“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono i meriti. E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla" (Albert Einstein 1879-1955)
Questo Blog nasce con il preciso intento di far sentire la propria voce ed esprimere il proprio pensiero liberamente e democraticamente.

...la flessibilità è una caratteristica meritevole, la precarietà è uno stato di sofferenza...
"Esorto tutti ad una presa di coscienza, esorto tutti a non subire un trattamento ignomignoso. Invito tutti a non subire gli eventi ma partecipare agli stessi. Bisogna portare ogni vicenda, ogni torto, ogni intento dilatorio dinanzi alle sedi giudiziarie ed in tutti i gradi del giudizio. Bisogna essere uniti e partecipi."
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STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE

La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.

L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.

Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.

La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.

Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto

Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.

Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.

Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.

Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.

Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.

A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.

Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.

Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.

A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.

Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.

Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.


Assunzioni connesse con la professionalizzazione

La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:

· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;

· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;

tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).

Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):

· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,

· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,

· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,

Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· 4.021 unità nell'anno 2005;

· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;

· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.

Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.

Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:

· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,

· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,

In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:

· 200 unità nell'anno 2005;

· 235 unità negli anni 2006 e 2007;

· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.

Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).

Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.

Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.

Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:

a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;

b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;

c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.

Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.

Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.

Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.

Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.

Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).

La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".

Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.

Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!

Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.

Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.

Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.

Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.

Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.

Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.

Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).

Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.

D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.

Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.

Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.

Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.

Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.

Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.

Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.

Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.

Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.

Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.

Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.

Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.

In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.

venerdì 6 novembre 2009

Militari, la meglio gioventù tradita

Ed anche oggi abbiamo ascoltato e letto le solite dichiarazioni rilasciate dai Responsabili delle Istituzione nei confronti dei Militari in occasione della odierna ricorrenza.


A questi Signori, che forse, presi dal troppo parlare, vorrei ricordare che con il D. L. n.112 del 2008, nel biennio 2009-2010 ci sarà una riduzione del 47% sulle risorse destinate alle Forze Armate per cui durante il suddetto biennio, per migliaia tra Volontari a Ferma Breve e Volontari a Ferma Prefissata di anni quattro, effettivi all’ Esercito (la Forza Armata più numerosa), ma vale anche per gli appartenenti alle altre F.A. in servizio ormai da anni, non ci sarà nè transito in servizio permanente (stabilizzazione) né rafferme.

In altre parole, saranno CACCIATI, con pesanti ricadute di ordine funzionale, ma principalmente, con forti ripercussioni a carattere privato e psicologico. Saranno cacciati senza se e senza ma e non potranno nemmeno usufruire degli ammortizzatori sociali come tutti i lavoratori a causa dell’atipicità del lavoro.

Il Ministro della Difesa il 1° ottobre 2009, durante il Question Time” al Senato, dichiarava: ''Il mio impegno e' di cercare di non lasciare a casa nessun militare a ferma breve, nei prossimi giorni avro' un incontro con Tremonti perche' possano essere inseriti in altre amministrazioni dello Stato o possano essere trovate le risorse. Assicuro che non c'e' nessun problema per gli ufficiali dei Carabinieri, che ieri hanno protestato qui, e spero avvenga lo stesso per la Marina: sarano tutti inseriti. Per i militari a ferma breve invece la questione esiste, in conseguenza della decisione di fare costare di meno lo Stato: dovremo trovare un equilibrio tra spese per l'addestramento e quelle per il reclutamento''.

Questi “Ragazzi e Ragazze, che sono la “MIGLIORE GIOVENTU’ italiana e che portano sempre in alto il nostro Tricolore in Patria e all’estero e che molte volte, purtroppo, tornano avvolti nel Tricolore, meritano molto di più, vogliono certezze e fiducia e non solo:
PAROLE, PAROLE, PAROLE!.

FORZE ARMATE: LA RUSSA, TREMONTI METTA MANO SU CUORE

(AGI) - Milano, 6 nov. - "Non si puo' sempre parlare bene delle forze armate e delle forze di polizia e poi non dotarle al massimo possibile". Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a Milano per la presentazione delle iniziative di celebrazione della Festa dell'Unita' nazionale e Giornata delle Forze Armate, torna cosi' a richiamare l'attenzione sulle necessita' di risorse nel comparto. "Le forze armate fanno miracoli - ha detto La Russa -. Devo riconoscere che Tremonti non si e' tirato indietro nel finanziamento delle missioni internazionali. Li' non abiamo veramente nulla di cui lamentarci. Ma nel bilancio ordinario - ha fatto notare - nel reclutamento soprattutto, nella possibilita' di mantenere i militari a ferma breve c'e' bisogno di uno sforzo. Sono contento che anche il ministro Maroni abbia colto il grido di allarme che da tempo la difesa lancia e sono certo che il Governo, Tremonti e il presidente del Consiglio si metteranno la mano sul cuore". La Russa ha quindi chiarito di non volere per questo che si metta mano "nelle tasche dei cittadini con nuove tasse. Ma sappiamo anche - ha aggiunto - che c'e' una necessita' riconosciuta da tutti di avere Forze Armate e dell'ordine in grado di svolgere al massimo il proprio lavoro.
Confido che arriveranno tutte le risorse necessarie". Il ministro della Difesa ha anche reso noto di aver formulato una lettera, insieme ai colleghi dell'esecutivo titolari di Interni e Giustizia, al ministro dell'Economia con "delle richieste che sono di scarso peso, cioe' non comportano enormi dispendi, ma che costituirebbero un passo in avanti netto nella specificita' del comparto sicurezza e anche nella possibilita' di utilizzare somme gia' accantonate per dare avvio dall'anno prossimo al riordino delle carriere".

mercoledì 7 ottobre 2009

Risarcimenti dal Ministero

Scuola, sentenza del giudice del lavoro:
«Indennità di carriera anche ai precari»

Accolta la causa presentata da 300 persone contro «l'abuso di contratto a tempo determinato»

TREVISO - I precari della scuola - insegnanti, ma anche personale amministrativo, tecnico ed ausiliario assunti per un lungo periodo con contratti a tempo determinato all'inizio di ogni anno scolastico - hanno diritto all'indennità di carriera: in caso contrario lo Stato deve risarcirli della parte non ricevuta con i dovuti interessi. A stabilirlo è stato il giudice del lavoro di Treviso, che ha così reputato pertinente la causa presentata al ministero dell'Istruzione dai legali della Uil Scuola locale per tutelare i diritti di 300 lavoratori scolastici a seguito di quello che hanno definito un «abuso di contratto a tempo determinato» perpetrato nei loro confronti. La sentenza del giudice non lascia spazio ad interpretazioni ambigue e «condanna il Ministero - si legge nella sentenza - a risarcire in favore della parte ricorrente il danno da individuarsi nella differenza fra quanto è effettivamente percepito e quanto avrebbe dovuto percepire se i periodi di lavoro effettivamente prestati fossero stati da subito regolati secondo la disciplina del contratto a tempo indeterminato».

ADEGUAMENTO - Si tratta di personale scolastico che lavora nella scuola da diverso tempo: molti da 5, 10 e addirittura 20 anni. Non avendo potuto presentare domanda di "ricostruzione di carriera", possibilità riservata per legge solo a chi ha sottoscritto un contratto a tempo indeterminato, si sono rivolti così al giudice del lavoro chiedendo un adeguamento dello stipendio con le stesse modalità. Adeguamento che a questo punto dovrebbe essere riconosciuto, salvo improbabili sorprese, anche agli altri 270 docenti ed Ata. Altri 200 precari, stavolta solo collaboratori scolastici, hanno preferito ricorrere per chiedere di essere risarciti per i mesi di luglio ed agosto indebitamente sottratti, sostengono, poiché i posti su cui sono stati nominati erano privi di titolare. La sentenza del giudice del lavoro dovrebbe essere emessa nei prossimi giorni.

PRECEDENTE - Qualora la sentenza dal giudice del lavoro veneto dovesse essere confermate (è probabile che il Miur ricorra) potrebbe creare un precedente importante: sarebbe infatti potenzialmente "allargabile" ad un quantità di precari molto più corposa: ogni anno oltre 100.000 docenti e 60.000 Ata firmano un contratto a tempo determinato sino al termine delle attività didattiche o alla fine dell’anno scolastico.

martedì 6 ottobre 2009

EX-UFFICIALE AUSILIARIO DELLA GUARDIA COSTIERA EROE (NON) PER CASO


Un ex-Ufficiale di Complemento “raffermato” del Corpo delle Capitanerie di porto, congedato nel corso dell'anno 2007 - pur in possesso del requisito richiesto ai fini della stabilizzazione del proprio posto do lavoro, al pari dei colleghi Carabinieri -, salva vita umana in mare.
Ormai congedato da più di due anni e mezzo, Alessandro PORCU, non dimentico della lunga esperienza al servizio della comunità a tutela della salvaguardia della vita umana in mare, accortosi della situazione di grave difficoltà in cui versavano due bagnanti, incurante del pericolo per la sua persona, si è gettato tra i flutti, onde trarre in salvo i malcapitati.
Secondo la locale Capitaneria, qualora in servizio avrebbe meritato un ENCOMIO.
E' di questi uomini che si vuole privare l'Amministrazione?

ARBUS, SURFISTA CORAGGIOSO METTE IN SALVO DUE BAGNANTI

Terminata la stagione lavorativa dei salvataggi, rimangono solo i surfisti a vegliare sulle spiagge.
Ad Arbus, infatti, è merito di un surfista se padre e figlio sono ancora vivi.
Due uomini, padre e figlio di Marrubiu, facevano il bagno nelle acque di Pistis quando improvvisamente si sono trovati in difficoltà per la forte risacca.
Padre e figlio di Marrubiu sono stati salvati da un loro compaesano surfista l'altro ieri pomeriggio a Pistis, sul litorale di Arbus. I due bagnanti si sono avventurati in acqua, malgrado la forte risacca. Si sono subito trovati in difficoltà, ma sono stati soccorsi, non senza qualche difficoltà, da un appassionato di surf, Alessandro Porcu, ex ufficiale della Marina Militare, che li aveva visti annaspare. Il genitore è stato ricoverato a Cagliari con un principio di asfissia.

giovedì 1 ottobre 2009

ESERCITO: LA RUSSA, IMPEGNO PER NON LASCIARE A CASA MILITARI FERMA BREVE

(ASCA) - Roma, 1 ott - ''Il mio impegno e' di cercare di non lasciare a casa nessun militare a ferma breve. Nei prossimi giorni avro' un incontro con Tremonti perche' possano essere inseriti in altre amministrazioni dello Stato o possano essere trovate le risorse.

Assicuro che non c'e' nessun problema per gli ufficiali dei Carabinieri, che ieri hanno protestato qui, e spero avvenga lo stesso per la Marina: sarano tutti inseriti. Per i militari a ferma breve invece la questione esiste, in conseguenza della decisione di fare costare di meno lo Stato: dovremo trovare un equilibrio tra spese per l'addestramento e quelle per il reclutamento''. Cosi' il ministro della Difesa, Ignazio La Russa nel corso del question time al Senato.

