“Ci sarà l'alba di un nuovo giorno anche per noi. Un'alba in cui ci sentiremo di nuovo bene e capiremo di non aver sbagliato percorso. Un'alba in cui ci sentiremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare. Un'alba che arriverà anche grazie a chi, quando staremo per cadere, ci porgerà la mano. E anche grazie a chi non lo farà” (Braveheart)

"Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono i meriti. E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla" (Albert Einstein 1879-1955)
Questo Blog nasce con il preciso intento di far sentire la propria voce ed esprimere il proprio pensiero liberamente e democraticamente.

...la flessibilità è una caratteristica meritevole, la precarietà è uno stato di sofferenza...
"Esorto tutti ad una presa di coscienza, esorto tutti a non subire un trattamento ignomignoso. Invito tutti a non subire gli eventi ma partecipare agli stessi. Bisogna portare ogni vicenda, ogni torto, ogni intento dilatorio dinanzi alle sedi giudiziarie ed in tutti i gradi del giudizio. Bisogna essere uniti e partecipi."
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STABILIZZAZIONE DEL RUOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE

La Comunità Europea con Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.

L’ITALIA, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.

Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Di conseguenza, lo Stato Italiano, in deroga all’art.36, c.5, D.Lgs. n.165/01, il 27.12.2006, con Legge 296/06 (Finanziaria 2007) ha disposto (art. 1 cc.417, 420, 519, 523, 526), la stabilizzazione (id est: trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato, a tempo indeterminato) di tutto il personale della Pubblica Amministrazione assunto a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, a partire da quello in servizio al 01.01.2007; infatti sarebbe risultato eccessivamente oneroso per le finanze statali procedere alla concessione di un immediato “risarcimento per equivalente” a tutto il personale in possesso del citato requisito.

La “Stabilizzazione” è semplicemente una sanatoria, conseguente a contingenti decisioni prese in ambito europeo.

Per inciso, durante l'anno 2009, il Sig. Y. G., un ufficiale ausiliario del Corpo delle Capitanerie di porto (congedato durante l’anno 2007), è stato stabilizzato nella P.A. proprio in virtù del triennio di servizio maturato nel Corpo delle Capitanerie di porto

Si vuole infatti precisare che il comma 519, articolo unico della legge finanziaria 2007, ha disposto una procedura di assunzione straordinaria di personale della Pubblica Amministrazione, parallela, anche se diversa, a quella relativa alle ordinarie assunzioni.

Secondo la "Difesa" il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la stabilizzazione del personale del pubblico impiego in ragione del 20% del fondo di cui al comma 96, art.3, Legge n. 311/04.

Il riportato "fondo" afferisce la disponibilità nei riguardi delle assunzioni in deroga al c.d. blocco del "turn over" stabilito con il comma 95, art. 3, Legge n. 311/04.

Tale divieto generalizzato di assunzioni di personale a tempo indeterminato imposto alle pubbliche amministrazioni per il triennio 2005-2007 dal comma 95 dell'articolo unico della finanziaria 2005 (legge 30 dicembre 2004, n. 311), non riguarderebbe il personale dipendente delle Forze armate, e ciò in quanto la detta norma precisa che sono fatte salve le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226.

Conseguentemente, le Forze Armate non potrebbero accedere allo speciale fondo, istituito dal successivo comma 96 per finanziare, in deroga al divieto di cui al suddetto comma 95, quelle assunzioni che si rendessero necessarie per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza; pertanto i dipendenti precari delle Forze Armate non potrebbero beneficiare delle stabilizzazioni di cui al comma 519 dell'articolo unico della finanziaria 2007 (L. n. 296/2006), in quanto tale disposizione, per istituire il necessario nuovo fondo per finanziare tali stabilizzazioni, scorpora il 20% del fondo di cui al citato comma 96 della finanziaria 2005.

A ben guardare, il comma 519, articolo 1 della legge n. 296/06 prevede la c.d. stabilizzazione del personale del pubblico impiego statuendo apposito fondo, corrispondente ad una quota (20%) delle risorse di cui al precedente comma 513, e non già al c. 96, art. 3, L. 311/04 tout court; in particolare, si sottolinea che il comma 513 rifinanzia il fondo di cui al c. 96.

Ma già il comma 96 art.3, L.311/04 consisteva in un rifinanziamento del precedente fondo c.d. "in deroga al blocco delle assunzioni" stabilito dall'art. 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.

Il comma 55 della sessa legge stabiliva, poi, che le deroghe di cui al precedente comma – quindi le richieste di assunzione in deroga al "blocco" - erano autorizzate secondo la procedura di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni; e che nell’ambito delle procedure di autorizzazione delle assunzioni è prioritariamente considerata l’immissione in servizio degli addetti a compiti connessi alla sicurezza pubblica, al rispetto degli impegni internazionali, alla difesa nazionale, al soccorso tecnico urgente, alla prevenzione e vigilanza antincendi e alla protezione civile; con ciò autorizzando anche le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) all'accesso al fondo di che trattasi, come infatti è avvenuto.

A fortiori si sottolinea che in tutti i provvedimenti di Autorizzazione all'assunzione del personale nelle pubbliche amministrazioni in deroga al c.d. "blocco", per gli anni 2004-5-6 e proprio per lo stesso anno di riferimento della stabilizzazione – 2007 - (cfr: D.P.R. 25 agosto 2004, D.P.R. 6 settembre 2005, D.P.R. 28 aprile 2006, D.P.R. 29 novembre 2007), è previsto il beneficio di una parte del fondo di che trattasi in favore del personale delle FFAA.

Nonostante tanto, la "Difesa", in maniera alquanto contraddittoria, sostiene le FFAA essere sottratte al beneficio di cui alla spartizione del fondo in parola.

Invero le Forze Armate, non sono esonerate in toto dal suddetto blocco generalizzato delle assunzioni, né, di conseguenza, ad esse è precluso l'accesso al fondo di cui al comma 96 art. 1 L. 311/04.


Assunzioni connesse con la professionalizzazione

La norma infatti non fa salve tutte le assunzioni delle Forze armate, ma soltanto quelle finanziate dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e dalla legge 23 agosto 2004, n. 226, ovverosia:

· per quel che attiene le FFAA, le assunzioni relative ai ruoli non direttivi e quelle del personale destinato all'inquadramento, alla formazione ed all'addestramento dell'organico da professionalizzare;

· per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie di porto, le sole assunzioni delle categorie del ruolo truppa;

tanto, a mente della L. 331/00 e dell'art. 23, c. 3, e dell'art. 28, c. 1, L. 226/04, (come, peraltro confermato dallo stesso D.P.R.6 settembre 2005).

Infatti, la normativa relativa alla professionalizzazione di cui alla Legge 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04, prevede (in coerenza con gli oneri di cui alla tabella "A" della L. 331/00, e a decorrere dall'anno 2007, dalle tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04), per quel che attiene le Forze Armate (ad esclusione del corpo delle Capitanerie di porto):

· l'aumento di 10.450 unità del ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente,

· il reclutamento di 30.506 volontari del medesimo ruolo in ferma prefissata,

· il mantenimento in servizio di circa 31.500 volontari di truppa in ferma breve,

Di più stabilisce che al fine di compensare il personale in formazione è computato un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· 4.021 unità nell'anno 2005;

· 821 unità, in ciascuno degli anni dal 2006 al 2011;

· 749 unità, in ciascuno degli anni dal 2012 al 2020.

Infine dispone, al fine di inquadrare, formare e addestrare i volontari in ferma prefissata di un anno, un contingente di personale militare determinato annualmente nelle misure di seguito indicate:

· nell'anno 2005: 210 ufficiali, 350 marescialli, 350 sergenti, 1.743 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2006 al 2007: 120 ufficiali, 200 marescialli, 200 sergenti, 996 volontari in servizio permanente;

· negli anni dal 2008 al 2020: 90 ufficiali, 150 marescialli, 150 sergenti, 747 volontari in servizio permanente.

Per quel che riguarda il Corpo delle Capitanerei di porto l'assunzione ed il mantenimento in servizio di:

· 3.500 volontari di truppa in servizio permanente del Corpo delle Capitanerie di porto,

· 1.775 volontari in ferma ovvero in rafferma del Corpo delle Capitanerie di porto,

In più al fine di compensare il personale in formazione non impiegabile in attività operative stabilisce un contingente di volontari in ferma prefissata di un anno nelle misure di seguito indicate:

· 200 unità nell'anno 2005;

· 235 unità negli anni 2006 e 2007;

· 5 unità in ciascuno degli anni dal 2008 al 2015.

Sotto tale segno la normativa sulla professionalizzazione delle Forze Armate prevede precisi fondi per l'attuazione del disposto normativo stesso (infatti, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione Italiana, ogni legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte).

Da tanto, si precisa che gli unici oneri e relativi fondi previsti dalla detta normativa per l'assunzione del personale da professionalizzare si rinvengono nella Tabella "A" di cui alla legge 331/00 e alle Tabelle "C" ed "E" di cui alla L. 226/04; ovverosia 500.000.000 euro per le FFAA e 70.000.000 per il ruolo truppa delle Capitanerie di porto.

Tanto a fronte di una spesa pari a 9.000.000.000, per mantenere il personale delle Forze armate (escluso il Corpo CP), e di 500.000.000 per quello del Corpo delle Capitanerie.

Per quanto sopra citato, risulta di tutta evidenza che le uniche assunzioni del ruolo ufficiali connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04 attengono i seguenti contingenti:

a) nell'anno 2005, 210 ufficiali;

b) negli anni dal 2006 al 2007, 120 ufficiali;

c) negli anni dal 2008 al 2020, 90 ufficiali.

Per le restanti assunzioni di ufficiali delle FFAA, invece, si utilizzano gli ordinari stanziamenti inscritti nei fondi strutturali del Dicastero della Difesa, che, logicamente nulla hanno a che fare con i fondi e quindi con le assunzioni di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04.

Per quel che attiene il Corpo delle Capitanerie, invece, alcuna componente del ruolo ufficiali è legata alla formazione del personale da professionalizzare; infatti il reclutamento degli ufficiali del "Corpo" interviene grazie agli ordinari stanziamenti del Dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Risulta, poi, del tutto inconferente con le assunzioni connesse con la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) l'inclusione, a partire dal 01.01.2006, delle dotazioni organiche del Ruolo Ufficiali delle FFAA nel decreto di cui all'art.2, c.3 del D.Lgs. 215/04.

Infatti la Legge 2 Dicembre 2004, n.299 (non già il D.lgs. 215/01) stabilisce da un lato, le dotazioni organiche del ruolo ufficiali, dall'altro, che il reclutamento del ruolo ufficiali è regolamentato secondo le disposizioni di cui all'art.60 e seg. del D.Lgs. 490/97, fino all'anno 2009, con ciò vanificando ogni tentativo di ricondurre in toto l'assunzione del personale del ruolo ufficiali delle FFAA o la determinazione organica dello stesso alla normativa sulla professionalizzazione di cui alla L.331/00, al D.Lgs. 215/01, e alla L. 226/04.

Ammesso e non concesso, poi, che la circostanza possa definirsi dirimente della connessione delle assunzioni del Ruolo Ufficiali delle FFAA con la normativa sulla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), comunque il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto ne sarebbe escluso, stante la mera considerazione che l'ultimo decreto sull'organica del detto ruolo datato 9.11.2004 risulta adottato ai sensi e per gli effetti del combinato del disposto normativo di cui all'art. 1 e 60 del D.Lgs. 490/97, attinente il "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", pertanto altra destinata normativa del tutto inconferente con la Professionalizzazione delle FFAA.

Né la normativa sulla professionalizzazione prevede alcunché per il Ruolo Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di porto; anzi a ben vedere la gestione del detto personale viene ex lege esclusa dallo stesso dettato normativo (cfr: art.3, c. 1, lett. a, L. 331/00, art. 1, c.1 D.Lgs. 215/01, art. 27, 28 L .226/04).

La prova di tanto si ha nel D.P.R. 6 settembre 2005, recante "autorizzazione ad assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 1, commi 95, 96 e 97 della legge 30 dicembre 2004, n. 311".

Infatti in tale anno aldilà delle 210 assunzioni di ufficiali delle FFAA connesse con la professionalizzazione si sono assunti circa 450 ufficiali delle FFAA, con i fondi per le assunzioni in deroga.

Se effettivamente fosse come sostenuto dalla Difesa, ovverosia che a far data dal 1.01.2006 tutte le assunzioni del ruolo ufficiali fossero connesse con la normativa di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ci si domanda come potrebbe mai essere che proprio la stessa normativa sulla professionalizzazione disponga per l'anno 2005 l'assunzione di personale che, secondo la Difesa, solo a far data dall'anno successivo avrebbe dovuto "rientrare" tra le assunzioni connesse con la professionalizzazione; ovvero anche, come sia stato possibile per il ruolo ufficiali delle FFAA attingere lo stesso anno (2005) tanto ai fondi sulla professionalizzazione tanto a quelli sulla stabilizzazione, se non in virtù di un "diversa" destinazione delle risorse!

Infatti, ammesso e non concesso – perchè è circostanza impossibile, né mai provata –, poi, che a partire dal 2006 le risorse già previste specificamente per la professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04), siano state utilizzate anche per l'assunzione del Ruolo Ufficiali delle FFAA, questo non dovrebbe significare che in quel momento le Forze armate sono state "sottratte al blocco delle assunzioni ed alla relativa deroga di cui al comma 96.

Si tratterebbe, come è evidente, di differenti risorse economiche, a cui le Forze Armate (in particolare il Ruolo Ufficiali) hanno avuto accesso alternativamente, in relazione alle proprie esigenze concrete ed alle concrete disponibilità dei relativi fondi, tutti in astratto accessibili.

