“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono i meriti. E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla" (Albert Einstein 1879-1955)
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...la flessibilità è una caratteristica meritevole, la precarietà è uno stato di sofferenza...
"Esorto tutti ad una presa di coscienza, esorto tutti a non subire un trattamento ignomignoso. Invito tutti a non subire gli eventi ma partecipare agli stessi. Bisogna portare ogni vicenda, ogni torto, ogni intento dilatorio dinanzi alle sedi giudiziarie ed in tutti i gradi del giudizio. Bisogna essere uniti e partecipi."
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STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE

La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.

L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.

Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.

La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.

Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto

Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.

Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.

Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.

Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.

Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.

A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.

Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.

Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.

A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.

Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.

Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.


Assunzioni connesse con la professionalizzazione

La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:

· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;

· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;

tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).

Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):

· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,

· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,

· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,

Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· 4.021 unità nell'anno 2005;

· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;

· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.

Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.

Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:

· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,

· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,

In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:

· 200 unità nell'anno 2005;

· 235 unità negli anni 2006 e 2007;

· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.

Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).

Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.

Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.

Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:

a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;

b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;

c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.

Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.

Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.

Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.

Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.

Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).

La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".

Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.

Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!

Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.

Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.

Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.

Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.

Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.

Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.

Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).

Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.

D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.

Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.

Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.

Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.

Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.

Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.

Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.

Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.

Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.

Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.

Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.

Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.

In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.

martedì 5 agosto 2008

PRECARIATO MILITARE, PERSONALE MILITARE DELL’AUSILIARIA E IN QUIESCENZA NELLE FORZE DI POLIZIA INSIEME IN MARCIA VERSO UN OBIETTIVO COMUNE:

AIUTARE IL PAESE ALL’ORDINE, ALLA LEGALITA’ ALLA SICUREZZA!
Ordine, legalità sicurezza ma non solo. Anche efficienza. Se è vero che da un lato le risorse formate di personale militare precario languiscono senza essere impiegate nei settori in cui il Paese ha bisogno urgente di intervento, dall’altro, personale dell’ausiliaria ancora in età da impiego è lasciato inutilizzato senza che per l’amministrazione difesa venga esercitata l’opzione di utilizzo.
Cosi anche per le forze di polizia che mandano in quiescenza personale ancora in grado di dare una serie di esperienze e di laboriosità importanti per la lotta diffusa alla illegalità e al crimine. Nessuno dice che un professore universitario, un primario medico , professionisti dei vari comparti continuano egregiamente ad operare anche fino a 75 anni e qualcuno li passa senza dare segni di cedimento. Se la salute c’è ben venga allora l’impiego utile di tutto il personale in quiescenza in compiti che aiutino a vivere meglio le nostre famiglie dentro le nostre città.
Ma dove va impiegato tutto questo personale?
Certamente dove ci sono carenze organiche e dove esistono situazioni di emergenza. Per esempio il personale delle FF.PP. a tutti i livelli, può essere impiegato per indagini, per sicurezza nelle scuole, per controlli territoriali, per verifiche amministrative, sanitarie ecc. aiutando a riprendere anche la strada dell’efficienza con un aumento dei servizi resi dallo Stato a costo=0 o pressappoco.
Stessa cosi dicasi per il personale militare precario che con un breve aggiornamento può rientrare in servizio non solo per le esigenze proprie delle FFAA e FFPP ma anche con impiego flessibile e diversificato nei comparti della pubblica amministrazione dove sono più evidenti le carenze.
Certamente sarà anche utile agevolare il personale che si dichiarerà disponibile al transito verso l’impiego civile dove sono richiesti compiti in cui lo status militare non è necessario , ma la formazione militare sicuramente è un qualcosa in più che potrà giovare all’espletamento dei propri compiti a favore della collettività.
Cosi, a esempio si potranno vedere ufficiali dell’esercito diventare ispettori del lavoro ed essere impiegati nella sicurezza dei luoghi di lavoro, oppure rinforzare i controlli di sicurezza stradale, o dei beni culturali, o dell’ambiente, ufficiali di marina che svolgono indagini sull’immigrazione clandestina e sulla sorveglianza delle coste, sull’inquinamento marino, sui traffici di droga che spesso vengono dal mare, ufficiali dell’aeronautica svolgere servizio di controllo all’interno degli aeroporti civili, ufficiali dei carabinieri andare a snellire i carichi investigativi e di controllo territoriale, nonché velocizzare i percorsi della sicurezza nelle città. I militari delle rispettive forze armate possono svolgere funzioni coadiuvanti relativamente ai compiti da eseguire in questi contesti. Utile sarà valutare uno studio che concepisca la conciliazione delle esigenze di impiego flessibile del personale con le necessità del paese, attraverso il disegno di un servizio di guardia nazionale che assorba precariato militare, personale militare dell’ausiliaria e in quiescenza delle FFPP e quando necessario si serva anche del personale in congedo a mò di riserva. Servizio che si attiva sulle esigenze dei vari comparti dello Stato e per lo più assorbe un costo pubblico estremamente basso a fronte di una resa che oltre ad evitare costi per mancato intervento pubblico, rende servizi e risultati politico- sociali ed economici che saranno apprezzati dalla cittadinanza e dall’apparato produttivo nazionale.
Da questi punti di partenza si può pensare poi di costruire un nuovo sistema di reimpiego del personale in quiescenza anche nei settori civili della pubblica amministrazione e privato a vantaggio dell’intera collettività, che mai come ora necessita di una spese pubblica efficiente e produttiva.
Quindi perché non utilizzare maestranze che sono ancora in grado di aiutare a crescere il nostro Paese?
Possiamo studiare un sistema tecnico organizzativo che concili tutto questo in breve tempo partendo dalle esigenze e arrivando a concepire progetti esecutivi rapidi da attuare. Possiamo aprire un nuovo capitolo nella storia di questo nazione che vanta tante glorie e ancora può stupire per come reagire alle sfide del nuovo millennio.
Lo possiamo fare con il personale precario militare che già ha delle ottime competenze e con il personale in ausiliaria e quiescenza delle FFAA e FFPP.
Prima però una priorità rapida e urgente. Eliminiamo presto il precariato militare a tutti i livelli, gradualmente e anche con forme diversificate, facendo vedere a questi uomini che lo Stato oltre ad essere grato per i loro servigi, li vuole ancora bene come propri figli e per questo darà una risposta concreta in breve tempo. Facciamo vedere a questi servitori silenziosi dello Stato che non valgono meno di una squadra di calcio per la quale la mobilitazione sarebbe stata immediata. Non è cosi?

Comm. Ps Giuseppe Pino
T.V. Falco Rosso

19 commenti:

Mizar ha detto...

come al solito le soluzioni più logiche, ovvie ed intelligenti sono quelle meno ascoltate.

Tutto a costo zero, ma allora le lobby del potere che cosa ci guadagnerebbero? Sono loro i burattinai che ci guadagnano su tutto. Anche sul precariato, sui concorsi, sulle commissioni, sulla gestione di chi deve entrare e chi no... ah l'italia....

S.V.P.P.B. ha detto...

Only one phrase echoes in my brain over the last five days...

"I want to be a Blackwater's bastard!"

Comincio a stancarmi sul serio... la mia disumana pazienza vacilla...

Sapete cosa mi hanno risposto in merito al calcione che mi hanno rifilato al concorso RS (l'ennesimo)?

"Eh, ma Lei è stato troppo tecnico nelle risposte! Le domande vertevano su uno spettro più ampio!"

