Studio, proposte e discussione sulla stabilizzazione del personale militare precario.
“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)
STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE
La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.
L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.
Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.
Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.
La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.
Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto
Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.
Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.
Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.
Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.
Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.
A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.
Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.
Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.
A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.
Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.
Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.
Assunzioni connesse con la professionalizzazione
La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:
· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;
· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;
tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).
Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):
· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,
· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,
· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,
Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:
· 4.021 unità nell'anno 2005;
· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;
· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.
Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:
· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;
· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;
· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.
Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:
· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,
· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,
In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:
· 200 unità nell'anno 2005;
· 235 unità negli anni 2006 e 2007;
· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.
Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).
Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.
Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.
Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:
a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;
b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;
c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.
Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.
Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.
Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.
Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.
Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).
La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".
Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.
Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!
Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.
Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.
Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.
Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.
Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.
Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.
Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).
Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.
D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.
Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.
Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.
Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.
Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.
Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.
Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.
Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.
Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.
Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.
Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.
Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.
In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.
giovedì 31 gennaio 2008
Ci si dimentica dei precari in divisa
venerdì 25 gennaio 2008
AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE...
lunedì 21 gennaio 2008
SONDAGGIO
Grazie
giovedì 17 gennaio 2008
Un esercito di precari a Napoli
La classe politica di sinistra campana e napoletana intende risolvere il problema con quella che sembra essere ovviamente la soluzione più logica e più scontata e che la stessa sinistra aveva, nel frattempo, paventato come una minaccia. Vale a dire l’Esercito.
Sì proprio quella istituzione più volte derisa e offesa dalla sinistra, sia sinistra istituzionale che militante, adesso è chiamata in causa affinché possa risolvere il problema di Napoli. Viene chiamata in causa, con la certezza che i militari facciano la loro parte, come tutte le componenti dello Stato e della società (questo afferma il ministro della Difesa). Ovvio che non c’era bisogno di ribadirlo.
Peccato però che chi lo dice non capisce che è proprio perché qualcuno non ha fatto il suo dovere negli anni scorsi, adesso siamo tutti a chiedere all’esercito di fare il proprio di dovere, anzi un dovere aggiunto. Da sempre i militari quando vengono chiamati a fare la loro parte hanno dato il meglio, e questo sia in Italia che all’estero. Peccato che questo non si possa dire delle istituzioni predisposte a legiferare su questo strumento, vale a dire il governo.
Sì perché, mentre i soldati sono per le strade di Napoli a scarrozzare monnezza, la sinistra al governo ha, per l’ennesima volta, decurtato fondi per il comparto difesa e sicurezza nell’ultima finanziaria. Sono del tutto irrisolti, inoltre, se non proprio non considerati, il problema alloggiativi e la questione sindacato. I militari, inoltre, possono andare per le vie di Napoli a respirare diossina, tanto hanno superato l’esame uranio impoverito.
Pochi sanno che la maggior parte di quei volontari, che in queste ore sono per le strade di Napoli a raccogliere monnezza, sono dei precari dell’amministrazione Difesa, a differenza delle migliaia di spazzini che le amministrazioni clientelari della Campania hanno assunto per non fare nulla, ma che intanto hanno il famigerato “posto fisso”. Tra le fila della sinistra inoltre c’è chi ha proposto il commissariamento per l’emergenza rifiuti a quel De Gennaro che è stato ed è ancora accusato da tutta la sinistra per i fatti di Genova dell’estate 2001.
Dopo aver ingoiato il rospo, inoltre, una parte della sinistra chiede che l'impiego dell'esercito deve essere “rigidamente limitato alle funzioni del genio e alla guida dei camion e che in nessun caso le forze armate potranno essere adoperate per 'proteggere' i siti adibiti a discarica e comunque per funzioni di ordine pubblico". I militari quindi scambiati per tassisti o camionisti. Beh tutto sommato mica male se si considera che a parlare sono coloro che fino a ieri inneggiavano a 10-100-1000 Nassiryia. Almeno adesso i nostri soldati hanno salva la pelle.
Giovanni Demarco
mercoledì 16 gennaio 2008
COMUNICATO STAMPA
Circa 150 Ufficiali ausiliari, parte in servizio e parte in congedo, hanno denunciato la grave discriminazione e ingiustizia operate nei loro confronti dall’Amministrazione della Difesa, che non ha ottemperato ad avviare le procedure di stabilizzazione, previste nella legge finanziaria 2007.
Roma, 16 gennaio 2008
On. Gen. Antonio Pappalardo
lunedì 14 gennaio 2008
Grazie Generale...
Ci è piaciuto conoscere l’uomo, l’artista, il comandante che non solo si prende cura dei suoi uomini, come egli stesso ha inteso sottolineare, ma anche come da buon militare prediliga l’azione mirata e decisa all’obiettivo e non il controbattere di discussioni protratte che spesso si diluiscono, diventano inultili e per lo più allontanano dall’obiettivo.