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 262 del 01/10/2009

LA RUSSA, ministro della difesa. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema delle interrogazioni che avete ritenuto di unire in un solo argomento in realtà attiene a due questioni completamente separate, che non hanno alcun punto di contatto o riferimento: una cosa è la mini naja, altra il reclutamento. Evidentemente, se l'errore è stato fatto anche nell'altra interrogazione (mi rivolgo ai colleghi del Gruppo Italia dei Valori), non sono stato chiaro io visto che rileggete le mie dichiarazioni. Prima ho detto che non c'è ancora addestramento dei militari per i mezzi appena arrivati (ce li hanno appena consegnati). Non mandiamo nuovi mezzi a soldati che non li hanno prima testati in Italia: prima di mandarli bisogna che si addestrino in Italia; non li facciamo provare in mezzo al pericolo. Questo mi sembrava di una chiarezza che evidentemente solo la mia scarsa capacità di comunicazione può avere indotto a travisare. Se il concetto era stato travisato, ora mi sono spiegato, così lo ha compreso anche il collega del Gruppo Italia dei Valori. La stessa confusione c'è stata evidentemente a proposito delle finalità della mini naja. Nessuno ha mai detto - sfido a trovare un solo rigo al riguardo - che la mini naja debba essere (mi rivolgo rispettosamente anche ai colleghi del Partito Democratico) una promozione per l'avvicinamento al servizio militare a tempo prefissato o a tempo indeterminato. Al contrario, la ratio della mini naja è esattamente opposta: poiché oggi non esiste più il servizio di leva e non si può pensare che tutti i ragazzi vogliano fare il militare professionalmente, intendiamo offrire un'opportunità a coloro che hanno già deciso di non fare professionalmente il militare, ma vogliono avere una vicinanza con i valori che promanano dalle Forze armate, primo tra tutti l'amore per la Patria, ma anche le capacità tecnico-atletiche e la preparazione al volontariato che consegue alla mini formazione.Quando ho fatto riferimento ai vuoti - evidentemente sono proprio una persona che non sa spiegarsi! - non intendevo certo i vuoti nelle Forze armate, che non ci sono (anzi, abbiamo il problema opposto, come è stato detto correttamente). Intendevo riferirmi ai vuoti nelle associazioni d'arma, che prima avevano la linfa dei giovani di leva, e che oggi non hanno più. Abbiamo iniziato con gli alpini, che non hanno più quell'afflusso di giovani, provenienti soprattutto dalle valli, dove il reclutamento era più ampio; oggi, con questi ragazzi vi sono 200 nuovi aderenti all'Associazione nazionale alpini (ANA), che è così meritoria e meritevole nelle azioni di volontariato. Tutto ciò è costato 450.000 euro, presi dai risparmi che io personalmente mi sono curato di far operare su altre voci del bilancio della Difesa. Quindi, non sono stati tolti soldi a nessuno! A chi parla dei costi potrei rispondere con una battuta: anche due deputati in meno sarebbero sufficienti a far assumere molti più militari: potremmo diminuire il numero dei deputati ed elevare quello dei militari! Se vogliamo fare demagogia chiunque può farla. (Applausi dei senatori Ramponi e Torri). Invece, molto più serio è il problema del reclutamento. Sono assolutamente convinto che voi - faccio lo sforzo massimo: tutti voi - abbiate a cuore questo problema. Vi prego di credere, però, che nessuno lo ha a cuore più di me; al massimo potete averlo a cuore quanto me. È il mio pensiero costante. Preciso che il 40 per cento di riduzione di risorse in più anni permette obbligatoriamente un reclutamento solo per il 7 per cento; ciò vuol dire che il legislatore ha deciso che i nostri militari sono in numero superiore a quello che oggi serve. Questa è una valutazione che stiamo analizzando nel modo più corretto nelle apposite sedi. Peraltro, per quanto attiene ai militari impegnati nelle missioni, abbiamo ottenuto il 35 per cento di risorse in più rispetto all'anno precedente perché è stato detto: o ci sono tutte le risorse o non partono i militari. D'altra parte, se lo Stato deve costare meno ai cittadini, se non vogliamo aumentare le tasse, è necessario che tutti i Ministeri facciano sacrifici: tocca anche a noi.Il mio impegno è quello di cercare di non lasciare a casa nessun militare a ferma breve (o "precario", come lo avete chiamato), cioè chi comunque già sapeva che la ferma sarebbe durata per un certo numero di anni. Il mio impegno - ho un incontro il 6 ottobre con il ministro Tremonti e nei giorni successivi con il Ministro della giustizia e con quello delle attività produttive - è volto a fare in modo che il personale che non riesce a trovare collocazione venga inserito in altre Amministrazioni dello Stato (giustizia, agricoltura) oppure a trovare le risorse sufficienti per limitare al 7 per cento (riducendo così al minimo) la percentuale di risorse in meno. Vi assicuro che, mentre non c'è nessun problema per gli ufficiali dei Carabinieri che ieri hanno protestato qui davanti, perché tutti saranno inseriti (spero lo stesso avvenga anche per gli ufficiali della Marina che pure erano a manifestare), per i militari in ferma breve la questione esiste inevitabilmente, in conseguenza della decisione di ridurre i costi. Penso comunque - questo è il mio orientamento - che dobbiamo trovare un equilibrio tra le spese per l'investimento e quelle per l'addestramento e per il reclutamento. Ieri mi è stato portato alla firma un accordo con la Francia che prevede una risorsa aggiuntiva per la costruzione da un minimo di sei a un massimo di dieci fregate italiane, oltre a quelle francesi. Prima di firmare mi sono assicurato che questa firma non significasse che il numero debba essere necessariamente dieci o otto, ma possa fermarsi a sei. Ne parlerò con i militari; potrà essere sei, otto o dieci, ma l'idea portante è che è inutile ridurre al massimo il numero dei militari se poi ci impegniamo (non voglio dire che sia così per le fregate, ma in assoluto) per la realizzazione di mezzi che eccedono la possibilità di utilizzo. Se non abbiamo poi le risorse per tenerle in addestramento, allora vediamo di privilegiare - questa è la mia linea, ve lo assicuro - prima di tutto l'elemento umano delle Forze armate. Le nostre Forze armate devono essere dotate delle migliori attrezzature, devono avere le migliori navi e i migliori aerei, ma se non avessero i migliori militari, con le forti motivazioni morali che hanno oggi, che tanti risultati anche d'orgoglio ci danno, oltre che di sacrificio, sarebbero assolutamente lontane da quello che noi desideriamo. Questo è il mio impegno e sarò pronto, come sempre, nelle sedi competenti (come le Commissioni riunite) a dare dettagli e informazioni specifiche, come ho sempre fatto, circa la possibilità di ridurre al minimo o addirittura di azzerare la necessità di interrompere un rapporto che, si sapeva, sarebbe stato a tempo determinato.
FONTE

mercoledì 30 settembre 2009

Di Pietro, solidarietà a militari precari

''Dopo aver servito lo Stato e aver acquisito una professionalita', alcuni dei nostri militari tornano a casa senza lavoro''.
E' la denuncia lanciata dal leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, nel manifestare la sua solidarieta' ai militari precari che hanno protestato questa mattina davanti a Montecitorio. Di Pietro ha ascoltato le istanze del Supu (Sindacato Unitario Pensionati in Uniforme) e ha assunto l'impegno a farsi ''cassa di risonanza'' delle sue istanze ''all'interno del Parlamento e delle istituzioni''. 
''Uno dei sei militari uccisi a Kabul - sottolinea Di Pietro - era un volontario che sarebbe tornato a casa da precario, senza lavoro. Cosi' accade di frequente: dopo anni di impegno da precari, vengono rimandati a casa uomini che hanno acquisito una professionalita' e rischiano di perderla, con una perdita di risorse anche per lo Stato che li ha formati''.
I militari, provenienti da tutta Italia (una cinquantina quelli che hanno manifestato davanti la Camera), denunciano le ''condizioni sociali miserrime'' cui li costringe la precarieta' del lavoro. E chiedono al ministro della Difesa, Ignazio La Russa (che ''si e' occupato di badanti ma non ha dato risposta ai precari militari'') e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di intervenire per far ''cessare i concorsi a tempo indeterminato che si continuano a tenere al dicastero della Difesa e far applicare la normativa esistente, stabilizzando gli ufficiali precari gia' vincitori di concorsi pubblici''.

DIFESA: PRECARI MILITARI MANIFESTANO DAVANTI A MONTECITORIO

(ASCA) - Roma, 30 set - Rigidamente sull'attenti, in divisa, una rappresentanza di precari militari ha manifestato questa mattina davanti a Montecitorio per segnalare la loro condizione - di perdita del lavoro - nonostante le promesse ricevute e i concorsi vinti.

Solo un esponente, a nome di tutti, con l'aiuto di un megafono spiega la situazione di precariato di giovani che hanno svolto servizio in Marina, nell'Esercito e tra i Carabinieri.

I precari militari chiedono una risposta da parte del ministro della Difesa Ignazio La Russa che fino ad oggi - lamentano - li ha ignorati.

I giovani chiedono la ''corretta applicazione della finanziaria 2007 (comma 519) con particolare riguardo alla prevista stabilizzazione degli Ufficiali precari delle Forze Armate, a partire dal personale congedato nell'anno 2008''.

''Ad oggi il silenzio delle istituzioni - dicono i giovani militari precari - e' assordante e incomprensibile, soprattutto di quelle coinvolte in questo brutto affaire a danno di giovani Ufficiali precari, vincitori di pubblici concorsi a livello nazionale, manifestamente presi in giro dalla non applicazione di una norma dello Stato licenziata dal Parlamento, e per tacere della sorte riservata a tanti altri precari della Difesa costretti in condizioni miserrime dopo servizi resi di tre, quattro ed anche sei anni, che non beneficiano di ammortizzatori sociali. Ci riferiamo ai Carabinieri ausiliari e ai cosiddetti militari di truppa''.

martedì 29 settembre 2009

Manifestazione del Sindacato Unitario dei Pensionati in Uniforme

In considerazione dei contenuti di alcune mail recentemente giunte all'indirizzo di posta elettronica del Comitato, si è con il presente commento a specificare la “nostra” posizione nei riguardi della prevista manifestazione del SUPU.

Innanzitutto vi segnaliamo che la riportata iniziativa è riferibile al solo SUPU ed ai suoi rappresentati, non certamente al Comitato.
Come tale non può, né dal punto di vista eziologico, tanto meno sostanziale, definirsi “manifestazione dei precari delle Forze Armate” (tra le altre cose non esistono i termini di diritto per giustificare una simile rappresentanza!).

In buna sostanza il riportato sindacato opera nei confronti dei suoi associati nulla di più: pertanto se di manifestazione si vuole discutere questa stessa non potrà che essere solo ed unicamente espressione del SUPU e dei suoi seguaci.

Venendo al dunque, pur non osteggiando alcuna iniziativa a vantaggio della “causa”, non possiamo che dissociarci da una manifestazione, specie nei termini in cui è stata presentata dal citato sindacato.

Allo stato attuale delle cose riteniamo azione priva di senso e di significato: se si vuole avere giustizia ci si rivolge nelle sedi opportune e non in una piazza; se si vuole trovare un accordo, non bisogna utilizzare tanto le gambe, quanto la testa!
Questo è il “nostro” pensiero che corrisponde alla quasi totalità degli ufficiali ausiliari che si sono riferiti a noi.

Ciò scritto, lungi da noi voler correggere quel che stimiamo l'errore altrui o sostenere l'erronea posizione di diritto di taluni, ma una cosa è certa non si può “trattare” se non si dispone delle conoscenze di base, idonee ad una transazione; né si può pensare che “l'azione” tout court determini in sé e per sé un ripensamento dell'Amministrazione.

In buona sostanza, come già scritto, non si può fare di tutta l'erba un fascio (cfr: proclami spogli di ogni riferimento normativo o anche temporale, confusione e delle figure giuridiche, dei rapporti di lavoro e quant'altro, presentazione di disegni di legge privi di un obbiettivo senso della realtà o di fondi a garanzia dello stesso provvedimento), sicuri che una manifestazione – peraltro priva di una definizione precisa - possa convincere delle proprie tesi (a noi ben poco chiare).

In ultima non condividiamo né le reiterate offese – implicite od esplicite che siano –, né gli impropri paragoni che il sindacato in parola continua a rivolgere a chiunque non lo tenga in considerazione sia esso dirigente a tempo indeterminato, ovvero anche, e, soprattutto, politico a capo della stessa Amministrazione.

Concludiamo sostenendo che chiunque sia interessato alla manifestazione del Sindacato Unitario dei Pensionati in Uniforme, è libero di parteciparvi; sappia però che in detta circostanza non sarà presente alcun organo di rappresentanza della “nostra” categoria, ma solo ed unicamente un sindacato che tutela i particolari interessi dei suoi associati!