Li mortacci vostri! Spero spettri ci diventiate il più presto possibile!

superprecario ha detto...

gazzetta di oggi:
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI CORPO FORESTALE DELLO STATO ISPETTORATO GENERALE

AVVISO
Avviso relativo alla pubblicazione della graduatoria degli idonei alla procedura di stabilizzazione per n. 1007 unita' del personale operaio a tempo determinato, assunto dal Corpo forestale dello Stato ai sensi della legge n. 124/1985 e della legge n. 205/1962.

e ancora..... MONTEDOMINI - AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA

CONCORSO (scad. 4 settembre 2008)
Bando di concorso pubblico, per esami e titoli, con riserva del 90% per candidati in possesso dei requisiti previsti dall'art. 1, comma 529 della legge 296 del 27 dicembre 2006 (stabilizzazione) per l'assunzione a tempo determinato nella qualifica di collaboratore sanitario riabilitativo fisioterapista (categoria D).
Pag. 154

CONCORSO (scad. 4 settembre 2008)
Bando di pubblico concorso, per esami e titoli, con riserva del 90% per candidati in possesso dei requisiti previsti dall'art. 1, comma 529 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (stabilizzazione) per l'assunzione a tempo determinato nella qualifica di collaboratore sanitario riabilitativo logopedista (categoria D).
Pag. 154

CONCORSO (scad. 4 settembre 2008)
Bando di pubblico concorso, per esami e titoli, con riserva del 90% per candidati in possesso dei requisiti previsti dall'art. 1, comma 529 della legge 296 del 27 dicembre 2006 (stabilizzazione) per l'assunzione a tempo determinato nella qualifica di coadiutore amministrativo esperto (categoria BS).
Pag. 154

CONCORSO (scad. 4 settembre 2008)
Bando di concorso pubblico, per titoli e esami, con riserva del 90% per candidati in possesso dei requisiti previsti dall'art. 1, comma 529 della legge 296 del 27 dicembre 2006 (stabilizzazione) per l'assunzione a tempo determinato nella qualifica di educatore professionale cat. D). .............li mortacci vostra, gli unici coglioni a non aver rotto ler palle ai sig. capoccioni di sto cazzo siamo stati noi ....ed ecco i risultati:tutti i fannullonoi stabilizzazi e noi a calci in culo

zaffiro e acciaio ha detto...

Vi siete dimenticati dell TV FALCO ROSSO?
Compare solo il comm.Pino.
Inoltre:
"Cosi, a esempio si potranno vedere ufficiali dell’esercito diventare ispettori del lavoro ed essere impiegati nella sicurezza dei luoghi di lavoro, oppure rinforzare i controlli di sicurezza stradale, o dei beni culturali, o dell’ambiente,"

Personalmente mi sentirei più a mio agio a fare il sergente piuttosto che l'ispettore del lavoro.

super tramat ha detto...

Per S.V.P.P.B MA NON SOLO.

Pensate se ci stabilizzano, tutto d'un tratto non servono più i concorsi per saggiare la nostra preparazione. I CC, stabilizzati, e tra questi qualcuno che il concorso in rs l'ha ripetuto più volte, ora in virtù della stessa stabilizzazione magicamente è preparatissimo in diritto penale, civile, amministrativo, etc. Ma si la necessità impone che queste cose le imparino sul campo !!
Figuriamoci noi che ai concorsi dobbiamo affrontare le domande più assurde avvolte con nessuna attinenza con l'arma di appartenenza. A noi dell'E.I chiedono pure il COBAR, il COCER. Ora che nell'aria c'è l'idea di spazzarli via, poichè inutili, non compariranno nemmeno più nei programmi!!!
Questo a dimostrazione di quanta farsa si nasconda dietro quelle che sono le parodie delle selezioni nella P.A. attuate in ambito FF.AA.