Ma si ribadisce che la circostanza è del tutto irrealistica stante il fatto che le risorse messe a disposizione dalla professionalizzazione (di cui alla L. 331/00, D.Lgs. 215/01, e L. 226/04) hanno interessato il solo personale "non direttivo" delle FFAA, del quale notoriamente non fa parte il Ruolo Ufficiali; eccezion fatta per il personale assunto per la formazione, mai l'assunzione di alcun ufficiale delle Forze armate è stata garantita da alcun fondo sulla professionalizzazione, né è possibile riscontrare una simile affermazione nella normativa di che trattasi.

Ora, se già nel 2005, come del resto anche nel 2006 e addirittura nello stesso 2007 le FF.AA. sono state autorizzate ad accedere al detto fondo - per giunta proprio per le assunzioni che si vorrebbe far ricadere nella professionalizzazione, quelle che sarebbero dovute essere certamente escluse dal blocco e dal relativo fondo - non si vede per quale ragione le Forze armate non abbiano proceduto a richiedere l'autorizzazione all'accesso al fondo de quo anche per la richiesta di stabilizzazione dei propri "ufficiali precari", peraltro per far fronte a nuove ed autonome esigenze (quelle relative appunto alla stabilizzazione dei dipendenti precari), totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte, a quelle sottese alla professionalizzazione.

Peraltro, si aggiunga sommessamente che, anche a voler escludere l'accesso delle FF.AA. all'originario fondo di cui al comma 96 della finanziaria 2005, si deve tener presente che, nel momento in cui la finanziaria 2007 ha scorporato il 20% del suddetto fondo, ha bloccato tale quota, mutandone la destinazione. In altri termini, quel 20% non fa più parte del fondo originario, ma costituisce un nuovo fondo, con una nuova destinazione, accessibile soltanto per finanziare le stabilizzazioni di cui al comma 519 della finanziaria 2007. Di conseguenza l'originaria destinazione del primo fondo (le assunzioni urgenti in deroga al blocco del turn over) diventa oggi del tutto irrilevante con riferimento a quel 20% che oggi costituisce un fondo nuovo, autonomo e diverso.

Con specifico riferimento agli Ufficiali, la "Difesa" afferma che le assunzioni a tempo indeterminato (rectius in S.P.E.) degli Ufficiali non potrebbero accedere al fondo di cui al comma 519, in quanto si tratterebbe di assunzioni "funzionali" alla riforma della professionalizzazione, che dunque andrebbero effettuate solo con i fondi propri della professionalizzazione, e non con i fondi del comma 519.

Tuttavia, neanche tale assunto pare condivisibile. Innanzi tutto lascia perplessi il fatto che le assunzioni a tempo indeterminato degli ufficiali delle FFAA possano essere considerate istituto giuridico connesso alla riforma della professionalizzazione, visto che già all'epoca dei fatti (1 gennaio 2007) la riforma era compiuta, in quanto legata alla contingenza dell'abolizione del servizio di leva e alla riduzione dell'organico delle FFAA a 190.000 unità, dunque fisiologicamente temporanea, pensata e realizzata per la "graduale sostituzione leva con militari di professione" (si vedano in tal senso le norme istitutive di tale riforma: legge 14 novembre 2000, n. 331, decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, legge 23 agosto 2004, n. 226).

Inoltre, anche a volere riscontrare tale rapporto funzionale, ciò non toglie che le stesse assunzioni possano essere considerate altrettanto necessarie (al pari degli omologhi colleghi dell'Arma dei Carabinieri) pure con riferimento alla stabilizzazione dei precari, e ciò proprio in base alla ratio sottesa al comma 519.

D'altronde, non bisogna dimenticare che il comma 519 disciplina non le assunzioni tout court, bensì solo quelle mirate, appunto, alla stabilizzazione dei precari. In altri termini, se l'Ufficiale "militare di professione" è pure precario, non si vede per quale ragione non possa accedere alla stabilizzazione ex art. 519.

Peraltro è solo il caso, brevemente di accennare che il c. 95, L. 311/04, non fa salve solamente le assunzioni connesse con la professionalizzazione delle FFAA di cui alle leggi L. 331/00, D.Lgs. 215/01, L. 226/04, ma pure quelle connesse con la professionalizzazione dell'Arma dei carabinieri di cui all'articolo 3, comma 70, della legge 24 dicembre 2003, n.350.

Queste ultime assunzioni, in particolare, intervengono a completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari (di cui all’art. 21 della legge 28 dicembre 2001, n.448 e dell’articolo 34, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), che dispone che in relazione alla necessità di procedere alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari in deroga a quanto stabilito dall’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, è attivato un arruolamento di contingenti annui di carabinieri in ferma quadriennale.

Il successivo c. 96 art. 1 della L. 311/04 ha disposto, in deroga al divieto di cui al comma 95, per le amministrazioni ivi previste, apposito fondo per le assunzioni che si rendessero necessarie per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, asservendo l'autorizzazione alle modalità di cui all’articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni.

Ha, infine, statuito al c.96 che nell’ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all’assunzione di cui al comma 97 è prioritariamente considerata l’immissione in servizio, in particolare, del personale necessario per assicurare il rispetto degli impegni internazionali e il controllo dei confini dello Stato, e degli addetti alla difesa nazionale.

Con ciò, pertanto, da un lato, ha escluso l'accesso al fondo di che trattasi al ruolo truppa tanto delle tre FFAA quanto dell'Arma dei Carabinieri, in quanto dotati di specifico fondo per le assunzioni connesse con la professionalizzazione dello stesso ruolo; dall'altro, ha riservato al personale del Ruolo Ufficiali sia delle FFAA che dell'Arma il beneficio di cui al c. 96, art. 1, L. 311/04.

Invero la finanziaria 2007 ha voluto estendere le risorse destinate alla stabilizzazione scorporando, in aggiunta, anche una porzione del già citato fondo, distinto ed autonomo istituito proprio per la riforma della professionalizzazione.

Di conseguenza, l'accesso al fondo ex comma 96 non può essere precluso in modo generalizzato alle Forze armate, ma al contrario costituisce una risorsa finanziaria a cui anche le FF.AA. (ed in particolare il ruolo ufficiali) possono accedere.

Ciò è comprovato anche dal successivo comma 97, che prevede, proprio con riferimento alle suddette autorizzazioni in deroga al c.d. blocco del turn over, che sia "prioritariamente considerata l'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale" - peraltro ripercorrendo quanto già disciplinato dal riportato comma 55, articolo 3, L. 350/03 -.

Nel merito è solo il caso di accennare l'evidenza della frase che coinvolge le FFAA, e non già i soli corpi di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e corpo della Guardia di Finanza); infatti, qualora il legislatore avesse voluto intendere gli appartenenti alle sole forze di polizia (tanto ad ordinamento civile quanto militare), gli sarebbe bastato citare gli addetti a compiti di sicurezza pubblica; tutto ciò, come è noto, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 57 del C.P.P.

Il legislatore ha, comunque, messo a disposizione ulteriori risorse (di cui all'art. 1, c. 417, 419, L. 296/07); a fortiori nella circolare del 24 marzo 2007 del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche amministrazioni, si legge che le amministrazioni pubbliche non citate espressamente nel comma 519, in quanto sottoposte a specifiche disposizioni in materia di assunzioni ... adeguano i propri ordinamenti a quanto previsto dal medesimo comma 519 in termini di requisiti e modalità di assunzione, tenendo conto delle relative peculiarità e nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio.

Di più si sottolinea che la procedura di cui alla stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione, prevede altresì (cfr: c. 526, art.1, L. 296/06) che tale procedimento si debba necessariamente estendere ai successivi due anni (2008, 2009); in questo caso, però le assunzioni devono essere garantite dai fondi strutturali del singolo Dicastero, come testimoniato dallo stesso D.p.c.m. 06.08.2008, che ha stabilito le assunzioni a tempo indeterminato di che trattasi con i fondi del singolo Ministero; con ciò legittimando l'ultroneità di riferimento al fondo di cui all'art. 1, c. 96, L. 311/04.

In tal senso è solo il caso di ricordare quanto espresso nel parere del Capo Ufficio Legislativo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Avv. Danilo DEL GAIZO, datato 05.12.2006 si legge: "...per le assunzioni in deroga autorizzate sempre per l'anno 2007 è, infine, considerata prioritaria l'immissione in servizio, tra gli altri, degli addetti al personale della difesa nazionale.

sabato 29 dicembre 2007

RISPOSTA DEL COMANDANTE IN CAPO DELLE FORZE ARMATE



Per tutti coloro che stanno inviando le lettere sappiate che vi arriverà una risposta dall'addetto militare del Presidente della Repubblica come riportato sopra.
Leggendo all'interno potete trovare le risposte più banali e lontane dalla realtà dei fatti mai sentite. Però se l'ha detto l'addetto, gli possiamo chiedere ma che ha detto? Siamo Signori e accettiamo di tutto. Anche questi bocconi amari.

I° AUFP: RESPINTI I RICORSI. UN APPLAUSO!!!

I ricorsi del I°AUFP MMI, l'unico che sembrava non avesse cavilli per non essere stabilizzato, sono stati respinti. Non tutti! Quelli delle CP avranno un'ulteriore udienza a fine Gennaio.
E facciamo tutti un lungo applauso e i nostri complimenti.

In primis ai giudici del TAR. E' da Aprile che stanno cercando informazioni a destra e a manca, per capire. Alla fine mentre le luci erano spente per le festività natalizie, dopo la finanziaria 2008, dopo il cambio del CSMD (come se aspettassero direttive) si sono messi d'impegno e hanno capito che non avevano capito.

Un applauso all' Avvocatura dello Stato. Ha dimostrato, con impegno e costanza, rispolverando leggi assurde, vecchie e antiquate e interpretandole secondo il giudizio che SMD oppose all'ufficio legislativo del Ministero della Difesa, quindi interpretandole in modo di parte, che la Quarta Forza Armata, non è una Forza Armata. Cioè é una Forza Armata ma in realtà non lo è! Avete capito? .....Neanche noi!
Un applauso ai politici! Fatta la legge, permettono di far trovare l'inganno per scavalcarla, vilipenderla, non rispettarla proprio da chi aveva giurato di tutelarla. Nel silenzio più completo, totale e vergognoso, le istituzioni e soprattutto i politici che le rappresentano, sono state i veri assenti ingiustificati di questa battaglia. L'uomo si riunisce in società per fuggire dallo stato di natura... purtroppo in Italia coi nostri politici (basta vedere la sicurezza inesistente) vale il detto: homo homini lupus. Non esiste la cultura di società del diritto. Pensano solo ai loro stipendi (i più alti d'Europa e del Nord America)

Dulcis in fundo un applauso all' Amm. Di Paola e a tutto lo SMD.
Un applicazione letterale del comma 519 avrebbe toccato circa 400 individui (lo 0,2% della Forza di tutte le FF.AA.). Un applicazione un pò più estesa invece, circa 1600 (ex)militari (lo 0,8%).
Un guaio enorme per lo Stato Italiano e per tutte le FF.AA. se lo 0,8% della forza fatto da ragazzi/e, a volte padri/madri di famiglia, buona parte dottori, avvocati, ingegneri, fisici, scienziati, commercialisti, tecnici specializzati, in un unica parola: PROFESSIONISTI fossero riusciti a RI-entrare nelle ff.aa. e continuare a fare quello che hanno fatto per 42 mesi, togliendoli dal precariato! Un incremento dello 0,8% di uomini e donne che avrebbero rovinato le FF.AA.!!!
Bisognava salvare le FF.AA. da questi ragazzi/e che sono stati mandati anche nei teatri operativi, hanno sostituito ufficiali anziani, hanno fatto i capi sezione e i capi reparto prendendosi grossissime responsabilità!!!
Non è così Amm. Di paola? Complimenti veramente. Ha salvato le ff.aa. dal declino che 1.600 brutti ceffi potevano arrecarle. Complimenti!!! Sono queste le battaglie che un capo di stato maggiore deve affrontare. Mica deve pensare che il bilancio della difesa fa acqua da tutte le parti. Che i mezzi sono obsoleti, il pesonale scontento (a parte quelli che come lei prendono €10.000 al mese con le tasse che la mia famiglia, in due, paga per complessivi 70 anni), i soldi, che nel bilancio programmatico sono precisi, nel bilancio consuntivo spariscono come neve al sole, i nomi di chi vince i concorsi sono sempre gli stessi, il Vittorio Veneto si insabbia durante un'operazione internazionale, il San Marco non ha munizioni per esercitarsi, i concorsi fasulli.... ed è meglio non continuare!

Un applauso sincero a questi uomini che hanno salvato le Forze Armate (tranne la quarta (?), ahi i Carabinieri!!!) dall'essere realmente una proiezione della società di diritto. Che permetteranno di continuare a sfruttare la vita della gente, e di tanti giovani che vedevano nelle ff.aa. un modo per fuggire dalle periferie delle città, e da situazioni di "precariato di vita". Mandati nei teatri operativi, non hanno ricevuto nesuna preparazione per riaffrontare il mondo del lavoro civile, ma solo un poderoso calcio nel sedere, offendendoli nell'animo e nella propria dignità, prima ancora che nella loro professionalità.

