANTI SINDACALI DELLE FORZE DI POLIZIA E DELLE FORZE ARMATE.
Con il recente Decreto Legge nr. 112 emanato dal Governo il 25 giugno scorso riguardante la manovra correttiva del bilancio dello Stato per il triennio 2009/2011, sono state assunte decisioni che pongono a rischio la possibilità di continuare a mantenere livelli accettabili di sicurezza e di tutela per i cittadini.
Per la prima volta nella storia, tutti i sindacati delle Forze di Polizia E Co.Ce.R. dell’intero Comparto sicurezza e difesa, in rappresentanza dei 500.000 operatori della sicurezza e della difesa italiani, protestano contro l’operato del Governo:

1. PERCHE’ sono stati previsti “tagli” nel triennio per oltre tre miliardi di euro sui capitoli di spesa della “sicurezza” e della "difesa" delle Amministrazioni dello Stato. Questi “tagli” impediranno l’acquisto di autovetture, di mezzi, di strumenti utili per svolgere il servizio nonché la possibilità di avere risorse sufficienti e necessarie per le attività addestrative, per i corsi di formazione, per rinnovare le armi in dotazione, per l’acquisto di munizioni, delle divise e per la ordinaria manutenzione degli uffici e delle infrastrutture, in particolare quelle di accesso al pubblico, che diventeranno sempre più fatiscenti.

2. PERCHE’ è stata prevista la riduzione complessiva nel triennio dell’organico delle Forze di Polizia e delle Forze Amate di circa 40.000 operatori dovuta sia al mancato turn over del personale che alla “nefasta” previsione di sospensione volontaria dal servizio e/o collocamento “coatto” in pensione per anzianità “contributiva. Di conseguenza saranno migliaia le pattuglie e gli operatori in meno sul territorio con conseguente riduzione dei servizi e dei controlli ed una oggettiva riduzione della capacità operativa e d’intervento sul territorio delle forze dell’ordine e delle forze armate;

3. PERCHE’ vengono emanati nuovi provvedimenti legislativi che attribuiscono nuove incombenze alle forze dell’ordine e alle forze armate e contemporaneamente si adottano solo “tagli”di spesa;

4. PERCHE’ è prevista la riduzione del 50% all’anno di stanziamenti per remunerare le indennità direttamente connesse all’operatività, che come è noto incidono direttamente sui servizi in strada e sul controllo del territorio, per la sicurezza interna ed internazionale del Paese, mentre si conferma la mancata previsione di interventi di detassazione del lavoro straordinario, già concesso al settore privato, e/o delle indennità accessorie;

5. PERCHE’ è prevista la riduzione del 40% della retribuzione accessoria in caso di malattia, anche per infortuni sul lavoro con una penalizzazione economica addirittura superiore agli altri pubblici dipendenti;

6. PERCHE’ non sono previsti il riconoscimento per legge né il finanziamento della “specificità” degli appartenenti alle forze dell’ordine e alle forze armate, né risorse per la formazione e per la riforma ordinamentale del personale;

7. PERCHE’ il provvedimento contiene decisioni che vanno in netta controtendenza con l’obbiettivo dichiarato di collocare sicurezza e difesa in cima alle priorità dell’azione di governo, quale indispensabile premessa della possibilità di sviluppo di questo Paese.

Per questa ragione, per ripristinare condizioni di piena funzionalità operativa degli apparati e continuare a garantire la sicurezza dei cittadini:

C H I E D I A M O

1. il riconoscimento per legge ed il finanziamento della “specificità” del Comparto sicurezza e difesa;

2. l’eliminazione per il 2009 dei “tagli” per la sicurezza e la difesa con la conseguente apertura di un tavolo di confronto per razionalizzare in prospettiva futura la spesa e per introdurre riforme organizzative che possano eliminare gli attuali sprechi gestionali;

3. la copertura totale del “turn over”nelle forze di polizia ed una diversa modalità applicativa del collocamento a riposo d’Ufficio in prossimità del raggiungimento dei limiti d’età rispetto a quello che si intende prevedere per il pubblico impiego;