QUESTA È LA REALTÀ DEI FATTI

mercoledì 23 settembre 2009

Da morti celebrati come eroi. Ma i nostri soldati, da vivi, sono spesso "precari"

Doveva essere un esercito di «professionals», sta diventando una guarnigione di ragazzi senza speranza. Eroi da morti, precari da vivi. Ogni anno circa 45mila giovani tra i 18 e i 25 anni tentano di entrare nell’esercito almeno per un anno. È il primo passo per una carriera in divisa. L’85% di loro proviene dalla Regioni del sud: campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna. Molti entrano nei ranghi, ma dopo più contratti a termine sono messi in congedo: non c’è posto.

Nel 2007 la Difesa ne ha mandati a casa 500: sono idonei ad entrare nella polizia, ma il posto non c’è per via del blocco del turn-over. Per loro la Difesa ha allestito dei percorsi di formazione, corsi di aggiornamento, riqualificazione. Ma i risultati non ci sono. Si è tentata anche la strada dell’incrocio delle domande con il mondo del lavoro. l’Azienda di elicotteri Agusta, sollecitata dal ministero, aveva offerto 109 posti. Ma l’operazione ricollocazione non è riuscita. Il fatto è che sono tutti giovani del sud, che a nord non hanno né casa, né famiglia. Da soli non ce la fanno con 800 euro al mese. Così, nulla di fatto.

Sulle oltre 47mila domande presentate due anni fa per un contratto annuale, solo un terzo ce l’ha fatta. E solo un settimo di quelli che volevano proseguire per altri quattro anni - dopo la prima ferma annuale - è riuscito a farlo: poco più di 4mila persone su quasi 28mila domande. Cosa fanno gli altri 23mila? Cercano di restare un altro anno, per ritentare il contratto lungo l’anno successivo. Ma il processo di arruolamento inaugurato con la fine della leva obbligatoria lascia a casa gran parte degli aspiranti soldati, e ne inserisce altrettanti in un meccanismo infernale di «rafferme» (cioè nuovi contrattini a termine), in vista di un’assunzione che rischia di non arrivare mai.

La manovra triennale varata l’anno scorso, infatti, taglia del 40% le risorse per il reclutamento a partire dal 2010: dei circa 700 milioni necessari 304 vengono sottratti. Con questi numeri le stime sul futuro sono disarmanti. I 78mila volontari di truppa, previsti dal modello professionale, si ridurrebbero a 45mila. Le speranze di chi vuole entrare si riducono sensibilmente: tanto che anche le domande sono previste in calo.

Nella stessa situazione di precarietà si trovano molte donne. Stando agli ultimi dati forniti dal ministero, tra i volontari a termine dell'esercito c’erano circa 4mila donne nel 2007, quelle della marina non superavano le 600 unità, mentre solo un’ottantina erano in aeronautica. Chi entra ottiene un posto di lavoro spesso sottopagato (45 euro al giorno in Italia) e poco tutelato. Le malattie, per esempio, non sono coperte. In missione di guerra le cifre cambiano: si arriva a una diaria di 150 dollari. Una boccata d’ossigeno, certo. ma anche un rischio economico. Capita spesso, infatti, che con quella una tantum legata alla missione si sfori il tetto consentito per ottenere un alloggio della Difesa, cioè 39mila euro lordi annui.

Perdere la casa vuol dire molto. Soprattutto perché le caserme sono quasi tutte dislocate nel centro-nord, cioè in zone dai prezzi immobiliari molto alti. le infrastrutture militari italiane, infatti, seguono ancora una geografia legata all’epoca dei due blocchi. Insomma, è una dislocazione da guerra fredda, che prevedeva la costruzione della cosiddetta «soglia di Gorizia». Oggi non è più così, ma le strutture sono rimaste dove erano. Ai passaggi della storia, che hanno abbattuto la cortina di ferro, si è aggiunta l’abolizione della leva obbligatoria. Il risultato è che oggi i giovani militari sono quasi tutti meridionali, costretti a trasferirsi al centro-nord per nessuna ragione plausibile. Truppe costrette spesso al pendolarismo, sradicate dalle famiglie e dalle zone di provenienza. precari e senza cuscinetti, quando il contratto finisce.

E se si muore, come è accaduto a Kabul? per la famiglia c’è comunque una polizza vita finanziata dalla Difesa, che concede un risarcimento di oltre 400mila euro. In questo caso la copertura è più alta del lavoro civile, dove le morti sul lavoro sono risarcite con cifre molto più basse.

martedì 22 settembre 2009

Precari in divisa: "Uno è morto a Kabul"

«Almeno uno dei ragazzi morti a Kabul, una volta tornato, avrebbe corso il rischio di non essere riconfermato». Il rappresentante del Cocer al tavolo di Palazzo Chigi sulla manovra gela tutti. Eccetto il governo, che non dà risposte. Anche l’esercito lancia l’allarme precari: come la scuola, come l’industria privata. Ma quando si tratta di rischiare su campi minati o sotto le bombe, la cosa fa davvero effetto. Lavoro umiliato, vite spezzate. In nome dei risparmi, che per il 2010 chiedono all’esercito di tagliare le risorse per l’arruolamento del 40%. Vuol dire che chi è precario non entrerà mai.

FERMA BREVE
Sono circa 27mila i soldati attualmente «in ferma breve». Finiscono in tutti i corpi, anche quelli «speciali» come la Folgore. In Italia prendono 25 euro al giorno, e se si ammalano salta la diaria. Nelle missioni di guerra (o pace?) la paga arriva a circa 150 dollari al giorno. Una manna, per chi non sa per quanto tempo ancora potrà lavorare. Loro vorrebbero un inquadramento stabile: ma i vincoli di finanza pubblica hanno bloccato le assunzioni. Così restano fuori, ma rischiano come gli altri. C’è chi sta nel «regime-cajenna» di un anno più un altro anno, più due, più altri due. Così si arriva a sei anni di precarietà, che (se si è «fortunati») possono diventare otto. Altri sono «inquadrati» nel modello uno più 3 voluto da Antonio Martino. Dovrebbe essere l’anticamera dell’inquadramento, ma i soldi non ci sono. Così, si resta nel limbo. Tra i precari dell’esercito, anche i militari impegnati nell’operazione strade sicure. Lavorano come i poliziotti, ma a prezzi stracciati. E in questo girone dantesco, fatto di fatica, speranze spezzate, vite sempre in bilico con la morte, il ministro Ignazio La Russa ha proposto la «mini-naja», passaggio-lampo nei ranghi dell’esercito: 150 giovani in divisa per 15 giorni. Al costo di 450mila euro complessivi.

L’INTERVENTO LEGGERO
Il suo collega Giulio Tremonti non è da meno. Al tavolo sulla manovra, che sarà varata oggi dal consiglio dei ministri, non ha portato neanche un pezzo di carta, ha prospettao un intervento leggero, a meno che in novembre non si incassi abbastanza dallo scudo fiscale. Infine ha difeso la sua «politica prudente» in tempi di crisi, bollando come «irresponsabile» una politica di spesa. Ha rivendicato risultati di finanza pubblica, con un Pil a -5% (in miglioramento rispetto al -5,2% del Dpef) nel 2010 e un deficit a +5%. In linea con l’Europa, si affanna a ripetere il ministro. Dimenticando che l’Europa ha già stanziato risorse per le politiche sociali. Da noi c’è il quasi-nulla. Tant’è che il tavolo di ieri si è aperto con lo strappo istituzionale delle Regioni.

Il presidente dei governatori Vasco Errani ha spiegato in una lettera i motivi della loro assenza da Palazzo Chigi: nessuna rassicurazione sulla sanità e sui fondi Fas. la manovra al varo oggi non fa che confermare i tagli decisi un anno fa, senza una strategia anticrisi. Tutte le parti sociali hanno chiesto un intervento fiscale sul lavoro. Ma le risorse risicate non sembrano accontentare nessuno. Fortemente critico il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: «È manovra che non dà nessuna spinta e nessuno stimolo all'economia. Abbiamo chiesto i soldi per il rinnovo dei contratti pubblici perché allo stato non risulterebbe nulla, così come non risulta nessun intervento fiscale nei confronti del lavoro dipendente e dei pensionati».

Interventi immediati sul fisco sono stati chiesti dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: «la situazione sta diventando drammatica, lo dicono tutti ma nessuno fa nulla. Bisogna dare sostegno al reddito. Un primo intervento può essere sulla detassazione della tredicesima o su un ulteriore abbattimento delle tasse sul secondo livello di contrattazione. Ma in prospettiva bisogna arrivare a una riduzione delle aliquote». Sulla stessa linea il segretario generale della Uil Luigi Angeletti. Confindustria ritiene utile che il governo stanzi «nuove» risorse e che avvii lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese.

giovedì 17 settembre 2009

AFGHANISTAN: ECCO I NOMI DEI MILITARI DECEDUTI NELL'ATTENTATO


Roma, 17 set - La Difesa hanno diffuso i nomi dei sei militari rimasti uccisi nell'attentato di questa mattina a Kabul:

- Tenente Antonio FORTUNATO, nato a Lagonegro (PZ), classe 1974, in forza al 186° Reggimento.

- Sergente Maggiore Roberto VALENTE, nato a Napoli, classe 1972, in forza al 187° Reggimento.

- Primo caporal maggiore Matteo MUREDDU, nato a Oristano, classe 1983, in forza al 186° Reggimento;

- Primo Caporal Maggiore Giandomenico PISTONAMI, nato a Orvieto (Pg), classe 1983, in forza al 186° Reggimento 

- Primo Caporal Maggiore Massimiliano RANDINO, nato a Pagani (Sa), classe 1977, in forza al 183° Reggimento.

- Primo Caporal Maggiore Davide RICCHIUTO, nato a Glarus (Svizzera), classe 1983, in forza al 186° Reggimento.

I feriti risultano quattro: tre appartenenti al 186/mo Reggimento dell'Esercito e uno all'Aeronautica Militare.

Afghanistan, esplosione a Kabul. Sei vittime tra i parà della Folgore


KABUL - Attentato kamikaze a Kabul, capitale dell'Afghanistan. Sulla strada per l'aeroporto, un'autobomba è esplosa contro due blindati italiani. Sei paracadutisti della Folgore sono morti: un'auto carica di esplosivo si è lanciata contro il primo mezzo del convoglio, uccidendo tutti e cinque gli occupanti. Danni gravi anche al secondo Lince: uno dei militari a bordo è morto e altri quattro sono rimasti feriti gravemente. Vittime anche tra i civili: almeno due e oltre 30 i feriti. Decine di veicoli hanno preso fuoco.

Nelle immagini di una tv locale si vede un mezzo militare italiano danneggiato, con le lamiere annerite dal fuoco, accanto al quale soldati italiani stendono un telo sul corpo di un collega morto. Uno dei sei militari italiani uccisi, sembra fosse appena arrivato a Kabul, probabilmente oggi stesso.

L'attentato è stato rivendicato dai Taliban. il ministro della Difesa Ignazio La Russa, al Senato, ha informato il Parlamento ribadendo che quest'ultimo attentato non cambierà la strategia del governo: "Infami e vigliacchi non ci fermeranno"

L'esplosione è avvenuta nel centro della capitale, all'altezza della "rotonda di Massud", un incrocio stradale rallentato da check point che controllano il traffico verso l'aeroporto, verso il comando Nato Isaf e verso l'ambasciata americana.


Quello di Kabul è il più grave attentato subito dalle truppe italiane dalla strage di Nassiriya, in Iraq, del 12 novembre 2003. Nell'esplosione di un camion-cisterna davanti alla base italiana Msu dei Carabinieri, ci furono 28 morti, 19 italiani (12 carabinieri, cinque militari dell'Esercito e due civili di una troupe che girava un documentario), e 9 iracheni.