Ma non crediate comunque che sia finita qui!
Faremo conoscere a Bruxelles, voi e quelli che come voi nell'Italia vedono solo lo zerbino dei propri piedi. Il diritto non è quella cosa che si toglie via dalle suole delle scarpe quando si rientra a casa.

venerdì 28 dicembre 2007

Comitato di lotta permanente

Si comunica che il giorno 15/01/2008 presso la sede del SUPU di Via Po 162 - ROMA, alle ore 15.00, si terrà una riunione del Comitato di lotta permanente, il cui ordine del giorno è così strutturato:
1) Comunicazioni del Presidente
2) Esame del documento di rivendicazioni;
3) Organizzazione incontri con Autorità competenti;
4) Organizzazione convegno su precariato nel mondo militare;
5) Varie ed eventuali;
Alla riunione saranno presenti:
Gen. Antonio Pappalardo
Gen. Umberto Tagliacozzi
Col. Giuseppe Massaro
Dott. Rocco Morea
Sig. Paolo Colasanti
Dott. Francesco Mariani
Dott.ssa Cosma Cavallo
Dott.ssa Margherita D’Ambrosio
Dott. Carlo Marino
Dott. Alessio Anselmi - Presidente COCER Marina
TV Falco Rosso
*********************
La riunione è aperta a tutti coloro volessero parteciparvi.

Richiesta informazioni

Il Comitato ha necessità di contattare il collega Ciro Manigrasso del IV AUFP MM, chiunque fosse in grado di aiutarci in questa ricerca è pregato di mettersi in contatto tramite la mail o il numero del presidente, Dott. Rocco Morea (lo conoscete).
Siamo certi della vostra collaborazione.

GRAZIE

giovedì 20 dicembre 2007

IL GENERALE scrive ad un quotidiano

Gentile Direttore,

due giorni or sono mi sono trovato in piazza Montecitorio ad urlare, come ai bei tempi, la mia indignazione contro un governo che ancora una volta ignora le istanze dei suoi figli migliori. Oltre 300 Ufficiali della Marina Militare in ferma prefissata, dopo aver prestato servizio per oltre tre anni sono stati collocati in congedo, senza le garanzie previste dalle norme sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Sono stati sbattuti via come cenci, nonostante abbiano operato anche in territori stranieri, esponendosi a mille rischi per accrescere l’immagine di uno Stato, che li ha già dimenticati. I ragazzi (qualcuno purtroppo ha superato i trenta e i quarant’anni) hanno manifestato dinanzi alla Camera dei Deputati esponendo manichini avvolti in uniforme, denunciando da una parte la grave scorrettezza commessa in loro danno, nonché il trattamento sperequativo usato nei loro confronti essendo stati trattenuti in servizio i colleghi dell’Arma dei carabinieri, nelle loro stesse condizioni di impiego, sulla base di una norma contenuta nella legge finanziaria 2007, applicabile anche a loro.

Negli occhi di quei ragazzi ho visto tanta amarezza, tanta delusione. Potevano essere figli miei, figli di ognuno di noi, che, quando hanno vestito l’uniforme pensavano di entrare in una delle poche organizzazioni dello Stato dove non può esistere il precariato. E, invece, c’è e a quarant’anni, senza una pensione, ti devi trovare un’altra occupazione. Con moglie e figli a carico. Mentre il governo parla di stabilizzazione del lavoro precario (si parla di oltre 60.000 posti di lavoro), ci si scorda dei 300 Ufficiali della Marina e insieme ad essi dei 1.200 ufficiali delle altre forze armate, che da qualche anno sono andati ad ingrossare il numero dei sottoccupati. Il fatto deplorevole è che per formare, addestrare e impiegare quegli Ufficiali sono stati spesi oltre 100 milioni di euro. Domani, quando spunteranno analoghe esigenze, si spenderà altro denaro per formare quei quadri che sono indispensabili per le attività di ciascuna forza armata. Che spreco di denaro pubblico! A che serve tutto questo? Ad alimentare le varie clientele politiche?

Non ho potuto fare a meno di difenderli. Li ho accompagnati dappertutto, alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica, al Ministero della Funzione Pubblica. Ho fatto intendere ai miei interlocutori che gli Ufficiali precari avrebbero avuto da quel momento il sostegno del SUPU (Sindacato Unitario Pensionati in Uniforme), e il mio. Che da quel momento non si sarebbero fatti sconti ad alcuno. Abbiamo formato un Comitato di lotta permanente, che già il 15 gennaio dell’anno prossimo si riunirà per approntare un documento da sottoporre all’attenzione delle competenti Commissioni parlamentari e dei Ministri della Funzione Pubblica e della Difesa. La richiesta è una sola: la stabilizzazione degli Ufficiali in ferma prefissata di tutte le Forze Armate, che oggi si trovano in un avvilente stato di disoccupazione. Gli Ufficiali, nel caso in cui non fossero accolte le loro istanze, non hanno escluso di sfilare per Roma con le loro uniformi, prive delle stellette.

Sono certo che i romani comprenderanno il loro malessere e al loro passaggio, come nella festa del 2 giugno, li applaudiranno. Io starò con loro, anch’io in uniforme, priva dei contrassegni militari.

Di fronte al menefreghismo anche di taluni vertici, che trovano i soldi per trattenere in servizio taluni mammuth, vi è una sola strada: quella della protesta civile, ordinata, ma determinata.


Antonio Pappalardo, Generale dei Carabinieri (http://www.supu.it/)
*****

Per ringraziare il Generale Pappalardo, e-mail: info@supu.it

AMID scrive

Ennesima dimostrazione dell’inutilità del sistema delle Rappresentanze militari assolutamente estranee alla dialettica contrattuale con il Governo e Stati Maggiori.
Questi ultimi sono i veri responsabili della "fabbrica dei precari" creatisi in conseguenza della professionalizzazione delle Forze Armate di cui non sono stati previsti accorgimenti a favore del personale.
Sono stati sottovalutati gli "effetti collaterali" di un disinvolto sfruttamento dei giovani militari poi abbandonati a se stessi proprio da uno Stato chiamato a derimere la deregulation selvaggia del mercato del lavoro.
La mancata applicazione della norma sulla stabilizzazione del precariato nelle Forze Armate si deve proprio all’ostracismo degli Stati Maggiori.
Per questi motivi non è concepibile una reale tutela tramite una Rappresentanza Militare dipendente dalle gerarchie militariche: sarebbe un sindacato "giallo".
Per AMID al personale militare italiano serve qualcos’altro.

mercoledì 19 dicembre 2007

UN GRAZIE.......DA TUTTI

Dopo l'emozionante manifestazione di ieri, durante la quale abbiamo apprezzato, forse il primo, vero attaccamento alla nostra causa

invitiamo

tutti i colleghi ad inviare una mail di ringraziamento con grado, Forza Armata di appartenenza Nome e Cognome al
Preg.mo On. Gen. Antonio PAPPALARDO al seguente indirizzo: info@supu.it

FINANZIARIA/ DE GREGORIO: GOVERNO BATTUTO IN COMMISSIONE DIFESA

Roma, 18 dic. (Apcom) - Maggioranza battuta in commissione Difesa del Senato sul parere alla Finanziaria. E' quanto rende noto in un comunicato il presidente della commissione Sergio De Gregorio che, in una nota, riferisce, che "stavolta, la Cdl ha vinto con uno scatto d'orgoglio, segnalando la propria coesione intorno al rapporto da me proposto, in cui si esprimeva la assoluta bocciatura della legge finanziaria, ritornata dalla Camera con modifiche per ciò che riguarda il comparto Difesa".
Maggioranza e governo, fa sapere De Gregorio, sono stati "battuti per un voto in relazione all'esame dello stato di previsione del ministero della Difesa per l'anno finanziario 2008, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge sulla Finanziaria".
"All'indomani del Trattato di Napoli - aggiunge - in cui ho riunito i presidenti delle commissioni Difesa di Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, nutro vergogna per un sistema politico che lascia le Forze armate e i Corpi di polizia privi del necessario, dai carburanti ai fondi per la stabilizzazione dei precari, dalle risorse per l'ordinaria amministrazione e lo sviluppo professionale ai risarcimenti per i militari colpiti da patologie derivanti dall'esposizione all'amianto e all'uranio impoverito. In questo stato di cose, sarà difficile chiedere ai militari, ai carabinieri, agli uomini della polizia di Stato e perfino a quelli delle Capitanerie di porto di continuare ad assolvere i compiti che l'Italia sta loro affidando: dalle missioni di pace all'estero al contrasto alla criminalità organizzata, dalla sicurezza dei confini alle emergenze di protezione civile".
"Agli uomini in divisa si chiede tanto, senza riconoscere il minimo indispensabile. E perfino l'appello del Capo dello Stato che, sui tagli alla Difesa ha voluto far sentire la propria autorevole voce, sembra appartenere al film ormai noto delle urla nel deserto, le stesse che - conclude il presidente della commissione Difesa del Senato - provengono da questa commissione e che il Governo continua a non ascoltare".