4. un trattamento diverso per gli operatori della sicurezza e della difesa per le assenze per malattia che al momento si vedrebbero decurtare la retribuzione giornaliera fino alla metà, tra l’altro anche per assenze connesse a fatti accaduti in servizio;

5. l’eliminazione del taglio sulle risorse per la professionalizzazione;

6. il mantenimento della contrattazione e la detassazione della retribuzione accessoria;

7. il riordino delle funzioni e delle carriere necessario per conseguire un sistema più efficiente, in grado di garantire maggiori operatività e produttività;

8. l’attuazione della previdenza complementare per gli operatori dell’intero Comparto sicurezza e difesa, la sanatoria del pregresso ed il mantenimento dei trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendenti da causa di servizio;

9. la riforma e la contrattualizzazione della Dirigenza del Comparto.

Premesso quanto sopra, è doveroso per noi tutti lanciare un grido d’allarme, nella speranza che il senso dello Stato induca il Governo a cambiare subito e radicalmente la propria politica sulla sicurezza e sulla difesa, modificando in sede di conversione in legge il contenuto del decreto.
Altrimenti i sindacati del comparto saranno costretti ad una imponente, motivata, giustificatissima manifestazione di protesta.

ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEL COMPARTO SICUREZZA

DELLA POLIZIA DI STATO
SIULP – SAP - SILP PER LA CGIL - SIAP/ANFP – CONSAP/ANIP/ ITALIA SICURA – FSP/ UGL – COISP - UILPS

DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
SAPPE - - CGIL FP – CISL FP - SINAPPE - USPP

DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO
SAPAF - CGIL FP - CISL FP - UIL PA - UGL

LE RAPPRESENTANZE MILITARI DEL COMPARTO SICUREZZA
COCER GUARDIA DI FINANZA

LE RAPPRESENTANZE MILITARI DEL COMPARTO DIFESA
COCER ESERCITO - COCER MARINA MILITARE - COCER AERONAUTICA MILITARE

I militari al Ministro La Russa: «Non siamo figli di un dio minore»

Lo stanziamento di 300 milioni «a sostegno dell'operato delle sole forze dell'ordine, rendono le forze armate figlie di un dio minore». È quanto ha affermato il presidente del Cocer interforze, generale Domenico Rossi, dicendosi sicuro che il ministro della Difesa Ignazio La Russa (nella foto) «saprà tutelare la dignità delle forze armate e del suo personale.
«A fronte del reperimento di risorse per garantire il turn over delle forze di polizia - ha sostenuto Rossi - nulla è stato previsto per eliminare il taglio alle risorse per il personale delle forze armate con la conseguenza che non solo si abbasseranno i livelli degli effettivi in modo rilevante per l'operatività generale, ma soprattutto migliaia di volontari anche con sei-sette anni di servizio non potranno essere trattenuti o immessi in servizio permanente e verranno buttati sulla strada. Non si vuole nemmeno concedere alla difesa di vendere i propri immobili e recuperare gli introiti per il proprio bilancio per compensare i tagli previsti».