Così l’agguato Kamikaze

È trascorso da pochi minuti mezzogiorno (le 9.30 del mattino di ieri in Italia) quando a Kabul si scatena, una volta di più, l’inferno: solo che questa volta l’inferno, sotto le sembianze del più sanguinoso attentato anti-italiano dopo quello di Nassirya in Irak, inghiotte i nostri soldati. Una Toyota guidata da un terrorista suicida, con a bordo non meno di 150 chili di esplosivo, esce da un parcheggio lungo la strada che collega l’aeroporto della capitale afghana con il Quartier generale della coalizione e si frappone tra due mezzi blindati «Lince» del contingente italiano in marcia a poca distanza dalla Rotonda Massud: una spaventosa esplosione, udita a decine di chilometri di distanza, squarcia l’aria e schianta i due blindati, pur progettati per resistere ad attacchi di questo tipo.
I dieci nostri militari a bordo non hanno scampo: sei di loro (tutti paracadutisti della Folgore) perdono la vita, uccisi dalla straordinaria violenza dello spostamento d’aria, altri quattro (tre parà e un militare dell’Aeronautica) rimangono feriti, fortunatamente non in modo grave. Si apprenderà in seguito che tutti i militari a bordo di uno dei Lince (che solitamente ospitano quattro passeggeri, ma possono arrivare a cinque) sono morti, mentre sull’altro blindato, colpito meno direttamente, c’è stato un solo caduto.
Tutto attorno è morte e desolazione. Al centro della strada l’autobomba, disintegrata dalla detonazione, ha lasciato un impressionante cratere, le facciate di case e negozi ai due lati della strada sono sfregiate. Si contano dieci morti anche tra i passanti afghani (quattro di loro sono poliziotti) e 55 feriti, tutta gente che ha avuto il torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e della cui vita i talebani non si sono minimamente curati. Sì, perché poco dopo un portavoce dei talebani rivendica la strage, esaltando il «martirio» del loro kamikaze e affermando provocatoriamente che le vittime civili sarebbero state causate dal «fuoco all’impazzata» aperto dagli italiani dopo l’attentato: un’evidente falsità cui nessuno abbocca.
Il luogo dell’agguato è uno dei più pericolosi di Kabul, quotidianamente percorso da convogli militari. Massud Square, contraddistinta dal monumento e dal grande ritratto dell’eroe della resistenza ai sovietici assassinato il 9 settembre 2001, è un crocevia dal quale si dipartono le strade dirette all’aeroporto, al quartiere delle ambasciate e ai comandi militari. In particolare vi sbocca la Jalalabad Road (“Violet” in codice Nato), dove sorge la base italiana di Camp Invicta.

lunedì 14 settembre 2009

Oggi parte la mini-naia. E ai militari viene da ridere

Da oggi, lunedì 14 settembre, penna nera in testa, in centocinquanta tornano a marciare. La mini-naia, orgoglio del ministro della Difesa Ignazio La Russa, finalmente comincia. Ma i nostalgici di Car e caserme, non si illudano. Anche questa, come ci ha abituato il governo Berlusconi da un anno e mezzo a questa parte, è solo propaganda. Due settimane nelle caserme di Brunico e Dobbiaco, tutto qui. Quasi una vacanza nelle montagne dell'Alto Adige. Guai a dirlo al ministro, però. Per lui, la mini-naia, è un'occasione per giovani valorosi, che potranno «verificare sul campo che cos'è la vita militare». Una «fase sperimentale», certo, durante la quale «i giovani non acquisiranno lo status di militare», ma «intanto cominciamo», si compiace La Russa. Facciamo un po' di scena, tanto per cambiare.

L'annuncio della possibilità di trascorrere un breve periodo nelle forze armate, risale a un anno fa. Ma nel frattempo, chissà perché, ce n'eravamo dimenticati. E invece, fedele all'impegno preso con gli strenui difensori della Patria, il governo se l'è ricordato. Mentre il servizio civile arranca (nel 2007 i fondi erano 290 milioni di euro, l'anno successivo scesero a 250, mentre quest'anno Tremonti ha chiuso a 171 milioni di euro, e dopo le proteste ne ha aggiunti altri 40), l'operazione “Pianeta Difesa” non ha subito ostacoli: per ora riguarderà solo il corpo degli alpini, ma il ministro assicura che il suo impegno non finisce qui: «Fin dall'inizio del mio mandato di ministro della Difesa – spiega La Russa – ho pensato alla cosiddetta mini naia cioè un periodo breve, che possa essere volontariamente utilizzato dai giovani per una esperienza di preparazione atletico-culturale militare. Adesso, anche se non abbiamo ancora la forma definita c'è già un primo avvio. Questa esperienza, che io consiglio – ha sottolineato – è preparatoria della mini naia vera e propria, ma sono molto contento che possa intanto partire».

La selezione dei volontari è stata affidata all'Ana, l'associazione nazionale alpini: sono stati scelti centocinquanta giovani tra i 18 e i 25 anni, e tra loro ci sono anche trenta donne. Si tratta, spiega ancora il ministro, di un'occasione «per riavvicinare le nuove generazioni alle Forze armate e ai valori che esprimono». In due settimane, i ragazzi che hanno superato le selezioni studieranno l'organizzazione e le funzioni delle Forze Armate, la cooperazione civile-militare, i rapporti tra Forze Armate e Protezione Civile nei casi di calamità, sosterranno un addestramento di base (con montaggio e smontaggio armi), proveranno tecniche di movimento e sopravvivenza in ambito montano, apprenderanno elementi di topografia e orientamento, nozioni di primo soccorso, prevenzione antincendio, addestramento base di difesa personale, tutela dell'ambiente, educazione sanitaria, igiene alimentare e cenni di diritto umanitario. Solo cenni, mi raccomando.

La leva obbligatoria è stata sospesa dal 1 luglio del 2005 e ha aperto la strada a un nuovo modello di esercito, composto soltanto da professionisti. Per questo, la mini-naia, negli intenti del ministro La Russa, dovrebbe contribuire a «colmare il vuoto che si è creato». Ma a dire il vero, il ministro, non convince nemmeno i militari. Sul blog dei precari delle forze armate (ebbene sì, ci sono anche loro) i commenti all'annuncio della mini-naia non sono esattamente entusiasti: «Con tutto il rispetto, invece che pensare ai vuoti dell'Ana... », dice un utente anonimo. «Ormai siamo alla soglia del ridicolo! Ecco come buttare nel cesso il denaro pubblico!», gli fa eco un altro. «Vi garantisco, mai avuto così poco personale a disposizione...nemmeno per i picchetti e le guardie! - scrive un altro sul blog – ...e le ronde di port security? Chissà se Silvio lo sapesse! Chissà se Silvio lascerebbe mai una sua azienda in questo stato!».

Insomma, altro che mini-naia, sono altri i problemi da risolvere. Quelli che ha provato a spiegare il senatore Pd Gianpiero Scanu in commissione Difesa: «Come noto, a mettere in crisi il reclutamento sono stati i tagli di bilancio che hanno reso sempre più difficile al personale delle Forze Armate anche l'ordinaria attività quotidiana. Non vi è stata alcuna diminuzione delle domande di arruolamento nelle Forze Armate – spiega Scanu – ma anzi il numero degli aspiranti al servizio permanente è di gran lunga superiore alla possibilità delle Forze Armate di darvi riscontro. Impiegare risorse a scopi pubblicitari per attrarre i giovani quando poi non si sarebbe in grado di garantirne un effettivo e stabile inserimento – aggiunge – è offensivo sia nei confronti dei giovani che delle Forze Armate». I Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti nei giorni scorsi hanno presentato al Senato un'interrogazione sul progetto: «Il Ministro La Russa – sostengono – lancia il Pianeta Difesa secondo il quale, in due settimane, si dovrebbero avvicinare i giovani all'esercito. Invece di porsi un problema strutturale si distraggono attenzioni e professionalità su iniziative di facciata che persistono nel mantenere il nostro esercito mal equipaggiato e mal utilizzato». Tranquilli, comunque, la sceneggiata dura poco. Sabato 26 settembre i centocinquanta valorosi sono già di ritorno a casa.

mercoledì 9 settembre 2009

AMIANTO SULLE NAVI DELLA MARINA: MAXI RISARCIMENTI PER 2 MILITARI MORTI

Roma, 9 set - (Repubblica) La prima notizia è che il ministero della Difesa - primo e finora unico caso nella storia della Marina Militare - ha risarcito con 850mila euro (per ognuna) le famiglie di due marinai uccisi dal mesotelioma pleurico, iI tumore da esposizione all'amianto che negli ultimi dieci anni ha stroncato la vita di oltre 300 militari imbarcati su navi imbottite di asbesto. La seconda notizia è che il risarcimento arriva, a sorpresa, prima ancora che i giudici del tribunale di Padova, dove è in corso un processo che vede coinvolti 14 ammiragli della Marina (indagati per omicido colposo e inosservanza delle norme di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro), si pronuncino sul rinvio a giudizio richiesto dalla Procura. In pratica: la difesa, in questo caso lo Stato, ha pagato prima della sentenza, ammettendo di fatto che i marinai sono morti per le navi killler.
L'amianto era presente in molte imbarcazioni della Marina Militare, in particolare in quelle consegnate dalla Marina americana (cannoniere, dragamine) dopo la fine della seconda guerra mondiale e l'ingresso dell'Italia nella Nato (ma anche sulle navi costruite successivamente tanto da doverle sottoporre a bonifica in tempi recenti, n.d.r.). Macchinari, tubature, cabine: tutto era rivestito con il minerale tossico. In forma pura o impastato con altro materiale. Quelle fibre, fino al 2005, e cioè fino al disarmo definitivo, sono state una tomba silenziosa per G.B., 50 anni, ex sottufficiale di Lecce morto a Padova, e per G.C., che era comandante e che quando è morto a Padova di anni ne aveva 61. Alle loro famiglie il ministero della Difesa ha versato 850 mila euro. Nel processo di Padova si erano costituite parte civile, così come i parenti degli altri marinai morti. "Ora lo Stato dovrà risarcire tutte le altre 300 vittime - dice Alessio Anselmi, presidente del Cocer Marina. Questo indennizzo è un gesto di consapevolezza dei vertici della Marina, i quali sanno benissimo che a causare tutti questi decessi è stato l'amianto che rivestiva le navi . In parlamento sono depositati ben otto disegni di legge bipartisan sul risarcimento per i militari morti per mesotelioma. Chiedo che vengano messi in agenda affinché questi morti siano considerati vittime del dovere". Già, perché le ipotesi a questo punto sono due. Risarcite due vittime, in teoria i familiari di tutti i 300 marinari deceduti, e per i quali la Procura di Padova ha aperto l'inchiesta, potrebbero chiedere alla Marina la stessa somma, 850mila euro. Il ministero della Difesa finirebbe per pagare una cifra considerevole. Che si abbasserebbe (250mila per ogni deceduto) se lo Stato considerasse questi militari "vittime del dovere". Ed è questo il secondo scenario. I riflettori sulla strage dei militari della Marina morti negli ultimi dieci anni per le fibre assassine si accenderanno di nuovo il 17 settembre. Ultima udienza preliminare al tribunale di Padova (gup Paola Cameran, pm Sergio Dini e Emma Ferrara). Poi, con ogni probabilità, i vertici della Marina finiti sotto accusa saranno rinviati a giudizio. E per i risarcimenti si aprirà un nuovo capitolo.

lunedì 7 settembre 2009

PARTE LA MINI-NAIA, TRAINING PER GIOVANI SOLDATI

ROMA - La cosiddetta mini naia - cioé un breve periodo da trascorrere nelle Forze Armati per giovani volontari, pallino della prima ora del ministro della Difesa Ignazio La Russa - prenderà il via il 14 settembre. "Per ora é solo in fase sperimentale e i giovani non acquisiranno lo status di militare, ma intanto cominciamo", ha detto lo stesso La Russa annunciando l'iniziativa al termine della visita del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Coi, il Comando operativo di vertice interforce.

"La mini naia - ha detto La Russa - riguarderà per il momento il corpo degli alpini: si tratterà di un periodo di 15-20 giorni durante i quali i giovani interessati potranno verificare sul campo che cos'é la vita militare".