CAMERA dei DEPUTATI - Seduta in corso

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, intervengo per esprimere il giudizio negativo del gruppo del Partito Democratico-L'Ulivo sulle mozioni Bosi e Volontà n. 1-00143 e Ascierto ed altri n. 1-00259.
Per quanto riguarda quest'ultima mozione, ne apprezziamo la differenza nella forma rispetto alle altre mozioni illustrate dai rispettivi primi firmatari. Le prime due mozioni in esame cui mi riferirò in modo più specifico, per le affermazioni contenute nelle premesse ma anche per ciò che è stato dichiarato negli interventi dei rispettivi primi firmatari, meritano una nostra presa di posizione e anche lo svolgimento di un'argomentazione.
Nella mozione presentata dai colleghi dell'UDC si afferma che il bilancio della difesa sarebbe stato sensibilmente ridotto negli esercizi finanziari 2005, 2006 e 2007 a causa dell'intervenuta crisi finanziaria.
Il gruppo di AN addirittura attribuisce la responsabilità dei tagli alla difesa esclusivamente al Governo Prodi, dicendo proprio che questi tagli e la conseguente difficoltà della funzione della difesa e del Ministero della difesa dipenderebbero dalla scelta del Governo Prodi di aver tagliato le risorse per il bilancio della difesa nel 2007 (attraverso la legge finanziaria per il 2008). Come è noto le cose non stanno in questi termini e i colleghi che hanno illustrato le mozioni lo sanno, compreso il collega Bosi, che nel precedente Governo è stato anche sottosegretario alla difesa.
Una riduzione sensibile - un taglio senza precedenti - degli stanziamenti per la difesa vi è stato, ma è stato operato per le scelte che il Governo Berlusconi ha compiuto soprattutto alla fine della precedente legislatura. Nel 2005, dai 19 mila 811 milioni di euro, stanziati nell'anno 2004, siamo passati a 19 mila milioni di euro (si tratta di una riduzione del 5,5 per cento). Nel 2006 le risorse messe a disposizione della difesa sono stato ulteriormente ridotte, arrivando al minimo di 17 milioni di euro, con una riduzione pari almeno al 13 per cento rispetto ai tagli già gravi dell'anno precedente.
Ha ragione probabilmente il collega Cossiga quando afferma che non si può svolgere una discussione basandola soltanto sui numeri, ma noi abbiamo il dovere di rispondere, anche sui numeri, alle argomentazioni assolutamente fuorvianti svolte durante questa discussione. Vi sono stati tagli pesantissimi, operati propria nella fase di avvio del nuovo modello organizzativo delle Forze armate, che ha previsto il superamento del servizio obbligatorio di leva, che è stato sospeso dal primo gennaio 2005. Si è trattato di tagli operati proprio quando era assolutamente necessario sostenere la scelta connessa all'avvio della riforma, anche con i provvedimenti correlati che, per realizzare il nuovo modello di difesa non più fondato sulla leva obbligatoria, hanno comportato l'assunzione di migliaia di volontari in ferma breve e di ufficiali in ferma prefissati, che è compito del Governo e del Parlamento cercare di stabilizzare.
Insomma verso la fine della XIV legislatura il Dicastero della difesa ha pagato duramente il fallimento delle scelte di politica economica, delle previsioni "sballate" delle manovre finanziarie del Ministro Tremonti, che hanno conseguentemente costretto a rastrellare, senza alcuna logica, fondi necessari per coprire la voragine dei conti pubblici.
Inoltre, mentre nel 2005 e nel 2006 venivano comunque operati, complessivamente, rispetto al 2004, tagli per il 18,6 per cento al bilancio della difesa, il Governo Berlusconi non ha perso comunque l'occasione di anticipare di due anni la sospensione della leva obbligatoria, facendone un mega spot elettorale. Come era logico supporre, la prima fase della riforma, ma anche il maggiore impegno nelle missioni internazionali che il Parlamento ha affidato alle nostre Forze armate, hanno comportato invece un aumento dei costi per la difesa.
L'aumento dei costi e il taglio radicale degli stanziamenti hanno determinato difficoltà strutturali molto gravi alle attività del Ministero. I tagli ai consumi intermedi - i famosi tagli lineari inventati da Tremonti nel triennio 2004-2006 - e agli investimenti hanno rappresentato per il Dicastero della difesa un costo molto grave, molto più alto di quello sostenuto dagli altri Dicasteri.
Infatti, per la Difesa i consumi intermedi non rappresentano soltanto la spesa corrente per l'apparato ministeriale e periferico ma comprendono, invece, tutte le spese per il mantenimento e la gestione efficiente ed efficace dello strumento militare. Si tratta in gran parte di spese per la manutenzione dei mezzi, per l'apprestamento e il ripianamento delle scorte, per l'acquisizione dei mezzi di protezione, per la formazione, l'addestramento e, quindi, l'efficienza e la sicurezza del personale.
La loro drastica e irrazionale riduzione ha prodotto danni gravi e strutturali ed è giusto riconoscere al Governo Prodi lo sforzo operato per il risanamento del bilancio della Difesa: altro che mozioni di censura sulle scelte operate dal Governo dell'Unione.
Come è riscontrabile nella tabella allegata alla nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa, nel 2007 il Governo Prodi ha stanziato per il dicastero più fondi rispetto al 2006, passando da 17 mila 782 milioni a 20 mila 195 milioni di euro.
Per il 2008 vi è stato un ulteriore incremento - lo ricordava il collega Evangelisti - pari al 5,5 per cento in più rispetto allo scorso anno che ha portato il bilancio della Difesa a un totale di 21 mila 118 milioni di euro. Pertanto, signor Presidente, signori colleghi, non ci appare giusto presentare subito dopo l'approvazione della legge finanziaria, mozioni contro gli stanziamenti insufficienti per il Ministero della difesa e per la funzione di difesa, senza alcun accento autocritico da parte dei colleghi della minoranza che dimostrano di avere una memoria troppo corta.Da parte nostra, abbiamo l'assoluta consapevolezza che le scelte operate con la legge finanziaria non rappresentano la prova del nove della volontà del Governo di aumentare le spese per la difesa; noi siamo ancorati al programma dell'Unione. Siamo ancorati al programma di Governo dell'Unione per le nuove politiche di difesa. In conseguenza di tali scelte, sono state fissate le priorità per la legge finanziaria 2008: il funzionamento dello strumento militare ispirato al rispetto degli standard di interoperabilità delle forze e dei mezzi con i Paesi alleati, l'ammodernamento delle Forze armate, la realizzazione del modello organizzativo per ridurre i costi e aumentare l'efficienza e il funzionamento di questo modello, il miglioramento della gestione e il controllo della spesa. Siamo, quindi, impegnati a ridurre gli sprechi, ad abbandonare scelte irrazionali, ad affermare politiche rigorose, ma dobbiamo comunque riconoscere che gli sforzi operati con le leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008, che rappresentano un importante e netta inversione di tendenza rispetto ai "tagli" operati dal Governo Berlusconi, non sono comunque ancora del tutto sufficienti, non ci permettono di recuperare le posizioni e di ridurre la forbice finanziaria ed economica rispetto ai valori di spesa sul prodotto interno lordo registrati dalla Francia, dal Regno Unito e dagli altri Paesi europei, vale a dire i Paesi comparabili con l'Italia.
Su questo mi permetto di aprire una breve polemica con le affermazioni del collega Bosi e del collega Ascierto. Quest'ultimo ha affermato che, al di sotto di un rapporto dell'1 per cento tra spesa per la difesa e prodotto interno lordo, si arriva al fallimento.
Vorrei ricordare al collega Ascierto un dato molto semplice: alla fine della precedente legislatura quel rapporto era dello 0,8; oggi, se aggiungiamo anche gli stanziamenti che sono stati assegnati al Ministero dello sviluppo economico, superiamo abbondantemente l'1 per cento. Certamente si tratta di somme molto basse, ma se consideriamo che si parte dallo 0,8 per cento appare chiaro lo sforzo del Governo e della maggioranza di evitare quel fallimento che, invece, pervicacemente si è cercato di realizzare con le scelte del Governo Berlusconi.
Il nostro bilancio è ancora - come osservava giustamente il collega Evangelisti - troppo ingessato a causa delle spese del personale, anche se con una positiva inversione di tendenza in questo ultimo anno e nelle previsioni della legge finanziaria.Le spese del personale ammontano ancora al 59,6 per cento del totale, quando sappiamo che andrebbero determinate nel 50 per cento, per lasciare il restante 50 per cento, invece, alle spese di esercizio e investimento, per essere in linea con gli altri Paesi del contesto occidentale.
Se facciamo riferimento alle tabelle allegate alla legge finanziaria, è possibile verificare come, a valori costanti e tenendo conto dell'inflazione, sostanzialmente spendiamo per la difesa (e per la "funzione difesa") quanto spendevamo prima dei tagli pesanti realizzati nel triennio 2004-2006 dal precedente Governo.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che il nuovo modello organizzativo e i nuovi e più impegnativi compiti assegnati dal Parlamento alle nostre Forze armate determinano un aumento di costi. Ritengo che sia giusto da parte del Parlamento riconoscere alle nostre Forze armate, nonostante tali difficoltà, l'impegno manifestato per riuscire a non perdere il proprio grado di efficienza e di operatività, conseguendo, anzi, lusinghieri risultati nell'azione svolta nelle missioni, assegnate loro dal Parlamento della Repubblica, in cui sono impegnate.
Ritengo, colleghi, che su ciò abbia ragione il collega Cossiga - ho apprezzato il suo intervento per l'illustrazione della sua mozione n. 1-00260 -, ma su questo argomento abbiamo più volte discusso in Commissione difesa e abbiamo iniziato a produrre i primi risultati. Credo che, ormai, non sia più rinviabile una riflessione in Parlamento sul modello dello strumento militare necessario al nostro Paese.
Il Ministro Parisi, in Commissione, ha annunciato uno studio finalizzato alla ridefinizione di un nuovo modello sostenibile, più compattato, ristrutturato e ringiovanito, che possa soddisfare le esigenze derivanti dalle politiche di difesa e sicurezza, sia nazionali sia internazionali, e che, nel contempo, sia coerente e sostenibile con le risorse disponibili. È evidente, che solo il Parlamento può modificare il modello a 190.000 uomini previsto dalla legge n. 331 del 2000.
È inutile "dare i numeri", come è stato fatto anche nel dibattito in questa Assemblea: mi riferisco al previsto taglio di 30.000 unità ipotizzato dai colleghi Bosi e Ascierto nelle loro rispettive mozioni n. 1-00143 e n. 1-00259. Sappiamo che nessuno può scegliere né può determinare delle scelte esautorando il Parlamento e la sede naturale per avviare il confronto - richiesto anche dall'onorevole Cossiga, confronto al quale noi siamo naturalmente disponibili - è la Commissione difesa. Essa, tra l'altro, già sta esaminando i vari modelliPag. 62di difesa e potrebbe ponderare una proposta da presentare al Parlamento sul modello migliore che, per quanto riguarda l'assetto delle Forze armate, sia all'altezza delle nostre ambizioni, ma sia anche rispondente alle nostre disponibilità.
Signor Presidente - e mi avvio alla conclusione - ritengo che sia giusto rimarcare alcune scelte qualificanti operate con la legge finanziaria per il 2008, che contraddicono nettamente la premessa di tutte le mozioni presentate e di tutti gli interventi effettuati durante la discussione dai colleghi del centrodestra.
Ritengo giusto rimarcare: le scelte che hanno portato all'aumento delle risorse per la professionalizzazione delle Forze armate - abbiamo recuperato gran parte di quel taglio del 15 per cento (operato con la precedente legge finanziaria) con un finanziamento di 30 milioni di euro -; gli interventi a favore degli arsenali e degli stabilimenti militari; la scelta di destinare fondi per il risarcimento dei danni causati dall'esposizione e dall'utilizzo dei proiettili all'uranio impoverito o alle nanoparticelle provocate dalle esplosioni; il finanziamento a favore di imprese nazionali nel settore aeronautico ad alto contenuto tecnologico; la soppressione dei tribunali e delle procure militari; il programma per l'acquisto di alloggi per il personale militare; l'attuazione degli accordi in materia di pubblico impiego; la possibilità concessa ai corpi di polizia di effettuare assunzioni triennali in deroga alla normativa vigente (assunzioni cui faceva riferimento anche il collega Ascierto), per un ammontare di risorse fino a 140 milioni di euro per il 2009, anno nel quale questo programma sarà a regime.
Inoltre, vi è un primo stanziamento che, seppure insufficiente, è importante perché, per la prima volta, viene riconosciuto il tema della specificità dei compiti assolti dalle Forze armate e dalle forze di polizia. Mi riferisco, altresì, in relazione alle scelte qualificanti della legge finanziaria, all'intervento che vi è stato per eliminare il taglio del 10 per cento allo straordinario da corrispondere al personale delle forze di polizia.
Mi riferisco anche alla scelta qualificante di stanziare un finanziamento per l'organizzazione e il funzionamento degli asili nido nei servizi alla prima infanzia.
Insomma, vi sono motivi per ritenere che la scelta compiuta dal Governo Prodi, attraverso la finanziaria per il 2008, sia comunque una scelta positiva per il Ministero della difesa, per i lavoratori della difesa e per i nostri militari.
Siamo assolutamente coscienti che è necessario fare di più e rispondere al meglio alle giuste rivendicazioni dei COCER, che abbiamo ascoltato presso la Commissione difesa. Sappiamo di dover rispondere alle richieste pressanti e giuste che provengono da tanti giovani volontari in ferma breve e dagli ufficiali in ferma prefissata, i quali chiedono, giustamente, la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro. Ciò vale per l'Arma dei carabinieri - come ha sottolineato il collega Ascierto - ma anche per tutte le altre Forze armate. Il nostro impegno sussiste, come ha rivelato anche l'approvazione di proposte emendative al disegno di legge finanziaria in sede di Commissione bilancio, di risoluzioni e di ordini del giorno che, purtroppo, poi, non sono stati ricompresi nei maxiemendamenti, ma ciò non significa che noi non continueremo a perseguire tali obiettivi.
Abbiamo la consapevolezza di dover sostenere al meglio l'attività dei nostri militari impegnati in difficili missioni internazionali. L'approvazione della legge finanziaria per il 2008 rappresenta soltanto una tappa. Il nostro impegno continuerà, per rendere più efficiente la politica della difesa e della sicurezza nel nostro Paese.
Siamo disposti al confronto e lo abbiamo dimostrato; presso la Commissione difesa si è stabilito un clima positivo per affrontare scelte che non sono più rinviabili. Quanto non accettiamo, però, sono queste inutili iniziative, ispirate esclusivamente ad esigenze di propaganda. Per questo motivo, voteremo contro le mozioni in discussione - Bosi e Volontè n. 1-00143 e Ascierto ed altri n. 1-00259 - e anche contro la mozione Cossiga ed altri n. 1-00260, la quale, comunque, si pone in maniera diversa rispetto alle altre due.
In sostanza, colleghi, non ci fidiamo dei buoni consigli di chi, in passato, ha saputo dare soltanto il cattivo esempio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Italia dei Valori).