Per Superprecario

Oramai lo sappiamo che stabilizzano tutti tranne noi, anche se fai bene a ricordarlo ci mancherebbe, abbiamo bisogno di stimoli che ci facciano diventare, al momento opportuno, simili se non identici a una mandria di cavalli con i paraocchi laterali per guradare solo avanti e travolgere ogni cosa.
Sapete cosa intendo: Ora immaginate alla tv il TG 5 parla dei militari impeganti nelle grandi città a coadiuvare le forze di polizia, il cronista nel suo servizio, faticosamente preparato, descrive i soldati impegnati esaltandoli, all'improvviso decide di intervistare un passante, ma ecco che quel passante, per sfortuna del cronista zelante e dell'intera redazione di tg 5, sono proprio io!!! Apriti celo!!
Cosi una sola persona può sputtanare tutta la messa in scena figuriamoci dieci, venti, trenta, e cosi via.
Il problema della stabilizzazione verrà affrontato seriamente come ogni progetto di ricostruzione di una città se non prima questa viene colpita da un cataclisma di immani proporzioni!!!Altrimenti è sempre un bla, bla. Il cataclisma siamo noi!!!

Mizar ha detto...

@ zaffiro& acciaio

Anche io mi sentirei più a mio agio come Presidente della Repubblica... nei miei sogni lo posso essere.
Conditio sine qua non, è tenere i piedi sempre ben piantati per terra e non favoleggiare.
La parola magica è concertazione. Il giusto equilibrio tra ciò che si vuole e ciò che si può avere, è l'incontro delle esigenze delle parti chiamate in causa. E non l'imposizione di una parte all'altra (soprattutto se si pensa con chi si ha a che fare).
Non si può favoleggiare e volare con la fantasia e pensare che basti desiderare ardentemente una cosa perchè questa si realizzi.

Il post poi è solo una proposta delle tante che sottolineano ancora una volta che se ci fosse stata la volontà, la soluzione al problema si sarebbe potuta trovare. E poi è ben fatto perchè tocca aspetti che coinvolgono una ampia gamma di stuazioni soprattuto per chi ha avuto solo il periodo nelle ff.aa. come unica esperienza lavorativa (e non solo chi ha già un lavoro che non gli garba e sogna di ritornare nel mondo militare).
Gli sbocchi professionali sono molto più realistici e analizzati con progfessionalità in questo post che in ogni altro sogno.
Pensa ai professionisti di 35-40 anni, magari con la pancetta: ce li vedi ad andare dietro alle burbe nelle scuole? O ad essere in prima linea dopo che magari hanno fatto solo anni di lavoro di scrivania in ambito civile coccolati e vezzeggiati da segretarie tutto fare? Ce li vedi ragazzi con soli pochi anni di militare, andare ad essere un sergente (cioè un VERO PROFESSIONISTA del suo lavoro, con esperienza vissuta "sul campo" perno di ogni plotone, compagnia e oltre...)?
Per non parlare che anche se fatta la legge, sarà sempre e comunque SMD a decidere chi come e quando potrà "essere utile" e chi no (519 docet)! Lo scontro, cioè imporsi a generali ed ammiragli che sanno fare bene solo una cosa: comandare, anche se si ha una legge a proprio favore, per quanto giusta e sovrana, serve solo ad alzare muri e a non risolvere niente. Per cui ben vengano queste proposte che abbracciano davvero molte situazioni reali (e non proprie situazioni soggettive legate a sogni e desideri).

A proposito, io vorrei tanto vincere al superenalotto... basta questo per spendere soldi al gioco e farmi vincere davvero?

tramat ha detto...

Questo post non c'entra in alcun modo con i nostri problemi di precari, ma vuole essere solo un tributo all'ultimo Eroe dei mezzi d'assalto subacquei della Marina nell'ultima guerra mondiale, che ci ha lasciato due giorni fa: MOVM Amm.Sq. Gino Birindelli .
Un militare vero, davvero un "fulgido esempio" che risplende nella pochezza attuale ...

Questa e' la sua biografia ...


