Studio, proposte e discussione sulla stabilizzazione del personale militare precario.
“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)
STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE
La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.
L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.
Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.
Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.
La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.
Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto
Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.
Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.
Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.
Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.
Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.
A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.
Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.
Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.
A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.
Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.
Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.
Assunzioni connesse con la professionalizzazione
La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:
· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;
· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;
tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).
Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):
· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,
· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,
· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,
Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:
· 4.021 unità nell'anno 2005;
· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;
· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.
Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:
· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;
· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;
· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.
Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:
· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,
· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,
In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:
· 200 unità nell'anno 2005;
· 235 unità negli anni 2006 e 2007;
· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.
Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).
Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.
Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.
Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:
a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;
b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;
c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.
Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.
Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.
Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.
Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.
Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).
La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".
Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.
Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!
Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.
Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.
Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.
Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.
Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.
Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.
Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).
Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.
D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.
Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.
Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.
Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.
Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.
Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.
Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.
Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.
Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.
Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.
Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.
Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.
In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.
venerdì 27 giugno 2008
Lettera all'Ordinariato Militare
Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia
Monsignor Vincenzo Pelvi
Salita del Grillo 37,
00184 ROMA
E, p.c. Ispettore per l’Esercito Italiano
Monsignor Angelo Frigerio
Via XX Settembre 123 A
00187 ROMA
Ispettore per la Marina Militare
Monsignor Valerio Tanchio
Piazzale della Marina
400196 ROMA
OGGETTO: Stabilizzazione Ufficiali in Ferma Prefissata
Eccellenza Reverendissima,
Vorrà perdonare se, con quest’appello che Le rivolgiamo, Le viene sottratto un poco del Suo prezioso tempo.
L’appello Le viene fatto, oltre che da parte nostra, genitori della “Associazione Genitori Ufficiali Precari delle Forze Armate”, da tanti giovani cristiani che patiscono disagio sociale ed economico.
A causa di un’arcaico sistema di reclutamento delle FF.AA., ai nostri ragazzi vengono negati i più elementari diritti di tutela sul lavoro e dignità, assicurati invece, da leggi dello Stato, ad altri lavoratori cosiddetti “civili”.
Noi genitori ancora ricordiamo con orgoglio quando abbiamo assistito al Giuramento dei nostri figli. In quel giorno, in cui hanno ricevuto le “stellette”, nei loro occhi leggevamo la fierezza della migliore gioventù d’Italia, perché consapevoli dei compiti d’assolvere nella vita, sia pure per un tempo limitato.
Allora, non sapevamo, né comprendevamo, che lo Stato, con la professionalizzazione delle FF.AA., aveva creato un sistema di precariato scellerato, foriero, negli anni successivi, di attese ed effetti negativi per i nostri figli.
Il precariato si replicherà all’infinito con continui concorsi “predeterminati” in nome degli Ufficiali in Ferma Prefissata!!!
Questa gioventù, tra le più belle e limpide d’Italia, durante la permanenza nei rispettivi Comandi, non solo non ha goduto del trattamento previsto dalle norme sul rapporto d’impiego per il personale militare in servizio permanente, ma, pur vincitrice di un pubblico concorso con contratto a tempo determinato, non ha ottenuto la stabilizzazione del proprio lavoro, prevista dalla Legge Finanziaria 2007, al comma 519, che è stata concessa a tanti altri precari della pubblica amministrazione, Carabinieri compresi.
Di più, al momento del congedo, col reinserimento di questi ex militari nella cosiddetta “vita civile”, c’è stata la negazione del Premio di fine ferma da parte dell’Amministrazione Difesa, e dell’indennità di disoccupazione da parte dell’INPS; tali ammortizzatori sociali sono riconosciuti a tutti i lavoratori.
Questi paria dello Stato, nonostante abbiano fatto 3 – 5 – 7 anni di servizio, hanno diritto solo all’iscrizione nelle liste di collocamento; ciò non consente neanche precedenze in graduatoria per ottenere un nuovo lavoro, come invece avviene per qualunque altro lavoratore civile.
Ai paria in finis è stato concesso un TFR basato su un periodo parziale dell’intero servizio prestato!
Eccellenza Reverendissima,
si sono resi conto questi medagliatissimi Capi di Stato Maggiore che si sono eretti a giudici della vita e del destino dei nostri figli, non rispettando una Legge dello Stato Italiano?
E se i sopraindicati alti Ufficiali avessero i loro figli nelle medesime condizioni?