CAMERA dei DEPUTATI - Seduta odierna

VIDEO Seduta - al 1h,45m
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, da alcuni anni siamo passati dal sistema della leva al modello professionale delle Forze armate. Quest'ultimo è un assetto adatto a rispondere meglio alle mutate esigenze dello scenario internazionale. Il criterio della leva, che consacrava il sacro dovere a difendere e a servire la patria, è stato sostituito dall'esigenza primaria dello Stato di reclutare volontari che scelgano di intraprendere una professione e, quindi, di servire la Patria sia presidiando i confini nazionali sia fuori dal nostro Paese. Proprio questa è stata la ratio della legge n. 331 del 2000, anche perché era necessario inserire le nostre Forze armate nel più generale contesto europeo e nello scenario mondiale. Infatti è giusto che un Paese moderno e proiettato verso importanti traguardi internazionali, possa avere Forze Armate che siano sullo stesso livello di altri Paesi con storie e tradizioni diverse dalle nostre come l'Inghilterra e la Francia e - perché no? -, fuori dall'Europa, gli Stati Uniti. Tale esigenza di disporre di Forze Armate preparate sotto il profilo professionale ha messo in moto un nuovo meccanismo con l'adozione di un modello italiano di difesa differente rispetto al passato. Purtroppo, per poter raggiungere questo obiettivo, ci eravamo avvalsi di tecnici che avevano studiato un modello mentre poi se ne è adottato uno totalmente differente.Voglio ricordare tal Saragozza - che poi non so che fine abbia fatto - che, verso la fine degli anni Novanta, studiava il modello italiano da poter inserire in un contesto europeo. Ebbene, devo dire che in realtà potevamo risparmiarci gli studi di questo tecnico e questa consulenza, risparmiando soldi; oggi, infatti, nella prospettiva del futuro, quel modello non è più attuale.Anzi, aggiungo che è necessario ancora studiare il modello scelto, perché gli assetti della difesa si devono basare sulle infrastrutture e sulla modernizzazione dei mezzi ma anche, elemento essenziale e importante, sugli uomini. Senza gli uomini, non si muove nulla e non si possono sviluppare i progetti. Dunque, è importante capire come gli uomini, all'interno di questa nostra istituzione così importante, possano trovare spazio e prospettive future. Si era pensato a modelli della consistenza di circa 200 mila unità o poco più. Oggi, con il decreto legislativo n. 215 del 2001, abbiamo stabilito che, per far funzionare la difesa, occorrano 190 mila unità.Pag. 30
Era stato, altresì, stabilito un percorso che favorisse l'inserimento nelle Forze Armate dei migliori tra i giovani italiani. Per invogliare i ragazzi, si era anche pensato a percorsi alternativi e a incentivi. È stato detto, infatti, ai nostri giovani, che le Forze armate avrebbero dato loro una prospettiva futura e che li avrebbero fatti crescere sotto il profilo non solo culturale, ma anche professionale; che, qualora fossero entrati nelle Forze armate, avrebbero potuto scegliere il proprio futuro, decidendo se restare in esse, entrare nelle forze dell'ordine dopo un certo periodo o, dopo alcuni anni, trovare un collocamento nel mondo privato e della società civile. Infatti, rappresentando la parte migliore del Paese che ha servito lo Stato, essi avrebbero avuto la priorità nei concorsi e nel mondo produttivo delle industrie.Oggi ci rendiamo conto di aver preso in giro questi ragazzi. È vero che nelle forze dell'ordine vi è questo percorso facilitato - o meglio, un percorso stabilito, più che facilitato - ma tutto il resto non esiste. È svanito nel nulla! Per la prima volta, nelle Forze Armate e nelle forze dell'ordine ad ordinamento militare, abbiamo creato i precari di Stato. Tutto ciò stride e chiede vendetta ai lumi della coscienza. Se si prendono alcune migliaia di ragazzi e si dice loro che esiste tale prospettiva, è necessario anzitutto sapere che solo una piccola parte riesce, poi, ad entrare nelle forze dell'ordine. In quest'Assemblea, infatti, con la scorsa legge finanziaria, si è fatto un grande sforzo ingegneristico: sono state previste assunzioni nelle forze dell'ordine solo per centocinquanta unità per ogni forza di polizia. Immaginate, quindi, migliaia di ragazzi appartenenti alle Forze armate, che concorrono per accedere a cento posti nelle forze di polizia: a quanti non vi entrano, cosa facciamo fare? Questo percorso predefinito nelle forze di polizia, quindi, è stato ostruito dalla poca lungimiranza di questo Governo e dalla maggioranza, che ha ridotto le assunzioni nelle forze di polizia. Per fortuna, un po' di luce si è vista nella vostra mente nell'attuale disegno di legge finanziaria: 4.500 unità rappresentano un segnale, non del tutto positivo ma, comunque, un segnale. Inoltre, ci troviamo di fronte ad un'ulteriore questione: le Forze Armate non possono avere personale di una certa età. Infatti, come nelle forze di polizia, anche nelle Forze armate vi sono esigenze e sollecitazioni (molto fisiche oltre che tecniche) a cui bisogna dare delle risposte. Abbiamo bisogno di giovani, ma quelli che sono stati chiamati, poi, li abbandoniamo perché, in realtà, vi è un «contenitore anziano», a cui non sappiamo dare un'adeguata risposta. Lo ha affermato anche il generale Di Paola in una recente audizione presso la Commissione difesa. Il Capo di Stato maggiore della difesa ha affermato che, poiché si è passati da un sistema di leva obbligatoria ad uno professionale in tempi abbastanza brevi (la sospensione della leva, infatti, è avvenuta in cinque anni: era prevista per il 2007, ma è stata anticipata al 2005), è stato previsto un periodo transitorio e, quindi, una stabilizzazione dei ruoli, che prevedono un eccesso di 42.000 unità, soprattutto tra i marescialli. Il generale Di Paola ha asserito che fosse quindi necessario trovare il modo di fare accedere immediatamente 10.000 unità di giovani nelle Forze armate, per poter rispondere alle esigenze rappresentate oggi dalle missioni internazionali di pace.Pertanto, di fronte a questa esigenza, fino ad oggi, non avete risposto in modo molto chiaro. La legge finanziaria dell'anno scorso, di fatto, bloccava le assunzioni. Ci troviamo, quindi, da una parte, con le promesse che abbiamo fatto a questi ragazzi, a questi giovani italiani. Abbiamo detto loro: venite nelle Forze armate, farete un percorso e poi sarete inquadrati nelle forze di polizia, ma si tratta di un'affermazione falsa, fino ad oggi, perché solo poche unità sono andate nelle forze di polizia, ossia solo qualche migliaio, rispetto alle decine di migliaia di questi ragazzi.Abbiamo detto loro: vi raffermeremo, vi faremo passare dalla ferma prefissata al servizio a tempo indeterminato. Altra falsità! Poi, abbiamo detto: non vi preoccupate, vi inseriremo nel mondo del lavoro. E invece no: voi pensate a inserire nel mondo del lavoro gli extracomunitari, non i precari italiani, neanche quelli delle Forze Aarmate! Dunque, cari colleghi della maggioranza e caro signor Presidente, occorre un impegno serio di questo Governo in materia di difesa ma, soprattutto, in materia di tutela degli uomini in divisa. Desidero inoltre far pesare, nella discussione odierna, la situazione incredibile in cui si trova il personale delle Forze armate e anche quello delle forze dell'ordine sotto il profilo dei trattamenti economici stipendiali. È impossibile essere d'accordo con il Governo, con il Dipartimento della funzione pubblica, di fronte agli stanziamenti previsti per questi ragazzi, i quali servono il Paese in ogni parte del mondo, sviluppando processi di democrazia e libertà, e rendendo onore all'Italia sotto il profilo della solidarietà. Ebbene, come vengano retribuiti questi ragazzi? Come sono i loro miglioramenti stipendiali? C'è da vergognarsi a vedere l'ultimo contratto stipulato presso il Dipartimento della funzione pubblica, ma c'è da vergognarsi ancora di più nel momento in cui il Governo Prodi sottoscrive impegni a favore di militari e poliziotti, per poi rinnegarli all'interno della legge finanziaria, come avete fatto proprio in queste ultime ore e la vergogna si concluderà, da qui a breve, al Senato! Non potete aumentare lo stipendio di Forze armate e polizia di cinque euro: è una vergogna! Ieri un militare mi ha fatto vedere la busta paga del dicembre 2005 a raffronto con quella del dicembre 2007: ebbene, quest'anno c'è una differenza - in negativo - di 50 euro! In due anni avete ancora di più «affamato» e messo in crisi il personale delle Forze armate e delle forze dell'ordine. Occorrono, dunque, stanziamenti maggiori: vi rendete conto che in questa manovra finanziaria non avete stanziato alcun fondo per il rinnovo contrattuale? Speriamo che nella prossima finanziaria ci pensi un Governo diverso dal vostro a tutelare gli uomini in divisa! Tuttavia, detto ciò, bisogna soprattutto valorizzare questi uomini, rispettarne la dignità e, soprattutto, fare in modo di rispettare gli impegni assunti nei loro confronti. Dunque, sotto il profilo dei numeri, non ci siamo; sotto il profilo della dignità della retribuzione, neppure; sotto il profilo dell'ammodernamento, vi inviterei a visitare le caserme per vedere in quali condizioni sono costretti a vivere; sotto il profilo delle tecnologie, ormai le prendiamo in affitto in ogni parte d'Europa! Pertanto, diciamolo chiaro: se questa è la linea che dobbiamo seguire in materia di difesa, da qui a qualche anno il fallimento è sicuro! E allora invertiamo questa tendenza: facciamo in modo che, per costruire un carro armato o un aereo, non si debba vendere tutto il patrimonio; facciamo in modo che vi siano stanziamenti per la ricerca, che vi siano stanziamenti - adeguati e sempre costanti nel tempo - per l'innovazione tecnologica. Solo così possiamo competere realmente a livello europeo.
Non possiamo competere a livello europeo con i pezzi di carta, senza avere la rispondenza degli uomini. Pertanto, signor sottosegretario, so che anche lei condivide il fatto - come più volte è stato accennato in Commissione - che, passo dopo passo, bisogna compiere un percorso di rinnovamento e soprattutto, adeguato nell'ambito della difesa, perché destinare l'1 per cento del PIL per le Forze armate, rappresenta il livello più basso di attenzione che il Paese possa avere nei loro confronti. Al di sotto dell'1 per cento vi è il fallimento e noi, signor Presidente, ci siamo quasi vicini. Allora, dobbiamo iniziare a pensare alle strategie per il futuro. La mozione in discussione vuole porre l'attenzione - come ho già detto - su una serie di problemi (uomini, mezzi e infrastrutture) e, soprattutto, rappresenta il mio personale impegno nei confronti degli uomini. Ho indossato una divisa e so cosa significa, avere ogni giorno la responsabilità, il rispetto delle gerarchie e la prospettiva istituzionale di essere al servizio dello Stato e dei cittadini. Pertanto, occorre uno sforzo ulteriore. In questo momento vi è anche una serie di figure professionali all'interno delle forze armate che, al di là di ciò che è stato detto, chiedono per quale motivo non sia stata ancora prevista, così come era sancito nella legge finanziaria dell'anno scorso, la stabilizzazione di alcune importanti figure professionali , non solo i volontari in ferma prefissata (VFP1), ma anche alcuni ufficiali, che sono stati utilizzati dalle Forze armate in modo adeguato sotto il profilo funzionale, creando situazioni di sviluppo dell'attività. Ebbene, a distanza di un anno, ancora non vi è stata l'attuazione di tale disposizione: non sono stati emanati i decreti attuativi, si è navigato a vista, secondo un termine anche militare, ma non si è fatto nulla per stabilizzare, ad esempio, gli ufficiali in ferma prefissata. A tal proposito vorrei anche collegarmi ad un altro aspetto della difesa, che riguarda l'Arma dei carabinieri. Gli ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei carabinieri sono stati una grande risorsa per questa istituzione, sono stati formati in strutture per l'addestramento di grande spessore, come la scuola ufficiali e successivamente inseriti nel contesto operativo, in alcuni contesti anche molto delicati come, ad esempio, in Sicilia, nella lotta contro la mafia. Nell'arco di questo tempo il loro sforzo è stato inutile, per il semplice motivo che al termine dei mesi prefissati, tali persone sono state poste in congedo, al di là delle prospettive iniziali e della legge sulla professionalizzazione delle Forze armate, che inizialmente, doveva prevedere sbocchi futuri. Ebbene, non si possono immettere nuovamente nel circuito del mondo del lavoro o della società uomini che hanno servito la patria e hanno svolto missioni così importanti. È giusto prevederne il collocamento all'interno delle stesse Forze armate. Vorrei ringraziare il presidente della Commissione difesa per la sua sensibilità: insieme, in Commissione, abbiamo approvato alcune risoluzioni in merito. Il comma 519 dell'articolo unico della precedente legge finanziaria, prevedeva proprio la possibilità di stabilizzare i ricordati ufficiali, ma mancano le leggi attuative. Quest'anno tali ufficiali possono essere collocati al di fuori dei numeri previsti per i loro ruoli, quindi extra-organico. Speriamo che anche questa soluzione (che può essere di beneficio per le stesse istituzioni o, meglio, facilitare le stesse istituzioni a trovare una soluzione) possa trovarsi nell'attuazione dei ricordati decreti. I ragazzi di cui ho parlato, però, devono essere tenuti nelle Forze armate: non possiamo spendere fondi per formarli professionalmente e poi congedarli creando, quindi, ulteriore precariato. Lo abbiamo detto più volte e vogliamo ribadirlo in modo estremamente chiaro: combatteremo questa battaglia perché i predetti ragazzi rimangano! Vogliamo, inoltre, trovare un punto di incontro con voi per pensare al futuro, per capire come risolvere, ad esempio, il problema dei marescialli e degli ufficiali in esubero. Anche a tal proposito voglio fare un appello, una raccomandazione a lei, signor sottosegretario, dato che al Senato si sta discutendo il disegno di legge sul welfare. Non è possibile modificare il sistema pensionistico delle Forze armate e delle Forze di polizia perché, se è vero ciò che afferma il Capo di stato maggiore della difesa ossia che c'è la necessità di giovani, non possiamo prolungare l'età pensionabile degli attuali ruoli delle Forze armate e delle Forze dell'ordine. Ciò significherebbe, infatti, occupare gli organici e creare un maggiore scollamento tra i giovani e le Forze armate, tra la produttività di un'istituzione e la funzionalità, che deve essere adeguata. In conclusione il pensiero va a tutti gli uomini oggi in divisa che servono la Patria nel Paese e fuori dai nostri confini e che ogni giorno, con il loro lavoro e con il loro spirito di attaccamento alle istituzioni fanno in modo che bambini vengano curati in varie parti del mondo e che si formino strutture che si apprestano all'esercizio della democrazia. Dunque, le nostre Forze armate, con grande orgoglio per l'Italia, rappresentano il nostro spirito di solidarietà e di libertà nel mondo. Al loro sacrificio e al loro impegno va sicuramente la nostra vicinanza e con ciò penso di interpretare, quantomeno, il sentimento di tutti voi. Penso inoltre che occorra fare di più per loro in Parlamento sotto il profilo stipendiale e per ammodernare i mezzi e le infrastrutture, ciò al fine di rendere più moderna un'istituzione e soprattutto, in una prospettiva futura, per fare in modo che la predetta istituzione possa essere strumento efficace di confronto con le altre forze armate europee e internazionali. Tale è l'auspicio ed il senso di questa mozione: aiutiamo i nostri giovani ad essere stabilizzati nelle Forze armate, trattiamo meglio i militari ed i poliziotti sotto il profilo delle retribuzioni perché essi rappresentano il meglio dell'Italia. Se amiamo l'Italia non possiamo non amare loro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