Gino Birindelli nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore Ancona, la corazzata Andrea Doria, i cacciatorpediniere Quintino Sella, Confienza, Monzambano e Giovanni Nicotera e i sommergibili Santarosa, Naiade, Foca, e Domenico Millelire. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assume successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili Dessiè prima e Rubino poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto assieme ad altri Incursori quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne. L’intesa attività a Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossigeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’Ospedale di Massa che lascia d’iniziativa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A. 1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile Iride sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.
Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento.
Rientrato in Patria prende parte alla prima ed alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B. G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per tale azione viene decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare. Nel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale.

Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata Italia, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto.

Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico.

Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette e poi della 3^ Squadriglia Torpediniere.
Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti.

Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa.

Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale.
Nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire gli incarichi di Direttore Generale per il Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli.

Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina.
Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel “maiale” con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale.
L’Ammiraglio di Squadra Gino Birindelli è stato insignito di numerose onorificenze nazionali ed internazionali tra le quali si ricordano:

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;
Medaglia d’Oro al Valor Militare;
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
Croce al Merito di Guerra;
Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;
Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale

ONORI!

zaffiro e acciaio ha detto...

quoto mizar

- Ce li vedi ragazzi con soli pochi anni di militare, andare ad essere un sergente (cioè un VERO PROFESSIONISTA del suo lavoro, con esperienza vissuta "sul campo" perno di ogni plotone, compagnia e oltre...)? -

Volevo solo aggiungere che per diventare sergente si fa un corso sottufficiali a Cassino, o a Viterbo, credo che duri 9 mesi.

E che come ufficiale sono stato abbondantemente il perno di compagnie, plotoni e oltre, e che invece i sergenti spesso mi facevano da furiere.

Mizar ha detto...

Rileggi bene il mio commento (soprattutto le prime due riche).
Dico tutt'altro da quello che hai inteso tu.
Il corso da sergente (un professionista) lo fanno oramai sottocapi e caporali con una certa anzianità e con categorie per giunta vincolate dalla pregressa esperienza (tenere i piedi per terra vuol dire confrontarsi con il modello di difesa che hanno in mente lor signori i quali, ci piaccia o no, hanno questa responsabilità).
Forse non sono stato chiaro, ma parlare di singoli individui, perno di compagnie e altro, non riguarda il mio ragionamento che inquadrava la figura del sergente in generale (e quindi della pluralità di individui che con una certa esperienza devono ricoprire quel ruolo) e non di un singolo sergente abile e capace nel suo lavoro.
Non metto in dubbio le tue qualità (anche se tu come tutti noi ufficiali ad una stella, riservisti o in SPE, siamo stati ufficialetti per tutti gli anziani) però credo che il ministero della difesa non abbia necessità di migliaia di sergenti furieri... e anche se ne avesse, sarebbe indice che si vuole solo un posto per accasarsi e non ritornare come militare operativo. A questo punto preferirei ispettore del lavoro.

zaffiro e acciaio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
zaffiro e acciaio ha detto...

Non era piaciuto a Zaffiro il commento (troppo personale) e l'ho cancellato.
Addio.

tramat ha detto...

Mizar sono d'accordo con te ... purtroppo il fascino del volo sognante e' troppo forte per tanti, anche condito da un po' di presunzione ... essere stato un buon ufficiale ausiliare non vuol dire poter essere un buon sergente, il primo ha un ruolo direttivo di secondo piano, l'altro esecutivo e la differenza e' enorme,fosse solo per l'esperienza pratica che a noi manca.

A questo va aggiunto che in linea di massima siamo stati colaboratori di altri colleghi, qualcuno con compiti importanti ed impegnativi a livello di compagnia,batteria, squadrone o sezione, ma vincolati a quanto permesso dal ruolo.

Il sergente e' un professionista, noi no!
Lo ripeterei fino alla noia a quei colleghi che volano, volano alto e rischiano di bruciarsi e cadere come Icaro ...

zaffiro e acciaio ha detto...