"Fin dall'inizio del mio mandato di ministro della Difesa - ha detto La Russa - ho pensato alla cosiddetta mini naia cioé un periodo breve, che possa essere volontariamente utilizzato dai giovani per una esperienza di preparazione atletico-culturale militare. Adesso, anche se non abbiamo ancora la forma definita c'é già un primo avvio". Il ministro spiega infatti che "il 14 settembre parte, solo per gli alpini, una sorta di mini-mini-naia in forma
sperimentale, e quindi chi vi partecipa non acquista ancora il titolo di militare ma farà un training abbastanza completo di vita militare che durerà tra i 15 e i 30 giorni". La Russa spiega di aver affidato all'Ana, Associazione nazionale Alpini, il compito di selezionare i giovani che vogliono partecipare "i quali avranno poi la possibilità di iscriversi alla stessa Ana - ha detto il ministro - andando a colmare un vuoto che, dopo la fine dell'esercito di leva, si era creato. Questa esperienza, che io consiglio - ha concluso - è preparatoria della mini naia vera e propria, ma sono molto contento che possa intanto partire".

martedì 25 agosto 2009

Comellini sull'impiego dei militari nelle città

07/08/2009 - Roma - Si è conclusa da poche ore la Conferenza del Presidente del Consiglio dei ministri nel corso della quale è stato annunciato un massiccio impiego dei militari nelle città.
"Berlusconi sembra aver dimenticato che lo scorso 27 maggio dal Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi sotto la presidenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva frenato sulle ipotesi di impiego massiccio dei militari in operazioni sul territorio nazionale.”
Lo afferma Luca Marco Comellini, segretario del partito per la tutela dei diritti dei militari (PDM).
“Se il costo per impiegare 3.000 militari è stato di 30 mln di Euro, ora con altri 1250 spenderemo 42,5 mln di Euro per questi altri sei mesi di inutile farsa in cui i poliziotti saranno costretti a fare la parte delle balie. In questo periodo di vacche magre, - aggiunge Comellini - visti i tagli di bilancio effettuati nel settore della sicurezza, sarebbe stato opportuno fare delle scelte più logiche, e magari, se proprio si dovuto decidere di non dare questi soldi alle forze di polizia per pagare gli straordinari e la produttività al personale, si poteva pensare a stabilizzare alcune migliaia di precari delle Forze armate, oppure ad assumere nella Polizia di Stato quei tantissimi ragazzi che al termine del periodo di ferma volontaria nelle Forze armate risultarono idonei ma furono esclusi dalla limitazione dei posti messi a concorso. Certamente – conclude Comellini – in questo modo il Governo avrebbe dato un valido segnale di attenzione alla sicurezza dei cittadini, una concreta risposta alle promesse fatte ai tantissimi giovani precari e avrebbe evitato di percorrere una strada che rischia di portare il paese verso imprevedibili tensioni sociali o, ancora peggio, scontri tra fazioni politiche o verso minoranze etniche.”

lunedì 24 agosto 2009

MANIFESTAZIONE PRO PRECARI FF.AA. e FF.PP.

Il SUPU, (Sindacato Unitario Personale in Uniforme) promuove una manifestazione in data 30 settembre 2009,  alle ore 09:00, in Piazza Montecitorio, Roma.

Tutti i partecipanti che hanno aderito o adiranno alla manifestazione, dovranno portare seco la divisa ordinaria priva dei segni di riconoscimento, (alamari e fregi vari).
Gli ufficiali dovranno portare inoltre le sciarpe azzurre per poi appenderle secondo direttive; i Carabinieri precari, il cappello con pennacchio senza fregio.

Non è escluso che oltre all’incatenamento dei dirigenti del SUPU ai sostegni del recinto di Montecitorio, si possono attuare altre eclatanti forme di protesta.

Per quella data aspettiamo con ansia il rientro dalle ferie balneari tutti i nostri abbronzatissimi parlamentari e quei ninistri, sottosegretari, consiglieri e porta borse che hanno contribuito a creare il precariato nelle forze armate e nelle forze di polizia; in quell’occasione vogliamo dire loro “grazie”

Inviare le adesioni alla manifestazione al seguente indirizzo e-mail: pino.supu@yahoo.it 

Antonio Pappalardo

lunedì 3 agosto 2009

MANIFESTAZIONE dei Precari delle FF.AA.

Il Sindacato SUPU

indice una Manifestazione sul precariato militare per il mese di

Settembre a Roma


“nunc auro sed ferro recuperando est patria”


  

Ognuno di voi ha il dovere, nei limiti delle proprie possibilità, di aderire e parteciparvi.

I tempi sono maturi per effettuare una pubblica protesta e la vostra vicenda personale, è ben conosciuta .

Ma è di vitale importanza per continuare la lotta, far assurgere agli onori della cronaca, la vicenda del precariato militare.

I media si devono occupare dell’affaire precariato militare, se lo attende chi ci sostiene.  

Anche in politica……e chi ci farà politica! 

Non dobbiamo continuare a subire i colpi che ci sono stati assestati, il tempo del fioretto è finito, ora si “usi”la sciabola contro chi ha condotto contro i precari militari una lotta senza onore.

Non possiamo permettere che il precariato militare continui ad essere condannato all’oblio.

Non vogliamo che altri determinino la nostra vita arbitrariamente.

Non è questo che prevede la Costituzione della Repubblica.

Tutto dipende dalla Vostra partecipazione alla manifestazione che si terrà nel mese di settembre a Roma, dove io con alcuni genitori e Ufficiali Generali in congedo dell’Arma e delle Forze Armate ci incateneremo in una piazza del Parlamento in Roma al fine di far valere i diritti dei precari militari. 

Inviate una semplice e-mail di adesione al Commissario P.S. Giuseppe Pino con i propri recapiti per essere contattati:  pino.supu@yahoo.it

N.B.: Contattate i vostri “vecchi” compagni dei quali serbate il recapito e chiedete che anch’essi aderiscano con le stesse modalità, tutti saranno contattati.
Dr. Antonio Curcio

mercoledì 29 luglio 2009

Dpef, Cirielli: Passo contro il precariato nelle Forze Armate

Roma, 29 lug (Velino) - “Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione della risoluzione collegata al Dpef 2010-2013, con la quale il governo, tra le altre cose, si è impegnato alla soluzione di una criticità che sarebbe potuta diventare un problema sociale”.
Lo afferma Edmondo Cirielli, presidente della IV commissione Difesa, commentando l’odierna approvazione della risoluzione presentata al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013. “In particolare, mi preme sottolineare la parte della risoluzione finalizzata a ridimensionare il crescente fenomeno del ‘precariato’ nell’ambito delle Forze Armate, che impegna il governo ‘a individuare adeguate misure, anche di carattere finanziario, a favore dei giovani che, avendo completato il periodo di ferma volontaria nelle Forze armate, siano alla ricerca di nuova occupazione, privilegiando, in particolare, le iniziative volte a favorire il loro transito nel servizio permanente nelle Forze Armate, nelle Forze di Polizia e, più in generale, il loro stabile inserimento nella Pubblica Amministrazione’”. 

“Si tratta – conclude Cirielli – di un importante risultato per tutti quei giovani che, dopo aver prestato servizio per la nazione, anche partecipando alle missioni all’estero, rischiano di veder vanificati gli sforzi e i sacrifici compiuti. L’assemblea della Camera dei deputati ha così recepito la condizione espressa nel parere reso dalla IV commissione Difesa, da me presieduta, che si era pronunciata sulle parti del Dpef di sua competenza nei giorni scorsi”.
***

giovedì 23 luglio 2009

Precariato e blogosfera

Lavoro a scadenza, incertezza, futuro nebuloso: molti blogger fanno parte della Generazione P, ovvero Precaria. La blogosfera racconta storie, stati d’animo e vita di questa categoria di lavoratori atipici.
Precariato, lavoro precario, contratti a progetto, tempo determinato, stagista, futuro incerto: tutti concetti che sentiamo e leggiamo nei media più tradizionali, che – giocoforza – fanno da ripetitore per una realtà che affligge e colpisce milioni di lavoratori italiani. Giovani e non.
La blogosfera, in questo frangente, è un osservatorio decisamente privilegiato, in quanto fornisce una visione del fenomeno che parte decisamente dal basso, ovvero da chi è precario e non da chi, magari in sede di contrattazione sindacale o di discussione parlamentare, tenta di risolvere o comprendere un problema che oggettivamente non lo tange.
Le storie che si possono leggere sono davvero moltissime, alcune semplicemente disperate, altre raccontate con ironia e umorismo, altre che lasciano trasparire lo sfinimento che una condizione di limbo perenne comporta.
Non dimentichiamo,  i vari blog (alcuni locali, altri dedicati a categorie specifiche) che aggregano storie, informazioni e documenti per lavoratori precari. Qualche esempio? Eccoli: CPS Infermiere asl Napoli 5, Comitato Precari Dirigenti Professionalità Sanitaria, Precarius, Precari delle Forze Armate, M.I.D.A., etc.
*****
Salve, mi chiamo Gio, mi sembra doveroso spendere due parole per quanti MILITARI PRECARI come me, offrono assoluta devozione a questa patria, che non ricambia altrettanto generosamente.
Siamo i militari rimpiegati a contratti semestrali, la nostra professione è essere disponibili per L’Italia, che ci dimentica quando non ci sono buchi nell’organico.
Noi viviamo di speranza…
la speranza di un posto serenamente a contratto indeterminato.
Se sperare è l’unica soluzione per noi militari, donarci una stabilità del tutto guadagnata, dovrebbe essere da parte di questa patria UNA PRIORITA’ .

Chiudo ricordando che :

NOI ALLA BANDIERA DIAMO IL CUORE
...E QUALCHE VOLTA ANCHE LA VITA, 

Chiediamo soltanto di potere continuare a farlo

mercoledì 22 luglio 2009

NE FIGLI NE FIGLIASTRI!!! LA VERGOGNA DEL PRECARIERATO NELLE FF.AA. E FF.PP. CHI DOBBIAMO RINGRAZIARE IL CENTRO DESTRA O IL CENTRO SINISTRA?

Egregio Dott. Curcio, 

innanzitutto voglio congratularmi con Lei per la tenacia con la quale stà portando avanti questa battaglia contro il precariato nell’Amministrazione Militare. 

Nel Suo costante impegno intravedo il desiderio insito in ogni genitore di vedere realizzati i propri figli, quel bisogno che ci dà la forza di affrontare qualsiasi ostacolo con disinvoltura pur sapendo di scontrarsi contro un muro di gomma e per questo non posso far altro che condividere ed appoggiare le Sue iniziative. Fin qui Le ho parlato da genitore, padre di due figli in età scolare. Adesso però, vorrei esporLe un problema analogo a quello per il quale Lei ha dato (e sta dando) l’anima, che rappresenta l’altra faccia della medaglia, quella di cui nessuno mai parla, quella celata dalle istituzioni e dai media e che interessa una fetta molto piccola ed impercettibile dell’organizzazione gerarchica militare: la stabilizzazione degli Ufficiali di complemento e quelli delle Forze di Completamento. 

Si tratta di un problematica che seguo dal 2003, illustrata personalmente anche al COIR Esercito, durante un mio richiamo in servizio in qualità di Ufficiale delle Forze di Completamento.

Sappiamo entrambi, che il comma 519 dell’articolo unico della legge del n. 296/2006, recante disposizioni per la stabilizzazione del personale non dirigenziale delle Pubbliche Amministrazioni assunto con contratti a termine, prevedeva la stabilizzazione dei lavoratori precari con almeno tre anni di servizio alla data di entrata in vigore della legge. 

Sappiamo anche che il citato disposto normativo venne ritenuto applicabile esclusivamente nei confronti degli Ufficiali in ferma prefissata dell’Arma dei Carabinieri, escludendo quelli appartenenti alle FFAA, in quanto queste ultime escluse dall’apposito fondo delle assunzioni, nonché esenti dalle limitazioni per le immissioni in servizio imposte dal comma 523 della sopra citata legge. La regolamentazione delle assunzioni nelle Forze Armate, si basa inoltre sul concetto di “professionalizzazione” consolidato per mezzo delle decisioni nn. 2194 e 2195, datate 12 maggio 2008 della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, le quali non contemplano le Forze Armate negli stanziamenti previsti dalla finanziaria 2007.