Per chi non lo conoscesse


Gli hanno dato del golpista in divisa, ma poi la Procura ha dato torto ai suoi detrattori. Il Generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo, storico leader del Cocer Carabinieri, ex deputato ed ex sottosegretario alle Finanze col governo Ciampi, vede parecchie analogie tra il suo caso e quello del comandante della Guardia di Finanza. "La sinistra - attacca Pappalardo - ha da sempre una visione privata e privatistica delle forze armate e di polizia. Quello che hanno fatto al generale Speciale è una vergogna, l’arroganza di questa classe dirigente politica ha raggiunto livelli insopportabili. E sapete perché?". No generale, dica. "Si è sbattuto via il comandante generale della Guardia di finanza come fosse uno straccio. Un tempo i governi della Prima Repubblica sapevano ben mimetizzare le loro decisioni. Per liquidare un generale come Speciale, ritenuto un rompiscatole, avrebbe avvicendato anche De Gennaro, capo della Polizia ormai da sette anni, e avrebbe giustificato il tutto come una ordinaria e naturale sostituzione. Oggi non si salvano nemmeno le apparenze, né le forme. Sono talmente sicuri di conservare la poltrona da divenire insolenti e sprezzanti. Visco, che avrebbe fatto bene a dimettersi dall’incarico di viceministro dell’Economia, ha rimesso temporaneamente la delega del controllo politico sulla Gdf. Come per dire: finanzieri non vi dimenate troppo perché prima o poi torno e se qualcuno sgarra, altro che trasferimento da Milano! E poi va dichiarando che ha lasciato la delega per non determinare "incertezza e confusione nel Corpo, il quale deve invece operare in tutta tranquillità". A che punto arriva l’ipocrisia! Ma non è il solo politico a sorprendermi ". Chi altro, Prodi, Padoa- Schioppa, Violante? "No, mi meraviglio di Antonio Di Pietro, che si proclama uomo delle istituzioni, che prima assume una forte posizione, poi si ritira in buon ordine, come uno scolaretto. Ma il fatto più disgustoso è che hanno tentato di far dimettere il generale Speciale promettendogli chissà cosa, poi concedendogli, come a un mendicante, la carica di consigliere alla Corte dei conti. E che dire del presidente Napolitano. È stato invitato a prendere posizione ma lui ha pregato tutti di non coinvolgerlo in una vicenda, che è tutta politica. Voglio ricordare al Capo dello Stato, che la stessa cosa è capitata a me quando l’allora presidente Scalfaro, su pressione di Ciampi, Presidente del Consiglio, mi invitò a dimettermi dall’incarico di sottosegretario di Stato alle Finanze solo perché un tribunale militare mi aveva mandato sotto processo per diffamazione avendo io detto che il comandante generale dell’Arma non poteva e non doveva essere scelto dalle segreterie dei partiti. A che cosa si è ricorso per farmi fuori! Quella volta scese in campo, come ho detto, il Capo dello Stato e tutta la sinistra. Scalfaro mi chiamò al Quirinale per convincermi a dimettermi e poi mi disse che, pur avendo ragione, dovevo inghiottire il rospo. Oggi il presidente Napolitano cerca di defilarsi mentre dovrebbe intervenire, perché questo fatto gravissimo avrà ripercussioni sull’intera storia della Repubblica. Deve intervenire perché è il comandante supremo delle Forze Armate e perché la Carta costituzionale stabilisce che lui rappresenta l’unità nazionale. Se Speciale ha mancato, sia messo sotto processo e degradato. Ma se ha servito lo Stato con fedeltà, lealtà e onore, perché il Capo dello Stato non lo difende?". Ha visto? Si torna a parlare di P2 e complotti... "Il solito canovaccio della calunnia. Povero Speciale, sono arrivati a scrivere che non si è ben classificato in Accademia militare quando invece è arrivato primo! Hanno persino tirato in mezzo il figlio che lavora al Sismi. Lo hanno accusato d’aver risposto picche alle ingerenze del ministro Visco perché dietro ha la P2. Che pena"….
Grazie Generale
IL COMITATO

Comunicato Stampa COCER A.M.

Nell'apprendere della manifestazione odierna dei "Precari con le stellette", a Roma in Piazza Montecitorio, per il riconoscimento del diritto al lavoro, il COCER AM esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi penalizzati rispetto alla stabilizzazione avvenuta nei restanti comparti del Pubblico Impiego e delle Forze di Polizia.
La problematica evidenziata in ogni documento ed audizione, sia al Governo che nelle Commissioni Difesa, non ha trovato alcuna corrispondenza nella Finanziaria appena approvata. Ciò, nonostante l'aumento delle spese previste nella stessa, passate da 10 a 16 miliardi di euro, che accontentano le richieste provenienti da ogni parte, mentre non un euro di aumento di spesa è stato previsto per personale del Comparto Difesa.
Le tematiche relative a: Previdenza, Specificità ed agli "esuberi" dei Marescialli, non sono state minimamente tenute in considerazione nonostante le ripetute garanzie forniteci a più riprese, evidentemente di facciata, dalla Politica, dalle Commissioni Parlamentari e dal Governo.
Nessuna vicinanza, né sostanziale né morale, neanche per le norme a costo zero come la richiesta di espressione di una volontarietà da parte del personale Marescialli interessato al transito in altre amministrazioni.
In tale contesto, disattese tutte le speranze, preso atto degli emendamenti e del testo della Finanziaria 2008 approvato alla Camera dei Deputati nello scorso fine settimana, il COCER AM ribadisce l'inutilità dell'attuale strumento rappresentativo e la necessità del riconoscimento di un pieno ruolo di "Parte Sociale".
Nell'amarezza e nello scontento dei fatti concreti non dimentichiamo che siamo sotto le feste natalizie e con l'occasione partecipiamo a tutto il personale militare un Augurio di Buon Natale e Buon Anno, significando altresì che, pur nella ideale vicinanza ai nostri vertici militari, preferiamo comunque, dato il comprensibile stato d'animo, non partecipare a festeggiamenti di sorta ivi compreso lo scambio di auguri con il Capo SMD.
Sembra opportuno infine rendere noto alle Istituzioni, al mondo Politico ed al Governo che con il nuovo anno saranno riviste le strategie di dialogo, per dare spazio ad atteggiamenti più concreti volti alla reale tutela del personale rappresentato.
Roma, 18.12.07
IL COCER AM

martedì 18 dicembre 2007

Comunicato stampa

Gli Ufficiali della Marina Militare, che sono stati collocati in congedo dopo aver svolto oltre tre anni di servizio nella forza armata, senza le garanzie previste dalle norme sulla tutela dei diritti dei lavoratori, hanno manifestato in piazza Montecitorio dinanzi alla Camera dei Deputati esponendo manichini avvolti in uniforme, denunciando da una parte la grave scorrettezza commessa in loro danno, nonché il trattamento sperequativo usato nei loro confronti essendo stati trattenuti in servizio i colleghi dell’Arma dei carabinieri, nelle loro stesse condizioni di impiego, sulla base di una norma contenuta nella legge finanziaria 2007, applicabile anche a loro.
L’iniquità del trattamento e l’incomprensibile disinteresse del Governo hanno indotto gli Ufficiali precari della Marina a chiedere il sostegno del SUPU (Sindacato Unitario Pensionati in Uniforme), che con il loro Presidente, Generale Antonio Pappalardo, ha formato una delegazione ricevuta dalle segreterie dei Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica e del Ministro della Funzione Pubblica.
E’ stato deciso di formare un Comitato di lotta permanente, che già il 15 gennaio si riunirà per approntare un documento da sottoporre all’attenzione delle competenti Commissioni parlamentari e dei Ministri della Funzione Pubblica e della Difesa.
La richiesta è una sola: la stabilizzazione degli Ufficiali in ferma prefissata di tutte le Forze Armate, che oggi si trovano in un avvilente stato di disoccupazione, con famiglie a carico.
Gli Ufficiali, nel caso in cui non fossero accolte le loro istanze, non hanno escluso di sfilare per Roma con le loro uniformi, prive delle stellette.
Roma 18 dicembre 2007


Antonio Pappalardo, Presidente del SUPU
Rocco Morea, Coordinatore degli Ufficiali Precari

Interviste Manifestazione

Oggi durante la manifestazione a Roma siamo stati intervistati da varie testate giornalistiche.
Di rilievo, tra esse, l'intervista rilasciata alla trasmissione "Ballarò" ed al Tg satirico di Canale 5 "Striscia la Notizia".
Aggionamenti in seguito

lunedì 17 dicembre 2007

Per tutti i partecipanti

Ci vediamo martedì 18 Dicembre, alle 10:30 in Piazza Montecitorio. Sarà una giornata piena di appuntamenti, la manifestazione si farà dalle 11:00 alle 13:00 e contemporaneamente sino al pomeriggio una delegazione di precari sarà ricevuta da esponenti parlamentari e di governo.
Non mancate! E' l'ultima occasione che abbiamo per farci sentire.
A domani

domenica 16 dicembre 2007

Ecco i tre articoli

ILCASO
Non hanno sindacati a cui appellarsi. Sono stati licenziati ma non avranno i soldi da fine rapporto Hanno vinto un regolare concorso e prestato servizio per almeno tre anni. Ora sono tutti in congedo. La norma che stabilizza i lavoratori è stata applicata ai dipendenti pubblici, tranne che agli ufficiali.
Forze armate, un esercito di precari
Militari cancellati dalla Finanziaria
Nella trincea del precariato c'è un plotone di lavoratori che conduce all'arma bianca la propria battaglia contro l'ingiustizia: sono gli ufficiali in ferma prefissata delle forze armate. Uomini e donne della marina militare o dell'esercito, questi militari - di età compresa tra i 30 e i 35 anni - fino a ieri facevano davvero parte di un battaglione o di squadrone; ma ora si sentono traditi e dimenticati proprio da quello Stato che hanno giurato di difendere. Seppure regolari vincitori di concorso, dopo aver svolto un corso di formazione nelle rispettive accademie e aver prestato servizio per almeno tre anni e mezzo, questi ufficiali sono stati messi in congedo illimitato nel corso del 2007.
L'INGIUSTIZIA?
Essendo la loro una ferma prefissata non è così evidente: in realtà la loro regolarizzazione è prevista dalla legge finanziaria (al comma 519), che ha istituito e disciplinato le procedure di stabilizzazione dei lavoratori precari. La legge prevede che le amministrazioni pubbliche continuino ad avvalersi del personale che presta servizio da almeno tre anni, e prioritariamente del personale in servizio al 31 dicembre 2006. Nello specifico, la Finanziaria chiede - esplicitamente - la "stabilizzazione prioritaria del personale di cui all' articolo 23": per l'appunto quello istitutivo della figura dell'ufficiale in ferma prefissata delle forze armate. Invece si è arrivati a un paradosso: che la norma è stata applicata sì ai dipendenti della pubblica amministrazione, che sono stati assunti, ma a eccezione di coloro che il legislatore aveva individuato come i prioritari beneficiari: gli ufficiali, appunto. Sono stati trattenuti in servizio e stabilizzati soltanto gli omologhi colleghi dell'Arma dei carabinieri (Arma che ha dimostrato, anche in questo frangente, di aver a cuore i suoi uomini oltre che il consueto spirito di corpo). Spesso sposati e con figli a carico, senza occupazione e con poche prospettive di rivendere sul mercato del lavoro l'esperienza maturata nell'arma, i precari di esercito e marina subiscono anche un secondo torto: non essendo consentito loro di manifestare, men che meno di scioperare, privi della tutela di un vero e proprio sindacato, questi uomini non possono far valere al meglio le proprie legittime istanze: per questo la loro vicenda è passata, fino a oggi, sotto silenzio. Hanno combattuto la loro lotta, certo: ma in modo sotterraneo - in diversi blog e forum su Internet - e perlopiù in forma anonima. Oltre al danno, poi, per loro si è aggiunta anche la classica beffa. Infatti al "licenziamento" non è seguito alcun premio di congedo - il corrispettivo del Tfr per un lavoro civile -: come se tre anni passati nelle forze armate rendessero vacanti gli elementari diritti del lavoratore; né un assegno di disoccupazione dell'Inps. Insomma, niente trattamento di fine rapporto né ammortizzatori sociali: solo un salto nel vuoto senza paracadute. Così, mentre le forze armate continuano a lamentare carenze d'organico proprio nelle figure professionali fino a ieri ricoperte da questi ufficiali, si getta alle ortiche un'esperienza maturata in diversi anni di servizio da uomini e donne già selezionati, formati e che hanno maturato una professionalità. Magari per bandire nuovi concorsi e assumere altri ufficiali usa e getta.
LA PROTESTA.
Mai prima d'ora un corpo dell'arma aveva manifestato: per legge è vietato.
E il 18 dicembre gli (ex) soldati preparano il primo corteo in piazzaTutti a Roma,dalle 11 alle 13, davanti a Palazzo Chigi. Per avere una risposta dal Governo Attualmente nelle forze armate esistono circa cinquacento volontari senza un futuro certo, con il rischio di trovarsi nel bel mezzo di una strada dopo un certo periodo trascorso nelle forze armate. Silenziosamente, dopo le promesse illuse dalla Finanziaria e disilluse dalla sua mancata applicazione, questi uomini si sono organizzati per protestare: così, tramite un sito Internet, hanno allestito un blog, (
http://precaridelleffaa.blogspot.com/ ). Raccolto testimonianze, discusso, capito di essere nel giusto: sono arrivati alla conclusione condivisa: bisogna manifestare. Per la prima volta nella storia dell'arma (perché la legge lo vieta a tutti i componenti dell'arma, ma non a quelli in congedo).
COSI' E' STATO.
Allestito un grande movimento di protesta: il 18 dicembre è la data, il corteo sfilerà a Roma, davanti a Palazzo Chigi.
Nel loro comunicato si legge: Siamo abituati a obbedire, ma lo facciamo con la coscienza delle responsabilità di cui il nostro status ci aggrava, con la meravigliosa consapevolezza che l'esecuzione immediata degli ordini sia forse, la migliore garanzia per la difesa di questo Stato, per la quale non risparmiamo nulla e le nostre famiglie ne sanno qualcosa. Non possiamo, però assistere muti e rassegnati al crollo dei nostri ideali, della nostra professionalità, garantiti da una legge ordinaria dello Stato, arbitrariamente disapplicata. In piazza Colonna gli ex militari chiederanno risposte al Governo Prodi. E proveranno a capire se dalla loro parte si schiera lo Stato maggiore della difesa. Il loro fine è l'applicazione delle norme emanate in Finanziaria, quelle che prevedevano la stabilizzazione (leggi assunzione) degli ufficiali ausiliari, e nella fattispecie il loro trattenimento in servizio, oltre i vincoli della ferma prefissata, nell'attesa che fossero predisposte le relative procedure di stabilizzazione. Norme che non si sono mai concretizzate. Ecco l'indirizzo per chi vuole partecipare: Tutti coloro che vorranno partecipare alla manifestazione dell 18 dicembre, possono scrivere a precariffaa@gmail.com
Molti militari si sposteranno da città lontane da Roma: tra le necessità c'è quella di mettere a disposizione un mezzo per poter poi condividere le spese del viaggio e della trasferta. 500 Sono gli ufficiali che chiedono di essere assunti dal ministero. 400 I volontari della Marina; 100 quelli tra Esercito e Aeronautica.
LA TESTIMONIANZA.
Parla Rocco Morea, che dà voce ai precari delle Forze armate
In 500 aspettiamo risposte ci dicano se per noi c'è futuro
La Finanziaria ci ha illuso,adesso vorremmo sapere se esistono prospettive
Rocco Morea è il presidente del Comitato dei precari delle forze armate. Quarantuno anni, la voce di chi ha esperienza e competenza per dire ad alta voce che sì, lui si sente un professionista della Marina militare (il corpo dal quale è stato congedato). Morea intende battersi per i propri diritti. Senza elemosinare nulla a nessuno. Solo nel rispetto della legge dice, e spiega. La legge Finanziaria approvata lo scorso anno, al comma 519, definiva la stabilizzazione di tutti i precari della pubblica amministrazione ed in via prioritaria degli ufficiali in ferma prefissata delle forze armate. Di più vi è da osservare, prosegue Morea, che il disegno di legge Finanziaria 2007, all'articolo 57, prevedeva infatti la stabilizzazione (leggi assunzione) dei precari della pubblica amministrazione. Quell' articolo è stato oggetto di numerose modifiche emendative in seno alla Commissione difesa. Da un lato c'erano parlamentari convinti di dover trattenere in servizio prioritariamente gli ufficiali dell'Arma dei carabinieri e dall'altro uomini politici determinati ad ampliare la categoria dei beneficiari prioritari a tutti gli ufficiali in ferma prefissata delle forze armate. Questo per venire incontro all'esigenza organica delle stesse e per non gravare sulla spesa pubblica. Risulta chiaro - dice ancora Morea - che qualora le forze armate fossero escluse da tale previsione, gli ufficiali dei carabinieri rimarrebbero unici destinatari. Pertanto il legislatore avrebbe potuto inequivocabilmente inserire nell'impianto normativo, esclusivamente questi ultimi evitando erronee interpretazioni. Lascia quanto mai perplessi la dinamica che vede da un lato il Governo, alle prese con il documento di programmazione finanziaria, dal quale si evincono nel 2008 come nel 2007, i poderosi tagli alla spesa pubblica e dall'altro l'amministrazione Difesa, che, nonostante abbia subito tagli considerevoli alle assegnazioni, continua a preferire procedure concorsuali per ripianare le carenze d'organico. Con le ovvie ripercussioni sulle risorse finanziarie, quando invece ha a disposizione personale che già conosce, che ha già valutato nel corso del servizio, che può prontamente impiegare ed al quale ha riconosciuto affidabilità. Il presidente continua: Faccio presente che una parte considerevole degli ufficiali in ferma prefissata, coinvolge figure altamente specializzate, non solo per titoli accademici, ma anche per le esperienze professionali acquisite: ingegneri, commercialisti, avvocati, biologi, medici, farmacisti, informatici... Mi auguro quindi che il Governo e i parlamentari vogliano dedicare la giusta attenzione al problema, per sconfiggere, realmente, la precarietà nelle Forze armate.