Grazie, Generale, a nome di tutti noi. Grazie!!!
domenica 13 gennaio 2008
SMD RISPONDE
venerdì 11 gennaio 2008
UN RAPPRESENTANTE PER OGNI CORSO
c/o la sede del S.U.P.U in Via Po n. 162 - ROMA
Lettera al MESSAGGERO
Mi sembra offensivo economizzare sulla pelle dei nostri figli, dopo essere stati sfruttati per 7 anni, dinnanzi a sprechi assurdi che vanno, agli occhi di noi poveri mortali, considerati “pazzeschi”. Mio figlio si è arruolato “VFA” il 18/4/2001, vale a dire all’età di appena 21 anni, iniziando a rincorrere quel sogno sin da bambino, senza interrompere mai quel percorso, infatti non si è congedato dopo il servizio di leva obbligatorio, ma con una domanda di prolungamento ha atteso di partecipare al concorso di 3 anni e prima che questo si concludesse ha presentato domanda di prolungamento di altri 2 anni sino al 16/9/2007 data del congedo.
E’ inutile dire che il problema non è solo di mio figlio, ma posso, senza ombra di dubbio dire, però, che riguarda la stragrande maggioranza dei giovani del Sud. E’ vergognoso come lo Stato possa prendersi gioco di questi giovani, nonostante tutte le belle parole, i dibattiti quotidiani indecorosi e belle promesse, tutto ciò per attirare l’attenzione di un elettorato che non come me è dentro il problema del Mezzogiorno in particolare del nostro Sud.
In marzo scorso è venuto a galla, in maniera evidente, il problema dei precari della Pubblica Amministrazione e quindi anche delle Forze Armate. L’argomento è stato trattato in Finanziaria 2007 e definito con il comma 519 art. 1, relativo all’assunzione di queste risorse di lavoro da oltre 3 anni. Mi chiedo e chiedo con il cuore a pezzi, è possibile che problemi così seri-seri perché si tratta dei nostri figli, dei nostri giovani, risorse del futuro del nostro Paese, non vengano trattati dai nostri politici con la stessa serietà e senso di responsabilità che il caso richiede? Perché occorre mettere in croce sempre gli stessi crocifissati? Perché debbono pagare sempre gli stessi le malefatte dei disonesti e mai riconoscere i diritti civili agli onesti e indifesi?
Mi sono rivolto a voi perché in preda ad una crisi di disperazione ed impotenza nei confronti di mio figlio che non sa quale sarà il suo futuro, in quanto gli anni importanti per apprendere una professione sono stati utilizzati dallo Stato per addestramento militare, senza alcuna possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e nella vita civile. Potrei parlare giorni interi della mia profonda sofferenza nel vedere mio figlio a 27 anni senza entusiasmo e pieno di incertezze.
Ringraziandovi anticipatamente, sperando nella vostra umana attenzione
Distinti saluti
Antonio De Luca
alessio.panarese@virgilio.it
(3 gennaio 2008)
fonte: http://www.ilmessaggero.it
La Presidenza della Camera risponde:
martedì 8 gennaio 2008
IL GENERALE scrive al Comitato:
Incontro con il Ministro Nicolais
lunedì 7 gennaio 2008
LETTERA DI UN NOSTRO COLLEGA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Lo stesso comma stabiliva che dovesse essere trattenuto in servizio, e quindi stabilizzato, prioritariamente il personale di cui all’art. 23 comma 1 del Decreto Legislativo 215/2001, e cioè gli Ufficiali in Ferma Prefissata delle Forze Armate , dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Io possedevo tutti i requisiti richiesti, ma, come a lei noto, tale comma è stato applicato esclusivamente per i colleghi dell’Arma dei Carabinieri, rendendo evidenti le ragioni della sfiducia diffusa del Popolo italiano verso le sue istituzioni: In Italia la Legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è sempre più uguale che per qualcun altro.
Mi sono quindi sentito considerato, dal mio Governo, come un cittadino di serie B, non meritevole del medesimo trattamento riservato ad altri colleghi, che pur essendo Ufficiali delle Forze Armate come me, arruolati secondo quanto disposto dalla medesima legge, vengono evidentemente considerati più importanti.
L’unico modo che avevo per oppormi a questa enorme disparità di trattamento era adire le vie legali, ricorrendo alla giustizia amministrativa, confidando che la disposizione di una Legge già applicata ad altri non potesse non essere fatta valere nei miei riguardi; quale delusione!
In data 27/12/2007 il TAR del Lazio respingeva il mio ricorso. Non si conoscono ancora le motivazioni di questa assurda sentenza, che va completamente contro il normale buon senso, ma ci sarebbero sicuramente i fondamenti per impugnarla in appello in Consiglio di Stato, e poi proseguire , ove necessario, alla Corte di Giustizia Europea o alla Corte Costituzionale (la Legge non è uguale per tutti! Credo che la suprema corte avrebbe qualcosa da dire!).