Con tutto il rispetto per questi professionisti (sergenti) ma chi mai li avrà addestrati a diventare tali?
Chi mai ad ogni adunata, ogni briefing, ogni periodico momento di lezioni, ha fatto di questi stimati colleghi dei colti tecnici?
Non sono mica degli autodidatti, saranno forse i cosiddetti "ufficialetti" ad aver aperto le sinossi, anzi ad averle proprio elaborate e poi magari spiegate con tanto di power point?
Siete forse un momentino fuori strada? Un sergente di norma ha la terza media, e dopo varie firmette ha fatto il concorsino per sergentino, la trafiletta culturale/tecnica degli ufficialetti è un pochino, solo un pochino più elevata.

Mizar ha detto...

A parte il fatto che hai un'immagine del sergente un pò antiquata (oggi sono molti i diplomati e c'è anche qualche laureato).
Ma un sergente, professionista ed anziano nelle materie di sua competenza, è tale non perchè è un laureato ad Oxford, ma perchè ha vissuto sulla sua pelle la vita del "militare". Forse basta aver fatto qualche corso di specializzazione per essere un sergente di diritto, ma un buon sergente di fatto si costruisce con il "vissuto".
Sulle adunate, briefing e lezioni sbandierate con una certa presunzione, stai facendo nuovamente confusione tra la cultura, necessaria ed obbligatoria per alcuni ruoli (come gli ufficiali inferiori sprt se riservisti, dato che servono a quello) e l'anzianità professionale. In T.O., Iraq Afghanistan insegnano, sinceramente, preferirei stare al fianco di un anziano sergente, che sa come muoversi e annusare le situazioni, anzichè ad un ufficale inferiore (anche se in SPE) che magari risponderebbe al nemico con slides di power point o lettere in formato .doc!!!

Ti ripeto, alle scuole di formazione solo gli anziani (anche e soprattutto sergenti) possono trasmettere ai giovani cosa voglia dire vita militare. Un professionista civile che diviene sergente istruttore magari può insegnare come si parla l'italiano, ma non l'essenza del mondo militare, o come venire fuori da certe situazioni.

zaffiro e acciaio ha detto...

Vorrà dire che in nome di questa bella discussione accademica, me ne starò in fila all'ufficio del lavoro, con la mia compagna, così mi diranno bene cosa fare e come guadagnarmi da vivere.

Mizar ha detto...

...puoi anche restare a casa, aspettare che domani discutano il ddl, dopodomani lo approvino, domenica SMD emette il bando e lunedì ti chiamano da casa per rientrare in servizio, ...se sei stato bravo ti mettono anche il tappeto rosso..

Un ddl ha tempi lunghissimi, convoglia le masse in particolari voti, e anche se fatta le legge, nessuno saprà mai quanto e come verrà applicata da SMD.

zaffiro e acciaio ha detto...

Nel caso che fosse vedremo, comunque intanto avanti con i risparmi accumulati, e quel posto da ispettore del lavoro?
Sapete che faccio?
Mi sposto nel futuro.
(Possibile che nessuno qui su questo blog è appassionato di fantascienza e conosce "zaffiro e acciaio"?)

tramat ha detto...

Zaffiro ed Acciaio,
Il fatto che ci siano appassionati di fantascienza tra voi aspiranti sergenti non mi meraviglia ed e' evidente da quello che dite! : )

Pensa che la mia deformazione militare mi ha fatto pensare che il nick "zaffiro ed acciaio" si riferisse ai nostri sommergibili della seconda guerra mondiale! : ) ) )

Ti consiglio di fermarti ed aspettare qui nel presente quel posto da ispettore del lavoro, fidati! : )

Unknown ha detto...

condivido questo post il problema italiano e che siamo un paese molto ricco(10%della popolazione) ma corrotto all'inverosimile!tutti parlano di crescita,ma per far crescere un paese serve che tutti lavorino!in un noto paesino in un bando del servizio civile mi sono schifato nel vedere come quel bando a livello locale fosse truccato!