DIFESA: CONVEGNO A ROMA CON L'EUROMIL PER DISCUTERE DI SINDACATO NELLE FORZE ARMATE

Sindacato nelle forze armate sempre in primo piano. Ieri se ne è discusso a Roma in un convegno organizzato dalla Cgil che sul tema ha lanciato una petizione popolare per sostenere un DDL che dia ai militari "il diritto alla contrattazione e alla libera associazione". All'incontro hanno preso parte anche Emmanuel Jacob e Mikko Harjulehto, rispettivamente presidente e segretario generale dell'Euromil (l'Associazione europea dei sindacati dei militari) e questa è stata l'occasione per analizzare le diverse esperienze europee e per fare il punto sullo stato dell'impegno normativo. Da parte sua, la Cgil ha fatto sapere che è più che mai urgente riconoscere alle forze armate il diritto costituzionale al sindacato. "Il testo unificato sulla rappresentanza militare in discussione al Senato accoglie i suggerimenti dello Stato Maggiore, mentre i Cocer non sono stati ancora invitati - ha spiegato Marcello Tocco, responsabile dell'Ufficio sicurezza e legalità della Cgil. Il testo pone limiti alla concertazione e impedisce il diritto alla contrattazione. Non si può dare questo eccessivo potere parlamentare allo Stato Maggiore".

FORZE ARMATE:CGIL,RICONOSCERE A MILITARI DIRITTO A SINDACATO

ROMA, 13 DIC - 'Dopo circa 30 anni dall'ultimo intervento normativo e' piu' che mai urgente affrontare il tema della rappresentanza dei militari e riconoscere alle forze armate il diritto costituzionale al sindacato'. Lo ha detto il responsabile dell'Ufficio sicurezza e legalita' della Cgil, Marcello Tocco, che oggi si e' incontrato con i vertici di Euromil, l'Associazione europea dei sindacati militari, e delle associazioni italiane di militari Amid, Assodipro e Ficiesse.' Un incontro - si legge in un comunicato della Cgil - per analizzare le diverse esperienze europee ma anche per fare il punto sullo stato dell'impegno normativo'.Secondo Tocco, il testo unificato sulla rappresentanza militare in discussione al Senato 'accoglie i suggerimenti dello Stato maggiore, mentre i Cocer non sono stati ancora invitati. La Commissione Difesa, infatti, ha deciso di procedere all'approvazione degli emendamenti senza ascoltare i Cocer e ha spostato l'audizione a dopo l'approvazione. Non si puo' dare questo eccessivo potere 'parlamentare' allo Stato Maggiore'. Il testo, ha sottolineato il sindacalista, 'pone limiti alla concertazione e impedisce il diritto alla contrattazione'. La Cgil rilancia, quindi, la petizione popolare per sostenere il disegno di legge di 'Istituzione delle associazioni sindacali per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento militare', presentato alla commissione Difesa di Palazzo Madama su iniziativa dei senatori Brisca, Menapace, Pisa, Giannini e Palermi. Si tratta di un ddl, sostiene la Cgil, 'che mira al riconoscimento pieno per i 'cittadini con le stellette' del diritto alla contrattazione e alla libera associazione'.

DIFESA: PRECARI DELLE FORZE ARMATE MARTEDI’ IN PIAZZA A ROMA

(AGI) - Roma, 14 dic. - Gli ufficiali in ferma prefissata delle forze armate martedi’ 18 dicembre alle 11 manifesteranno presso piazza Montecitorio “per chiedere che sia loro riconosciuto il diritto al lavoro”. Ad annunciarlo e’ Rocco Morea, presidente del Comitato precari forze armate, sottolineando come “nonostante la finanziaria 2007, con il comma 519, abbia previsto espressamente la stabilizzazione a domanda degli ufficiali volontari, solo gli ufficiali dell’Arma dei carabinieri hanno beneficiato di questa legge”.“I pari grado di Marina, Guardia Costiera, Esercito e Aeronautica, oggi disoccupati - continua Morea - denunciano la disparita’ di trattamento ed il conseguente disinteresse del governo, tante volte chiamato in causa, nei confronti di questa categoria di precari. La Difesa, che ha voluto la creazione di questo ruolo, oggi si disinteressa di quegli ufficiali che 5 anni fa aveva fortemente voluto, per coprire la carenza di personale e concretizzare il processo di professionalizzazione delle forze armate”. (AGI)

venerdì 14 dicembre 2007

IL S.U.P.U. è con noi il 18 a Roma

Gentile Rocco Morea, Presidente del Comitato dei precari delle Forze Armate. Solo oggi vengo a conoscenza, purtroppo, della Vostra lotta quali Ufficiali delle Forze Armate in Ferma Prefissata congedati e diventati precari. In qualità di Segretario Nazionale del Comparto Forze Armate del SUPU (Sindacato Unitario Pensionati in Uniforme), sentito anche il Presidente Gen.Carabinieri On. Antonio Pappalardo, desidero comunicarvi che Vi affiancheremo nella Vostra lotta con il nostro sindacato. Saremo presenti a Roma davanti Palazzo Montecitorio dalle 11 alle 13 del 18 dicembre p.v. con le nostre bandiere e i nostri striscioni di Sindacato regolarmente costituito e riconosciuto. Non siete soli. Il nostro sito è http://www.supu.it/, e-mail: info@supu.it, sede nazionale via Po,162 - 00198 Roma
Contattateci.
Gen. Umberto TAGLIACOZZI

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IL TESTO DEFINITIVO da VOTARE

88. Per l'anno 2008, per le esigenze connesse alla tut... Per l'anno 2008, per le esigenze connesse alla tutela dell'ordine pubblico, alla prevenzione ed al contrasto del crimine, alla repressione delle frodi e delle violazioni degli obblighi fiscali ed alla tutela del patrimonio agroforestale, la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri, il Corpo della Guardia di finanza, il Corpo di polizia penitenziaria ed il Corpo forestale dello Stato sono autorizzati ad effettuare assunzioni in deroga alla normativa vigente entro un limite di spesa pari a 80 milioni di euro per l'anno 2008 e a 140 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Tali risorse possono essere destinate anche al reclutamento del personale proveniente dalle Forze armate. Al fine di cui al presente comma è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un apposito fondo con uno stanziamento pari a 80 milioni di euro per l'anno 2008 e a 140 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Alla ripartizione del predetto fondo si provvede con decreto del Presidente della Repubblica da emanare entro il 31 marzo 2008, secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.
89. Fermo restando che l'accesso ai ruoli della pubblica amministrazione è comunque subordinato all'espletamento di procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge e fatte salve le procedure di stabilizzazione di cui all'articolo 1, comma 519, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per gli anni 2008 e 2009:
a) le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie, incluse le agenzie fiscali di cui agli articoli 62, 63 e 64 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, gli enti pubblici non economici e gli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, possono ammettere alla procedura di stabilizzazione di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, anche il personale che consegua i requisiti di anzianità di servizio ivi previsti in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 28 settembre 2007;
b) le amministrazioni regionali e locali possono ammettere alla procedura di stabilizzazione di cui all'articolo 1, comma 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, anche il personale che consegua i requisiti di anzianità di servizio ivi previsti in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 28 settembre 2007.
90. Il limite massimo del quinquennio previsto dal comma 519 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al fine della possibilità di accesso alle forme di stabilizzazione di personale precario, costituisce principio generale e produce effetti anche nella stabilizzazione del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco nelle forme disciplinate dalla medesima legge. Conseguentemente la disposizione che prevede il requisito dell'effettuazione di non meno di centoventi giorni di servizio, richiesto ai fini delle procedure di stabilizzazione, si interpreta nel senso che tale requisito deve sussistere nel predetto quinquiennio.
91. Le amministrazioni di cui al comma 89 continuano ad avvalersi del personale di cui al medesimo comma nelle more delle procedure di stabilizzazione.
92. Il personale dell'Arma dei carabinieri, stabilizzato ai sensi dell'articolo 1, commi 519 e 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è collocato in soprannumero rispetto all'organico dei ruoli.
93. Fatte comunque salve le intese stipulate, ai sensi dei commi 558 e 560 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, prima della data di entrata in vigore della presente legge, entro il 30 aprile 2008, le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, predispongono, sentite le organizzazioni sindacali, nell'ambito della programmazione triennale dei fabbisogni per gli anni 2008, 2009 e 2010, piani per la progressiva stabilizzazione del seguente personale non dirigenziale, tenuto conto dei differenti tempi di maturazione dei presenti requisiti:
a) in servizio con contratto a tempo determinato, ai sensi dei commi 89 e 91, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 1, commi 519 e 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;
b) già utilizzato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, e che alla stessa data abbia già espletato attività lavorativa per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio antecedente al 28 settembre 2007, presso la stessa amministrazione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, commi 529 e 560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. È comunque escluso dalle procedure di stabilizzazione di cui alla presente lettera il personale di diretta collaborazione degli organi politici presso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 nonché il personale a contratto che svolge compiti di insegnamento e di ricerca nelle università e negli enti di ricerca.
94. Anche per le finalità indicate dal comma 93, le amministrazioni pubbliche di cui al comma 89, nel rispetto dei vincoli finanziari e di bilancio previsti dalla legislazione vigente, possono continuare ad avvalersi del personale assunto con contratto a tempo determinato sulla base delle procedure selettive previste dall'articolo 1, commi 529 e 560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
95. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 1, comma 418, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da adottare inderogabilmente entro il mese di marzo 2008, in relazione alle tipologie contrattuali di lavoro flessibile diverse da quelle di cui al comma 93, ed ai fini dei piani di stabilizzazione previsti dal medesimo comma 93, vengono disciplinati i requisiti professionali, la durata minima delle esperienze professionali maturate presso la stessa pubblica amministrazione, non inferiori ai tre anni, anche non continuativi, alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché le modalità di valutazione da applicare in sede di procedure selettive, al cui positivo esito viene garantita l'assimilazione ai soggetti di cui al comma 93, lettera b).
96. Per le finalità di cui ai commi da 89 a 95, il Fondo di cui all'articolo 1, comma 417, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementato della somma di 20 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008.
97. Per le assunzioni nelle carriere iniziali delle Forze di polizia di cui al comma 88, le amministrazioni interessate provvedono, prioritariamente, mediante l'assunzione dei volontari delle Forze armate utilmente collocati nelle rispettive graduatorie dei concorsi banditi ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 settembre 1997, n. 332, che abbiano ultimato la ferma e, per i rimanenti posti, mediante concorsi riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno, ovvero in rafferma annuale, di cui alla legge 23 agosto 2004, n. 226, in servizio o in congedo, in possesso dei requisiti previsti dai rispettivi ordinamenti. In deroga a quanto previsto dall'articolo 16, comma 4, della legge n. 226 del 2004, i vincitori dei concorsi sono immessi direttamente nelle carriere iniziali delle Forze di polizia di cui al comma 88.
98. L'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), per sopperire alle carenze di organico e per far fronte ai propri compiti istituzionali ed alle esigenze connesse alla protezione civile, fino al 31 dicembre 2008 continua ad avvalersi del personale in servizio, con contratto a tempo determinato o con contratti di collaborazione, alla data del 28 settembre 2007, nel limite massimo di spesa complessivamente stanziata nell'anno 2007 per lo stesso personale della predetta Agenzia. I relativi oneri continuano a far carico sul bilancio della stessa Agenzia.
99. I contratti di formazione e lavoro di cui al comma 528 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, non convertiti entro il 31 dicembre 2007 sono prorogati al 31 dicembre 2008.
100. Per il personale assunto con contratto di lavoro a tempo parziale la trasformazione del rapporto a tempo pieno può avvenire nel rispetto delle modalità e dei limiti previsti dalle disposizioni vigenti in materia di assunzioni. In caso di assunzione di personale a tempo pieno è data precedenza alla trasformazione del rapporto di lavoro per i dipendenti assunti a tempo parziale che ne abbiano fatto richiesta.
101. Per l'anno 2010, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, previo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 60 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente.
102. Le assunzioni di cui al comma 101 sono autorizzate con la procedura di cui all'articolo 1, comma 536, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
103. Per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza, per l'anno 2010 le amministrazioni di cui al comma 101 possono altresì procedere ad ulteriori assunzioni nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal fine è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un apposito fondo con uno stanziamento pari a 25 milioni di euro per l'anno 2010 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2011. Le relative autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.
104. All'articolo 1, comma 103, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, le parole: "A decorrere dall'anno 2010" sono sostituite dalle seguenti: "A decorrere dall'anno 2011".
105. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 519, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nell'anno 2008, i bandi di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni possono prevedere una riserva di posti non superiore al 20 per cento dei posti messi a concorso per il personale non dirigenziale che abbia maturato almeno tre anni di esperienze di lavoro subordinato a tempo determinato presso pubbliche amministrazioni in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 28 settembre 2007, nonché il riconoscimento, in termini di punteggio, del servizio prestato presso le pubbliche amministrazioni per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio antecedente al 28 settembre 2007, in virtù di contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulati anteriormente a tale data .