Per proseguire la battaglia giuridica serve però una notevole disponibilità economica, ed io, che sono diventato un modesto “lavoratore a progetto” per sei mesi, non credo che potrò mai permettermi di farlo. Quindi rinuncio, a meno di miracoli cui non credo, a cercare di far valere le mie ragioni, scoprendo mio malgrado, che nel mio paese puoi tentare di ottenere giustizia solo se puoi permetterti di pagare.
A questo punto però desidererei da lei, in qualità di Comandante delle Forze Armate e di supremo garante della Costituzione, delle risposte ad alcuni quesiti, risposte che non è stato possibile ottenere dalla politica:
- E’ stata giusta secondo lei l’applicazione del comma 519 della legge 296/2006 ai soli Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri?
Non sono anche loro Ufficiali delle Forze Armate come gli altri?
- E’ giusto che la Marina congedi gli Ufficiali in ferma prefissata, andando contro l’interpretazione della Legge 296/2006 fatta il 04/01/2007 dall’ufficio legislativo del Ministero della Difesa, e poi, trovandosi a corto di personale, richiami molti di quegli Ufficiali, per alcuni mesi, nelle Forze di completamento?
- La Costituzione si ferma forse alle porte del Ministero della Difesa?
- Dato che lei ha comunque portato il nostro caso all’attenzione del Ministero competente, può per cortesia tentare di ottenere una risposta a riguardo del nostro TFR?
Alla data odierna sono passati più di otto mesi dal congedo e ancora non sappiamo se e quando lo riceveremo; a questo punto credo che il Ministero della Difesa sia fuori dall’ordinamento giuridico statale, e probabilmente sta cercando un modo per affermare che il TFR non spetta ai militari!
Infatti tale risposta l’ho già ricevuta quando ho cercato di ottenere l’indennità di disoccupazione attraverso l’ufficio provinciale del lavoro, in attesa di trovare una nuova occupazione dopo il congedo; mi era stato richiesto di far compilare i moduli di richiesta per l’INPS dal mio precedente datore di lavoro (lo Stato), il quale si è rifiutato di farlo, dicendo che per i militari tale indennità non è prevista.
- Vorrei inoltre sapere da Lei, Comandante in Capo delle Forze Armate, come mai il Ministero si rifiuta di pagare l’indennità di congedamento di cui all’art.38 della Legge 20/09/1980 n°574 visto che l’art. 28 comma 4 del Decreto Legislativo 215/2001 prevede per gli Ufficiali in ferma prefissata il medesimo trattamento economico degli ufficiali di complemento raffermati; il Ministero , che non ha ancora dato una risposta ufficiale, sta forse cercando il modo di aggirare un’altra Legge?
Le invio inoltre, in allegato, copia delle disposizioni di legge citate in questa mia breve lettera, nonché copia di una interpellanza al Ministro della Difesa, datata 18/05/2007, a firma degli onorevoli Folena, Deiana, Duranti, e Migliore, che riassume superbamente l’oggetto del contendere.
Qualora, caro Presidente, volesse attivare il Ministro competente per ottenere le risposte che Le chiedo, gli trasmetta anche copia di questi documenti, in quanto l’Onorevole Parisi mi è parso più interessato alla riforma elettorale che al destino dei suoi uomini in divisa.
Infine Presidente un ultimo quesito per lei:
- La nota circolare 10/7 del Dipartimento della Funzione Pubblica, nel richiamare il comma 519 della Legge 296/2006, sancisce che “è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale”.
Non sono forse gli Ufficiali della Marina Militare addetti a compiti di Difesa Nazionale?
Come giudica Lei uno Stato che emana una direttiva urgente per permettere alla RAI di aumentare i compensi dei presentatori televisivi, in modo da avere Michelle Hunziker sul palco del Festival di Sanremo, (questione di importanza politica capitale!!!!), e non riesce ad applicare a tutti gli aventi diritto una legge da lui stesso emanata?
- Crede che tale Stato meriti ancora la nostra fiducia e il nostro rispetto?
- E quando mi richiederà il pagamento del canone RAI, che ho sempre pagato ma che quest’anno non posso permettermi di pagare, cosa dovrei fare, mandare il bollettino al Ministro Nicolais che lo detrarrà dal compenso della nota presentatrice?
sabato 5 gennaio 2008
UN UNICO GRIDO
FONTE
Comprendiamo la richiesta di questo padre poichè vittime anche noi di un'ingiustizia "prioritaria"!
venerdì 4 gennaio 2008
IL MINISTRO NICOLAIS ci riceve:
UNA NOSTRA RICORRENZA