Ma non finisce qui. Il decreto legislativo 08 maggio 2001, n. 215, pubblicato sulla G.U. n. 133 Suppl. Ord. del 11/06/2001, “Disposizioni per disciplinare la trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale, a norma dell’articolo 3, comma 1, della legge 14 novembre 2000, n. 331, nell’articolo 21, definisce così gli ufficiali ausiliari delle FFAA Italiane: 

Art. 21 (Ufficiali ausiliari) 
1 . Sono ufficiali ausiliari di ciascuna Forze armata, dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, i cittadini di ambo i sessi reclutati in qualità di: 
a) ufficiali di complemento in servizio di prima nomina e in ferma o rafferma biennale, reclutati ai sensi della normativa vigente, o del congedo; 
b) ufficiali piloti di complemento reclutati ai sensi dei titoli II e III della legge 19 maggio 1986, n. 224; 
c) ufficiali in ferma prefissata o in rafferma; 
d) ufficiali delle forze di completamento. 
2. Il reclutamento degli ufficiali ausiliari di cui alle lettere c) e d) può avvenire solo al fine di soddisfare specifiche e mirate esigenze delle singole Forze armate connesse alla carenza di professionalità tecniche nei rispettivi ruoli ovvero alla necessità di fronteggiare particolari esigenze operative.
3. Il numero massimo delle singole categorie di ufficiali ausiliari da ammettere annualmente in servizio è fissato con la legge di bilancio, in coerenza con il processo di trasformazione dello strumento militare in professionale.


Per la legge italiana, pertanto, gli Ufficiali in ferma prefissata sono considerati ufficiali ausiliari alla stessa stregua di quelli di complemento e delle forze di completamento.

Quest’ultima categoria inoltre, appartiene in toto al nuovo modello di difesa e ad essa si applicano le norme di stato giuridico degli ufficiali in servizio permanente.

Purtroppo, gli Ufficiali delle Forze di Completamento, mai e poi mai avrebbero potuto maturare 36 mesi di servizio alla data del 31 dicembre 2006, a causa di un vincolo normativo legato alla legge annuale di bilancio, che fissava il periodo di richiamo alle armi ad un max di 180 gg all’anno. 

Per i motivi suesposti, considerato che al momento non esiste una legge specifica per la stabilizzazione degli Ufficiali Ausiliari, Le chiedo cortesemente di inserire tutte le categorie di cui all’art. 21 del Dlgs 215/2001 nel progetto di stabilizzazione che sta portando avanti a favore degli UFP. Per far ciò, è necessario promuovere alle istituzioni dello stato la “carta de diritti dei lavoratori militari” redatta dal SUPU ed invitare, in modo esplicito, tutti i Signori Ufficiali in congedo in regola con i requisiti della suddetta, a compilare il form da Lei pubblicato sul sito del SUPU e a dare l’adesione per la manifestazione di Roma.

Insieme, ne sono convinto, possiamo farcela.

In attesa di un Suo cortese riscontro, colgo l’occasione per salutarLa cordialmente

Ten.Mattei

lunedì 20 luglio 2009

"MANIFESTAZIONE"

Siamo giunti alla conclusione

Cari genitori, mogli, fidanzate e famigliari degli Ufficiali ausiliari in congedo delle Forze Armate, è arrivata l’ora di mostrare la nostra determinazione nel far rendere giustizia al nostro caro UFFICIALE ivi compreso quello dell'Arma dei Carabinieri. Tutto dipende dalla Vostra partecipazione alla manifestazione che si terrà nel mese di settembre a Roma, dove io con alcuni genitori ed Ufficiali Generali in congedo dell’Arma e delle Forze Armate ci incateneremo in una piazza, ancora da definire, al fine di far valere i diritti dei nostri figli.

Per quanto in premessa prego tutti di comunicare alla segreteria del SUPU in Roma, tramite e-mail: pino.supu@yahoo.it,  il nome e cognome dei partecipanti alla manifestazione, ivi compresi i propri recapiti telefonici.
Occorre fornire i dati tempestivamente per le necessarie autorizzazioni di polizia.


Ricordatevi che tutto dipende esclusivamente da noi!

Antonio Curcio

lunedì 29 giugno 2009

Ufficiali in ferma senza buonuscita

INPDAP - Nota Operativa n. 10 del 24 giugno 2009

P.A./PRECARI: PODDA (CGIL), GOVERNO HA FATTO MARCIA INDIETRO

(ASCA)- Roma, 26 giu - ''Sul precariato nella Pubblica Amministrazione il Governo torna indietro. E' il primo successo della lotta dei lavoratori''. E' di questo avviso il segretario generale della FP-Cgil, Carlo Podda.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato oggi alcune norme riguardanti il precariato nella pubblica amministrazione, contenute all'interno dei provvedimenti anticrisi. ''Due successi per i lavoratori e le organizzazioni sindacali - ha sostenuto Podda - risultano evidenti dal testo del decreto: la ghigliottina del 30 giugno (data contenuta nell'atto senato 1167, provvedimento mai approvato, come termine per le stabilizzazioni) viene cancellata per la prima volta non si parla del 31 Dicembre 2009 come termine ultimo per le stabilizzazioni, ma del triennio 2010-2012.
Entrambi questi punti, come i correttivi apportati alle norme riguardanti le assenze per malattia, ci lasciano sperare che il Ministro Brunetta abbia iniziato a ravvedersi. Per noi riformisti, meglio tardi che mai.
Adesso - ha concluso Podda - ci aspettiamo che si proceda presto alla consultazione delle organizzazioni sindacali per delineare una strategia condivisa per la definitiva soluzione del problema. Alla luce di questi provvedimenti, possiamo ritenere scongiurato il rischio che migliaia di dipendenti pubblici perdano il loro posto di lavoro, auspicando che si apra una nuova fase che porti alla ridefinizione di regole certe che garantiscano i diritti dei lavoratori pubblici''.

venerdì 19 giugno 2009

ESERCITO: ACCORDO CON PIAGGIO AERO PER ASSUMERE CONGEDATI

GENOVA, 18 GIU - E' stata siglata stamani a Palazzo Lomellini - Patrone una convenzione tra il Comando Militare Esercito 'Liguria' e la Piaggio Aero Industries per il sostegno alla ricollocazione professionale dei militari di truppa congedati. L'obiettivo e' quello di agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani volontari, anche attraverso l'offerta di un percorso formativo.
I giovani Volontari congedati, che hanno gia' superato una selezione etico-morale, culturale ed attitudinale, costituiscono infatti un prezioso bacino dal quale le imprese possono attingere per le figure professionali da inserire nei propri organici.
La convenzione, che vedra' un primo anno di sperimentazione, prevede uno scambio di dati tra le due parti. La Piaggio Aero Industries fornira' periodicamente, su richiesta del Comando Militare Esercito 'Liguria', i dati previsionali relativi al proprio fabbisogno aziendale ed i propri programmi circa corsi di formazione. Dal canto suo il Comando Militare Esercito 'Liguria' mettera' a disposizione dell'azienda aeronautica ligure le informazioni relative ai giovani militari che si sono detti disponibili, attingendole dalla Banca dati 'Sistema Informativo Lavoro Difesa' (S.I.L.D.), a livello Nazionale e che comprende personale delle tre Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica).
Il Comando Militare favorira' anche eventuali incontri con l'azienda e la frequenza di percorsi di formazione. Alla fine di ogni anno Piaggio Aero Industries inviera' una relazione al Comando Militare Esercito sull'attivita' svolta nei confronti dei giovani Volontari.
(Ansa)

venerdì 5 giugno 2009

PRECARI P.I.: SALTA IL TERMINE DEL 30 GIUGNO

Salta la scadenza del 30 giugno ma rimane in piedi l'art.7( ddl 1167) brunetta/ammazza-stabilizzazioni precari P.A..Una prima parziale vittoria. Bisogna rilanciare la mobilitazione per chiedere un futuro senza scadenze.
Nazionale – giovedì, 04 giugno 2009 
La pausa dei lavori del Parlamento, per la tornata elettorale, sancisce di fatto la non approvazione entro il 30 giugno dell’art. 7 ammazzastabilizzazioni, contenuto nel disegno di legge 1167 in discussione al Senato. 

RDB-CUB IN PIAZZA A INIZIO LUGLIO PER RIVENDICARE:

UN FUTURO SENZA SCADENZA!


“La mancata approvazione dell’articolo ammazzastabilizzazioni voluto da Brunetta è la conferma che la questione precari nel P.I. non può avere come soluzione il licenziamento e la cancellazione anticipata delle norme speciali per le stabilizzazioni”, dichiara Cristiano Fiorentini della Direzione Nazionale di RdB/CUB Pubblico Impiego. “I precari ci sono, sono tanti e garantiscono che servizi essenziali vengano erogati con continuità. Di fronte a questo dato di fatto ineludibile, le schermaglie sui numeri del monitoraggio non inchiodano il Governo alle sue responsabilità e sono utili solo per chi non vuole affrontare seriamente la questione precarietà o per chi difende le scelte del precedente Governo, esse stesse insufficienti e limitate negli effetti”.
“A questo punto – prosegue Fiorentini - non si tratta più di difendere la situazione esistente e con essa la precarietà; al contrario si deve arrivare alla stabilizzazione di tutti i precari del Pubblico Impiego, un investimento utile a rilanciare la P.A. e migliorare i servizi che essa fornisce ai cittadini. I processi di stabilizzazione vanno inoltre confermati ed estesi a tutte quelle forme contrattuali che non sono state considerate nelle prime stesure.”
Conclude il dirigente RdB-CUB: “Per questi motivi, dopo le iniziative di lotta nei posti di lavoro, le manifestazioni e i presidi sotto al Senato per bloccare l’ammazzastabilizzazioni, i primi di luglio saremo in piazza per festeggiare questa parziale ma importante vittoria e per lanciare un ponte ideale con il prossimo autunno, quando il movimento dei precari scenderà in piazza per rivendicare con assoluta determinazione il diritto ad un futuro senza scadenza”.

martedì 26 maggio 2009

Richiesta arretrati avanzamento al grado di S.T.V. per gli Ufp/RS del 6° CP/MM

Il FOM n.14 del 08/04/2009, ha ufficializzato l'avanzamento al grado si S.T.V. di tutti gli Ufficiali in ferma prefissata/RS appartenenti al 6° Corso CP/MM.

Invitiamo, pertanto, tutto il personale interessato, a presentare apposita istanza (RACCOMANDATA A/R) per richiedere, all'Ente Amministratore di competenza (Vedi MARICOMMI), che gli vengano corrisposti i compensi arretrati relativi all’avanzamento di grado, comprensivi di ratei di tredicesima mensilità, delle indennità di campagna, supercampagna, polizia giudiziaria e di ogni altro emolumento dovuto, facendo espresso riferimento al FOM sopra menzionato.

E' consigliabile indicare nella stessa anche le coordinate bancarie per abbreviare i tempi di liquidazione.

Ricordiamo, infine, che la bonifica di tutto quanto espresso, va richiesta con apposita istanza, nulla è dovuto automaticamente.

Di seguito sono riportate la lettera di accompagnamento e relativa specifica della bonifica di quanto richiesto.

giovedì 21 maggio 2009

La Russa e Marina: queste le richieste dei militari

Cosa chiedono i Marinai della Spezia all’incontro con il Ministro?
Premesso che la cessione delle aree non è materia della R.M., i militari della Spezia chiedono garanzie per le attuali destinazioni di servizio; un ulteriore riduzione degli organici porterebbe uno scadimento tale della Base navale che penalizzerebbe la loro condizione militare.
Dal Ministro si attendono anche chiarimenti di carattere generale in ordine a:
ALLOGGI - Problematica particolarmente sentita dai marinai che per lunghi periodi lasciano le loro famiglie e per i periodi di imbarco sono costretti a mobilità molto più accentuata rispetto ai colleghi delle altre Forze Armate;
AMIANTO - Si attendono i risarcimenti alle vittime ed agli invalidi, c’è il DDL 1058 del Senatore Collino: è indispensabile che la Difesa solleciti la calendarizzazione dello stesso;
PREVIDENZA - E’ necessaria la certezza previdenziale per tutto il personale militare e l’avvio dei fondi pensione per i più giovani;
RUOLI E CARRIERE – E’ improcrastinabile avviare il riallineamento delle carriere partendo dai gradi più bassi, dalla truppa e dai Sottufficiali. Una promessa di questo Governo che auspichiamo sia onorata nel corso della legislatura e per la quale sono già state avviate le audizioni dei COCER in Commissione Difesa. E’ una problematica che si trascina ormai da 14 anni;
PRECARIATO – Dovrà essere affrontata con determinazione la questione dei volontari da avviare in congedo. Il precariato nel mondo militare non è più accettabile.