Cosa succederebbe?
Sicuramente attaccherebbero, criticherebbero, demolirebbero a parole i responsabili; atteggiamenti comprensibili come genitori preoccupati per propri figli!
Oggi, dopo il congedo, leggiamo negli occhi dei ragazzi il “perché” sia accaduto tutto ciò e come nessuno sia interessato a loro.
Per la prima volta noi genitori non possiamo dare risposte ai nostri figli…la voce è muta….troppo grande è il sentimento d’amore per questa nostra cara Italia che ci chiude la bocca e che nessuno, per gli errori commessi da fantomatici “capi” in nome di Essa, potrà mai far vacillare.
Non lo vogliamo, non dobbiamo, non possiamo farlo.
Un solo dubbio….
Potranno questi “bamboccioni”, nel tempo che verrà, avere riconoscenza per i propri padri ed ancora un maggiore rispetto per coloro che oggi cinicamente hanno così disposto, in barba ad una chiara Legge del Parlamento italiano, della loro vita futura, con l’esempio reso dalla voluta negazione di tanti diritti elementari dei quali noi ci siamo per tempo assicurati?
Saranno così forti da perdonare la via Crucis loro inflitta da una sciagurata loggia, la quale, facendosi usbergo della divisa e del pesante medagliere ha l’assurda pretesa di essere portatrice di pace e civiltà nel mondo!!
È troppo facile inveire su gente povera, indifesa ed onesta!
E perdoni noi, Eccellenza Reverendissima, che cerchiamo per i nostri figli il conforto di una Sua parola presso lo Staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa.
IL PRESIDENTE
Associazione Genitori Precari delle Forze Armate
Antonio CURCIO
Liquidazione Premio di fine ferma: i misteri della Marina Miliatare Italiana
...sconcertante...

giovedì 26 giugno 2008
Comparto sicurezza e difesa: Cocer e Sindacati delusi per la mancanza di risorse nella finanziaria 2009
Le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari del Comparto Sicurezza e Difesa hanno presentato un documento congiunto nel quale lamentano la scarsità di risorse nella prossima finanziaria e la mancata applicazione del "patto per la sicurezza" sottoscritto nel luglio del 2007. Respinta anche qualsiasi possibilità di taglio ai bilanci dei Ministeri relativi al Comparto Sicurezza e Difesa "perché provocherebbero un collasso funzionale dei diversi sistemi operativi delle forze di polizia e delle forze armate". I sindacati hanno chiesto, invece, il riconoscimento della "specificità" del settore, risorse adeguate per il rinnovo del contratto per il biennio 2008/2009, il mantenimento della contrattazione integrativa, il riordino delle carriere, l'attuazione della previdenza complementare, la soluzione del problema del precariato, la copertura totale del turn over e la detassazione della retribuzione accessoria.
martedì 24 giugno 2008
Il Presidente della Commissione Difesa al Senato scrive al Comitato
Innanzitutto La ringrazio per le graditissime espressioni augurali che mi ha voluto inviare in occasione della mia elezione a Presidente della Commissione Difesa del Senato della Repubblica. Nell'occasione ci tengo ad assicurarLe il mio interessamento alla problematica che ha sottoposto alla mia attenzione con la Sua del 24 maggio c.a. Ho già dato incarico ad un mio collaboratore, il Dott. Nicola Paparusso, di riceverLa quanto prima affinchè venga posta adottata ogni utile iniziativa per la risoluzione di quanto lamentato.
Distinti saluti.
Il Presidente della Commissione Difesa
domenica 22 giugno 2008
Ai genitori, mogli/mariti, fidanzate/i, conviventi, parenti ed amici degli Ufficiali precari delle Forze Armate
si rende assolutamente indispensabile l’adesione al sindacato SUPU, perché è l’unico organo ufficiale che può tutelare i sacrosanti diritti dei nostri ragazzi.
Non dobbiamo temere alcuno e ne dobbiamo nasconderci!.
E' giunta l’ora di dimostrare, con tutte le nostre forze, il coraggio e la determinazione che abbiamo nel difendere i nostri amati ragazzi, pur non avendo la “greca” di ammiragli e generali!
Viva le Forze Armate
venerdì 20 giugno 2008
Lettera al Presidente della Repubblica
mi chiamo Antonio Curcio, rappresentante della nascente Associazione Genitori Ufficiali Precari delle FF.AA. e portavoce di migliaia di cittadini (parenti ed amici degli Ufficiali) che intendono sensibilizzarla su una questione ritenuta essere fonte di illegalità e ingiustizia.