Polizia e militari pronti a manifestare contro il Governo

A causa dei tagli agli organici, agli scatti d’anzianità e degli esigui aumenti di stipendio. Col governo Prodi scesero in piazza per molto meno.
Il Messaggero - 13/07/2008
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Se le cose rimangono così, polizia e militari sono pronti a manifestare contro il governo Berlusconi. I tagli agli organici, i tagli agli scatti d’anzianità degli ufficiali, gli esigui aumenti di stipendio previsti per questo biennio (pari alla metà dell’inflazione reale): di fronte alle misure e alle cifre del decreto Tremonti, sarebbe difficile fare finta di niente. Appena sette mesi fa, quando c’era il governo Prodi, forze armate e forze dell’ordine scesero in piazza per molto meno.
La grana del “comparto sicurezza” è ormai arrivata sul tavolo del Presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi i sindacati di polizia e i cocer (le rappresentanze dei militari, che per legge non possono aderire a sigle sindacali) hanno presentato le loro richieste al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Innanzitutto, vogliono la “specificità”. Cioè vogliono un articolo di legge approvato dal Parlamento nel quale si dica esplicitamente che il loro è un lavoro particolare, disagiato, rischioso, e quindi da oggi in poi chi lavora nella sicurezza ha diritto a un trattamento economico speciale. Insomma una norma che obblighi tutti i governi presenti e futuri a dare aumenti di stipendio migliori che non agli altri dipendenti pubblici.
Dopo di che, chiedono all’esecutivo di applicare sin d’ora questa regola della specificità. Incrementando lo stanziamento per il rinnovo dei contratti, eliminando i tagli alle assunzioni e agli scatti d’anzianità previsti dal decreto Tremonti, e magari anche riconoscendo lo sconto fiscale sugli straordinari introdotto due mesi fa soltanto per i lavoratori privati.
Brunetta ha portato le istanze di cocer e sindacati in Consiglio dei ministri. Dove ha trovato l’appoggio di Ignazio La Russa, ministro della Difesa, già scontento per il taglio di 800 milioni subito sul budget del suo dicastero. Ma a bloccare entrambi è stato Giulio Tremonti, preoccupato dalle conseguenze che le eventuali concessioni avrebbero sui conti pubblici dei prossimi anni: ditemi quali risparmi alternativi avete da proporre ha replicato il ministro dell’Economia e sarò ben lieto di accontentarvi. Tremonti si è opposto in particolare all’idea di sancire per legge la “specificità”. E ha fatto presente che la specificità esiste già nei fatti, e non da poco tempo. Sommando le diverse forme di trattamento privilegiato concesse fra il 2001 e oggi, i corpi militari e i corpi di polizia sono costati allo Stato un miliardo di euro in più degli altri dipendenti pubblici. Perciò, se si vuole la specificità, bisogna indicare una copertura per l’inevitabile aumento di spesa futuro.
Semmai il Tesoro è disposto ad accordare qualche alleggerimento dei tagli contenuti nel decreto. Ieri si è saputo che un nuovo emendamento del governo prevederà un po’ di risorse in più per la sicurezza. In tutto si tratterebbe di 300 milioni. Ma di questa somma, 100 milioni andrebbero al «potenziamento della sicurezza urbana» (quindi ai comuni). Altri 200 milioni sarebbero destinati genericamente alla tutela della sicurezza pubblica, di cui una quota pari a 40 milioni viene esplicitamente destinata alle assunzioni di personale, «prioritariamente al reclutamento di personale proveniente dalle forze armate».
Se anche tutti i 200 milioni fossero usati per arruolare nuovi militari e nuovi agenti, si potrebbero fare circa 6 mila assunzioni. E comunque non ci sarebbe una risposta alla richiesta di migliorare le buste paga. Per i sindacati non basta. «Resta confermata la manifestazione del 17 luglio» dichiara il Sap. Giovedì prossimo è infatti prevista una prima mobilitazione nazionale, con distribuzione di volantini davanti a Palazzo Chigi, a Montecitorio, alle prefetture. «Questi 300 milioni sono assolutamente insufficienti» commenta Claudio Giardullo del Silp. Secondo il sindacalista, «la tendenza che il governo sta mettendo in atto è il ridimensionamento della forza pubblica, per trasferire alcune funzioni agli enti locali e alla sicurezza privata».
Intanto Brunetta cerca di convincere Silvio Berlusconi a intervenire personalmente per superare le resistenze di Tremonti. Mentre An fa capire che, se il decreto non cambia sul serio, in Parlamento per il governo ci potrebbero essere brutte sorprese.