Difesa/Senatori Pd: La Russa pensa a campi estivi, non a precari

Interrogazione su mancata stabilizzazione per assenza di fondi.
 
Roma, 21 mag. (Apcom) - "Perché il Ministro La Russa non pensa a stabilizzare i giovani militari in ferma breve che non possono essere riconfermati e i vincitori di concorso che non possono essere arruolati a causa della mancanza di fondi, invece di proporre i campi estivi 'militari' per avvicinare i ragazzi alle Forze Armate?".
E' quanto chiedono i senatori del Pd Silvana Amati, Gian Piero Scanu, Carlo Pegorer, Roberto Di Giovan Paolo e Magda Negri al Ministro della Difesa Ignazio la Russa, al quale hanno rivolto un'interrogazione parlamentare.
"Il Ministro della Difesa - scrivono i senatori - ha recentemente annunciato una proposta di legge per introdurre la possibilità per i giovani di un servizio di leva volontario breve, della durata da un minimo di trenta giorni ad un massimo di quaranta, iniziativa finalizzata ad avvicinare i giovani ai valori delle Forze Armate. E' noto a tutti il deficit di risorse che nelle Forze Armate, soprattutto a causa delle carenze di organico, sta rendendo sempre più difficile anche l'ordinaria attività quotidiana. In particolare non è stata data attuazione alle norme che prevedevano facilitazioni nel reinserimento lavorativo per chi sceglieva la 'ferma breve'".
"Il numero degli aspiranti al servizio permanente è di gran lunga superiore alle capacità di assorbimento delle Forze Armate, tanto è vero che è difficile poter rispondere positivamente alle migliaia di giovani idonei e non vincitori di concorso o a chi ha fatto già 4/5 anni di servizio, che spesso rischia di essere lasciato a casa. E' noto inoltre che con la legge 133/2008, i fondi per il reclutamento sono stati ridotti del 7 per cento per il 2009 e del 40 per cento a decorrere dal 2010. Per questo chiediamo al Ministro - concludono i senatori - di sapere se non ritenga che sia suo compito piuttosto disporre dei fondi necessari per migliorare le condizioni del servizio e per una maggiore garanzia di stabilizzazione del personale militare, vera condizione per costituire la più adeguata risposta per le Forze Armate ai giovani che intendano prestarvi servizio, piuttosto che destinare risorse per attivare 'campi militari' per le vacanze di giovani avanguardie".

giovedì 14 maggio 2009

Forze Armate: Calipari (Pd), governo non vuole stabilizzare i volontari

Bocciato un Odg dei Democratici

“Governo e maggioranza non vogliono stabilizzare i volontari delle Forze Armate: è l'amara realtà che va detta alla centinaia di ragazze e ragazzi che attendono da anni un risposta”.

Lo dice la capogruppo del Pd in commissione Difesa della Camera, Rosa Villecco Calipari, la quale spiega che un suo ordine del giorno al Ddl Sicurezza che riguardava la situazione dei volontari è stato bocciato oggi alla Camera, “negando così un futuro a tanti giovani che hanno partecipato a diversi concorsi per poter accedere come volontari in ferma breve nelle Forze Armate con la prospettiva della successiva immissione nei ruoli della Polizia di Stato.

Questi ragazzi hanno indossato l’uniforme dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, sono diventati fucilieri scelti, incursori, tiratori scelti, radaristi ed hanno partecipato a tutte le più impegnative missioni di pace e di guerra. Il loro sogno era ed è quello di entrare a far parte della Polizia di Stato e non potranno a realizzarlo per un preciso NO del Governo e della maggioranza.

Per tantissimi giovani, dopo ben tre anni di sacrifici al servizio al paese, sembra non debba rimanere altro che una stretta di mano ed un grazie per quello che hanno fatto”.

giovedì 7 maggio 2009

Convegno del Partito Democratico di martedì 5 maggio

Martedì 5 maggio 2009, Roma, palazzo di via degli Uffici del Vicario, sala Enrico Berlinguer, convegno del Partito Democratico sul tema <I Militari e i Diritti>.

L’occasione è importante per capire se la principale forza politica dell’opposizione abbia cambiato posizione rispetto a quella, per noi fortemente deludente, tenuta nella scorsa legislatura, come sembra leggendo i contenuti del ddl 1157 presentato il 24 ottobre scorso al Senato.
Al convegno sono invitati i soggetti, istituzionali e non, che si interessano al tema. Quindi, delegati Cocer, sindacalisti della Polizia e delle Confederazioni, dirigenti delle associazioni culturali che si rivolgono al mondo militare. Con molti giornalisti e telecamere. Per Ficiesse, sono presenti oltre a chi scrive anche il segretario nazionale Roberti e il segretario della sezione di Roma-Anagnina Vallefuoco.

Entrando nella sala si nota subito una novità: numerose divise, anche con greche generalizie. Non mi sembra sia mai avvenuto all’iniziativa di un partito politico. <> spiegherà poi il presidente del Cocer Interforze, Rossi, nel suo intervento, precisando che per la prima volta può parlare come delegato senza premettere la solita formula del “titolo personale”.

Mancano però le divise dell’Arma. Anzi, a guardar meglio e a chiedere in giro, si nota che non è presente in sala nessun delegato del Cocer della Benemerita. Una contraddizione singolare rispetto all'apertura del generale Camporini.

Inizia il convegno. Sul tavolo della presidenza Pinotti, Villecco Calipari e Scanu. Dopo poco compare Minniti e a seguire il leader nazionale Franceschini, che ascolta con attenzione di tutte le persone che si succedono al tavolo. Per chiudere con affermazioni importanti che impegnano il partito, a cominciare con quella sul diritto di associazione, che il PD intende far riconoscere senza alcuna autorizzazione da parte di autorità di governo.

Ma veniamo agli interventi. Ne riportiamo i contenuti così come scritti nel nostro blocco note. Integralmente. Facciamo prima. Saranno schematici e incompleti, ma forse più freschi e anche più leggibili. Chi vorrà precisare e integrare avrà tutto lo spazio che vuole sul sito di Ficiesse.

PINOTTI (PD). C’è un forte taglio di bilancio che crea grande preoccupazione. La destra si accredita come vicina alle Forze armate, ma i tagli più forti ai bilanci avvengono quando al governo c’è la destra. La Russa soffia sull’orgoglio militare, ma poi arrivano tagli difficilmente sostenibili. L’Ansa ha riportato delle dichiarazioni del generale Rossi: il più grande esodo forzato di militari dei tempi moderni. Tagli del 40 per cento. Vuol dire 23mila militari in meno, persone che non sanno se avranno un futuro professionale. È drammatico. Il tema che aleggia è la revisione del modello di difesa. Differenze di metodo tra Francia e Italia. In Francia, ampio coinvolgimento nel dibattito. In Italia, nemmeno il parlamento sa quale domanda si vuole soddisfare e quali obiettivi si vogliono raggiungere. Specificità da riconoscere a livello economico, ma anche per la tipicità delle professioni militari. Sindacato: il disegno di legge del PD è un forte passo avanti, anche se non ci si arriva pienamente. Il PD è per la libertà di associazione non vincolata ad autorizzazioni del ministro. Il ddl è un contenitore che fa crescere la democrazia interna, una proposta non demagogica ma innovativa assolutamente aperta a suggerimenti di miglioramento.

SCANU (PD). Entra nel merito del ddl. Contestualizza l’iniziativa. Cerchiamo una linea di intesa che va oltre questo provvedimento. Le Forze armate e di polizia sono l’apparato servente dello Stato per eccellenza. Il PD non permetterà forme surrettizie di privatizzazione dell’apparato pubblico. No a spoliazioni di prerogative del sistema pubblico a favore di altri ambiti. Con questo ddl si perviene al ruolo di parte sociale. Viene totalmente superata l'attuale doppiezza e si accede nella piena titolarità. Attribuire la funzione di vertice dei consigli al più elevato in grado non è democrazia. Abbiamo introdotto la figura del segretario generale che viene eletto. La contrattazione e la concertazione devono avvenire su tre livelli: nazionale (con il governo), ministeriale (con ciascun ministro per le materie di specifica competenza di ciascuna forza/corpo), territoriale (con regioni ed enti locali).

JACOBS (EUROMIL). Euromil è stata fondata nel 1972. Riunisce 32 associazioni di 24 paesi europei. Abbiamo un dialogo aperto, costante e costruttivo con le istituzioni europee e la Nato. Le Forze armate di oggi non sono più quelle di 20 anni fa. Domanda centrale: l’appartenenza di militari ad associazioni può avere un impatto negativo sull’operatività della forza armata? Gli esempi in Europa dimostrano che l’associazionismo non mina in alcun modo la disciplina. Oggi “si sceglie” di entrare nella forza armata, sapendo che la professione ha delle limitazioni. Nessuno vuole fare scioperi. Si vuole soltanto avere voce in capitolo sulle scelte che incidono sulle proprie condizioni di vita. L’associazionismo torna a vantaggio delle istituzioni perché si crea un dialogo organizzato altrimenti impossibile. Importante è il riconoscimento del diritto di organizzazione in senso democratico. Due esempi. In Germania 200mila militari sono iscritti a una associazione, che viene ricevuta e ascoltata dalla Commissione difesa. Eppure i soldati tedeschi sono altamente operativi e disciplinati. In Irlanda 15 anni fa due militari vennero incarcerati per aver costituito un’associazione. Le mogli dei colleghi manifestarono davanti al parlamento e si aprì un dibattito. Oggi il 90 per cento dei militari irlandesi sono iscritti ad associazioni.

BOTTACCHIARI (Cocer AM). Rinnovare per i militari la stagione dei diritti di fine anni settanta. Favorevole a un sindacato modello Polizia di Stato. Ma ok anche un passaggio intermedio se non c’è spazio da parte delle forze politiche. Favorevole al ddl Pinotti con modifiche in materia di tutele (non soltanto per i delegati, ma anche per il personale rappresentato), miglioramento delle modalità di contrattazione e no a riserve perpetue per le donne (al massimo soltanto per il primo periodo).

VILLECCO CALIPARI (PD). Richiama due iniziative della XV legislatura: l’istituzione del fondo triennale e la cosiddetta “legge Pisa” per 60mila alloggi ai militari. Richiama i contenuti del decreto sicurezza, i tagli del 112, della finanziaria, del collegato alla finanziaria, sui costi intermedi (manutenzione, mezzi, blocco del turnover, ridimensionamento delle forze dell’ordine). Richiama i problemi conseguenti alla professionalizzazione delle Forze armate (con i ruoli passati da due a cinque) e alla parametrazione (solo attraverso la promozione si possono ottenere miglioramenti economici). In Italia poca mobilità sociale con conseguente difficoltà a migliorare la propria vita e la propria situazione economica e sociale. Bisogna aprire i ruoli, no ai compartimenti stagni. Progredire in due modi: 1) acquisizione di esperienze con il tempo (anzianità); 2) merito. Per la specificità richiama il ddl del senatore Del Vecchio. Proponiamo la contrattualizzazione della dirigenza. È disponibile a partecipare a tutte le iniziative alle quali verrà invitata.

ROSSI (Cocer Interforze). In divisa per la prima volta a un’iniziativa di partito. Parla come delegato Cocer, ma non a nome del Cocer. Evidenzia i temi dei profili di carriera e del trattamento economico non soltanto del personale in servizio ma anche di quello in quiescenza. Le razionalizzazioni interne non possono partire prima che sia chiaro il progetto generale. Il miglior risultato di questo Cocer è stata la considerazione che è riuscito a guadagnarsi anche nei confronti delle forze politiche e sociali. Nei processi che incidono sul finanziamento delle Forze armate bisogna considerare sempre il personale.