Signor Presidente,
non chiediamo alcuna preferenza; Le chiediamo di intervenire, quale Capo delle FF.AA., quale garante della Costituzione, presso lo staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, onde far applicare la sopraccitata Legge che i “medagliatissimi” Ammiragli e Generali ritengono inapplicabile a coloro i quali si formano culturalmente al di fuori delle Accademie.
Lo Stato Maggiore della Difesa, anziché avvalersi di centinaia di giovani laureati in diverse discipline (avvocati, architetti, ingegneri, ecc..) prendendo atto della Legge, ha attivato il competente Ufficio Legislativo al fine di erigere un muro di cavilli legali che hanno ritardato il normale iter legislativo.
Signor Presidente,
sappiamo tutti che il Paese è oppresso da problemi ben più gravi; potevamo, ciascuno di noi, perpetrare la nostra causa per le vie legali (ricorsi, tribunali, sentenze ecc..), ma molte delle nostre famiglie percepiscono una pensione e, talvolta, uno stipendio precario scaturito dal lavoro temporaneo che i nostri ragazzi ,in rari casi, riescono a trovare nella nostra società civile, ancora impossibilitati a costruirsi una famiglia!
Ma
Lei è la nostra unica speranza affinché lo Stato Maggiore possa correggere le proprie intenzioni.
Signor Presidente,
anche Lei è padre e capirà bene che è nostra intenzione affiancare i nostri ragazzi e lottare fino all’estremo delle nostre forze affinché sia fatta giustizia in questa vergognosa vicenda: le Leggi emanate dal Parlamento vengono valutate, condivise e, casomai applicate, dallo Stato Maggiore Difesa!
Signor Presidente,
rimettiamo nelle Vostre mani il già precario destino dei nostri figli!
Quando si è sotto il regolamento di disciplina militare, talvolta, bisogna rispondere SIGNOR SI e SIGNOR NO ad un ordine superiore; ma
RingraziandoLa per il tempo concesso porgo i più cordiali saluti.
W L’ITALIA
W LE FORZE ARMATE
NOTA PER
per favore…fate leggere al Sig. Presidente la presente….senza riferire ciò che Voi volete che Egli intenda….in quanto il Presidente è capacissimo di valutare se è il caso o meno di intervenire su questo grave problema per alcuni di noi.
Infine, conoscendo la grossa mole di lavoro cui siete sottoposti, vi dispenso dall’inviare la solita lettera prestampata di risposta formale.
giovedì 19 giugno 2008
Il Comitato dei Genitori dei Precari delle Forze Armate scrive:
Dalla recente corrispondenza intercorsa tra il Comitato dei Precari e lo Staff del Ministro della Difesa, mi è parso di carpire una carenza di informazioni dettagliate riguardo la situazione dei nostri figli; vuoi per problemi più gravi, vuoi per scarsa applicazione, ci sono tuttora alcune persone "incaricate" (Deputati, Senatori, Militari, ecc...) che devono essere contattate, per fare loro presente l'ingiustizia che stanno subendo i nostri ragazzi.
A tal proposito invito chiunque tenga a cuore questa situazione a contattare alcuni dei componenti delle Commissioni Permanenti Difesa delle due Camere e far presente la situazione.
Ciascuno di noi dovrebbe contattare solo i componenti delle Commissioni Difesa eletti nella propria Regione chiedendo loro se sono a conoscenza della questione e se hanno cominciato a lavorarci sopra, per far rispettare i dettami legislativi e far finalmente intravedere un sicuro più sereno ai nostri ragazzi.
Più genitori scriveranno, più Parlamentari verranno sensibilizzati, maggiore sarà la speranza di una futura Stabilizzazione.
Distinti saluti
Antonio Curcio
Egregi Signori Precari
Nel corso della stessa si è delineata una strategia da seguire per portare le nostre rivendicazioni all’attenzione del nuovo Governo ed in particolare del Sig. Ministro della Difesa.
Il Gen. Pappalardo si è detto disponibile a rappresentarci, ma per farlo ha bisogno del nostro sostegno esprimibile con l’adesione al sindacato che rappresenta. Ciò comporta per noi una spesa di 50 € e la compilazione del modulo che riporta le modalità di pagamento.