SICUREZZA E DIFESA: LINEA DURA DI COCER E SINDACATI. TENSIONE ANCHE ALL'INTERNO DEL GOVERNO

Continua il braccio di ferro tra il Governo ed i rappresentanti sindacali delle forze dell'ordine sulle risorse da destinare al Comparto Sicurezza e Difesa. Secondo le stime dei sindacati "in tre anni la manovra finanziaria ridurrà l'organico delle forze di polizia e delle forze armate di circa 40.000 unità e ci saranno così migliaia di pattuglie in meno sul territorio con conseguente riduzione dei servizi e dei controlli". Per giovedì 17 luglio è stato organizzato un volantinaggio di protesta davanti alle questure ed alle caserme di tutta Italia. Se il Governo non accoglierà le richieste dei sindacati (prima fra tutte quella della "specificità" del Comparto, ndr.) è già pronta una grande manifestazione nazionale a Roma.
"Il decreto legge 112 prevede tagli per oltre 3 miliardi di euro sui capitoli di spesa della sicurezza e della difesa e ciò impedirà l'acquisto di autovetture, mezzi, nonchè la possibilità di avere risorse sufficienti per l'addestramento, per rinnovare le armi in dotazioni, per l'acquisto di munizioni, divise e per la ordinaria manutenzione degli uffici - continuano i Cocer ed i sindacati delle forze di polizia".
Tensione anche all'interno del Governo. Il min. Brunetta ha portato le istanze di Cocer e sindacati in Consiglio dei ministri, ma ha trovato l'opposizione del min. Tremonti preoccupato per la tenuta dei conti pubblici. Secondo le ultime indiscrezioni, il Governo presenterà un nuovo emendamento che prevede 300 milioni di euro per la "sicurezza": 100 milioni andrebbero al potenziamento della sicurezza urbana, mentre gli altri 200 milioni sarebbero destinati genericamente alla tutela della sicurezza pubblica (40 dei quali da utilizzare per le assunzioni di personale).
Polemiche arrivano, poi, dal presidente del Cocer Interforze: "A fronte del reperimento di risorse per garantire il turn over delle forze di polizia - spiega il Gen. Domenico Rossi - nulla è stato previsto per eliminare il taglio alle risorse per il personale delle forze armate con la conseguenza che non solo si abbasseranno i livelli degli effettivi in modo rilevante per l'operatività generale, ma soprattutto migliaia di volontari anche con sei-sette anni di servizio non potranno essere trattenuti o immessi in servizio permanente e verranno buttati sulla strada. Non si vuole nemmeno concedere alla difesa di vendere i propri immobili e recuperare gli introiti per il proprio bilancio per compensare i tagli previsti".

SICUREZZA, DE MATTEIS (SIULP): ORGANICI POLIZIA FERMI DAL 1989

FINANZIARIA GOVERNO FERMA ANCHE I NOCS.
Roma, 15 luglio 2008 - E' un quadro drammatico quello illustrato da Giuseppe De Matteis, segretario generale del Siulp, in riferimento agli organici della Polizia di Stato, fermi al 1989.
"Nel 1989, - spiega De Matteis nel corso di un'intervista telefonica a GrNet.it - data di emanazione dell'ultimo decreto normativo sulle consistenze organiche della polizia di Stato, in Italia c'erano 12 province in meno e la DIA non era ancora istituita. Se si pensa che gli organici sono fermi da allora e che la carenza si può quantificare in 5.700 unità, questò dà la cifra sullo stato di enorme difficoltà in cui opera la Polizia di Stato".
"Il 17 luglio - prosegue De Matteis - il fronte della protesta sarà compatto nel denunciare gli effetti di questa manovra finanziaria che opererà , a regime, un taglio di 40.000 operatori all'intero comparto Difesa e Sicurezza. Alla protesta saranno presenti tutti i corpi di polizia, a cui si sono aggiuinti anche i vigili del fuoco, e daremo voce anche alle rivendicazioni dei Cocer delle forze armate, costretti dal loro status a non prendere parte alla manifestazione". "La situazione è talmente drammatica - conclude De Matteis - che, per la prima volta dalla sua costituzione, anche i colleghi dei NOCS (gruppo speciale della Polizia di Stato addestrato per portare a termine operazioni ad alto rischio, ndr) hanno cancellato il programma di addestramento per mancanza di fondi".