FRALICCIARDI (Amid). Euromil dimostra che l’associazionismo non produce effetti negativi negli apparati e istituzioni militari. Chiede una riflessione su compiti, missioni, funzioni delle Forze armate. Decidere prima che fare, poi modulare lo strumento che serve. Ddl Pinotti: la libertà di associazione è un diritto costituzionale. Deve essere riconosciuto in modo chiaro e inequivocabile. E' sufficiente un albo di iscrizione delle associazioni militari senza alcun limite all’esercizio del diritto. Le associazioni devono essere un luogo di elaborazione di programmi e progetti, ma anche di liste per l’elezione dei delegati della rappresentanza militare.

CIAVARELLI (Cocer Marina). La politica non considera i militari. Non devono esserci discriminazioni tra appartenenti ai diversi ruoli.

TISCI (Cocer GDF). Parla come delegato Cocer. Il ddl Pinotti è il migliore tra quelli fino a oggi presentati. I consigli della rappresentanza devono essere esterni e autonomi dagli stati maggiori. Il divieto di rieleggibilità impedisce di ricandidarsi dopo il secondo mandato e in tal modo si perde nei consigli la memoria storica. Andrebbe rimosso.

TOCCO (CGIL). Cgil è per il sindacato ai militari. Ricorda il pdl per il sindacato presentato nella scorsa legislatura e la petizione popolare con decine di migliaia di firme raccolte. Positivo se si può arrivare a un testo che raccolga la maggioranza del parlamento sul diritto di associazione ai militari. Problema gravissimo dei 23mila precari. Si formano dei giovani, si mandano sui teatri di pace e dopo 9 anni possono essere licenziati. Si vogliono più uomini, li si impiega anche per la sicurezza interna, e poi si tagliano i fondi. Chiede modifiche al ddl Pinotti: 1) i principi e criteri direttivi per la costituzione delle associazioni non devono essere decisi dal governo ma dalla legge; 2) possibilità per le associazioni di presentare liste di candidati agli organismi della rappresentanza militare; 3) Cocer con personalità giuridica. Assolutamente contrario alla proroga del mandato per l’attuale Cocer: non è democrazia. L’elemento di democrazia sono le associazioni, non i delegati prorogati. È nelle associazioni che si deve discutere come organizzare il lavoro e cosa proporre. E non si intacca in alcun modo la catena di comando.

TOSIANI (Cocer Marina). Parla a titolo di delegato. Siamo figli di tutte le opposizioni e orfani di tutti i governi. I tagli sono pagati dal personale.

TIANI (SAP). Plaude alla sensibilità del Capo di SMD che ha permesso la partecipazione in divisa dei delegati Cocer. Auspica l’apertura di una stagione per il riconoscimento di maggiori diritti ai militari.

FRANCESCHINI (Segretario PD). Dobbiamo ascoltare e non solo parlare. Anche dall’opposizione si può fare il bene del proprio paese. Denuncia, protesta, ma anche proposte concrete. Dobbiamo accendere i riflettori sui problemi della difesa e dei militari. Oggi i problemi vengono affrontati a seconda del livello di attenzione che c’è nei media. Se non ne parlano i giornali e le tv, i problemi non si affrontano e non si risolvono. Per questo, riflettori accesi: è una parte importante del lavoro dell’opposizione. Bisogna reintrodurre in Italia la parola “serietà”. Innanzitutto, serietà nei comportamenti. La smetta la destra di affermare che nel PD c’è avversione nei confronti delle Forze armate. Sempre dalla destra, parole roboanti e poi tagli micidiali lasciando immutato il modello di difesa. La Russa vede i militari come un corpo separato. Noi la pensiamo all’opposto: non sono un corpo separato. Devono avere le stesse tutele dei civili. I precari delle Forze armate non possono avere meno diritti. Se si impiegano i militari in compiti non propri si sa dove si comincia, non si sa dove si finisce. Da noi vengono usati anche come immagine. Il diritto dio associazione deve essere riconosciuto senza bisogno di alcuna autorizzazione. La nostra prospettiva in tema di difesa deve essere l’Europa e il sistema di difesa europeo. Spingere in questa direzione, dalla quale possono venire forti risparmi di risorse con la specializzazione e la complementarietà.

GIUSEPPE FORTUNA

Convegno sulla Riserva Selezionata - Palermo, Comando Regione Militare Sud, 7 e 8 maggio 2009

Il Generale di Corpo d'Armata Giovanni RIDINO', Comandante militare per il territorio dell'Esercito sarà a Palermo oggi, giovedì 7 maggio, per presentare alla stampa la due giorni di convegni sulla "Riserva Selezionata" che si terranno per la prima volta in Sicilia nei locali del Comando Regione Militare Sud di Palermo.
Alle ore 11:00 è stata programmata una conferenza stampa nel corso della quale il Generale RIDINÒ e il Generale Mauro MOSCATELLI, Comandante della Regione Militare Sud, illustreranno i lavori della Sessione informativa e parleranno ampiamente della "Riserva Selezionata".
Venerdì 8 invece inizieranno i lavori con una platea di oltre 200 Ufficiali riservisti, scelti tra le migliori professionalità del mondo civile. Infatti la Riserva Selezionata è una doppia opportunità sia per i professionisti civili che per la Forza Armata. I primi possono offrire le loro competenze in settori specifici della Forza Armata, in particolar modo nelle missioni all'Estero. Di contro la Forza Armata ha la possibilità di avvalersi di professionalità non compiutamente presenti negli organici effettivi.
Nella due giorni di incontri e dibattiti si avvicenderanno competenti autorità militari e civili che si confronteranno sul tema del convegno: "Una sfida professionale, senso di appartenenza, motivazione e FormAzione".

venerdì 24 aprile 2009

L'INPDAP liquida il TFS

MANIFESTAZIONE IN PIAZZIA MONTECITORIO IL 28 APRILE CONTRO LA "POLITICA DEGLI ANNUNCI"

Roma, 23 apr - Pubblichiamo una durissima nota pervenutaci dal sindacato di polizia Coisp, sulla necessità che il governo assuma i giovani volontari in ferma breve già idonei al concorso per la Polizia. 

ASSUNZIONE IMMEDIATA VFB IDONEI IN POLIZIA
BASTA CON LA SICUREZZA DEGLI ANNUNCI 


Il Governo ha sempre dichiarato di voler mantenere le promesse elettorali e che tra le priorità della sua azione ci sarebbe stata la sicurezza dei cittadini.
A quanto sembra, però, i fatti sinora hanno dimostrato il contrario.
Con l’ultimo Decreto legge anti-stupri, il Governo aveva annunciato (ANSA del 20 febbraio 2009) l'assegnazione al Viminale di 100 milioni di euro provenienti dai fondi confiscati alla criminalità organizzata, e l’assunzione, entro il 31 marzo, di 2.500 unità di personale delle Forze di Polizia provenienti dalle graduatorie già esistenti ed in corso di validità dei volontari in ferma breve. 
Tale provvedimento quindi andava incontro alle esigenze dei cittadini e di circa 1000 Volontari in ferma Breve che erano risultati idonei ma non vincitori nei concorsi espletati negli anni precedenti ai sensi del D.P.R. 332 del 1997 e che, da anni, attendevano la regolarizzazione della loro posizione. 
Le buone intenzioni del Governo, però, seppur così tanto pubblicizzate su tutti gli organi di informazione, dopo qualche giorno si sono volatilizzate nel nulla non appena è stato pubblicato il “Decreto sulla sicurezza” il quale ha permesso di comprendere che non era stata immessa alcuna risorsa aggiuntiva ai 100 milioni di euro già stanziati per le assunzioni per l’anno 2009 e che quindi non vi sarebbe stata nessuna assunzione straordinaria!

QUESTO E' UN TRATTAMENTO AL LIMITE DEL SADISMO

E’ necessario che si operi concretamente nei confronti di questi ragazzi e di tutti i cittadini. 
Come si sa, oggi basterebbe fermare qualsiasi persona che incontriamo ed alla domanda sulle esigenze per lui prioritarie avremmo con ogni probabilità due risposte: lavoro per i giovani e sicurezza nelle strade. 
Appare strano, purtroppo, ma mai come in questi ultimi due anni, che esigenze così avvertite da tutti si siano intrecciate in un drammatico quanto tragicomico teatrino. 
Dal 2001 al 2004 migliaia di giovani hanno partecipato a diversi concorsi per poter accedere come volontari in ferma breve nelle Forze Armate con la prospettiva della successiva immissione nei ruoli della Polizia di Stato. Questi ragazzi hanno indossato l’uniforme dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, sono diventati fucilieri scelti, incursori, tiratori scelti, radaristi ed hanno partecipato a tutte le più impegnative missioni di pace e di guerra. 
Il loro sogno era ed è quello di entrare a far parte della Polizia di Stato e non riescono a realizzarlo. 
E’ pur vero che i bandi di concorso prevedevano che solo i vincitori dei rispettivi concorsi potessero transitare nelle Forze di Polizia, ma nei 5 anni del precedente Governo Berlusconi, attraverso concorsi straordinari riservati ai VFB ed allo scorrimento delle graduatorie che soddisfacevano le esigenze delle Forze di Polizia, altri giovani nelle medesime condizioni di questi, dopo anni al servizio del Paese, erano riusciti a realizzare il loro sogno, contribuendo ad incrementare la sicurezza di tutti i cittadini.

DAL MILITE IGNOTO AL MILITE IGNORATO

Nel 2007 però il sogno diventa un incubo! Migliaia di ragazzi arrivano alla fine di 3 anni di duro servizio nelle Forze Armate ed alla richiesta di transitare nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, le Istituzioni rispondono con una rigida chiusura della graduatoria ai soli idonei vincitori di concorso. 
Per tantissimi giovani, dopo ben tre anni di sacrifici al servizio al Paese, sembra non debba rimanere altro che una stretta di mano ed un grazie per quello che hanno fatto.
Nessuno sembra volersi accorgere che i cittadini hanno bisogno di sicurezza concreta e noi abbiamo bisogno di risorse umane per poterla garantire! 
Ogni giorno, grazie anche al grazioso indulto di cui ci è stato fatto dono, i cittadini subiscono rapine, spaccio di droga, scippi e violenze di ogni genere. Il Governo assume pochissime centinaia di giovani nelle Forze di Polizia perché sostiene che non ha soldi e lascia a casa centinaia di ragazzi che, seppur non vincitori, sono risultati idonei in un concorso finalizzato a formare nuovi Poliziotti. 
Ogni principio è stato violato: il diritto di questi giovani di indossare l’uniforme della Polizia di Stato, il diritto dei cittadini ad avere più Forze dell’Ordine nelle strade che tutelino la propria sicurezza, ma anche il diritto per le casse dello Stato a non sostenere spese inutili bandendo nuovi concorsi, anziché assumere gli idonei di quelli già fatti.
Le poche assunzioni in Polizia che si stanno predisponendo, né tantomeno l’impiego dei militari a supporto delle Forze di Polizia, possono risolvere le difficoltà dovute a carenze di organico che i poliziotti incontrano giornalmente nel dare concretezza alle loro funzioni.
E’ necessario riportare a parametri di efficienza l’attuale condizione dell’apparato sicurezza ed una Polizia di Stato che oggi soffre di una forte carenza di organico a causa di concorsi banditi per un esiguo numero di posti che sono assolutamente insufficienti a compensare le assenze che si verificano e si sono registrate a vario titolo (quiescenza, dispensa, ecc). 
Il COISP che da sempre è stato vicino a questi ragazzi e ne ha sollecitato in più occasioni la loro assunzione, il giorno 28 aprile in piazza Montecitorio alle ore 15.00, sarà accanto ai VFB per sollecitare le Istituzioni affinché sia risolta definitivamente la loro assunzione!

Chi volesse partecipare a questa iniziativa, anche per consentire al Comitato Organizzativo una miglior riuscita della stessa, può inviare tramite e-mail la propria adesione al seguente indirizzo di posta elettronica:
vfbpolizia@hotmail.it