Dovrete quindi stampare ed inviare il presente modulo, debitamente compilato per la parte di competenza, al seguente indirizzo: S.U.P.U. – Via Po, 162 - 00198 Roma indicando sulla busta "Stabilizzazione degli Ufficiali precari delle Forze Armate".
Così facendo il Gen. Pappalardo sarà legittimato a rappresentarci nelle sedi opportune.
La stessa adesione può essere data anche dai vostri parenti o genitori che confluiranno nel comitato dei "Genitori dei Precari delle Forze Armate" presieduto dal Sig. Antonio Curcio che può essere contattato ai seguenti recapiti telefonici (348/9142029 – 081/7752722).
Nel corso della riunione si è costituito un comitato permanente di lotta sindacale del quale si può entrare a far parte contattando direttamente il Gen. Pappalardo (antoniopappalardo46@libero.it); ma anche chi, per motivi logistici, non potrà in futuro esser presente alle riunioni del suddetto comitato, dando la sua adesione, potrà essere sicuro di venire rappresentato e verrà inoltre informato degli sviluppi attraverso una mailing list ed un nuovo blog di prossima apertura.
In sintesi l’obiettivo è uno solo: la stabilizzazione degli Ufficiali precari delle Forze Armate.
Ora non so quanti di voi sono riusciti a passare in servizio permanente o non hanno comunque interesse a rientrare nelle Forze Armate, ma per tutti gli altri penso che un piccolo sacrificio economico, perché solo questo vi si chiede, possa essere affrontato data la posta in gioco.
Il Gen. Pappalardo, persona alquanto risoluta e corretta, si è detto certo di poter avere in tempi brevi un incontro col Ministro della Difesa, ma vuole avere un certo numero di consensi per evitare di esporsi per un paio di individui.
mercoledì 18 giugno 2008
Resoconto assemblea sindacale del 18 giugno 2008
Si è costituito un nuovo comitato permanente per la lotta sindacale, in cui sono stati inclusi componenti delle diverse categorie rappresentate, in considerazione delle specifiche condizioni di servizio di provenienza e di cui fanno parte anche genitori di ufficiali precari.
Il Generale Pappalardo ha puntualizzato l’importanza della linea unitaria nella lotta sindacale al di là di ogni particolarismo di parte o individuale e la necessità del principio di negoziazione con le rappresentanze politiche competenti di esclusiva pertinenza sindacale.
E’ in corso la preparazione di un documento da sottoporre al sig. Ministro della Difesa per evidenziare la risoluzione dell’annosa condizione del precariato militare, specie se si considera l’emissione di nuovi bandi di concorso per Ufficiali in ferma prefissata che alimentano ancora il fenomeno del precariato.
Abbiamo rilevato, inoltre che su circa 8000 precari delle FFAA, fino ad adesso, sono in loro possesso solo 15 deleghe sindacali!
SENZA SOLDATI…..NESSUNA BATTAGLIA E’ POSSIBILE!
Ricordiamo che per poter effettuare la delega sindacale, è disponibile l’apposito modulo precari sul sito del SUPU alla voce "iscrizione".
Invitiamo anche i genitori dei precari affinché facciano la stessa cosa, per l’interesse dei propri figli.
lunedì 9 giugno 2008
L'UNUCI risponde:
La Presidenza segue l'evolversi della problematica che dovrà essere comunque risolta a livello governativo, così come da Lei sottolineato. Bene la costituzione del Comitato con il quale l'UNUCI potrebbe collaborare. Riporti i dati del blog sul nostro forum, ritengo che saranno molti ad esserne interessati. Ci tenga informati degli sviluppi.
Il RESPONSABILE INTERESSI ISCRITTI
Br.Gen. Vittorio Stefanelli
Assemblea Sindacale Precari FF.AA. e Ausiliari Carabinieri
Abbiamo già i tecnici formati parcheggiati a casa disoccupati, non c’è bisogno di altri concorsi.
Verrà stilato un documento da presentare alle autorità governative.
Chi è interessato può partecipare.
venerdì 6 giugno 2008
Lo scandalo dello Stato Maggiore Difesa
Credevamo che con il nuovo governo fosse finito il precariato nelle Forze Armate.
Con il nuovo concorso che sta per essere emanato sulla Gazzetta Ufficiale, creeremo "precari su precari"...quando la finite di prendere in giro i nostri giovani militari precari?