Lettera al Direttore di LIBERO

Gentile Direttore,
il Presidente emerito Cossiga ha l’abilità di scuotere energicamente questa classe dirigente politica, che al riparo di una legge elettorale che la porta sugli scranni più alti della Repubblica con il minimo sforzo, non conosce i limiti della sopportazione degli uomini in uniforme. Il vecchio Presidente ha lanciato un appello a militari e forze dell'ordine perché scioperino contro i tagli ai loro bilanci. Urla con tutto il fiato che ha in gola, e gliene rimane poco, che occorre scioperare "contro il libidinoso nanetto ministro di un Governo di piccoli mercanti e cattivi contabili che si dimostra privo del senso delle istituzioni e che vuole affamarvi e disarmarvi. Fermate i servizi di scorta, non pattugliate più le nostre terre, i nostri cieli e i nostri mari, aprite le porte delle carceri, rientrate nelle vostre caserme in Kossovo, in Afghanistan, in Bosnia-Erzegovina, fino a quando il nanetto libidinoso non sarà cacciato e il Governo non riacquisterà un minimo di responsabilità! Tenete pronte e ben oliate le vostre armi! Può venire il momento nel quale insorgere e ribellarsi potrà essere non un diritto ma un dovere: per la salvezza del Popolo, della Nazione e dello Stato democratico!".
Sono parole dure. Qualcuno, dall’interno delle Forze armate e delle Forze dell’ordine, poco conoscendo l’alto senso della democrazia e soprattutto il raffinato senso dell’ironia del Presidente, ha definito le parole di Cossiga fuori luogo perché istigano alla disobbedienza e ciò è un reato. Sono degli sprovveduti, incapaci di svolgere analisi obiettive!
Un ragionamento più corretto è stato invece fatto dal COCER Carabinieri e dal Sindacato Autonomo della Polizia di Stato, che hanno ricordato che Tremonti non ha inteso sancire per legge la specificità delle Forze armate e dell’ordine. Giustamente chiedono di avere tutti i diritti degli altri pubblici impiegati, a partire dalla possibilità di fare sciopero fino a poter essere iscritti ad un albo professionale e svolgere una seconda attività.
Vorrei ricordare al Presidente Berlusconi, non tanto a Tremonti, che a quel tempo non era presente, che nel 1991 da Presidente del COCER Carabinieri, mentre era in decisione un ricorso presso la Corte Costituzionale sulla sindacalizzazione delle Forze armate, chiesi ed ottenni, essendo prematuri i tempi, che quantomeno venisse concesso ai militari un rapporto di "specialità" con l’Amministrazione, con un trattamento economico e normativo diverso rispetto a tutti gli altri impiegati dello Stato. Ciò accadde nel 1991 con la sentenza n. 494. I poliziotti si inserirono in seguito abilmente, per cui cambiando il termine "specialità" in "specificità" estesero il concetto anche a loro, anche se essi erano sindacalizzati e i militari no!
Il 3 marzo del 2000, essendo ormai certo che Berlusconi sarebbe diventato entro un anno Presidente del Consiglio, mi recai da lui con due delegati del COCER e chiesi, sulla base di quel rapporto di specialità, l’allineamento dei nostri stipendi ai migliori livelli europei. Alla presenza di Frattini, che gli stava dietro le spalle, Berlusconi così mi rispose: "Quel che lei mi chiede è molto oneroso. Ma come faccio a dire di no a lei, che così strenuamente opera a tutela dei suoi colleghi? Quando diventerò Capo del Governo, sarà fatto ciò che lei mi sta chiedendo". Sono passati da quel tempo ben due governi ed oggi siamo al terzo, ma il Presidente Berlusconi si è dimenticato di quella promessa. Anche per colpa di alcuni rappresentanti militari, che invece che ai colleghi hanno pensato alle loro carriere.
Sono certo che Berlusconi manterrà seppure dopo tanto tempo la sua promessa. Perché è un uomo d’onore. Sono certo che Cossiga mi sosterrà in questa mia richiesta. Perché anche lui è un galantuomo e molto mi deve e lui sa perché. E’ un sardo e saprà essere sardo fino in fondo!
Chiedo al Ministro Tremonti di recarsi dal suo Presidente, che lo inviterà a cambiare atteggiamento. La parola data è sacra, per tutti, anche per i politici o per quelli che necessariamente sono divenuti tali col tempo!
Antonio Pappalardo, Generale dei Carabinieri.