mercoledì 12 dicembre 2007

Volontario Ferma Prefissata 1 anno

Riporto integralmente quanto scritto da un Caporale dell'Esercito:

Il VFP1, ovvero il volontario in ferma presissata un anno è la nuova figura professionale delle forze armate.

30 giugno 2005: fine della leva obbligatoria!!!
Con la sopspensione della leva obbligatoria lo stato ha tentato di sostituirla con i vfp1 prima e vfp4 dopo. Queste nuove figure professionali sono l'evoluzione del vecchio vfa (volontario ferma annuale) e vfb (volontario ferma breve). Lo stato ha riempito di pubblicità radio e tv, ma purtroppo è tanto fumo e poco arrosto. Le nuove figure si rivelano subito come "evoluzione della leva" specialmente il vfp1: volontario che si arruola con tanti sogni in testa, ma che presto scopre che le tante promesse di un futuro migliore (passaggio vfp4 e poi in servizio permanente vsp) non verranno mantenute.
Requisiti per diventare vfp1:
Praticamente gli stessi per diventare a suo tempo vfa.
I problemi arrivano dopo 1 anno:
Infatti le tante pubblicità non hanno detto che passare vfp4 fosse così complicato e tanti giovani si trovano in una situazioni di precariato veramente imbarazzante per una forza armata. In particolare l'unica forza armata del mondo ad avere tutti questi problemi, ma procediamo per ordini:Dopo 10 mesi passati nel proprio reparto il vfp1 fa domanda per passare vfp4 (volontario ferma prolungata 4 anni) una volta accettata la domanda si va a foligno a fare i famosi quiz di cultura generale, è qui c'è la prima gaf. Infatti nel bando è annotato che le domande di cultura generale siano perfettamente "commestibili" da chiunque abbia la terza media... Ma ovviamente non è così, le domande sono tutto tranne che gestibili da un volontario con la terza media.
Questo è il primo ostacolo, ma andiamo avanti.
Se si riesce a passare i quiz si accede alla seconda parte del concorso: le visite.
Queste consistono in un accertamento psico-fisico del candidato e hanno ladurata di circa 5 giorni. Altro problema: i raccomandati. Purtroppo anche qui c'è questa ingiustizia e tanti volontari meritevoli si vedono passare avanti gente con "dietro" colonnelli o generali!!! E così tanta gente viene buttata fuori alle visite per motivi veramente osceni. Una volta arrivati alla fine si ha il verdetto finale: IDONEO! Adesso si stilano le graduatorie finali e su 15000/20000 o forse più tra congedati, raffermati e appena arrivati solo 3000 passeranno vfp4!!!
E' una vergogna! Precariato a questi livelli nelle forze armate. Come fanno a garantire la sicurezza dello stato se non sono capaci di dare sicurezza lavorativa ai suoi soldati!!! E così tanti militari tornano delusi a casa con un sogno che non potrà mai avverarsi: servire la patria!!!
Questo discorso vale anche per i pochi fortunati che passeranno vfp4, infatti solo il 20% di loro passerà vsp e il resto sarà costretto a raffermarsi tramite raffereme biennali (in tutto 2) e senza la sicurezza di passare un giorno in servizio permanente!!!Un esercito di mercenari, ecco quello che si sta costruendo... Speriamo che la gente apra gli occhi e si orienti verso altre forme lavorative!!! E come se non bastasse il povero vfp1 a tutta una serie di sfruttamenti vari (in pratica non ha nessun diritto) non può vivere fuori, niente recupero, nessuna indennità operativa, nessun premio di congedamento, insomma niente di niente!!!
Altro che professionista... Uno schiavo e basta!!!
Insomma volete arruolarvi??? Bene ma fate i sottufficiali o ufficiali, lasciate perdere la truppa... Che ormai non da più speranze e futuro... Anzi un futuro lo da: DIVENTARE UN PRECARIO DELLO STATO!!!
E adesso una lettera scritta da un militare deluso:
Salve... Sono un C.le dell'esercito italiano e vi scrivo per esprimere la mia delusione (come quella di tante altre persone) nei confronti di quella che è ormai una professione a tutti gli effetti e non una forzatura obbligatoria. Mi riferisco in particolare al contesto del volontario "professionista" VFP1, al quale sono state raccontate parecchie favole riguardo la facilità con la quale è possibile passare VFP4 e in futuro in SPE... Io ero VFA poi VFA raffermato, poi VFP1 e adesso VFP1 raffermato... Io come tanti altri siamo ormai stufi di quest'altalena di tira e molla!!! Un ragazzo volenteroso di servire la propria patria non deve fare 1000 concorsi (dove il raccomandato passa sempre avanti) ma deve poter decidere da sè se vuole restare, come fanno in altri eserciti: in primis il modernissimo esercito U.S.A!!! Perchè deve passare colui che vuole solo uno stipendio??? Se io (e tantissimi altri) volevamo solo questo sicuramente non avremmo fatto tutti questi anni... Ma è una professione che piace e quindi finchè cè speranza si ci prova. Io mi chiedo (e spero di avere una risposta) il perchè di tutto questo... Il perchè costruire un sotituto del VFA e della leva!!! In pratica il tempo della leva non è mai finito; è vero adesso prendiamo tanti bei soldoni in più, ma appena si ci accorge della fregatura (i raffermati per esempio non godono di nessun tipo di vantaggio) assumiamo tutti il tipico atteggiamento da NAIONE!!! Ed ecco che la leva ritorna, tanto dura solo un anno e chi se ne frega!!! Altra domanda: i nostri generali conoscono tutte queste argomentazioni??? Perchè non fare come gli americani o come tanti altri eserciti dove il volontario può restare quanto vuole e poi essere valutato per passare in SPE e non farsi il culo per un anno e poi ricevere nulla... Non dico che tutto sia sbagliato, ma sicuramente la direzione dove stà andando adesso l'esercito italiano non è sicuramente quella giusta!!! Tra un pò avremo un esercito di mercenari che quando ci sarà bisogno combatteranno solo se pagati, è questo che lo stato vuole??? Perchè non costruire un esercito migliore fatto da persone volenterose che vogliono lavorare??? Scusate per lo sfogo, ma la situazione è ormai in discesa e lo stato cosa fà??? Mette i bagnini sulle spiagge italiane per reclutare VFP1!!!
CHE VERGOGNA!!!
Prendere in giro tanta gente che vede sfumare il sogno di diventare un vero soldato nel giro di un misero anno!!! Detto questo, spero di avere presto una risposta per sapere se qualcuno ci pensa o se tutti andremo verso un triste destino.
C.le VFP1 Raff. Deluso!!!
Meditate gente... Meditate sul vostro futuro!!!

Slogan per stricioni

Ripubblicamio una raccolta di slogan da voi segnalati, utili per gli stricioni o manifesti da realizzare per il giorno 18 dicembre 2007.

Lo spe è un utopia da qui non vado via
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I PRECARI DELLE FORZE ARMATE
ormai disoccupati
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UN ESERCITO DI PROFESSIONISTI
UN ESERCITO DI PRECARI
***
PRECARI DELLE FORZE ARMATE
comma 519: meno male che eravamo i beneficiari
***
PRECARI FORZE ARMATE
Volontari si ma non più precari
***
PRECARI DELLE FORZE ARMATE
Figli di un Dio minore
***
PRECARI DELLE FORZE ARMATE
anche noi il diritto ad un lavoro
***
Finanziaria 2007 co.519
Prioritariamente Disoccupati!
***
PRECARI DELLE FORZE ARMATE
siamo o no anche noi dipendenti della P.A.???
***
STOP AL PRECARIATO NELLE FF.AA.
***
VOGLIONO VOLONTARI PROFESSIONISTI?
SI MA SOLO PRECARI!!!
***
PROFESSIONALIZZAZIONE DELLE FF.AA.
= LAVORO STABILE NON PRECARIO!!!
***
SIAMO BUONI SEMPRE AD ASSOLVERE IL NOSTRO DOVERE
...E I DIRITTI?
***
PRECARI DELLE FF.AA.
un contratto a tempo indeterminato anche per noi!
***
UN ESERCITO DI PROFESSIONISTI
...MA PER TUTTA LA VITA!!!
***
PER UN FUTURO MIGLIORE
STOP AL PRECARIATO NELLE FF.AA.
***
UNA RIFORMA SUL RECLUTAMENTO NELLE FF.AA.
***
PER UNO STRUMENTO MILITARE PROFESSIONALE
PER UNA ITALIA PIU' SICURA
STOP AL PRECARIATO
***
PER PERMETTERE A NOI GIOVANI PRECARI DI AVERE UN FUTURO,
UNA FAMIGLIA, MA SOPRATUTTO DI AVERE UNA DIGNITA'!
***
LAVORO SUBITO AGLI UFFICIALI CONGEDATI!!!!
***
FF.AA. COSTRUTTORI DI PACE ALL'ESTERO...
DI PRECARIATO E GUERRA SOCIALE IN PATRIA!!!
***
PER I PRECARI CON LE STELLETTE
....FATTI NON PUGNETTE!!!
***
LE NOSTRE FORZE ARMATE
DALLE STELLE...ALLE STALLE
***
MILLE DOVERI - ZERO DIRITTI
STOP AL PRECARIATO NELLE FF.AA.
***
STATO MAGGIORE
DA AVVOCATO DIFENSORE A PUBBLICO MINISTERO
***
STATO MAGGIORE:
IL PIU' GRANDE NEMICO DELLE FF.AA.
***
PROFESSIONISTI SFRUTTATI DALLO STATO MAGGIORE
***
PRIMA IN GUERRA CI AVETE MANDATO
POI NEL PRECARIATO CI AVETE BUTTATO
***
U.F.P. U-fficiali in F-orza al P-recariato
***
V.F.P. V-olontari per F-are i P-recari
***
V.F.B. V-olontari per F-are i B-amboccioni
***
NON CHIEDIAMO LA LUNA
...SOLO LE STELLETTE!
***
LE NOSTRE STELLE ILLUMINANO
LA NOTTE DEL PRECARIATO
***
I RE MAGI SEGUIVANO LA STELLA COMETA
...NOI LE STELLETTE !
***
VOLETE UNA FORZA ARMATA DI QUALITA'?
STOP ALLA PRECARIETA'
***
PER CIELO,PER TERRA E PER MARE
...MA CERTI CHE CI FACCIATE LAVORARE!!!
***
ECCOCI!!!
quelli del COMMA(NDO) 519...
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ESERCITO AERONAUTICA MARINA MILITARE
PADOA SCHIOPPA CI DEVI STABILIZZARE!!!
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3 anni a Perdas de Fogu mi fate stare e poi...
non mi volete stabilizzare?!
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X l'onore dell'Italia abbiam giurato di morire
Precari mercenari ci avete fatto diventare
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NOI RESTIAMO MILITARI DENTRO!!!
PROVATE A CONGEDARCI!!!
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Stabilizzazione!?!
Era meglio nella Costa crociere!!!
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MILITARI PRECARI???
MILITARI PER TUTTA LA VITA!!!
***
I PRECARI SCONOSCIUTI E NON TUTELATI!!!
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