Questa O.S. - SUPU - presto si farà sentire in merito a questo umiliante e vergognoso concorso.
giovedì 5 giugno 2008
Patrocinio a spese dello Stato
***
Cos'é
A quali condizioni di reddito può essere richiesto
Per essere ammessi al Patrocinio a spese dello Stato è necessario che il richiedente sia titolare di un reddito annuo imponibile, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a euro 9.723,84.Se l'interessato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito è costituito dalla somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia, compreso l'istante.Eccezione: si tiene conto del solo reddito personale quando sono oggetto della causa diritti della personalità, ovvero nei processi in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi.
Patrocinio a spese dello Stato in materia civile
Il patrocinio a spese dello Stato può essere concesso nell'ambito dei giudizi civili, amministrativi, contabili o tributari già pendenti ed anche nelle controversie civili, amministrative, contabili o tributarie per le quali si intende agire in giudizio.
Chi può richiedere l'ammissione in ambito civile
Purché le loro pretese non risultino manifestatamene infondate possono richiederlo:- i cittadini italiani;
- gli stranieri, regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale al momento del sorgere del rapporto o del fatto oggetto del processo da instaurare;
- gli apolidi;
- gli enti o associazioni che non perseguano fini di lucro e non esercitino attività economica.L'ammissione può essere richiesta in ogni stato e grado del processo ed è valida per tutti i successivi gradi del giudizio. Se la parte ammessa al beneficio rimane soccombente, non può utilizzare il beneficio per proporre impugnazione.
Dove si presenta la domanda di ammissione in ambito civile
- luogo dove ha sede il magistrato davanti al quale è in corso il processo;- luogo dove ha sede il magistrato competente a conoscere del merito, se il processo non è ancora in corso;
- luogo dove ha sede il giudice che ha emesso il provvedimento impugnato per i ricorsi in Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti.
Modalità di presentazione della domanda al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati
La domanda, sottoscritta dall'interessato, va presentata in carta semplice e deve indicare:
- la richiesta di ammissione al patrocinio;
- le generalità anagrafiche e codice fiscale del richiedente e dei componenti il suo nucleo familiare;- l'attestazione dei redditi percepiti l'anno precedente alla domanda (autocertificazione);- l'impegno a comunicare le eventuali variazioni di reddito rilevanti ai fini dell'ammissione al beneficio;
- se trattasi di causa già pendente;
- la data della prossima udienza;
- generalità e residenza della controparte;
- ragioni di fatto e diritto utili a valutare la fondatezza della pretesa da far valere;
- prove (documenti, contatti, testimoni, consulenza tecniche, ecc. da allegare in copia).
Cosa fa il Consiglio dell'Ordine dopo il deposito della domanda
- Valuta la fondatezza delle pretese da far valere e se ricorrono le condizioni per l'ammissibilità,
- entro 10 giorni emette uno dei seguenti provvedimenti:
a) accoglimento della domanda
b) non ammissibilità della domanda
c) rigetto della domanda
- trasmette copia del provvedimento all'interessato, al giudice competente e all'Ufficio delle Entrate, per la verifica dei redditi dichiarati.
Cosa si deve fare dopo il provvedimento di ammissione
L'interessato può nominare un difensore, scegliendo il nominativo dall'Elenco degli Avvocati abilitati alle difese per il patrocinio a spese dello Stato appositamente approntati dai Consigli degli Ordini degli Avvocati del distretto della competente Corte di Appello.
Cosa si può fare se la domanda non viene accolta
L'interessato può proporre la richiesta di ammissione al giudice competente per il giudizio, che decide con decreto.
In caso la decisione da parte del Consiglio dell'Ordine non pervenga entro termini ragionevoli, l'interessato può inviare una nota al Consiglio dell'Ordine stesso e per conoscenza al Ministero della Giustizia – Dipartimento Affari di Giustizia – Direzione Generale della Giustizia Civile- Ufficio III.
Esclusione dal patrocinio in ambito civile
Il beneficio non è ammesso nelle cause per cessione di crediti e ragioni altrui (salvo se la cessione appaia fatta in pagamento di crediti o ragioni preesistenti).
mercoledì 4 giugno 2008
Riunione dei precari iscritti al SUPU
Si prega la SV di confermare la propria presenza:
info@supu.it
Segreteria SUPU